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Autore: StregaSenzaCuore    22/10/2011    3 recensioni
Il dolore di una perdita, la gioia di un'amica vicina, un nuovo amore, senso di colpa e tanto tanto romanticismo in quest'ultima mia FF. L'incapacità (o l'ottusità in questo caso) di andare avanti e l'intervento del destino. Una storia alla TxG e DxG, adatta ad entrambi i tipi di fan. Buona lettura ;)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non mi bastava aver pianto per tutto un pomeriggio. Non mi bastava essere tornata a casa con un milione e più di domande. Non mi bastava aver passato un’intera serata sdraiata sul mio divano a rimuginare su quella giornata.
No, volevo essere masochista fino all’ultimo.
Entrai nella mia camera da letto.
Ogni volta che accendevo la luce avevo il terrore di vedere il corpo di Duncan dondolare, appeso a una corda.
Era un sollievo vedere che non vi era traccia né della corda né del suo corpo.
E, forse, sapere che era sepolto al cimitero mi aiutava a superare quella paura.
Ma non era il momento di pensare a quelle cose.
L’unica cosa che, irrazionalmente, volevo in quel momento era una sua maglia.
Volevo sentirmelo addosso.
Aprii il suo cassetto, e cominciai a cercare una sua vecchia felpa. Mi ritrovai fra le mani maglioni, magliette, camicie e quant’altro, finché non trovai quello che cercavo.
Mi tolsi la mia camicetta nera e infilai quella felpa grigia con la scritta I <3NY che gli avevo regalato prima di sposarci. Non aveva mai osato buttarla, nonostante ormai gli venisse piccolissima.
Presi il colletto fra le mani e lo portai al naso. Odorai.
Aveva ancora lo stesso odore di sempre, di lui. Quel misto di dopobarba e cannella che mi mandava in tilt. Era l’odore migliore del mondo.
Eppure, c’era un odore altrettanto buono. Quello di Trent sapeva di vaniglia e caffè.
Mi fermai un attimo.
Stavo annusando la felpa di Duncan e pensavo a Trent?
Scossi la testa. Quell’uomo, con il suo modo di fare e la sua misteriosa Kate, si era infilato nella mia mente.
Sospirai.
Mi sentivo tremendamente in colpa per come ci eravamo comportati al cimitero. Anche se forse ci aveva aiutato. Avevamo bisogno di tornare ad essere felici per almeno qualche minuto, e quell’illusione a dir poco perfetta ci aveva mandato in paradiso.
Il problema è nato quando siamo scesi da lì e siamo tornati sulla terra.
Scossi la testa. Volevo pensare a tutto ma non al mio capo. Spostai i miei pensieri su quella felpa che mi arrivava appena sopra la coscia e mi copriva quasi completamente le mani. Mi strinsi fra le mie braccia.
Chiusi gli occhi e sorrisi. Immaginai di abbracciare il vero Duncan, come ero solita fare ogni volta prima di andare a letto.
Dio, quanto mi mancava. Non so cosa avrei dato perché potesse abbracciarmi veramente un’ultima volta.
Lasciai cadere le braccia. I miei pensieri mi avevano fatto tornare alla realtà. Alla crudele, triste realtà, aggiungerei.
In quel momento sentii suonare alla porta.
Sbuffai. Chi era l’idiota che aveva interrotto il mio dolore?
Mi avviai svogliatamente ad aprire.
Mi ritrovai davanti Bridgette che, prima sorridente, mutava la sua espressione puntando gli angoli della bocca verso il basso. Doveva aver notato il mio abbigliamento.
Rimase un attimo in silenzio.
-Quella… è la sua felpa.- Disse lei, con tono di rimprovero.
Chinai il capo, colpevole.
Non ebbe bisogno di risposta.
Sospirò.
-Tesoro, lo sai che dovrai liberarti dei suoi abiti, prima o poi, vero?- Aggiunse, più dolcemente, carezzandomi la guancia.
Deglutii al solo pensiero. Annuii con la testa, mentre l’ennesima lacrima mi rigava il volto. Lei mi abbracciò.
-Dai, cara, fammi entrare, mettiamoci comode davanti la tv e mangiamo un po’ di gelato. Ti va? Oggi fanno un horror coi controfiocchi!- Propose sorridente, mettendomi le mani sulle spalle.
Quanto era bello sapere che qualcuno, nonostante le diversità, i difetti e le avversità, ci sarebbe stato sempre e comunque. Quella certezza mi riempiva il cuore e mi commoveva.
Ma non diedi a vedere quanto la cosa mi rendesse felice. Ero pur sempre l’orgogliosa Gwen, anche se l’avevo nascosta sotto le spoglie di una vedova depressa.
La feci entrare, e mentre prendevo la vaschetta di gelato e un paio di cucchiai, lei accendeva la tv e cercava il canale giusto. Appena fu tutto pronto, ci sedemmo comodamente sul divano, una stretta all’altra.
-Ehi Bridg.- Sussurrai, mentre uno zombie staccava la testa a morsi a un uomo.
-Si?- Rispose lei, sussultando e coprendosi gli occhi.
-Menomale che ci sei.- Dissi, stringendomi più stretta a lei. La sentii sorridere.
-Non dirlo nemmeno, tesoro.- Ribatté, dandomi un bacio sulla fronte e carezzandomi i capelli, quasi maternamente.
E continuammo a goderci gli sgozzamenti come se non fosse successo nulla.

Due mesi più tardi…

Mi ero un po’ ripresa. Adesso potevo pensare a lui senza mettermi necessariamente a piangere, potevo uscire con Bridgette e Geoff senza sentirmi uno schifo, e potevo guardare il video del mio matrimonio senza piangere, ma ricordarlo con un sorriso.
Si, stavo decisamente meglio. Certo, a volte mi svegliavo nel bel mezzo della notte urlando in preda agli incubi, e durante il giorno capitava di versare qualche lacrimuccia innocente contemplando i vecchi tempi, ma per lo più scuotevo la testa e riprendevo con la mia vita. Il merito andava senz’altro a Bridgette che mi è stata vicina come nessun altro avrebbe mai fatto, e Trent.
Molto intelligentemente non ha mai proferito parola su quanto successo al cimitero, ma continuavamo comunque a lavorare serenamente, fra uno scherzo e l’altro, facendo a volte pause lunghe per riprendere subito con le nostre faccende.
Lavorare con Trent era la cosa migliore che mi fosse capitata da mesi. Specie se per lavorare s’intende sistemare uno studio, rispondere a qualche telefonata e sentirlo suonare. Non potevo desiderare di meglio.
Inoltre, il nostro rapporto era diventato più intimo. Non era più formale e leggermente imbarazzato, non sembrava neanche un capo, Trent. Era come lavorare con un amico, uno dei più simpatici, dolci e sinceri che hai.
Ma con lui rimaneva ancora aperta una questione.
Non mi aveva ancora parlato di Kate. Mi rodevo il fegato al solo pensiero, volevo sapere di più, scoprire che rapporto avevano, il perché di quella misteriosa lettera e tutto il resto. I miei pensieri erano per lo più riservati, oltre che a Duncan, ovviamente, a Trent e alla sua Kate, alla natura del loro rapporto, al perché di quella distanza di circa sette anni, alla lettera e così via dicendo.
Era un vero tormento.
Mentre facevo quei pensieri, Trent entrò nello studio.
-Dio, quanto sono distrutto.- Annunciò, buttandosi sul divano.
Sorrisi.
-Sentiamo un po’, cos’hai fatto per essere così stanco?- Chiesi, sarcastica.
Mi fece un linguaccia.
-Ho passato il pomeriggio a scrivere canzoni, mi sono scervellato tanto e non ho concluso proprio niente! E a forza di pensare mi è venuto un mal di testa assurdo…- Rispose, portandosi due dita alle tempie.
-Ti preparo un’aspirina?- Chiesi, gentilmente.
-Si, grazie Gwen, mi faresti proprio un favore.- Rispose, sorridendo.
-Arriva l’aspirina!- Andai nella stanza accanto, presi un bicchiere e versai l’aspirina dentro. Mescolai con un cucchiaino e la portai al mio capo.
-Grazie Gwen, sei un angelo.- Disse dopo aver bevuto di corsa. Sorrisi.
-Non sono un angelo. Riposati, intanto finisco le mie faccende.- Risposi, facendo la scorbutica per scherzare.
-Oh, non preoccuparti, va pure. Oggi non c’è quasi niente da fare.- Disse sorridendo.
-… Sei sicuro? Se stai così male resto…- Ma non non riuscii a terminare la frase.
-Non blaterare, adesso. Vattene, divertiti, non pensare a me! Via!- Disse scherzando.
-Va bene, va bene! Se proprio non mi vuoi me ne vado!- Risposi ridendo. Mi accompagnò alla porta, ma a metà strada mi girai.
-Chiama se ti senti peggio!-
-Certamente, sarai la prima a saperlo! Ciao!-  Rispose, con un cenno della mano, sorridente.
Ricambiai il sorriso e mi avviai svogliatamente verso casa.
 
Nota:
Salve a tutti, lettori ^^ Piaciuto il capitolo? Spero di sì ;) mi scuso per il ritardo ^^” ma una serie d’impegni che non sto qui a elencarvi mi hanno trattenuta :( beh, almeno l’ho pubblicato ù.ù
Mi raccomando, recensite in tanti :D
Bacetti, LadyWrite 

  
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