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Autore: Duir    08/06/2006    1 recensioni
...può un uomo costringere un suo simile a fargli da schiavo? Indubbiamente si......ma può un uomo costringere un mutante a fargli da schiavo? Indubbiamente no.....e se si trattasse di una donna? ps. volevo dire che non ho mai letto i fumetti e che mi baso su quanto ho appreso dai due film.....perdonate se ogni tanto faccio di testa mia :P
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nello stesso istante, in alto, tra le nuvole tempestose, un jet cercava la sua rotta rollando e beccheggiando in balia delle forti correnti d’aria. Per quanto si sforzasse, Logan non riusciva a scorgere nulla al di fuori di saette minacciose, pioggia e tenebre; nemmeno i quattro potenti tergicristalli potevano liberare il parabrezza dai refoli di pioggia scrosciante, che colpivano il veicolo con una furia selvaggia, quasi a volerlo disarcionare di proposito. Improvvisamente, una folgore scarlatta illuminò il cielo a giorno: in quel bagliore infernale egli allora capì che si trovavano pochi kilometri sopra le cime degli alberi e che se non si inventava al più presto qualcosa si sarebbero schiantati. Facendo appello a tutta la sua razionalità strinse la cloche, dominando la paura e l’angoscia al sentire che strane forze ora dominavano il veicolo. -Andiamo maledetta carretta!- sibilò tra i denti e un tramestio si levò alle sue spalle; di lì a poco Rogue fece capolino da dietro i sedili posteriori. -Cosa succede Logan?- risuonò allarmata la voce della ragazza. Logan non rispose subito; i suoi occhi rimasero fissi in un punto di fronte a loro, sgranati dall’orrore di quanto era costretto a vedere: il bagliore che poco prima aveva illuminato il cielo ora sembrava averlo inghiottito del tutto, ovunque spostasse gli occhi era come se un fuoco divampasse per lo spazio circostante, diventando progressivamente più grande. Laddove un attimo prima c’era la distesa di nuvole scure, ora pulsava una luce rubinea, in cui le terribili saette si ramificavano con una sconcertante regolarità, come se tutta la zona fosse viva e quello ne fosse il cuore. Quella abominevole visione li stordì al punto che solo l’acuto richiamo dell’allarme riuscì a far loro capire che stavano perdendo quota. -Merda! Rouge Bobby! Allacciatevi le cinture di sicurezza!- urlò con impeto Logan, facendo trasalire entrambi. -Perché?!- fu l’inutile domanda del ragazzo, che l’uomo stroncò con un -Fallo!-. Il jet iniziò a precipitare, completamente fuori controllo, mentre Logan dava fondo alle sue ultime energie per cercare di fare l’impossibile. Il sibilo del vento divenne sempre più forte, mentre sfrecciavano in caduta libera verso il basso. Incespicando a causa degli scossoni, Rogue tornò indietro, ma non si diresse verso il suo sedile: andò verso Kurt e con fatica tentò di sollevarlo, per trascinarlo verso la poltrona più vicina. Allorchè il suo corpo fu mosso egli aprì gli occhi a causa della fitta di dolore che si era rianimata nel suo torace; -Aiutami Bobby!- esclamò la ragazza, fissandolo con aria stanca e stravolta, ma il ragazzo non si mosse e rimase a fissare entrambi, con un’espressione quasi di sconcerto sul volto. Le lunghe e magre braccia di Rogue cingevano le spalle del nuovo giunto, in un atteggiamento così materno che egli si sentì come oltraggiato o addirittura tradito, tanto da non stupirsi della gelosia che ora si stava insinuando nel suo animo. Per di più, soltanto egli si era accorto nella foga, che lei non portava in lunghi guanti protettivi e che la sua pelle era a diretto contatto con il corpo del giovane mutante. Il cuore di Bobby ebbe un fremito tanto che fu sul punto di ignorare la sua richiesta d’aiuto. -Bobby! Andiamo! Hai sentito Logan? Stiamo precipitando!- la voce terrorizzata di Rogue infine lo scosse da quella riluttanza, mentre dal posto di comando si levava una serie di imprecazioni, miste a ordini concitati. Bobby afferrò velocemente Kurt per i fianchi ed insieme lo adagiarono sul sedile più vicino, assicurandolo con le cinture; poi, lottando contro gli interminabili scossoni, si buttarono anche loro sui sedili lì accanto, ancorandosi come potevano con le braccia e le gambe. Per un attimo fu come se il tempo si fermasse: tutto rimase immobile; poi, lo schianto. I vetri del jet si polverizzarono, spargendosi dappertutto, ferendo le loro braccia, i loro volti, impigliandosi tra i loro capelli. Un alettone schizzò via, tranciato di netto dal ramo di un albero, che poi penetrò attraverso la cavità che ora c’era al posto del parabrezza. Sentirono l’urlo di Logan, mente anch’essi urlavano per far fronte al terrore che li bloccava. Giù, sempre più giù, quello che restava del jet precipitava verso il suolo: una distesa di rocce acuminate. Con un colpo secco infine rovinò al suolo e lì giacque. Dentro non un fiato, non un lamento, niente che potesse far credere che tra quelle lamiere contorte pulsasse ancora un alito di vita.
  
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