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Autore: Himitsu87    03/10/2011    1 recensioni
La verità mi aveva colpito come uno schiaffo e io ero rimasto immobile, contratto, mentre il suo abbraccio mi rivelava ciò che lui non avrebbe mai osato dirmi…
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 - Estate

 

Si dice che quando si è felici il tempo passa più velocemente. Ci ritrovammo alla fine della primavera senza nemmeno accorgercene. Era stata ed era ancora incredibilmente bella, o forse mi sembrò così perché non ero più solo. Passavamo tutto il tempo che potevamo insieme. Non lavorava, aveva un po’ di soldi da parte, eredità dei genitori, e li usava per pagare l’affitto di quella camera. Mi disse che ci andava solo a dormire, amava stare all’aria aperta, vedere i volti delle persone, giocare a capirle. Mi piaceva ascoltarlo parlare, anche se soffrivo nel non sentirlo mai accennare alla sua famiglia, alla sua vita. Forse era così terribile? Forse aveva sofferto così tanto? A volte mi sembrava di vedere un velo di sofferenza negli occhi, ma non riuscivo a capirne il motivo. Mi sentivo molto imponente in quei momenti, ma il suo sorriso interveniva sempre a distrarmi.

Passeggiavamo molto, amava molto osservare il tramonto e la natura. In realtà stavamo pochissimo in casa, andavamo sempre da qualche parte. Musei, zoo, parchi…sembrava insaziabile nel desiderio di vedere tutto il possibile. Mi piaceva vedere il suo sguardo stupito e divertito. Ci divertivamo a volte a tenerci per mano in mezzo alla gente, che ci guardava a metà tra lo sconvolto e l’imbarazzato. Non ci importava cosa pensasse la gente. Stavamo bene così, solo noi.

Aspettavo con ansia l’estate per le ferie che mi avrebbero concesso al lavoro. Volevo fare un bel viaggio con lui, andare a divertirci in qualche bel posto al mare o in montagna. Dovunque volesse. Avrei voluto avere più soldi per portarlo lontano, ma lui non aveva pretese assurde.

Eppure lui sembrava non essere contento del tempo che passava. Sembrava voler vivere appieno ogni giorno, fino all’ultimo minuto. Era davvero assetato di vita. Lo adoravo per questo suo modo di fare.

Anche se non voleva, l’estate arrivò. Faceva caldissimo e spesso se ne stava sdraiato sul letto mezzo nudo per ore. A volte mi sembrava respirare a fatica, ma mi disse che sopportava male il caldo. Le vacanze le organizzò lui. Mi aspettavo un viaggio rilassante, magari su una spiaggia a crogiolarsi al sole, con una stanza d’albergo fresca per riposare. Non fu così. Ogni giornata era pienissima, vedevamo un sacco di cose. Arrivavo a sera distrutto, mi buttavo sul letto e lo guardavo gironzolare per la stanza felice, guardando gli oggetti appena comprati. Rideva e scherzava eppure a volte voleva fermarsi e sedersi. Sembrava stranamente stanco, in quei momenti cercava sempre un bar per andare al bagno.

Notai che portava sempre con sé un marsupio. Non l’apriva mai davanti a me, ma d’altra parte non era poi così strano, forse non capitava solamente.

Mi venne in mente la sua scatola, la trovavo spostata a volte. L’apriva, ma mai davanti a me. La cosa mi irritava un po’, ma in fondo forse pretendevo troppo nel volerlo conoscere completamente.

Dovevo avere pazienza, un giorno me l’avrebbe mostrato, un giorno avrei saputo tutto di lui. Ma ora andava anche bene così. Che importanza aveva il resto quando ora era mio?

Fu il viaggio più bello della mia vita, furono i giorni più belli della mia vita. Ero felice e rientrare a casa fu una grandissima delusione.

«Il prossimo anno durerà di più!» gli promisi. Lui sorrise e fece segno di si con la testa.

Mi colpì il suo sorriso. Era triste, incredibilmente triste.

   
 
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