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Autore: Blue Flower    23/10/2011    2 recensioni
Voi che avete voluto vivere, vivrete per mezzo di altri.
Voi che avete voluto il terreno sotto i piedi, non sarete più capaci di volare.
Voi che avete voluto sentire il sangue scorrere nelle vene, ne sarete dipendenti.
Da oggi in poi siete gli Originali, i Dannati in Terra.

Da dove vengono gli Originari? Qual è la vera storia di questi vampiri millenari costantemente avvolti nel mistero? In questa vicenda, scopriremo un nuovo, importante membro della famiglia di vampiri più potente al mondo. Verremo a contatto con la parte umana di Klaus, di Elijah e di sicuro non mancheranno i fascinosi fratelli Salvatore, ancora umani in una Firenze rinascimentale e in seguito vampiri nella più che conosciuta cittadina di Mystic Falls.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francesca’s POV.

 

 

 Ero seduta sull’erba del giardino, come ai vecchi tempi.
“C’è così tanto che ti devo raccontare… Che mi devi raccontare” sussurrò Damon ad un certo punto.
“Mi sei mancato” risposi io. “Questo è il riassunto dei due anni in cui sei stato assente” lui rise. “Dai, è impossibile… Una volta parlavamo così tanto!” si avvicinò di più a me.
Sentii il suo respiro sul collo.
“Cosa ti è successo, Francesca?” mi domandò. “Io sono sempre la stessa… E tu?” lui mi guardò. Intensamente.
“Ho capito che due anni fa ero inesperto, incapace, inutile… E ti capirei se mi avessi considerato per tutto quel tempo un bambino immaturo” sospirai e volsi il viso verso il suo.
“Non ti ho mai considerato un bambino… solo un po’. Ma cosa ti hanno insegnato lì?” “Oh…” disse lui pensieroso.
“Mi hanno insegnato…” in un attimo fu sopra di me, sorridendo. “Che una donna va trattata con gentilezza, va accarezzata con tenerezza” sentii la sua mano leggera sul mio viso pallido e freddo.
“E bisogna prenderla tra le proprie braccia dolcemente, come se fosse ciò che di più prezioso hai in tutta la tua vita” fece passare il suo braccio sulla mia schiena, sollevandomi come se niente fosse e facendomi sedere sulle sue gambe.

Damon…
“E poi la stringi forte al petto, facendole sentire i battiti del tuo cuore che sembra stia per prendere il volo…” mi circondò con le sue braccia e mi fece appoggiare al suo petto marmoreo.
Tu-tum-tu-tum.
Oh, gli avrei voluto dire che sentivo il suo cuore anche con poco sforzo, che riuscivo a percepire il sangue che gli scorreva voluttuoso nelle vene, rosso fuoco, denso…
No, non pensarci, mi dissi.
“E lei ti guarda…” i nostri sguardi si incrociarono: due paia di occhi azzurri.
“E capisci che è la donna che, nonostante tutto, hai sempre amato” rimasi immobile.
“E la amerai per sempre… Qualunque cosa sia” prima che io potessi controbattere, prima che potessi domandarmi se Damon sapesse qualcosa di troppo, mi strinse forte e mi baciò con trasporto, con passione.
E io ricambiai, inaspettatamente.
“Anche io ti amo” gli dissi tra un bacio e l’altro.
Mi avvicinai involontariamente al suo collo e il sangue mi arrivò alla testa: avevo sete.
Avevo sete di Damon.
Volevo assaporarlo, scambiare il mio sangue con lui e averlo per sempre accanto.
I miei canini stavano per affondare nel suo collo, ma ero ancora abbastanza lucida per capire quanto fosse immorale e crudele l’azione che stavo per compiere.
Damon si meritava una vita, una vita vera.
“Ti sento” disse lui d’un tratto.
“FallFrancesca’s POV. Ero seduta sull’erba del giardino, come ai vecchi tempi. “C’è così tanto che ti devo raccontare… Che mi devi raccontare” sussurrò Damon ad un certo punto. “Mi sei mancato” risposi io. “Questo è il riassunto dei due anni in cui sei stato assente” lui rise. “Dai, è impossibile… Una volta parlavamo così tanto!” si avvicinò di più a me. Sentii il suo respiro sul collo. “Cosa ti è successo, Francesca?” mi domandò. “Io sono sempre la stessa… E tu?” lui mi guardò. Intensamente. “Ho capito che due anni fa ero inesperto, incapace, inutile… E ti capirei se mi avessi considerato per tutto quel tempo un bambino immaturo” sospirai e volsi il viso verso il suo. “Non ti ho mai considerato un bambino… solo un po’. Ma cosa ti hanno insegnato lì?” “Oh…” disse lui pensieroso. “Mi hanno insegnato…” in un attimo fu sopra di me, sorridendo. “Che una donna va trattata con gentilezza, va accarezzata con tenerezza” sentii la sua mano leggera sul mio viso pallido e freddo. “E bisogna prenderla tra le proprie braccia dolcemente, come se fosse ciò che di più prezioso hai in tutta la tua vita” fece passare il suo braccio sulla mia schiena, sollevandomi come se niente fosse e facendomi sedere sulle sue gambe. Damon… “E poi la stringi forte al petto, facendole sentire i battiti del tuo cuore che sembra stia per prendere il volo…” mi circondò con le sue braccia e mi fece appoggiare al suo petto marmoreo. Tu-tum-tu-tum. Oh, gli avrei voluto dire che sentivo il suo cuore anche con poco sforzo, che riuscivo a percepire il sangue che gli scorreva voluttuoso nelle vene, rosso fuoco, denso… No, non pensarci, mi dissi. “E lei ti guarda…” i nostri sguardi si incrociarono: due paia di occhi azzurri. “E capisci che è la donna che, nonostante tutto, hai sempre amato” rimasi immobile. “E la amerai per sempre… Qualunque cosa sia” prima che io potessi controbattere, prima che potessi domandarmi se Damon sapesse qualcosa di troppo, mi strinse forte e mi baciò con trasporto, con passione. E io ricambiai, inaspettatamente. “Anche io ti amo” gli dissi tra un bacio e l’altro. Mi avvicinai involontariamente al suo collo e il sangue mi arrivò alla testa: avevo sete. Avevo sete di Damon. Volevo assaporarlo, scambiare il mio sangue con lui e averlo per sempre accanto. I miei canini stavano per affondare nel suo collo, ma ero ancora abbastanza lucida per capire quanto fosse immorale e crudele l’azione che stavo per compiere. Damon si meritava una vita, una vita vera. “Ti sento” disse lui d’un tratto. “Fallo, non ti fermerò” ansimò quasi spaventato ma con una decisione ferrea. “NO!” urlai io appena in tempo, ritraendomi con gli occhi ancora venati di rosso, i canini affilati, mostrandomi alla persona che amavo nella mia spaventosa natura. “Scusa…” sussurrai piangendo. E in un attimo in quel giardino di me era rimasto solo il vento che avevo sollevato scappando. Corsi nei boschi, con le mandibole infuocate e i denti che mi facevano male. Cosa stavo per fare? Ero davvero un mostro così tremendo? Perché Damon sapeva tutto? Perché? Poi sentii delle voci, voci provenienti dal folto della foresta. Battiti pulsanti di cuori vivi. Mi diressi lì, assetata. Erano un ragazzo e una ragazza: si stavano baciando mentre discutevano su quanto la loro storia fosse impossibile e immorale perché lui era un contadino e lei una nobile. “Pensate davvero che la vostra storia sia così impossibile? Aspettate di conoscere la mia” sibilai appoggiandomi a un albero con la testa che stava per scoppiare. “Scusa, ma tu chi sei?” iniziai a piangere, senza volerlo. “Un mostro!” urlai in quel momento avventandomi sui due innamorati. Li assaporai fino all’ultima goccia di sangue, sentendo il liquido denso e scuro che scendeva giù per la mia gola, che mi dava ristoro. “Stupido amore…” sussultai poi sdraiandomi vicino ai cadaveri. “Ricordatevelo… Io sono un mostro. Avete capito? E gli umani non possono innamorarsi dei mostri!” urlai chiudendo gli occhi. “Francesca? Oddio, Francesca sei tu?” la voce di Stefan, non so quanto tempo dopo, mi riportò al mondo dal quale cercavo di scappare. Al mondo nel quale il mio passato, il mio presente, il mio futuro e persino la mia bocca in quel momento, erano tinti di rosso. o, non ti fermerò” ansimò quasi spaventato ma con una decisione ferrea.
“NO!” urlai io appena in tempo, ritraendomi con gli occhi ancora venati di rosso, i canini affilati, mostrandomi alla persona che amavo nella mia spaventosa natura.
“Scusa…” sussurrai piangendo.
E in un attimo in quel giardino di me era rimasto solo il vento che avevo sollevato scappando.

 

Corsi nei boschi, con le mandibole infuocate e i denti che mi facevano male.
Cosa stavo per fare?
Ero davvero un mostro così tremendo?
Perché Damon sapeva tutto? Perché?
Poi sentii delle voci, voci provenienti dal folto della foresta. Battiti pulsanti di cuori vivi. Mi diressi lì, assetata.
Erano un ragazzo e una ragazza: si stavano baciando mentre discutevano su quanto la loro storia fosse impossibile e immorale perché lui era un contadino e lei una nobile.
“Pensate davvero che la vostra storia sia così impossibile? Aspettate di conoscere la mia” sibilai appoggiandomi a un albero con la testa che stava per scoppiare.
“Scusa, ma tu chi sei?” iniziai a piangere, senza volerlo.
“Un mostro!” urlai in quel momento avventandomi sui due innamorati.
Li assaporai fino all’ultima goccia di sangue, sentendo il liquido denso e scuro che scendeva giù per la mia gola, che mi dava ristoro.
“Stupido amore…” sussultai poi sdraiandomi vicino ai cadaveri.
“Ricordatevelo… Io sono un mostro. Avete capito? E gli umani non possono innamorarsi dei mostri!” urlai chiudendo gli occhi.

 

 
“Francesca? Oddio, Francesca sei tu?” la voce di Stefan, non so quanto tempo dopo, mi riportò al mondo dal quale cercavo di scappare. Al mondo nel quale il mio passato, il mio presente, il mio futuro e persino la mia bocca in quel momento, erano tinti di rosso.

  
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