Schegge
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prompt: #056,
crystal tears
Vivi in un palazzo di cristallo. Di cristallo sono le tue finestre, i tuoi libri, il tuo letto, le tue mani e il tuo sorriso. Di cristallo sono le stelle sul tuo soffitto, ogni volta che torno a bussare e che tu mi lasci entrare.
Jess.
È sempre notte, ed è strano, perché mi ricordo che c’era il sole. Forse ha avuto paura. Forse è corso a nascondersi per vergogna, per la stessa cosa che io ti porto in mano, ogni volta che vieni ad aprirmi la porta. È sempre notte ma non fa mai freddo. E io non capisco; perché non mi spieghi?
Lasciami andare.
Vivi da sola in un palazzo di cristallo in cui è sempre notte e non fa mai freddo. Quando la porta è aperta le stelle uccidono il cristallo, i frammenti di luce giacciono feriti ai nostri piedi, e non sono mai sicuro che siano davvero loro a farmi strada. Perché anche i tuoi occhi sono di cristallo. Anche la tua voce è di cristallo.
Devi lasciarmi andare, Jess.
Mi ricordo che c’era dell’acqua. Parlavi ed era come sprofondare. Parlavi e la pelle odorava di salmastro. Parlavi ed eri acqua. Ora anche l’acqua è di cristallo: più bella, più dura, più fredda. Ma qui non fa mai freddo. È solo il cristallo. È solo il sale che mi soffi sulle labbra, ogni volta che io apro la porta. Perché non mi spieghi?
Non tornare ancora, Jess.
Questa non è Terabithia, Jess.
Devi lasciarmi andare, Jess.
Vivi in un palazzo di cristallo che ogni notte vedo distrutto, quando mi sveglio e scopro che il cristallo ce l’ho dentro gli occhi, e che la porta è chiusa, e che fa freddo.
Jess.
Fa freddo senza di te.
Anche tu mi
manchi, Jess.
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