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Autore: Eveline_    28/10/2011    1 recensioni
Per tutti la vita è come un ritorno a casa: commessi viaggiatori, segretari, minatori, agricoltori, mangiatori di spade, per tutti… tutti i cuori irrequieti del mondo cercano tutti la strada di casa.
-Patch Adams.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Eveline, svegliati! È tardi, devi andare a scuola!
Aprii gli occhi lentamente, la luce del sole entrava da un microscopico spazio della finestra.
Mi bruciarono gli occhi, poi mi alzai.
-Zia, non ci sono le mie pantofole, dove sono?
-Affianco al letto, non le vedi?
-Sì, eccole, scendo subito!
Scesi le scale e vidi mia zia più felice del solito.
-Zia, cos’è che ti rende particolarmente felice?
Io avevo un sorrisone stampato sul viso, e sembravo quasi  un’idiota a sorridere in quel modo.
-Cos’è che rende particolarmente felice te?
Arrossii, probabilmente aveva visto me e Laurie baciarci sotto casa sabato sera, e venerdì, e giovedì.
-C’è di mezzo un ragazzo non è vero Eveline?
-Sì, zia. Ma sappi che è un ragazzo per bene, stupendo. Che mi rende felice.
-A me interessa solo che tu sia felice, ed è proprio una benedizione per te averlo incontrato.
-Sì, hai ragione. Ma tu allora?
-Eh, niente. Ho incontrato un uomo per strada ieri sera. Sono inciampata in mezzo alla strada e lui è corso ad aiutarmi, il tacco della scarpa si era conficcato nella griglia.
-Ci siamo scaraventati a terra e guardati negli occhi.
-Oh, com’è bello lui esclamò!
Mi faceva tanto piacere vedere la zia parlare così, non era mai stata innamorata ed ora penso che facesse sul serio.
Diedi un bacio alla zia Kelly e presi la via per andare a scuola.
Arrivata a scuola alla prima ora c’era latino, mi piaceva tantissimo.
Arrivò qualcuno alle mie spalle, me ne accorsi e quando mi girai mi tappò gli occhi e mi disse:
-Sta ferma. Girati e bacia il ragazzo qui davanti.
Mi accorsi che era Laurie dalle sue mani, così rugose ma allo stesso tempo così forti e maestose.
Mi baciò e tolse le sue mani dai miei occhi.
-Laurie! Urlai! Eravamo in corridoio, non era ancora iniziata la lezione e quindi tutti ci guardarono. Arrossimmo, non sapendo cosa fare ci baciammo ancora ed ancora. Così arrossirono tutti quanti nel vederci.
Suonata la campanella entrammo in classe.
Beth non c’era. Molto strano. L’avevo sentita ieri tramite messaggi ma non c’era.
Laurie si mise affianco a me. Tutti ci invidiavano, guardavano Laurie con stupore, come se chissà cosa avesse fatto stando con me.
Al cambio dell’ora una ragazza scambiò una parola con la compagna di banco.
-Ma hai visto Laurie Laurence? Si è messo con quella sfigata di Evelin? Evee? Eveline!
Si misero a ridere e guardandomi mi fecero uno sguardo tipo: Ti sfido e vincerò.
Non me n’è importò nulla, ero felice e nessuno mi avrebbe mai tolto il sorriso.
Arrivata in classe in ritardo, la prof di lettere disse:
-ragazzi, è arrivata la disponibilità per andare a fare un viaggio d’istruzione. Il viaggio è per Parigi, ce ne sarà di strada da fare e devo prenotare il volo, dovete darmi una risposta entro domani.
Laurie disse già di si, i suoi genitori lo lasciavano libero, finché si trattasse di queste cose.
-Avvisate i vostri genitori replicò.
Guardai in basso quando disse questa frase, se ne accorse. Cos’altro dovevo fare se io i genitori non ce li avevo più. Il mio viso si butto giù da solo. Gli occhi pieni di lacrime non riuscirono a farmi smettere di pensare a loro, i miei genitori.
Chiesi di poter andare in bagno, piansi fino a quando non arrivò una ragazza in bagno, mi asciugai le lacrime e me ne andai in classe.
Le altre ore passarono in fretta, arrivai a casa e chiesi alla zia per la gita, mi disse che potevo andare se lo volevo.
Ed io lo volevo proprio. Andai a casa di Beth, suonai al citofono e mi rispose la madre:
-Chi è?
-Sono Eveline, c’è Beth?
-Certo, entra pure.
Salii le scale, la madre mi fece andare in camera sua.
-Beth!
-Eveline!
-Perché non sei venuta a scuola?
-Avevo un po’ di influenza ma ora sto meglio, domani vengo.
-Senti, oggi ci hanno detto che andremo in gita verso il 20, 21 maggio a Parigi! Ti va di venire?
-E me lo chiedi pure! Certo che vengo!
La madre annuì e andò a preparare una torta.
Ci facemmo i compiti e mangiammo la squisita torta alle mele della madre.
Tornai a casa e la zia non era sola.
Sul divano c’era un uomo.
Arrivai e dissi:
-Zia, sono arrivata!
Questo si alzò e venì a salutarmi.
-Piacere, sono Marco, l’uomo che ha salvato tua zia in mezzo alla strada, credo te ne abbia parlato no?
-Piacere, Eveline. Sì, me ne ha parlato!
La zia mi sorrise, io, imbarazzata andai in camera e poggiai lo zaino.
Marco restava a cena da noi, mi raccontò tante cose quella sera, che lui navigò nell’oceano indiano, sì, perché era Marinaio.
Ridemmo, scherzammo, giocammo persino a carte! Mi piaceva quell’uomo. Somigliava tanto a mio padre.
Finita la serata se ne andò a casa sua.
Andai a dormire, ero molto stanca.
Ma felice, felice davvero di aver rivisto una parte di mio padre dentro qualcuno.

Ciao ciao, sono ancora io! Spero che questo capitolo vi piaccia, nel prossimo si parlerà della gita e di molto altro!
Grazie a chi recensisce e a chi segue la storia!
Bacini.
Eveline.

  
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