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Autore: sissy    28/06/2006    9 recensioni
Cosa sarebbe successo se nel passato Metallia fosse stata sconfitta per sempre?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questa sarà una storia breve

Questa sarà una storia breve, di tre capitoli al massimo, partorita dalla mia mente stamane, quando sono miracolosamente rimasta a casa dal lavoro, causa casino alle ferrovie Nord (immaginate il mio dolore ^^'). Mi sono messa al pc per scrive il quarto capitolo di "Ruins", ma dopo un'ora che scrivevo e cancellavo l'inizio ho detto: "Ok, oggi non ho l'ispirazione". Perchè avevo quest'altra ideuzza che mi tormentava la mente XD Oltre a casini vari... Comunque, che dire? Buona lettura! Spero di non coinvolgervi nel mio stato semi-depressivo con questa storia... Oggi va così!

DUE LACRIME

parte prima

Alla fine di tutto non rimasero che macerie, ma il giovane uomo e la giovane donna avevano vinto. La follia era stata estirpata dai cuori degli esseri umani, il demone era stato sconfitto, e la donna che lo ospitava giaceva adesso ai loro piedi, pallida nell'immobilità della morte. Fu come se l'universo intero si fosse fermato in silenzio ad osservare se stesso, attonito, come se tutto il tempo vissuto fino a quel momento non gli fosse appartenuto, come se non fosse stata sua la volontà che aveva mosso le sue mani. Era così che tutti gli uomini e le donne della Terra si sentivano, come dei burattini, a cui qualcuno, all'improvviso, aveva strappato via i fili e soffiato in loro la consapevolezza, di aver agito per invidia, di aver seguito una voce bugiarda, inseguendo il miraggio di una presunta immortalità rubata. E così, alla fine, erano morti in molti...

Il giovane uomo e la giovane donna rimasero in piedi uno accanto all'altra senza muovere un passo, senza battere ciglio, avvolti dal silenzio dello stupore e dell'amarezza. Unendo le forze avevano sconfitto il nemico. Ma ora, dovevano pagarne il prezzo.

Mentre un alito di vento sollevava la polvere grigia e fischiava tra le fessure le loro dita si mossero e si sfiorarono. Le palpebre della giovane donna si abbassarono piano, al tempo del doloroso sospiro che abbandonava le sue labbra, insieme con ogni suo sogno. Due lacrime le rigarono le guance e si fermarono in bilico sull'orlo del suo viso, prima di scivolarle sulle spalle nude.

- Beryl è morta. Metallia è stata sconfitta. La guerra - sussurra - è finita.

- Io ti rivedrò. - tre parole, alle quali si aggrappavano tutte le ultime speranze del giovane uomo.

La giovane donna scosse il capo. Altre lacrime le rigarono il viso.

- No...

***

Si racconta che grandi miracoli il Cristallo d'Argento fosse in grado di compiere. Bastò una preghiera. Il potere di luce della pietra rigenerò ogni cosa e la polvere grigia del terreno lunare venne privata della polvere bianca e lucida del marmo e dei cristalli e da quelle macerie risorse il Silver Millennium. La giovane donna quella notte pregò, ogni fibra del suo essere protesa verso l'azzurra sfera terrestre. Pregò accanto a sua madre, inginocchiate insieme in una stanza vuota. Davanti a loro, sospeso nella luce, il Cristallo d'Argento brillava. Quando il Sole sorse sulle terre del Golden Kingdom, ogni singola pietra di ogni singola città della Terra era tornata al suo posto.

- La Terra è salva. - mormorò la giovane donna socchiudendo gli occhi dopo le lunghe ore di preghiera, le mani ancora giunte davanti a sé.

- Sei stata coraggiosa. - ribatté la madre ammirata - Hai compiuto il tuo dovere.

Ella annuì, ma nei suoi occhi non c'era traccia d'orgoglio, solo tristezza. Si alzò in piedi lisciandosi la lunga gonna bianca con le mani piccole e pallide. Senza dire una parola uscì dalla stanza. Mentre a passi lenti percorreva il lungo porticato del palazzo reale la Terra occupava metà del cielo visibile attraverso le arcate. Nonostante tutti i suoi sforzi di rimanere impassibile al panorama costringendosi a non voltare lo sguardo, la giovane donna si fermò. Quando i suoi occhi si posarono su quello spicchio di pianeta azzurro tutti i contorni del mondo svanirono. Le piccole dita affusolate si poggiarono alla balaustra tremando.

- Non è stato coraggio. - disse con voce incrinata a se stessa - E' stata...follia... La follia di un amore impossibile...

La madre vide sua figlia accasciarsi al suolo piangendo sommessamente. Non poteva fare nulla per cambiare le cose. Quello che sua figlia sognava era impossibile. Non ci sarebbe stata pace tra i popoli altrimenti, sarebbe nuovamente scoppiata la guerra. Ma poteva almeno concederle un ultimo viaggio, un ultimo giorno, un ultimo saluto.

- Serenity. - la chiamò. Il nome di sua figlia suonò come uno scherzo alle sue stesse orecchie - Va da lui.

La giovane donna scosse con forza il capo - Non posso. Non tornerei indietro.

- Non vuoi nemmeno dirgli addio?

Addio... Era la parola che ripeteva ogni istante a se stessa. Era la parola che la rendeva consapevole che non l'avrebbe mai più rivisto. Non sarebbe riuscita a dirgli addio, no. Era già abbastanza doloroso così.

- No. - rispose decisa - Io lo amerò per sempre.

- Col tempo le cose cambieranno. - le disse la madre seria - Lui invecchierà velocemente, e un giorno morirà. Per allora il dolore che provi adesso sarà solo un antico ricordo.

Ma la giovane donna sollevò gli occhi al cielo e alla Terra. Nel suo azzurro cupo vide riflessi gli occhi del giovane uomo di cui si era innamorata. Infine, ripeté decisa - Io lo amerò per sempre.

***

Il passare delle stagioni sulla Terra la rendono mutevole. Il loro ciclo si ripeté due volte e stava per concludere il suo terzo giro dalla fine della guerra quando la notizia della morte del re raggiunse i suoi sudditi. Il principe suo figlio prese il posto del padre sul trono che gli spettava dalla nascita. La corona d'oro venne posata sul suo capo e da quel momento il giovane uomo che aveva sconfitto il demone con l'aiuto della principessa della Luna divenne il nuovo sovrano del Golden Kingdom. Il giorno stesso furono celebrate le sue nozze con lady Eos, la donna che suo padre aveva scelto per lui.

Mai come in quel momento la corona che portava sul capo gli sembrò tanto pesante.

***

Il nuovo re passò la notte insonne. Il debole respiro della sua sposa addormentata al suo fianco gli riempiva le orecchie quasi fosse il rumore più fastidioso al mondo. Con gli occhi aperti rimase a fissare il soffitto della camera per ore. C'era troppa luce quella notte. La luce argentea della Luna. Non riusciva a pensare ad altro che a lei. Non aveva fatto altro per tutti quegli anni che sperare in un loro incontro, che le cose cambiassero, che si trovasse il modo... Ma non c'era un modo. L'idea di fuggire con lei l'aveva sfiorato più di una volta, ma non era mai riuscito a trasformare quei pensieri in fatti. Così, ogni giorno, aveva continuato a pensare a lei, e contemporaneamente a maledirsi per il suo testardo senso di responsabilità. Solo una volta nella sua vita era riuscito a lasciarselo alle spalle...

Voltò il capo alla sua sinistra e vide i contorni del volto di Eos rischiarati dalla luce lunare. Era una ragazza sensibile e dai lineamenti delicati, che amava la sua terra. Sarebbe diventata un'ottima regina per il suo popolo, il re ne era certo. Ma lui, non l'avrebbe mai amata. E allora si sentì in colpa verso di lei, perchè in ogni singolo istante di quella notte passata insieme aveva pensato alla principessa Serenity, perchè per tutta la vita avrebbe pensato alla principessa Serenity, perchè ogni volta che si sarebbe ritrovato in quel letto con lei, lui avrebbe immaginato di fare l'amore con la principessa Serenity, con l'unica donna che avrebbe amato per tutta la vita. Si sentì solo un misero uomo solo...

Scese dal letto e si infilò la vestaglia. Camminando a piedi nudi sul pavimento freddo scostò le tende sottili ed uscì sul terrazzo. Una tiepida notte di fine primavera. La stanza dava sul cortile interno del castello, dove al centro di un prato una fontana mandava fino al cielo il suo suono gorgogliante. Il re la degnò appena di un fuggevole sguardo. Tutto sembrava deserto. E lui non aveva occhi che per la splendida Luna piena, bianca ed eterna nel cielo.

- Perdonami... - sussurrò alla Luna, alla giovane donna che la governava, la stessa donna che governava sul suo cuore.

Solo una volta aveva lasciato che il suo senso di responsabilità tacesse. Era una notte come quella, ma il letto su cui giaceva non era quello del re. Era il mantello del principe disteso sull'erba di un bosco, e la giovane nuda fra le sue braccia era colei che amava e che non avrebbe mai più potuto amare.

- Endymion... - la voce assonnata di sua moglie sovrastò il rumore della fontana e ruppe il filo del suoi ricordi - State bene?

"No, non sto bene." - avrebbe voluto risponderle, ma il suo senso del dovere ebbe come sempre il sopravvento.

- Sì, Eos, non preoccupatevi. Tornate pure a dormire. - aveva creduto di essere gentile, ma la sua regina non era questo che avrebbe voluto sentirsi dire.

- Volete restare da solo mentre guardate la Luna, vero?

Endimyon non ebbe il tempo di ribattere. Con un sorriso triste la sua regina gli diede le spalle e sparì dietro le tende.

Il re sapeva che il suo posto era accanto a quella donna e che avrebbe dovuto seguirla.

Restò sul terrazzo tutta la notte a guardare la Luna.

  
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