“Oggi il sole splende come non mai, la mia stanza è piena di luce e gli uccellini cantano fuori dalla mia finestra. Ma questo appartamento è così vuoto senza di te. Non posso vivere qui. Da quando te ne sei andato, non posso continuare a stare qui. Troppi ricordi. Me ne vado anche io, addio. “

Jinki si guardò intorno. L’appartamento, nel quale aveva vissuto assieme al suo fidanzato, adesso era completamente vuoto. Non c’era più niente, né il letto dove dormivano insieme, né il divano dove sedevano ogni sera, mentre guardavano la tv insieme. Nel salotto vi erano solo un paio di scatole, piene della roba di Minho. Jinki aveva messo tutto ciò che apparteneva a Minho, in quelle scatole, perché non poteva continuare a vedere i suoi effetti personali sparsi per casa.

Prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi. Gli mancava Minho. Gli mancava la sua pelle morbida, le sue labbra rosse, le sue grandi mani. Ma più di tutto gli mancava il suo calore.Ogni volta che Minho lo abbracciava, Jinki riusciva a sentire il suo corpo, caldo, su di lui. Era come se il calore di Minho riuscisse a riempire il suo corpo, freddo e vuoto.

Jinki aprì gli occhi, guardandosi intorno di nuovo. Prese la sua valigia, aprì la porta e uscì. “Addio”. Sussurrò.

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Minho aprì la porta, trovando il salotto completamente vuoto, con solo qualche scatole sparso in giro. Si guardò intorno, cercando qualcosa che sapeva non avrebbe mai trovato.

Si sedette per terra, chiudendo gli occhi e pregando di non piangere ancora. Non voleva ferirlo, non voleva lasciarlo. Amava Jinki, più di ogni altra cosa. Ma dopo il loro ultimo litigio, aveva gridato qualcosa di orribile contro il suo ragazzo:

“Ti odio!”

Poteva ricordare ogni singola espressione che Jinki aveva fatto. E anche ogni lacrima che aveva versato. Il giorno dopo il loro litigio, Minho aveva deciso di lasciare il loro appartamento, senza dire niente al suo amante. Aveva abbandonato Jinki.

Aprì una delle scatole, trovando la lettera.

“Addio.”

“Addio.”

“Addio.”

Era tutto finito, e Minho lo sapeva.

Cominciò a piangere, forte.

La stanza, adesso, non era più vuota, ma piena dei suoi gridi pieni di dolore.

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Buondì. Questa è la mia prima os, dopo secoli di silenzio. Scusatemi, ma con l'inizio della quinta ho veramente poco tempo. Non posso promettervi che aggiormerò le altre mie fic in breve tempo, e mi dispiace. Sto lavorando ai nuovi capitoli della 2min e dell'altra fanfiction che ho iniziato... Scusatemi. Spero comunque che questa breve fic vi piaccia (: L'ho tradotta dall'inglese -sempre scritta da me- quindi può risultare un po' strana, sorry^^