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Autore: DaphneBlack    27/06/2006    0 recensioni
Finalmente Rinoa è morta (ahahah! menomale Nda)e Squall si rifà una nuova vita... o forse no?
Genere: Romantico, Commedia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irvine Kinneas, Quistis Trepe, Seifer Almasy, Selphie Tilmitt, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3

 

Quella mattina Selphie si alzò prestissimo, la luce era ancora poca, e guardando l’orologio fuori dalla finestra si rese conto che erano le sei: mancavano ancora tre ore e mezza all’inizio delle lezioni.

 

Prese un ampio asciugamano e la divisa della scuola, in punta di piedi raggiunse il bagno comune dei SeeD.

 

Le altre porte erano chiuse, quindi gli altri stavano ancora dormendo.

 

Per precauzione bussò alla porta del bagno, ripensando alla figuraccia fatta con Seifer qualche tempo prima, gli aveva aperto la porta mentre lui stava, tutto bagnato, cercando di prendere l’accappatoio sul lavandino. Era stato estremamente imbarazzante…

 

Non c’era nessuno, infatti si sentiva ancora il leggero odore di candeggina che avevano passato circa un’ora prima le signore delle pulizie.

 

Selphie riempì la vasca da bagno e si immerse dentro, in un mare di bollicine celesti, frutto dei Sali da bagno regalatale da Quistis per il suo compleanno.

 

Stando con le braccia ferme sui bordi, spinse la testa all’indietro, bagnando i capelli dal taglio sbarazzino che piaceva a tante sue compagne di Trabia, che le arrivava un po’ sotto la linea del collo.

 

Riemerse dopo due minuti di apnea.

 

Adorava stare sotto l’acqua, era una cosa che le piaceva da quando era piccola, e fare il bagno la portava ai tempi di quando viveva ancora con i genitori… di quando c’erano ancora i genitori…

 

Aveva circa quattro anni quando la madre ed il padre non tornarono più dalla loro crociera, che probabilmente era una missione dell’aeronautica e non la crociera vera e propria che le aveva detto la Madre, quando era stata portata in quell’orfanotrofio.

 

E scoprire, in Aprile, che Squall, Seifer, Zell, Quistis ed Irvine erano i suoi amici d’infanzia l’aveva resa felice, perché comunque loro le avevano occupato parte della sua fanciullezza.

 

Ma la preside di Trabia, notando le sue enormi capacità intellettive l’aveva chiamata a passare dagli undici anni in poi nel suo Garden, e così anche molti altri dei suoi compagni fecero la stessa fine, separandosi.

 

E il bello era che si erano ritrovati tutti.

 

La ragazza prese il flacone di bagnoschiuma e se ne versò un po’ sulla mano, passandoselo sulle braccia e sul resto del corpo, immerso nell’acqua tiepida.

 

Dopo cinque minuti sentì l’orologio rintoccare le sette, e lei uscì dalla vasca e si avvolse nell’asciugamano rosso che aveva comprato con le sue amiche a Deling city, in gita scolastica.

 

Era però scalza. Doveva arrivare a piedi nudi in camera.

 

Il pavimento era pulito, e avrebbe lasciato tracce d’acqua sulla quale sarebbero scivolati gli amici.

 

Sorrise all’idea di un Irvine o un Seifer che scivolavano camminando col naso per aria verso la mensa.

 

Uscì dal bagno, maledicendo la porta che andò a sbattere al muro, ed uscì.

 

In camera sua, Zell si alzò di colpo, svegliato da un fragoroso botto.

 

- …Che ci fai per terra?!- chiese a Selphie e trattenendosi dal ridere.

 

- Guardavo le formiche, cosa potrebbe fare una ragazza bagnata in asciugamano alle sette di mattina per terra?- ironizzò sbuffando all’idea che era caduta come un’imbecille.

 

- Ehi, che ti succede? Perché sei per terra?- chiese Squall uscendo dalla sua camera con la maglia del pigiama messa al contrario e i capelli tutti in avanti.

 

Selphie sospirò – Non sapevo come mettermi in mostra e ho deciso di cominciare uno show mattutino… SARO’ CADUTA, NO??-

 

Squall si difese – Ok, ok, ok mi sembrava di averlo capito, ma…-

 

- …cosa? “Ma” cosa? Ti pensi che mi diverto a fare dei voli per procurarmi dei lividi enormi sulle cosce? Ti rendo conto che ora non posso mettere la divisa altrimenti mi si vede tutto? È una tragedia!!-

 

Zell rise, non riuscì a trattenersi, e disse – Beh, potresti mettere per un giorno i pantaloni… ti starebbero bene, sai?-

 

- Certo! Tutte a scuola che il primo giorno fanno le splendide con la mini e io con i pantaloni… ma ti pare? Metterò un po’ di fondotinta, non si noterà la differenza…-

 

Irvine e Seifer uscirono dalle camere in leggero ritardo e guardando Selphie con tanto d’occhi stavano per fare la fatidica domanda, ma Zell li precedette – E’ caduta perché aveva i piedi bagnati…-

 

Seifer si passò una mano tra i corti capelli biondi – Non volevo chiedere questo… avevo già sentito… la domanda è: perché stai ancora a terra??-

 

Selphie arrossì, dalla rabbia, raggiungendo il colore dell’asciugamano e si alzò. L’asciugamano sembrava cedere mentre lei si piegava per alzarsi, e Irvine e Seifer allungarono l’occhio. La ragazza gli imbruttì.

 

Si alzò e con aria di superiorità rientrò nella sua camera, sbattendosi la porta alle spalle. I ragazzi si guardarono, sconcertati e rientrarono nelle rispettive camere per vestirsi.

 

Selphie in camera, si guardò allo specchio, girata, cercando di capire dove stava nascendo il livido.

 

Eccolo la!

 

Violaceo, accennante al verde, stava un po’ sulla parte destra del sedere e un po’ sotto la coscia. Un disastro.

 

Si affacciò dalla porta e urlò – Ehi, qualcuno può uscire dalla camera??-

 

Uscì Squall, che si stava lavando i denti, e con la bocca piena di dentifricio chiese – Che vuoi?-

 

- Che schifo!- fu il commento di lei, che gli disse di rientrare in camera.

 

Poco dopo uscì Irvine – La mia bella mi ha chiamato?-

 

- Vedi di non fare lo scemo, vammi a prendere un po’ di ghiaccio in mensa, lo metto sul livido prima che spunti del tutto…-

 

- Ai tuoi ordini…- disse lui. Ricomparve dopo tre minuti con un panetto di ghiaccio proveniente dalle cucine – Ti serve una mano a metterlo sulla ferita?- chiese Irvine speranzoso.

 

Selphie si limitò a guardarlo storto, poi prese il ghiaccio e disse – Grazie, faccio da sola-

 

Irvine, vedendosi sbattere la porta in faccia, decise di posare l’orecchio sulla porta per sentirla urlare… chi non avrebbe urlato mettendosi il ghiaccio a prima mattina in una parte sensibile come il fondoschiena?!

 

La ragazza si rimise con le spalle verso lo specchio e guardandosi all’indietro, trattenendo il fiato, posò il ghiaccio sopra il livido che stava raggiungendo le dimensioni di un libro. I due lividi iniziali si erano fusi in uno solo, diventando una enorme macchia violetta.

 

Selphie pensò che non doveva essere peggio della ceretta all’inguine, lasciando sfuggire un gemito. Irvine lo sentì distintamente e sogghignò. Rientrò in camera sua.

 

Selphie mise il cubetto di ghiaccio fuori sul davanzale della finestra, pensando a ragione che il sole che stava uscendo, timido, dalle montagne, doveva essere cocente.

 

Era stato inutile. La macchia era ancora lì, e lei sperava di averla fatta diminuire. Si mise la gonna ma da sotto spuntavano circa cinque centimetri di livido.

 

Un po’ riluttante all’idea, prese i pantaloni dall’armadio e se li infilò: non erano poi così male, addosso. Non li aveva mai messi perché pensava fossero da uomini.

 

La camicetta anziché abbottonarla fino al collo, la lasciò aperta sul seno, dando un’aria di femminilità al completo… non avrebbe avuto niente di meno delle altre, se non altro era diversa!

Prese dal beautycase il mascara e se ne mise un po’ sulle ciglia, poi prese l’asciugacapelli e aggiustò la capigliatura, con un po’ di cera per capelli, facendone venire la solita forma dalle punte all’insù.

 

Soddisfatta del risultato, mosse un passo verso la porta: le faceva male da impazzire il sedere. Prese comunque il nunchaku e se lo portò sulla spalla, tenendolo con una mano.

 

Doveva andare piano, prese l’ascensore e raggiunse il secondo piano, entrò in classe con leggero ritardo, avendo camminato lentamente per tutta la scuola.

 

- Scusate...- si era giustificata, con un’aria estremamente sofferente.

  
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