Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SwallBeth    03/10/2011    0 recensioni
In questa fanfiction non ci sarà un Harry Potter pronto a salvarci dal male e dal Signore Oscuro. Non ci saranno i suoi fedeli amici Ron e Hermione ad aiutarlo. Questa è la volta della gente normale, della gente comune. Siete sicuri di essere solo babbani? Sicuri che non sia tutto vero? Dopotutto, ricordatevi che c'è un po' di magia dentro ognuno di noi e questa volta non sarà solo un semplice sogno.
Bacchette alle mani, streghe e maghi!
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rivelazioni, scoperte, viaggi.



-Lingua di che?- Dice Sam, togliendo le parole di bocca sicuramente sia a me che a Marc.
-I lingua di fata! Possibile che non ne abbiate mai sentito parlare? Ne hanno tratto anche qualche film. Ignoranti okay, ma non guardate nemmeno la televisione?-
-Ehi bello, vacci piano con le parole!- Rispondo, piuttosto offesa.
-Ok dai Beth, non credo e spero- Dice Marc, lanciando un’occhiata a Luke. -che non volesse insultare nessuno. Comunque, non ne sappiamo niente. Spiegaci.-
Intorno a noi la calma assoluta. Si sentono soltanto il rumore delle foglie al vento inglese ormai troppo fresco e un paio di bambini giocare poco distanti.
Sospira. -Va bene. Ma è una storia lunga, di certo raccontarla in piedi in mezzo la strada non è il massimo.-
-Ok!- Dico, alzando le braccia. -Andiamo in Cioccolateria allora, se ti piace stare comodo, magari te la offro io, così la smetti di spar ..-
-Va bene Beth, sì andiamo.. forza!- Marc mi prende da un braccio, non permettendomi di finire la frase.
-E’ un po’ troppo montato quel tipo eh!- Dico, ancora stizzita, mentre ci allontaniamo in fretta.
-Si dia il caso che quel tipo come lo definisci tu sia il mio fratellastro.-
Mi fermo all’improvviso, facendolo sbattere contro la mia schiena.
-Il tuo che cosa?!- No ok, è il colmo.
-Hai capito perfettamente.- Dice, lasciandomi il braccio e stendendo il suo lungo i fianchi.
-Ma.. fratelli fratelli o..-
-Nono.- Continua, scuotendo appena la testa e le mani. -Fratellastro. Abbiamo .. il padre in comune insomma.-
-Ah.. perciò..- Oscillo un po’ sul posto. -Sua madre.. e tua madre..-
-No Elizabeth, altrimenti saremmo fratelli carnali. E’ normale che la madre non sia in comunque, sai?-
Che stupida, mi sembra ovvio che non possa essere la stessa. Lo guardo un po’. E’ fermo davanti a me, con il viso girato dal lato opposto, le mani chiuse a pugni.
-Ehi è tutto okay?- Dico titubante. -Cioè sì, è ovvio che non sia la stessa.. è che per un attimo ho fatto un po’ di ..-
-Basta senti, lascia perdere.- Continua a non volersi girare.
-Ma non ti sarai mica arrabbiato? E’ stata una svista, non mi sembra di aver detto niente di male!-
-A te sembra sempre di non fare niente di male, eh? Te lo ripeto, lascia perdere.- Si gira, e i suoi occhi non sono di quel verde allegro come sempre. Sono ridotti a fessure, più scuri. Tristi.
‘Non ho detto niente di sbagliato; ho solo detto troppo.’ Penso, e capisco di averlo offeso, in un certo senso, per il poco tatto.
-Ok, scusami.- Mi rivolge un’ultima occhiata per poi continuare a camminare verso il bar, questa volta distante da me.
 
 
Nel frattempo ..
 

-Potresti anche non starmi a venti metri di distanza, sai, ci siamo solo noi in questo tratto di strada.- A bene, adesso mi rivolge anche la parola?
-Aggiungerei  un ‘purtroppo’.- Incrocio le braccia, ma mi avvicino di qualche passo verso la sua traiettoria, sempre continuando a camminare.
-Guarda che se ti avvicini di più non ti mangio mica!- Lo sento ridere appena. Guardo dritta davanti a me, osservando quei due che camminano distanti e in fretta. Me la pagheranno.
-Ma potresti tirarmi qualche testata!- Baaam, colpito e affondato.
Sbuffa. -Senti, io.. Mi dispiace per l’altra volta. Ero nervoso e tu hai proprio un naso di ferro, mi è uscito il bernoccolo qua sopra eh!- Mi giro istintivamente per guardarlo: si sta sfiorando la fronte con la mano, sul viso un sorriso sarcastico. Sforzo un po’ lo sguardo. Il verde, e che verde, dei suoi occhi.. l’ho già visto da qualche parte.
La sua espressione si fa un po’ perplessa, abbassa la mano e si ferma. -Perché mi guardi in quel modo?-
Mi blocco anche io, imbarazzatissima per quella domanda. -Io ecco.. No, è che il colore dei tuoi occhi mi è familiare.- Inarca le sopracciglia per poi dar spazio a un sorriso piuttosto divertito. E piuttosto bello, aggiungerei. Ohh diamine, Beth mi dà proprio una cattiva influenza.
-Be’, sempre meglio dei tuoi anonimi occhi azzurri.-
Spalanco la bocca. -Fino a prova contraria gli occhi azzurri non sono anonimi e un tempo erano molto atipici.- Ribatto, alzando il mento. -E ti ricordo che sono i tuoi quegli che mi sembra di aver già visto!- Continuo, sempre più convinta.
-Oh sì, certo.- Risponde, ancora divertito. -Fammi sapere quando capisci chi ha gli occhi come i miei, visto che ti piacciono tanto.-
-Ehi! Non l’ho mica detto!- Dannazione, dannazione, dannazione.
-Indirettamente .. l’hai fatto.- Si allontana, diretto da Marc e Beth ormai pochi passi lontani da noi, davanti la porta della Cioccolateria, facendomi l’occhiolino.
Non l’avrò detto, ma l’ho sicuramente pensato.
 
*
 
-Ok, entriamo?- Dico, appena vedo arrivare gli altri due. Perché Sam è così rossa? Dovrà dirmi un po’ di cose, sìsì.
-Ehm, certo!- Risponde, scansando Marc davanti a lei. Si ferma all’improvviso, tornando indietro e fissandolo intensamente.
-Sam.. Ma cosa stai facendo?- Dice quest’ultimo, piuttosto sorpreso e indietreggiando appena.
In tutta risposta, distoglie lo sguardo puntandolo più indietro, in direzione di Luke, e aprendosi in un ampio sorriso.
-Ecco! E’ lui! E’ lui che ha gli occhi dello stesso colore dei tuoi!- Conferma soddisfatta, alzando un dito al cielo.
Oh, diamine. Ci mancava solo questa.
Marc si allontana e si precipita dentro il bar, spalancando e sbattendosi rumorosamente la porta alla spalle.
Sam si gira, come osservando la scia che ha lasciato. -Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Chiudo gli occhi e scuoto appena la testa. Meglio entrare dentro.
 
 
-Cosa vi porto ragazzi?- Una signora con i ricci biondi raccolti disordinati e un grembiule bianco sopra una mise nera, si avvicina con un blocchetto e una penna blu.
-Una .. anzi due cioccolate calde.- Dicono Sam e Luke.
-Un cappuccino.- Continuo io. La donna smette di scrivere, guardando Marc difronte a me.
-Ehm.. Marc, ci sei? Cosa prendi?- Aggiunge Sam, cercando di svegliarlo dai suoi sogni ad occhi aperti.
-Ah sì.- Risponde, ritornando in sé. -Un succo di frutta alla pesca, grazie.- Ce l’avrà ancora con me?
-Comunque, caro Luke. Dove eravamo rimasti?- Lo guardo, aspettando una spiegazione.
-Oh certo.- Si raddrizza sulla sua sedia. -Stavo dicendo. Lingue di fata.-
-Non c’entrano gli gnomi vero?- Dice Sam, aggrottando le sopracciglia. Luke rotea gli occhi.
-Assolutamente no. Sono ancora sorpreso che non ne sappiate niente. Insomma, i lingua di fata sono persone in grado di portare alla vita personaggi non esistenti semplicemente leggendo a voce alta il pezzo in cui, nel libro, vengono citati. Ovviamente devi volerlo davvero, o più che altro, devi essere travolto dalle emozioni. Nella maggior parte dei casi, soprattutto quando non hai il pieno controllo di questa tua capacità, puoi essere a tua volta catapultato all’interno del mondo fantastico che stavi leggendo, al posto del personaggio che così prenderà vita. Capito?-
Io, Sam e Marc, con la mano sotto il mento e lo sguardo attento, ci drizziamo sulla sedia, rivolgendo a Luke uno sguardo un po’ perplesso.
-Sì.- Rispondo titubante. -Ho capito. Ma.. Ne sei sicuro?- Sam annuisce, come appoggiando la mia domanda.
-Altroché.- Mi risponde. -Spero che non siate ottusi dal credere che non possano esistere, visti gli ultimi avvenimenti, sarebbe da idioti. Ma sì, ne ho le prove. Ed è qui che la situazione si fa delicata ..-
-Ecco pronte, ciccini. Due cioccolate calde per voi.. Un cappuccino per te e un succo di frutta alla pesca al giovanotto.-
Non ringraziamo neanche la signora, che un po’ sembra essersela presa, da quanto siamo attenti e concentrati sulle prossime parole di Luke.
-Continua.- Dico, prendendo quattro bustine di zucchero di canna e iniziando ad aprirle una a una, senza nemmeno degnarle di uno sguardo.
Luke guarda tutto quello zucchero cadere sulla schiuma del cappuccino, per poi affondare dentro il caffè latte. -Ma ce ne metti sempre così tante?- Mi chiede perplesso.
-Nella tua cioccolata probabilmente ce ne saranno altre sei. Perciò, vogliamo discutere su chi per primo si prenderà il diabete oppure ti decidi a proseguire?- Rispondo, con un ampio sorriso.
Sento Sam ridacchiare.
-Ok, va bene. Da quanto ho capito, voi sapete chi vi parla nella testa; di conseguenza, sapete anche per chi
lavorano Dissennatori, Ghermidori, Mangiamorte, Aragog e prole..-
-Aragog? Mangiamorte? Li hai incontrati?!- Domanda Sam all’improvviso.
-Altroché! Ma questa è un’altra storia.- Da quand’è che si parlano quei due? -Il punto della questione è un altro. Ho avuto modo di .. informarmi. E ho scoperto da chi è partito tutto questo.-
Poggio con un po’ troppa forza il cucchiaino sul tavolino in vetro. -Hai un nome?- Domando con convinzione.
-No.- Risponde. -Ma so dove trovarlo. E soprattutto, spiegarvi cosa è successo.-
-Muoviti, prima che mi si freddi la cioccolata.- Dice Sam, girandola con il cucchiaino.
-Allora.- Continua, mettendo le mani sulle cosce. -Come vi ho detto, i lingua di fata hanno la capacità di rendere reale un personaggio non vivo. Il nostro amico, preso dalle emozioni e incosciente della sua dote, ha letto il punto in cui Voi-Sapete-Chi veniva menzionato. O portato in vita, questo non so dirvelo con certezza. E a sua volta è stato.. come dire.. risucchiato, dal libro stesso.-
-Caspita.- Dico, guardandolo sorpresa. -Perciò non si hanno più notizie di questo ragazzo.- Luke annuisce. -Eppure.. una cosa del genere non passa inosservata. Non ho sentito nessun telegiornale parlare di questa scomparsa, e nemmeno letto niente sui giornali!-
-Questo perché non è successo in Inghilterra. Sono stupito soltanto che tu non mi abbia detto niente.- Parlando per la prima volta da quando eravamo entrati, sembra piuttosto irritato dalla notizia.
-Non mi sembra che tu l’abbia fatto, Marc!-
-Ma tu sapevi più di me! Io credevo solo di essere pazzo! Se non avessi incontrato loro, a quest’ora probabilmente sarei in qualche centro psichiatrico! E tu? Tu invece avevi capito persino da chi era partito tutto. Bastava chiamarmi.- La sua voce è dura, delusa.
Luke si raddrizza sulla sedia. -Certo Marc, per dirti cosa? “Ehi fratello, sai? Ho scoperto che per colpa di un lingua di fata Tu-Sai-Chi, sì il personaggio inventato da J.K.Rowling, mi parla nella testa!” Smettila una buona volta! Io non sapevo neanche che fossi nella mia stessa situazione!- Ormai sta urlando. Sam mi guarda e leggo il suo labiale: ‘Fratello?’ Metto un dito sulla bocca, intimandole il silenzio.
-Ovvio che non lo sapevi! Non ti fidi nemmeno di me! Io speravo.. speravo che nonostante tutto le cose non sarebbero cambiate. E cosa fai? Mi tieni nascosta una cosa di questa portata! Io- Continua, puntellandosi il petto con il dito. -stavo per dirtelo. Poi ho conosciuto Sam.. e Beth.. E ho capito che non ce ne sarebbe stato più bisogno, che non avrei dovuto sentirmi dire di essere pazzo.- La sua voce è triste; anche il suo sguardo lo è, ma continua a essere duro e fisso negli stessi occhi che gli stanno di fronte, quelli di Luke. -E magari mi sbaglio, magari non mi avresti mai giudicato. Io, non l’avrei fatto di certo. E lo sai.-
La tensione è tanta e si sente ormai, persino la cameriera che stava per avvicinarsi, al sentire Marc sbraitare, ha fatto retro front all’istante.
-Mi dispiace.- E’ la sua sola risposta, con la testa bassa, una mano nell’altra e sembra davvero, veramente sincero.
Marc sospira. Si ributta sulla sedia, poggiando le mani sui braccioli; davanti a lui, il succo di frutta ancora intatto.  -Lo so che ti dispiace. E il danno ormai è fatto. A questo punto, uniamo ciò che sappiamo.- Scrolla le spalle. Forse la tempesta è passata, e probabilmente il suo è stato solo un modo per sfogarsi.
Luke sembra contento dall’essere stato perdonato, tant’è che risolleva la testa lasciando spazio ad un ampio sorriso. -Perfetto!- Batte la mani, facendo spaventare Sam seduta accanto a lui. -Come vi avevo detto, so dove trovare il nostro uomo. O meglio.. so dove stava prima di essere risucchiato dal libro. Come ci ha fatto notare Marc, viveva all’estero. Lontanuccio rispetto alla nostra cara Newport inglese,  ma sempre nei confini europei. Dai, indovinate un po’.- Ormai è carico d’entusiasmo.
-Francia?- Afferma Sam felice.
Luke scuote la testa, sorridendo. -La Francia non dista così tanto da dove stiamo noi, se non te ne fossi accorta.- Aggiunge, prendendola in giro e ricevendo un colpo sulla spalla come risposta.
-Spagna!- Dice Marc puntando il dito.
-Naaa!-
-Germania?- Riprova perplesso.
Luke scuote la testa.

E se fosse.. -Ma non sarà mica l’Italia?- 










Spazio autrice.
Eccolo quaaa! Il nono capitolo! *applausi, piovono rose sul palco* Grazie, grazie, mi farete arrossire! Ok, basta. v.v' Ho iniziato un po' con una rivelazione alla Raffaella Carrà con questa storia di fratelli e fratellastri, ma tranquilli, nei prossimi capitoli tratterò nel dettaglio quest'argomento. SI', non siamo in Italia! xD Probabilmente non ve n'eravate accorti, giustamente, e se così non fosse complimenti per la perspicacia! Ma come avrete sicuramente notato alla fine, l'Italia mi serve per un progetto un po' più grande. (: Quindi, per il momento, lasciamoli nella bella Newport inglese fresca e poco soleggiata. Ho pensato anche di scrivere una piccola parte dal punto di vista di Sam, giusto per capirla di più. Sicuramente non sarà l'ultimo! Uhm, che dire.. Se ho scordato qualcosa, e volete dei chiarimenti, basta chiedere, rispondo sicuro! :D
Baci! :**
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SwallBeth