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Autore: Siirist    30/06/2006    5 recensioni
Seguito de "L'alleanza vincente: Harry&Squall". Avevamo lasciato la storia a quando Voldemort era stato finalmente ucciso definitivamente, Harry si era vendicato di tutte le perdite che aveva subito, Squall era tornato a casa e se la stava spassando... Ma c'è un pezzo che non va proprio bene...il caro Voldy non ne vuole proprio sapere di schiattare, anzi torna alla carica più forte di prima e con un nuovo braccio destro, molto più forte di Malfoy...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VI libro alternativo
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1-LA PERDITA DELLA FOLGORE

1-LA PERDITA DELLA FOLGORE

Era l’11 luglio e Squall era già a Villa Arneis da un mese. Il 12 giugno c’era stata la mega festa di compleanno di Squall alla quale erano stati invitati quasi tutti i Greiver e moltissimi Falchior e Seclet. Squall, Alex, Yuna ed Elena si erano divertiti da matti, ma questo non vuol dire che non fu così anche durante il resto delle vacanze. Le giornate venivano trascorse nuotando nel lago della tenuta della famiglia di Alex, giocando a quidditch…insomma, facevano tutto tranne che studiare.

 

«Sentite, non credete che sia ora di cominciare a studiare un pochino?» azzardò, in un momento di puro delirio, Elena la sera successiva poco prima di cena, dopo che avevano passato tutto il giorno a volare sulle scope giocando a quidditch o semplicemente scorrazzando per l’aere.

«COSA?!» risposero all’unisono Squall ed Alex: Elena non poteva essere seria, oppure quel bolide che l’aveva colpita durante la partita le aveva fatto del male alla testa…

‹No non può essere, le ha preso la gamba…› scartò immediatamente l’idea Squall.

«Elena ha ragione, forse sarebbe il caso di dare almeno una letta ai libri per…»

Tralasciamo i dieci minuti abbondanti di risate isteriche da parte dei due ragazzi…

Le gemelle si guardarono disperate: non c’era proprio modo di farli studiare, quei due vagabondi.

 

«Mi spiegheresti perché ti è venuta in mente un’assurdità del genere?» domandò Alex alla ragazza dopo cena.

«Cosa?»

«Di studiare.– le spiegò Squall –È un cosa talmente assurda che non riusciamo a capacitarci di come la tua mente, che fino ad un’ora fa sia io che Alex giudicavamo brillante, abbia fatto a pensarla.»

E nuovamente i due cretini ripresero a ridere finché il quartetto non ebbe raggiunto la fine della scalinata che stavano percorrendo per andare in camera di Alex a far casino fino alle 01:00-02:00, dopodichè Elena sarebbe rimasta nella stanza di Alex e Squall, seguito da Yuna, si sarebbe ritirato nella sua e ovviamente non avrebbero dormito subito…

«Perché sennò, tornati a scuola, i prof ci faranno un culo peggio di Galustri.» spiegò Yuna.

«Di chi?!» chiesero i due ragazzi.

«Daniele Galustri, non ce l’avete presente?»

«No.»

«Quello famoso per avere un fondoschiena…» iniziò a spiegare Elena ma fu interrotta da Alex.

«Si dice “culo”.»

«Sì, ok… Dicevo: quello famoso per avere un…culo– e sorrise (ma nel sorriso si intendeva un “vaffanculo”) al ragazzo che ricambiò amorevolmente –un po’ più grande del dovuto.»

«Ah! Forse ho capito! Per caso è quel cretino culone di Seclet che chiama tutti “cugino” o, peggio ancora, “fratello”?» domandò Squall

«Sì, lui.» confermò Yuna.

«Ok. Dio mio quant’è scemo! Giuro che se si azzarda a chiamarmi “cugino” un’altra volta, prendo e lo fulmino.  Non sono suo parente e non lo voglio essere!» dichiarò il ragazzo.

«Ah sì! Ho capito chi è…quant’è tonto…» rise Alex.

«Già… dopo tutto è un Seclet = potere di terra = idiota (sta pensando a Ron. Nd autore).» constatò Squall e tutti e tre si misero a ridere.

 

Il giorno dopo, Squall si svegliò alle 10:00 e Delphie (l’elfo domestico assegnato a lui) portò la colazione a lui ed a Yuna che ancora dormiva nel suo letto.

«Tesoro…svegliati dai…è ora di mangiare.» disse alla ragazza.

«Hm…» rispose lei con la voce impastata dal sonno, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi.

«Signorina Yuna sveglia?» domandò l’elfo.

«Sì Delphie, grazie.»

«Allora Delphie dà vassoio con colazione e torna in cucina. Buon appetito signorini Squall e Yuna.»

I due ragazzi mangiarono con gusto. Squall era felicissimo di stare da Alex perché i pasti erano fantastici, proprio come a Squame di Drago, mentre a casa sua…

‹Che palle…sempre e solo pasta…›

 

Alle 11:00, tutti e quattro i ragazzi si ritrovarono accanto ad una delle quattro piscine della tenuta a prendere il sole.

«Che si fa oggi?» chiese ad un certo punto Squall al padrone di casa.

«Direi il solito: quidditch, si nuota, ci si “diverte”…– ammiccando ad Elena che gli tirò un cuscino in faccia –Perché? Tu avevi in mente qualcosa?»

«Vedi, all’inizio tutto questo è divertente, però alla lunga diventa una sega! Sono cinque anni che facciamo sempre le stesse cose.»

«Lo so, però io ho questo da offrirvi. Se ti viene in mente qualcos’altro dimmelo ché sono interessato.»

«Hm… Sai, è dall’estate scorsa che ci penso: perché non andiamo a fare un giretto nel mondo babbano?» propose Squall.

«Eh?!» risposero in coro gli altri tre.

«E perché no? Sarà divertente! E, più importante di tutto, qualcosa di diverso.»

«Hm… Sì, direi che si può fare.» accettò Alex, così si alzarono tutti diretti verso le proprie camere per prepararsi alla gita nel mondo babbano.

 

«Ed eccoti il Colosseo!» Squall si fece da guida (assolutamente ignorante) per Alex in giro per la  Roma antica.

«Sì lo so, grazie…»

«Hehe… Senti, Roma la conosci, quindi perché non andiamo a Perugia?»

«Mah, non lo so… Che c’è di divertente da fare?»

«Hm…mica tanto… Ma solo così! Per fare un giretto! Per mostrarvela, visto che non ci siete mai stati! Siete tutti invitati a casa mia, anche se non è una reggia come la tenuta di Alex…»

«Modestamente…»

«Zitto tu! Allora? Vi va di venire?»

«Hm… Ok!» risposero all’unisono i tre ragazzi.

 

Erano le 17:00 ed i sig. Leonheart stavano in piscina, cioè la sig. stava in acqua, mentre il marito prendeva il sole sullo sdraio.

Lei aveva da poco finito di nuotare e si stava rilassando sul materassino quando all’improvviso…

«Sorpresa!» urlò una voce nell’acqua, proprio alle sue spalle.

«AHHHH!!» urlò mentre veniva rovesciata nell’acqua da quel bastardo che era suo figlio.

Il sig. Leonheart continuava a dormire come se niente fosse.

«Ah sì eh…» sussurrò Squall che, grazie al potere magnetico, alzò una gran quantità d’acqua e la buttò addosso al padre bagnandolo completamente.

«MA PORCA M*****A!!» urlò alzandosi di scatto.

«Hehe… Ciao papà!»

«SQUALL!! PORCA MAIALA, IL TELEFONO!! SQUALL!!!!!» sbraitò guardando il cordless, ormai irrimediabilmente inutilizzabile, che si trovava sotto lo sdraio.

«Calmati, dai! A cosa serve la magia sennò?– disse Squall prendendo il telefono nella destra ed impugnando la bacchetta con la sinistra –Comunque quelli sono i miei amici Alex, Yuna ed Elena.»

«Piacere.» dissero i tre, allo stesso tempo scioccati e divertiti dalla reazione animalesca del sig. Leonheart.

«Tale padre tale figlio…» bisbigliò Alex alle gemelle che si misero a ridere.

«Ehm, Squall…» lo chiamò Yuna.

«Sì?» rispose lui mentre stava per risistemare il telefono con un incantesimo.

«Ti ricordo che è proibito utilizzare le arti mistiche fuori dalla scuola finché siamo minorenni.»

«Ah già! È vero! Che stupido…oh cazzo…» disse deglutendo, voltandosi verso il padre. E non era un bello spettacolo.

«Che cosa…?» domandò con tutta la calma imposta di questo mondo.

«Hem…» rispose deglutendo nuovamente Squall.

«Non si preoccupi, sig. Leonheart. Dia a me ché vado a casa e me lo faccio sistemare da mio padre.» assicurò Alex.

«Hm… D’accordo.»

«Grazie!» sussurrò impercettibilmente Squall, però Alex lo sentì perché, grazie al suo potere, aveva un udito incredibile.

Il ragazzo si scompose nello stormo di pipistrelli che si dissolse man mano sempre più finché non scomparve del tutto. Dopo un paio di minuti, Alex riapparve portando con sé il cordless nuovamente funzionante, poiché era stato riparato con la magia Reparo.

 

Subito dopo le presentazioni, i quattro ragazzi si sistemarono nelle stanze: Yuna andò a dormire con Squall nella sua camera, mentre Alex ed Elena andarono insieme nella dependance.

 

Il quartetto rimase a casa Leonheart per altri dieci giorni, finché…

La mattina del 22, Squall si svegliò stranamente presto, infatti erano solo le 07:00. Il fatto è che non si sentiva per niente bene, aveva la nausea e si sentiva come se dovesse avere dei conati di vomito, però, ogni volta che si riversava sul cesso a vomitare, non vi riusciva. Improvvisamente, fu preso da un attacco epilettico e sbatté la testa sul bordo della tazza infrangendolo e ferendosi gravemente sulla fronte, il viso divenne completamente rosso di sangue.

 

Due ore dopo, Squall si rialzò. Era ancora un po’ intontito, ma ben presto gli ritornò tutto in mente.

‹Com’è possibile che mi sia ferito contro il cesso?›

Il fatto è che aveva le prove che non era stato un sogno, infatti il bordo del gabinetto e tutto il pavimento erano pieni di sangue. Pure la sua faccia, come poté constatare guardandosi allo specchio, era rossa, anche se non provava più dolore per la ferita (che guardando più attentamente notò essersi rimarginata completamente) ma aveva un gran mal di testa.

 

Dopo aver lavato e pulito tutto il bagno, Squall tornò a letto: si sentiva benissimo a parte il mal di testa che però sapeva, con un po’ di sonno, gli sarebbe passato.

 

Dopo pranzo, il quartetto decise di andare nel boschetto che si trovava a poca distanza da casa Leonheart (si trovava in campagna) per potersi allenare senza essere disturbati o visti.

Squall ed Alex si prepararono allo scontro, ma quando il primo cercò di colpire l’avversario con un lampo ciò non accadde e Squall fu centrato in pieno da un pugno che lo fece volare lontanissimo.

«Wow! Sono riuscito a colpirti! È un miracolo!»

«No scemo, è che mi sono distratto. Ora sei spacciato, preparati!»

Squall alzò la sua mano sinistra puntandola verso l’amico ma da essa non fuoriuscì niente.

«Non è possibile…»

Il ragazzo tentò ancora, ma nuovamente non accadde niente: la folgore non c’era più.

Ancora e ancora Squall provò, ma non ci fu proprio niente da fare e, dopo un po’ che aspettava, Alex si stufò a si scagliò contro l’amico che, d’istinto, alzò la mano sinistra e lo fulminò. Questa volta la scarica elettrica c’era stata, ma era strana: era di colore verde smeraldo e non rosso rubino. Alex fu centrato in pieno petto e scagliato metri e metri addietro, tanto che passò attraverso tre alberi e finendo contro un quarto rompendolo e cadendo a terra con la pianta in testa.

«Ma cosa…?» si chiesero Squall e le gemelle.

Alex, invece, dopo aver scansato l’albero si rialzò subito non avendo sentito neanche il fulmine di Squall (l’unica cosa che gli aveva fatto era farlo volare indietro) e si scagliò contro l’amico assestandogli un pugno formidabile e facendolo volare circa venti metri indietro.

«Non ci credo! L’ho battuto! Ho battuto Squall!» esultò.

«Idiota! Non vedi che c’è qualcosa che non va in Squall?» lo rimproverò Elena.

«In effetti…»

«Squall!» lo chiamò Yuna appena prima di correre verso di lui per accertarsi delle sua condizioni e fu subito imitata dagli altri due ragazzi.

«Ma che è successo? Cos’erano quei lampi verdi?» gli chiese.

«E io che ne so! So solo che stamattina verso le sette mi sono svegliato e mi sentivo male e…» e raccontò agli amici tutto ciò che era accaduto nel bagno.

 

Dopo essere tornati a casa, Squall cominciò a testare i suoi poteri. Aveva capito che poteva ancora scagliare lampi anche se non facevano del male ma scaraventavano solo indietro persone e cose, ma gli altri poteri? Provò il potere magnetico e funzionò perfettamente, creò il fuoco che si accese e bruciava perfettamente (anche se era verde), si mosse rapidamente e non ebbe problemi, si teletrasportò e neanche qui ce ne furono.

«Quindi ho solo problemi per i fulmini…» constatò e gli altri tre si trovarono d’accordo.

 

La notte, dopo che Yuna si era addormentata, Squall si ritrovò a pensare (ovviamente quando era sveglia non ne aveva avuto tempo…). “Cosa accidenti mi è successo?” era l’interrogativo che gli frullava in testa. Dopo un po’ che ci rimuginava su, gli venne in mente Dumbledore.

‹Magari lui sa qualcosa…chissà, tentar non nuoce!› e si addormentò, deciso a teletrasportarsi l’indomani a Hogwarts per parlare con il quadro che raffigurava il preside più eccezionale della storia della scuola.

 

 

 

 

 

 

 

ANTICIPAZIONI: CAPITOLO 2-LA FOLGORE D’OMBRA

Che cos’è il nuovo potere di Squall? E che fine ha fatto la folgore rossa?

 

  
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