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Autore: Miyaki    17/06/2006    11 recensioni
Ero una bambina innocente con i codini.
Una bambina innocente che portava i capelli legati ai lati della nuca, con danzanti codini da coda di cavallo. Una bambina che studiava molto, che mostrava ciò che scopriva alla sua mamma babbana.[Dedicata a Ryta Holmes]
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ernie Macmillan, Hannah Abbott
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Not Forget Me

Questo posto mi fa schifo. Questa stanza d’albergo da quattro soldi, dove gli insetti brulicano fra le pieghe della coperta, tentando spesso di salire sulle mie gambe.
C’è odore di morte qui.

Mi è entrato nella pelle, si è infilato sotto, ha accarezzato i muscoli e si è avvinghiato ad ogni cellula dei miei organi, per poi stringere in una morsa il mio cuore.

Ero una bambina innocente con i codini.

Una bambina innocente che portava i capelli legati ai lati della nuca, con danzanti codini da coda di cavallo. Una bambina che studiava molto, che mostrava ciò che scopriva alla sua mamma babbana.

Quel giorno.

Una mano si muove, e senza volerlo, colpisce la bottiglia di whisky incendiario che rotola per terra riempiendo il pavimento marcio di alcol.

E’ la mia.

- Maledizione…- sibilo, con un gesto stizzito. Cerco a tentoni la bacchetta.

Non la trovo.
Lasciamo stare, non fa nulla. Non importa.
Non importa più.
Stancamente mi giro sul fianco, e mi rendo conto, con mia pressante insoddisfazione, che sono già ubriaca. Un conato di vomito si attacca al mio stomaco, ma lo sopprimo. Non mi va di alzarmi per arrivare a quell’orribile bagno.
Chiudo gli occhi, ma li riapro subito.
E’ molto peggio.
Maledizione.
Ho sete. Voglio per lo meno una birra.
No, non la burrobirra, quella robaccia che ad Hogwarts tolleravano.
Birra babbana, o meglio, una Vodka.

Dio, sono ubriaca, ma ho voglia di bere.
Mi alzo dal letto, con estrema lentezza, trascinando uno ad uno i miei arti così pesanti. Forse sono diventata una balenottera, non ne ho idea. Beh, non sono mai stata una bellezza. Non mi chiamo Ginevra Weasley, non mando delicati profumi e non sono un genio.
Non lo so neanche, cosa sono.
Sono costretta ad appoggiarmi allo stipite della finestra e mi ritrovo a scivolare con la schiena contro questo muro orribile. Un altro conato.
Che schifo.
Volete sapere perché sono qui?

Ricordate mia madre? Mrs Abbott?

Chiunque l’abbia uccisa, beh, mi sta dando la caccia, e mi hanno detto di nascondermi. Così ho fatto. Mi nascondo.
E io che volevo cambiare il mondo - io! -, e combattere nella ristretta cerchia dei buoni, al fianco di Potter, Granger e di Weasley - e guardatemi ora! -.

Ma a me non è concesso a me, che ero solo una stupida Hufflepuff.

Ho mal di testa.

Per favore, qualcuno mi uccida. Mi tremano le spalle, credo di aver freddo, ma non posso esserne sicura al cento per cento.
L’ho già detto che sono ubriaca, no?

Mi domando solo il perché. Cazzo, perché?

Mi alzò a fatica e le mie gambe traballano, tremano. Devo esser diventata un elefante, perché non mi reggono più.

Si, mi immagino - non chiedetemi di guardarmi, perché non riesco neanche a vedere un centimetro davanti al mio bellissimo naso – con le gambe enormi, la pelle flaccida della pancia.
Non mi stupisco che lui sia tornato a scuola fottendosene di tutto.

Ho detto tutto? Scusate: fottendosene di me.

Ma è ovvio, no? Sono una grassona con le gambe enormi, che non riesce neanche a trascinarle.
A chi mai può importare?
Sento dei passi, appena fuori dalla mia stanza, ma non riesco ad inquadrare bene la porta. Non chiedetemi il perché, ma credo bene di stare per svenire.

Merda.
La porta si apre, cigolando. Speriamo che chiunque sia mi ammazzi, se proprio deve.
Speriamo che non si limiti a ferirmi, o ad aggredirmi, lasciandomi poi la ramanzina per i danni afflitta alla camera da sopportare.

Ho mal di testa.

Non riesco neanche a vederlo, il mio assassino.

Chiudo gli occhi.

E forse, una volta, avrò un po’ di pace.

Sono ancora viva.

Non capisco il perché. Un odore dolce mi colpisce le narici, oltrepassando la barriera del mal di testa che mi intorpidisce la mente, che mi indebolisce il corpo.

Sono ancora pesante. Ancora orribilmente enorme.

Alzo un braccio, a fatica.

La vista mi sta giocando un pessimo scherzo.

E’ ancora snello. Forse magro.

Eppure mi sembra così pesante.

La mano mi ricade sulla fronte, che riconosco accaldata.
Un movimento al mio fianco. Il tenue profumo di fiori mischiato ad un altro, che conosco bene.
Deglutisco, mentre una carezza mi passa sul viso e solo ora mi rendo conto di avere caldo. Sbatto le palpebre dei mie occhi, voltando la testa sul cuscino.
Intravedo la fonte del profumo.

E’ un mazzo di fiori – ovviamente – piccoli, blu.
Un mormorio strozzato.

- Non ti scordar di me. -
Sono il nome dei fiori.
Una carezza gentile. Torno a guardarti.
Deglutisco.

- Non l’ho mai fatto.-
Accenno un lieve, tristissimo, sorriso.
- Davvero?-

- Davvero.-

Ho voglia di piangere.

Ho una fottutissima voglia di piangere.

- Grazie. -

Mi baci la fronte, le guance – ormai bagnate di alcune lacrime -, le labbra.
Non ho mai avuto paura, al tuo fianco.

Non ti scordar di me.

Ora.

Mai.

- Ernie? -

- Si? -
Hai quel sorriso tutto tuo. Accidenti, ci vedo male, ma riesco a vederlo.

Sarà che l’ho sognato tante volte.

Come quando esultavi per essere riuscito a studiare per parecchie ore di seguito.

- Ti amo. -

Chiedo umilmente perdono per i ritardi. Giuro, GIURO che porterò a termine tutte le fanfiction *Miyaki inginocching e chieding perdono*
Questa è la prima di una serie di oneshot in cui rientra un fiore, spero vi sia piaciuta, è dedicata anche a Ryta, altra ErniexHannah incrollabile come me!

Un bacio!

  
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