V capitolo

 

Non lo voglio sapere

 
---Non hai un paziente da salvare?---il tono di Wilson era volutamente più alto del normale. House era seduto alla sua scrivania,  incapace di concentrarsi sul caso. Non aveva notizie di Lisa da giorni, prese un vicodin ignorando l’amico. Riusciva solo a pensare che le era tornata la memoria ed aveva ricordato di odiarlo. ---non ricorda ancora niente---disse Wilson quasi riuscisse a leggere i suoi pensieri. House si voltò a guardarlo---L’hai vista?---
---sta bene ---rispose secco Wilson
---sta bene? Sei sempre prodigo di consigli e dici solo questo?---non aveva voglia di sentire i consigli di Wilson ma era comunque sorpreso
----forse dovresti…
---si penso farò come dici ---lo zittì House, uscendo dalla stanza.
 
Era fermo davanti alla sua porta, non osava suonare. Ricordava bene l’ultima volta che era stato li e lo stesso senso di smarrimento lo invase, non avrebbe sopportato un altro rifiuto. Aveva appena deciso di andare via quando la porta si aprì e se la ritrovò davanti,  una tuta bianca e rossa addosso ed una tazza di tea in mano. Le sfiorò la mano cercando subito un contatto con la sua pelle.---odio il tea verde!---si lamentò, osservando la faccia sorpresa di Lisa  ed il suo sorriso un secondo dopo.
---non è tea verde.--- rispose Lisa
---ah, ok!--- disse House afferrando la tazza, ne bevve un sorso e con una smorfia di disgusto sul viso, la restituì ---è tea alle erbe!---lo informò Lisa
---non hai del tea …al tea? --- chiese accomodandosi sul divanetto di vimini in giardino.
Lisa sparì per qualche minuto e ritornò con in mano una tazza fumante, gliela porse e si accomodò vicino lui.
House fece la stessa smorfia di disgusto assaggiando la bevanda.
---ma è buono!--- disse Lisa offesa.
House sorrise annuendo e alternando altre smorfie.
Rimasero in silenzio a gustare il tea.
Fu House il primo a parlare:---Hai perso anche il mio numero? Sei una donna piuttosto distratta!---la canzonò.
Lisa sorrise di nuovo, non sperava di eludere le domande di House,  in qualche modo sapeva che gli doveva delle risposte.
---Ho pensato di concedermi un po’ di tempo, per pensare, vivere la vita che ho vissuto nell’ultimo anno. Magari mi avrebbe aiutato a ricordare.---
---l’hai pensato tu o hai avuto qualche suggerimento?--- Chiese House
---Jerry è mio marito…
House si alzò di scatto---si, si lo so! Abbiamo già fatto le presentazioni.--- proprio non gli riusciva di restare li a sentirla parlare di un altro. Le dava già le spalle---dorme nel tuo letto? --- si pentì subito di averlo detto, cosa che lo fece sentire ancora più stupido oltre che palesemente geloso. Lei lo guardò sorpresa, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa le si avvicinò e sfiorandole l’orecchio con le labbra, le sussurrò:---non lo voglio sapere.---
Cercava di riprendere il controllo, ma l’unico modo che conosceva era quello di essere cattivo, ---quindi…nell’attesa che torni la memoria, giochi con me e scopi con tuo marito?---
Uno schiaffo lo colpì all’improvviso, le afferrò la mano impedendole di colpirlo ancora. L’attirò a se fermandosi ad un soffio dalle sue labbra:---dimmi che mi vuoi. ---
Lisa era confusa ed eccitata ---Greg lasciami andare, ---disse poco convinta.
---dimmelo--- disse non muovendosi di un millimetro. Aveva liberato le sue mani ma neanche lei si mosse.--- stanno per rientrare--- aggiunse
 ----torno domani mattina---sentiva il suo fiato caldo sul viso
---vado in ospedale--- disse Lisa allontanandosi
---Hai ripreso a lavorare?--- House era sorpreso
---no. Vado da un terapeuta---
---è questo ti aiuta?---chiese House
---no. Non  molto---ammise Lisa---vorrebbe…ipnotizzarmi…---
---ma tu non vuoi. ---Concluse House al posto suo. Lisa annuì.
---passo a prenderti domani, terapia a base di cioccolato e bacio… intendo i gusti del gelato.
 
Mille pensieri le affollavano la mente, l’attrazione che provava per House la spaventava, era fuori dal suo controllo, molto più rassicurante l’uomo che dormiva nella stanza accanto, che non pretendeva niente, perché niente poteva dargli. L’indomani si sarebbe svegliata ricordando tutto, ricordando di odiare l’uomo che la stuzzicava, così come tutti continuavano a ripeterle, e di amare l’uomo che aveva sposato, ma nell’attesa cosa doveva fare? Si vergognò di essere eccitata per l’uscita con House il giorno dopo, forse inconsciamente aveva già scelto, ma non era ancora pronta a subirne le inevitabili conseguenze.
 
House si era svegliato presto, aveva deciso di passare dall’ospedale a controllare  il paziente, più per perdere tempo, che per reale interesse al caso, doveva solo aspettare l’ora per poter andare a casa di Lisa senza il rischio di incontrare l’altro.
 
Suonò il campanello, pregustando il suo sorriso, ma ad aprire fu Rachel, pigiamino rosa e faccino imbronciato---e tu non dovresti essere a scuola?---
Lisa li raggiunse, era agitata:---sicuro di avermi dato il numero giusto? …del cellulare---continuò ---sto provando a chiamarti da un’ora. ---House controllò nelle tasche---ops…devo averlo lasciato allo studio---si scusò
---disinfettano la scuola ci sono stati vari casi di varicella, forse è meglio rimandare--- gli spiegò Lisa
---perché? Ho già avuto la varicella---scherzò House--- ti va di andare a mangiare il gelato?---chiese poi rivolto alla bambina.
----siii---urlò Rachel
----chi avrà ancora il pigiama tra cinque minuti pagherà il gelato per tutti!
Lisa lo guardò divertita, dirigendosi con Rachel verso la camera da letto, almeno questo ipotizzò House.
Non era mai stato all’interno, rimasto da solo, girovagò per un po’, poi si abbandonò sul divano ed accese il televisore.
Ricomparvero mezz’ora dopo.--- non puoi uscire così---disse House non appena la vide, aveva una minigonna plissettata blu, camicetta azzurra e tacchi vertiginosi---perché?---chiese Lisa sorpresa.---mi toccherà litigare con tutti quelli che ti sbaveranno dietro.--- le bisbigliò
---viene con noi anche papà? ---esclamò Rachel attirando l’attenzione di entrambi.
Una semplice parola a riportare House alla realtà, al tempo che era passato e a tutto ciò che,nel frattempo, era cambiato.
Fino a quel momento gli sembrava di essere tornato indietro, di aver fermato il tempo e quel periodo terribile era stato spazzato via dall’illusione di riviverlo e trasformarlo in qualcosa di bello.
---no tesoro. Papà è a lavoro---le rispose Lisa --- non credo sia una buona idea uscire---disse poi rivolto ad House. Rachel iniziò a protestare. ---andiamo solo a prendere il gelato e torniamo---disse House il tono allegro e giocoso era scomparso.
 
Rachel girava sulla giostra agitando la mano per salutarli. House non aveva detto niente per tutto il tempo, Lisa all’inizio aveva tentato di scuoterlo prendendolo in giro---ehi il tuo faccino triste è convincente quasi come quello di Rachel. --- House abbozzò un sorriso ma rimase in silenzio, perso nei suoi pensieri.
----Ho deciso di farmi ipnotizzare---disse poi seria---non posso lasciare la mia vita in pausa e aspettare. Continuare a far soffrire le persone che mi amano. Non è giusto.---
House si voltò a guardarla.
---Ho paura---aggiunse Lisa
---Anch’io---rispose House accarezzandole il viso.
 La guardò come fosse l’ultima volta, ad imprimere nella memoria quel viso, quel profumo. Forse l’ultima volta che avrebbe visto nei suoi  occhi fiducia e speranza. La strinse a se per rassicurarla  e tra le sue braccia anche lui si sentiva al riparo.