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Autore: Dannata93    29/09/2011    3 recensioni
Fan Fiction che segue la trama del film "Io sono Leggenda" e, in parte, anche dal meraviglioso libro di Richard Matheson, e narra gli avvenimenti che si sono svolti in quegli anni da un altro punto di vista.
Samantha Gray è appena maggiorenne quando scopre di avere un cancro e il suo medico le consiglia di sottoporsi alla nuova cura sperimentale della dottoressa Krippin.
La terapia la trasformerà in un mostro e solo grazie all'aiuto del dottor Thomas Wood il suo corpo riuscirà a sconfiggere il virus, ma non completamente...
Personaggi: Nuovi personaggi.
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 34
Carne Umana

La porta dell'ufficio si spalancò, rivelando l'uomo che gli aveva rinchiusi in quella misera stanza con in mano un vassoio colmo di roba da mangiare e, al suo seguito, tre uomini armati fino ai denti, pronti a far fuoco al minimo segno d'attacco.
<< Vedo che il vostro amico è ancora vivo >> osservò, indicando con un cenno del capo Ian, seduto sull'unica poltrona. << Non credevo che il vostro medico fosse così in gamba >>
<< Voi non sapete niente di noi! >> lo aggredì Ian rosso di rabbia. << Ci avete attaccato e fatti prigionieri senza darci spiegazioni! >>
<< Semplicemente perché avevate una macchina, della benzina, dei medicinali e delle armi >> disse tranquillamente posando il vassoio in terra. << E perché il nostro capo ci ha ordinato di farlo >>
<< Obbedite agli ordini di un pazzo! >> continuò Ian portandosi una mano alla spalla, cercando di ignorare il dolore della ferita. << Di questi tempi gli uomini dovrebbero pensare a sopravvivere, non ha farsi la guerra tra di loro! >>
<< Noi sopravviviamo a stento, ragazzino >> si inserì un'altra voce e il capo della banda fece il suo ingresso nell'ufficio. << E per farlo, siamo disposti a qualunque cosa, anche uccidere dei nostri simili >> fece segno ai suoi uomini di ritirarsi. Solo l'uomo che gli aveva portato il cibo restò nella stanza ed estrasse dalla cintura una piccola pistola, togliendo la sicura.
<< Sulla vostra macchina abbiamo trovato due borsoni pieni di flaconi per l'antirabbica, eppure non mi sembra che tra di voi ci sia un cane >>
Il gruppo restò in silenzio e Tom spostò leggermente il suo sguardo sulla figura nascosta sotto la scrivania di Samantha; ormai le restavano al massimo un paio d'ore prima che il virus prendesse il sopravvento su di lei, doveva trovare il modo di riavere il vaccino o avrebbero dovuto fare una scelta orribile: uccidere la ragazza, o lasciarla completare la trasformazione e venire sbranati vivi.
<< Che cos'ha la vostra amica? >> la voce dell'uomo dai capelli neri lunghi fino alla spalla lo riscosse dalle sue riflessioni. << Sembra malata >>
Inaspettatamente il capo scoppiò in una risata sgradevole, suscitando la curiosità di tutti i presenti. << Che avete da ridere? >> domandò acido Tom, resistendo alla tentazione di mollargli un pugno dritto in faccia.
<< Volevo chiedervi, mio caro dottore se voi vi ricordate di me >> sghignazzò facendo una scherzosa giravolta sul posto. << No? >> posò il suoi occhi folli su Samantha il cui volto si era illuminato di comprensione. << Tu invece ti ricordi, non è vero? >>
Annuì, ormai quasi del tutto incapace di parlare e l'uomo rise di gusto. << Il mio nome è Richard Rossio e lavoravo come infermiere all'ambulatorio della dottoressa Krippin, fino a pochi mesi fa >> disse mostrandogli la sua mano destra, completamente deformata da segni di morsi umani e priva di tre dita. << Per colpa della vostra amica ho perso il mio lavoro e, quando ho raccontato in giro quello che stavate facendo mi hanno preso per pazzo e non sono riuscito a trovarmi un altro lavoro decente, se non come bidello di questa schifosa scuola >> ringhiò avvicinandosi minaccioso a Sam che rimase immobile, per niente intimorita. << Io so a cosa vi serve il vaccino e state pur certi che farò in modo che quelle siringhe rimangano il più lontano possibile da lei >>
<< IO TI AMMAZZO! >> urlò fuori di sé Tom avventandosi su di lui, ma  l'altro uomo lo colpì con il calcio del suo fucile, spedendo a terra. << Bravo figliolo >> si congraturò Rossio cingendogli le spalle, tornando a concentrarsi su Samantha. << A giudicare dal tuo aspetto non manca molto e, ti assicuro che non mi perderò la tua morte >> continuò indicando le telecamere appese al soffitto. << O la loro >> concluse uscendo dalla stanza seguito a ruota dal figlio che lanciò un ultimo sguardo indecifrabile al gruppo, prima di chiudersi la porta alle spalle.
<< Di che diamine stava parlando?! >> domandò Ben, recuperando l'uso della parola. << E che cavolo ha Sam?! >>
<< E' una lunga storia >> rispose Tom, massaggiandosi la testa. << In poche parole, Samantha è stata sottoposta alla famosa cura per il cancro della dottoressa Krippin e la terapia la trasformata in una di loro >>
Il giovane sgranò gli occhi shoccato, allontanandosi il più possibile da lei. << Avevate detto che eravate tutti immuni al virus! >>
<< Lo siamo ed in un certo senso anche lei >>
<< Spiegati! >>
<< Grazie alle mie ricerche ho capito che i sintomi del virus di Krippin erano molto simili a quelli della rabbia >> spiegò avvicinandosi alla ragazza per controllarle le pupille degli occhi, ormai completamente dilatate. << Così ho testato il vaccino su tre persone, una di queste era Sam. Lei è stata l'unica a guarire o, almeno così sembrava all'inizio >>
<< Che cosa è successo alle altre persone? >> chiese Ben, anche se credeva di conoscere già la risposta.
<< Una è morta dopo pochi minuti, mentre l'altra abbiamo dovuto abbatterla perché era diventata ancora più selvaggia >> continuò sedendosi a terra al fianco di Samantha, per niente preoccupato che potesse saltargli al collo in qualunque momento. << Così abbiamo iniziato a fare dei test su di lei, per riuscire a capire cosa avesse permesso la guarigione nel suo corpo, ma ci siamo resi conto che l'antirabbica aveva solo degli effetti temporanei. Dopo circa quattro giorni i sintomi sono ricomparsi del tutto e, prima che potessimo fermarla ha aggredito uno dei nostri infermieri >>
<< Il simpaticone la fuori >> completò per lui Ian, guardando con astio le telecamere appese al soffitto. << Sam deve fare un'iniezione di antirabbica almeno una volta ogni tre giorni >>
Ben rimase in un silenzio assorto per qualche istante priami di riprendere la parola. << Cosa succederà se non avrà l'antirabbica entro fine giornata? >>
<< Tenterà di divorarci, lo farebbe anche adesso, ma al contrario di quello che si pensa, loro non sono per niente stupidi, soprattutto Samantha. Sa bene che se uscisse da sotto la scrivania morirebbe bruciata >>
<< Allora che pensi di fare con lei? >>
Tom abbassò lo sguardo, ascoltando il respiro accelerato della ragazza. << Non posso ucciderla >> rispose infine, scuotendo il capo. << E non permetterò a nessuno di voi, di farlo! >>
Ian si alzò in piedi di scatto, parandosi davanti al medico. << Ci stai condannando a morte certa! >> lo aggredì. << So bene che tieni a lei, ma non puoi chiedermi di starla a guardare mentre ci sbrana uno ad uno, mentre ammazza Payton! >>
La loro conversazione venne interrotta da una voce metallica, la voce del capo, proveniente dal microfono della telecamera. << Non devi preoccuparti, mio caro ragazzo >> lo rassicurò. << La vita della bambina è troppo preziosa per andare sprecata >> a quelle parole la porta dell'ufficio si spalancò ed entrarono due uomini armati di tutto punto che afferrarono senza dire una parola Payton.
<< Lasciatemi! >> urlò, tendendo la manina verso Ian che tuttavia non fece nulla per impedire che la piccola fosse trascinata fuori dalla stanza. << Allora non sei del tutto privo di cuore >> disse rivolto alla telecamera, quando la porta si fu chiusa.
<< I bambini sanno dimenticare, a differenza di noi adulti. E' questo che gli rende così speciali >>
<< Spero che tu ti goda lo spettacolo, lurido figlio di puttana >> ringhiò Ian mettendosi nuovamente a sedere, in attesa del sopraggiungere delle tenebre.

Da quella che un tempo era la sala riunioni, Rossio osservava incantato in gruppo chiuso nell'ufficio da un enorme televisore a schermo piatto collegato ad un portatile. << Io lavoravo come uno schiavo per una miseria, mentre loro sprecavano i soldi per questi inutili aggeggi all'ultima moda >> osservò sprezzante spegnendo la sua sigaretta in terra. << Fra un po' non avrò nemmeno più le sigarette, che vita di merda >>
<< Dobbiamo per forza ucciderli? >> chiese il figlio guardando la ragazza nascosta sotto la scrivania, al riparo dalla luce del sole. << Capisco lei, ma perché anche gli altri? >>
<< Abbiamo già troppe bocche da sfamare per colpa di quella puttana di tua madre >> ringhiò l'uomo afferrandolo per la giacca. << Non possiamo permettercene altre >>
 << Chiaro >> mormorò sottraendosi alla sua presa. << Hai qualche ordine per me? >>
<< Vammi a chiamare tua madre >> disse malizioso. << Ho voglia di divertirmi un po' >>
<< Ok >> rispose senza protestare, ma dentro di sé sentiva montare la rabbia. Presto, molto presto avrebbe sistemato le cose.

Mancavano pochi minuti al tramonto e adesso, persino Tom si era allontanato da Samantha che iniziava ad agitarsi impaziente.
In una normale situazione, non avrebbero avuto timore di un solo infetto, ma ora erano disarmati e le guardie gli avevano legato le mani dietro la schiena, per impedirgli di difendersi; sarebbe stato facile spezzare il collo della ragazza con le mani libere.
<< Si avventerà prima su di te, Ben perché sa che sei il più debole del gruppo, perciò avvicinati il più possibile a me >> disse Ian muovendosi leggermente verso il ragazzo che annuì, deglutendo a fatica.
<< Tranquillo, siamo tre contro uno >>
<< La fai facile, mi hai detto che sapevi già che prima o poi avresti dovuto ucciderla, ma sei sicuro di potercela fare? >> gli chiese nervosamente Ben affiancandosi a lui. << Dopotutto è pur sempre una tua amica >>
<< Ora non lo è più >>
<< Ti sbagli >> obbiettò Tom guardando il sole scendere dietro le montagne. << Lei è sempre Samantha >>
<< Balle, fra poco la tua cara Sam ci sbranerà vivi >>
<< Andavo spesso a trovarla quando era in ambulatorio, anche dopo che si era trasformata in uno di loro e non mi ha mai attaccato >>
Ian sbuffò scettico, prima di irrigidirsi come una statua. << E' ora >> mormorò osservando la ragazza uscire lentamente da sotto la scrivania e squadrarli con i suoi occhi grandi, ormai quasi del tutto neri.
<< C'è qualcosa di strano >> mormorò Tom osservando i suoi movimenti lenti e calcolati, ma prima che gli altri potessero parlare, Sam saltò in aria, distruggendo con un solo poderoso pugno la telecamera.
<< Sam? >> la chiamò stupito il biondo, cercando di calmare i battiti impazziti del suo cuore ed inaspettatamente la ragazza le sorrise e andò da lui, spezzando le funi che gli legavano le mani. << Resisterò... ancora per... per qualche minuto >> balbettò a fatica, liberando gli altri. << Prendete... la bambina e... fuggite... io mi occupo di... quell'uomo >> detto questo sfondò la porta dell'ufficio e corse fuori, annusando l'aria. Sentiva chiaramente il suo odore e non faticò molto a trovare Richard Rossio.
Entrò nella sala riunioni e, nel sentirla arrivare, l'uomo in fondo alla stanza si voltò verso di lei, con in mano un fucile, per niente stupito di trovarsela davanti. << Ciao, bellezza >> la salutò con un sorriso beffardo che si fece più ampio nel sentirla rispondere con un ringhio. << Sei agli sgoccioli >>
Samantha inspirò a fondo. Il mostro che aveva dentro voleva uscire, non aspettava altro e così lo liberò e si lasciò completamente sopraffare dal desiderio di sangue, avventandosi su Rossio senza esitare.
Il volto dell'uomo si aprì in un sorriso selvaggio mentre puntava l'arma contro la ragazza e faceva fuoco, ma con suo sommo stupore la ferita al fianco non rallentò la sua corsa, anzi parve darle più forza.
Sparò un secondo colpo che la colpì al braccio, però lei continuò a correre ed Rossio si lasciò sfuggire un grido disperato quando lo sollevò di peso e, senza il minimo sforzo, lo spedì contro il televisore, mandandolo in mille pezzi.
Il fucile gli cadde di mano, andando a finire troppo lontano per recuperarlo e prima che potesse reagire la ragazza gli fu addosso e cominciò a tempestarlo di pugni.
Lottarono tra di loro con le unghie e con i denti e, alla fine fu la furia di Samantha a vincere.
Quando capì che era morto, ruggì trionfante e affondò i suoi denti nella morbida carne del vecchio. Assaporò il sapore del sangue nella sua bocca, rabbrividendo di piacere nel sentire quel liquido caldo scenderle lungo a gola.
Era talmente concentrata a sfamare la sua insaziabile fame da non accorgersi che c'era qualcuno dietro di lei che aveva raccolto il fucile di Rossio ed ora glielo stava puntando dritto alla testa.
Jack Parker non era dispiaciuto per la morte del suo patrigno, anzi dentro di sé provava una gioia selvaggia nel vedere l'uomo, che per molti anni aveva maltrattato sua madre, divorato con gusto da quella ragazza, ma nonostante l'enorme favore che gli aveva appena fatto, quella creatura non meritava di vivere.
Jack si preparò per sparare, sicuro di non poter sbagliare da quella breve distanza. << Io non lo farei se fossi in te >> disse una voce alle sue spalle, distraendo l'attenzione del mostro dal suo pranzo che si voltò di scatto, alzandosi in piedi a fatica per via delle ferite, ma prima che potesse muoversi un dardo la colpì alla gamba; la ragazza fissò stupita la freccia per poi cadere a terra senza un lamento.
Subito corse al suo fianco il medico con in mano una siringa e, dopo averle trovato la vena, le iniettò il vaccino, senza badare all'uomo che continuava a puntarle contro il fucile. << Puoi rilassarti ora, non è più un pericolo >> esclamò il ragazzo a cui aveva sparato, senza staccargli gli occhi di dosso. << Vorrei dirti che mi dispiace per quello che ha fatto a tuo padre, ma sarei un grandissimo bugiardo >>
<< Non capisco perché vi ostinate a tenerla in vita >> osservò Jack, ignorando le sue parole ed abbassando finalmente il fucile. << E' solo un mostro come tutti gli altri >>
<< Samantha è molto diversa da loro >> obbiettò il medico prendendo delicatamente in braccio la ragazza. << Noi ci stiamo dirigendo a Bethel, nel Vermont, se volete, tu e la tua gente potete venire con noi >>
<< Che cosa c'è nel Vermont? >>
<< Giravano voci che lì, il virus non è mai arrivato per colpa del troppo freddo >>
<< E secondo voi, è sicuro? >> domandò scettico Jack. << Cosa vi fa pensare che non ci siano dei cacciatori del buio ad aspettarvi? >>
<< Loro preferiscono rimanere nelle zone calde, è un dato di fatto >> disse. << E, a meno che il cibo non cominci a scarseggiare, non le lasceranno >>
<< Parlerò con gli altri >> esclamò infine il giovane lasciando la sala.
<< Noi partiremo domani all'alba >> gli gridò dietro Ian. << Se vorrete venire con noi, fatevi trovare pronti >>

Ian picchiettava impaziente le dita sul cofano del fuoristrada, continuando a guardare l'ingresso della scuola. << Gli do' ancora venti minuti >> disse. << Poi partiamo >>
<< Secondo me, non verranno >> osservò Ben caricando gli ultimi bagagli. << Hanno troppa paura di quello che potremo trovare >>
<< O non trovare >> mormorò Ian.
Poco lontano dall'auto, seduta sul marciapiede a avvolta in una pesante coperta, Sam continuava a sfregarsi le mani, nel vano tentativo di togliere l'odore del sangue di Rossie dalla sua pelle. Da quando si era risvegliata aveva trascorso ore a lavarsele con acqua e sapone, ma senza risultato; il profumo del sangue non spariva e continuava a riportargli alla mente quello che aveva fatto.
Si chinò in avanti e vomitò, mentre il ricordo del sapore della carne cruda nella sua bocca l'aggrediva senza pietà. Sentì qualcuno accarezzargli con vigore la schiena, aiutandola a buttare fuori i resti del suo orribile pasto.
Quando ebbe finito seppellì il suo viso contro il petto di Tom, piangendo senza ritegno. << Va tutto bene >> la tranquillizzò Tom cullandola tra le sue braccia. << E' tutto finito >>
<< H-ho mangiato u-un uomo >> singhiozzò. 
<< Non eri in te, Sam >>
<< Sono un mostro >> 
<< No, non lo sei >>
<< Dovevate uccidermi >>
Tom l'afferrò con forza per le spalle la costrinse a guardarlo dritto negli occhi. << Io non permetterò che ti accada di nuovo >> esclamò deciso. << Ti prometto che troverò una cura, e se non ci riuscirò farò in modo di procurarmi dell'altro vaccino >>
Sam si lasciò andare ad una risata priva di allegria. << Credi forse che sia una stupida? >>
Lo sguardo di Tom si accigliò. << Cosa? >>
<< Ho sentito quello che la dottoressa Krippin ti ha detto, il giorno prima della fuga, riguardo all'antirabbica >>mormorò staccandosi da lui. << Il vaccino ridurrà i miei organi a pezzi, oppure c'è una buona probabilità che il virus trovi un modo per contrastare l'antirabbica >>
<< Abbiamo ancora tempo prima che accada! >> protestò Tom infuriandosi all'istante. << Il processo è molto più lento di quanto pensi! >>
<< Tre, quattro, al massimo cinque anni è questo il tempo che mi resta >>
<< Farò in modo di trovare una cura per allora! >>
<< E' inutile Tom, non ci siete riusciti quando eravate la metà di mille, come puoi sperare di riuscirci adesso che non hanno più nemmeno un laboratorio? >>
Il medico si alzò in piedi di scatto, trafiggendola con i suoi occhi color cioccolato. << Io non mi arrendo, e farò di tutto, di tutto Samantha Gray affinché tu non muoia, ci siamo capiti? >>
Sam lo guardò sorpresa da tanta determinazione e non poté fare a meno di provare un pizzico di speranza. << Ok, sono disposta a collaborare >> affermò alzandosi di fronte a lui. << Ma devi farmi una promessa >>
<< Quale? >>
<< Se la tua vita, o quella degli altri dovrebbe essere di nuovo in pericolo per causa mia, dovrai uccidermi, uccidermi prima che io possa farlo a voi e senza esitare come hai fatto oggi. Ci siamo capiti? >>
<< Si >>
<< Ehi, gente. stanno arrivando! >> le grida eccitate di Ben interruppero la loro discussione ed entrambi si voltarono a guardare gli abitanti della scuola uscire nella piazzola e dirigersi a passi svelti verso le dieci automobili parcheggiate poco lontano.
Jack venne verso di loro portando sottobraccio una donna, dai lunghi capelli argentati molto simile a lui. << La mia macchina è la più veloce, quindi aprirà la fila controllando che la via sia libera >> disse aiutando la donna a montare sulla sua jeep. << Se ci sono problemi suonata il clacson e badate di tenere gli occhi bene aperti, non siamo i soli banditi della zona >>
<< E da quando saresti tu il capo? >> domandò Ian avvicinandosi di qualche passo a lui.
<< Lo sono da quando lei ha sbranato mio padre >> rispose acido indicando con un cenno del capo la ragazza, prima di montare in macchina.
Quelle parole colpirono Samantha come una pugnalata nel petto. << Mi dispiace >> mormorò cercando di trattenere le lacrime che rischiavano nuovamente di sopraffarla. << Io non volevo... >>
<< Si, invece >> lo interruppe Jack senza guardarla. << Ho visto lo sguardo che aveva mentre lo mangiavi >> concluse avviando il motore e allontanandosi da loro.
<< Non starlo a sentire >> gli disse Tom facendola salire in macchina, ma dentro di sé, Samantha sapeva perfettamente che aveva ragione.
A lei era piaciuto divorare Richard Rossio.
   
 
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