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Autore: Blue Flower    23/10/2011    2 recensioni
Voi che avete voluto vivere, vivrete per mezzo di altri.
Voi che avete voluto il terreno sotto i piedi, non sarete più capaci di volare.
Voi che avete voluto sentire il sangue scorrere nelle vene, ne sarete dipendenti.
Da oggi in poi siete gli Originali, i Dannati in Terra.

Da dove vengono gli Originari? Qual è la vera storia di questi vampiri millenari costantemente avvolti nel mistero? In questa vicenda, scopriremo un nuovo, importante membro della famiglia di vampiri più potente al mondo. Verremo a contatto con la parte umana di Klaus, di Elijah e di sicuro non mancheranno i fascinosi fratelli Salvatore, ancora umani in una Firenze rinascimentale e in seguito vampiri nella più che conosciuta cittadina di Mystic Falls.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damon's POV

“Si può sapere dove ci stai portando?” domandai a Klaus appoggiando la testa al finestrino e godendomi il sole fiorentino, caldo e dal sapore di casa.
“Fidati Salvatore: ti piacerà” “Non ci giurerei…” “Sai, pensavo che l’amore potesse vincere anche la magia ma…” “Che cosa sta dicendo, Damon?” domandò Elena allarmata.
Mi piacevano quei pochi, brevissimi momenti nei quali diventava improvvisamente gelosa.
“Non lo so… blatera” dissi lanciando un sorrisetto di sfida a Klaus.
“Oh, Elena, hai portato più di un abito di ricambio?” “Sì, perché?” “Penso che ci servirà” sogghignò Klaus. Mi voltai verso mio fratello mentre lo sfottevo dicendo: “Klaus si vuole intrufolare nella biancheria della tua ragazza!”.
Oh, riguardo Stefan e Elena stavano diventando così dolci che forse, se non avessi distolto lo sguardo entro pochi secondi, mi sarebbe venuto il diabete.
In momenti come quello odiavo essere solo e di certo non avevo intenzione di farlo con Klaus.
“Piccole avvertenze per l’uso: mia sorella è un po’ suscettibile… potrebbe arrabbiarsi se venisse a sapere che non vi ricordate di lei e un controllo della mente che è durato per tutti questi secoli… beh è difficile da sciogliere. Vi consiglierei di mettervi comodi e farvi un pisolino perché, Damon e Stefan, adesso potete ricordare” e tutto divenne in meno di un secondo.

 

Un prato verde e un cielo terso, la mia casa, mio padre, mio fratello.
Una ragazza sdraiata accanto a me indica una nuvola a forma di cuore e mi sorride.
E’ come sentirsi in Paradiso, il mio cuore aumenta gradualmente i battiti e mi sento di nuovo, inaspettatamente umano.
E lei è bellissima… i boccoli scuri e gli occhi che sembrano uno specchio di me stesso, le labbra carnose piegate in un sorriso sereno.
“Damon? Ti ricordi di me?” domanda poi sconvolta. “Mi puoi vedere?!” lo scenario cambiò in meno di un secondo e ci trovavamo nel mio letto, a Firenze.
“Chi sei?” le chiedo circospetto.
“Ovvio… non puoi ricordare” affermò poi triste. Si alzò dal letto, completamente nuda e si rannicchiò in un angolo buio della mia camera. “Cosa stai facendo?” “Io sono sempre qui, capito? In quest’angolo nascosto della tua mente… solo che tu non mi vedi. E io invece ti vedo sempre” “Non capisco…” la testa mi fa male e sembra un groviglio di pensieri, di ricordi ai quali non so dare un senso.
Un sorriso, un paio di canini appuntiti, sangue… tanto sangue. Ed è mio.
Un Damon adolescente, insicuro e umano che passeggia con una ragazza dalla bellezza eterea che ha gli stessi occhi di suo fratello.
Gli occhi di suo fratello Klaus.
Poi un Damon attraente e cresciuto che prende in braccio quella stessa ragazza e la fa volteggiare come un angelo nell’aria.
E siamo felici, e ci sentiamo meno soli insieme.

 

“Toc, toc! C’è nessuno in casa? E’ ora di andare a svegliarla!” aprii gli occhi in meno di un momento e mi ritrovai faccia a faccia con Klaus.
“Ricordi qualcosa?” “Vagamente” risposi massaggiandomi le tempie doloranti. “Bene. Quando la vedrai sarà tutto a posto…” Elena mi prese per il braccio e trascinò me e Stefan in disparte.
“Cos’è questa storia? Di chi vi dovreste ricordare?” “Ricordi anche tu, vero fratello?” domandai ignorando quella pesantona di Elena. “Vagamente…” “Concludiamo questa storia” dissi poi accodandomi a Klaus nel cammino verso il cimitero.

 

 
“Prendiamoci per mano” disse Klaus arrivati davanti ad un’enorme cripta sigillata.
“Stai scherzando, vero?” domandai. “Dobbiamo sfondare la porta” mi spiegò Stefan.
“Al mio tre” disse Klaus. “Uno, due…” ansimò per un attimo. “Tre!” con un calcio triplo la porta venne via facilmente.
“E adesso cosa si fa?” “Concentratevi su questa tomba” ci spiegò l’Originario indicando una lapide spoglia con del terriccio. “E’ una tomba nel terreno” “Esatto. Elena, prepara un accappatoio, dovrebbe essere nel mio zaino insieme ad un cerotto per fermare il sangue” “Quale sangue?” “Il tuo… era implicito nel patto” sbarrai gli occhi.
“Non se ne parla” sibilò Stefan. “Fai come ti dico o sarò costretto a soggiogarti… e stavolta per sempre” “Provaci” lo sfidò mio fratello. “No, Stefan! Va bene…” disse rassegnata Elena.
“Benissimo! Ora prendiamoci per mano” Klaus porse la sua mano destra a Stefan e la sinistra a me. “Ripetete insieme lamia, excitas vos de gravi somno” chiusi gli occhi ed iniziai a recitarlo quasi fosse una filastrocca.
In latino significa O Vampiro, svegliati dal tuo sonno profondo.
D’un tratto, una mano emerse dal terriccio e sentii il raccapricciante urlo di Elena.
Le dita della mano si mossero e Klaus si fiondò sulla tomba: “Forza, aiutatemi a scavare o soffocherà?” io e mio fratello ci guardammo e imitammo le mosse di Klaus mentre dalla terra emergeva una testa bruna.
“Francesca, mi senti?” urlò Klaus. Gli rispose un colpo di tosse.
Era viva.
Francesca, quel nome… E poi quando vidi il suo viso stravolto ricordai ogni cosa.
Le corse nel prato, i baci, la felicità, il suo sorriso e il mio sorriso, i due anni di assenza, la scoperta della sua vera natura, il mio amore, il suo amore. Tutto.

 

 Aprì gli occhi arrossati e mi vide.
“Damon!” esclamò. “Tu mi vedi!” era felice. Ero felice anche io.
Perché?

Perché lei è Francesca, la stessa che è scomparsa dalle mie braccia secoli fa ormai. Era così strano essere ancora attratto da lei dopo tutto quel tempo, volerla ancora prendere tra le braccia e sussurrarle parole dolci e baciarla dappertutto.
Amarla ancora.

“Su, esci di qui” senza curarmi di nulla e di nessuno strappai l’accappatoio dalle mani di Elena e vi coprii dolcemente Francesca che stava rabbrividendo.
“Tu sei Elena?” domandò poi soffermandosi sulla ragazza dietro di me.
“Sì, sono io” gli occhi di Francesca diventarono immediatamente neri.
“Ho sete” sussultò coprendosi la gola.
Elena sembrò indecisa sul da farsi. Poi si avvicinò.
“Bevi” Klaus sembrava soddisfatto mentre sua sorella beveva avidamente dal collo della doppleganger.
Si staccò dopo qualche secondo e pulì il sangue sulle labbra con il dorso della mano.
“E’ ancora cosciente” sentenziò poi rivolta a Stefan.
“Stefan!” disse poi correndogli incontro. “Eri tu… sei sempre stata tu per tutto questo tempo a dirmi di smettere, di non bere più il sangue umano” lei ci sorrise, come in una lieta visione: era troppo, troppo fantastica quella scena per essere vera.
“Il vostro angelo custode” sussurrò avvicinandosi poi a Elena per fermare la sua perdita di sangue costante.
Klaus era rimasto in disparte, quasi imbarazzato.
“Niklaus” disse lei sorridente. “Sai che ti ho già perdonato” lui tirò un sospiro di sollievo e l’abbracciò stretta e mi sembrò quasi commosso.
“Ora andiamo a casa… hai bisogno di un abito come si deve e soprattutto… sai parlare l’inglese?” “Ne so qualcosa” mi fece l’occhiolino e mi prese per mano.
Io la guardai pieno d’affetto.
“Ti dispiace?” mi domandò. “Come potrebbe dispiacermi…” non riuscivo davvero a trattenermi così mi avvicinai a lei lentamente per essere sicuro che volesse ricambiare e la baciai.

E finalmente, dopo un tempo interminabile, ricordai cosa significano le parole casa, affetto, amore.

 

  
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