Film > La Fabbrica di Cioccolato
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Autore: Cristy_    28/10/2011    2 recensioni
"C' era una volta un ragazzo, suo padre era un dentista. Come puoi immaginare egli teneva molto che suo figlio avesse dei denti puliti e ben curati, e gli vietava di mangiare qualsiasi tipo di dolce! Alle feste, il ragazzo non poteva toccare neanche una caramella."
!Nonna, ma come avrebbe fatto a crescere senza i dolci?" feci io, con tutta l' innocenza di una bambina che crede alle storie degli adulti..
" Oh, ma lui è cresciuto eccome! E appena lo ha fatto, si è ribellato a suo padre.. E' diventato il cioccolatiere più famoso del mondo.."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Narratore esterno

Cosa può spingere una ragazza di 20 anni, ormai troppo cresciuta per le favole, a catapultarsi dentro uno dei suoi peggiori incubi?? Probabilmente l' aspetto così bello che il protagonista delle sue paure avesse.

Schiarendosi la voce Cristina alzò la testa pronta a sostenere uno sguardo penetrante come si ricordava fosse quello di Willy Wonka.

Guardandola negli occhi lui ebbe quasi un flash- back, e si ricordò che era la stessa ragazza che aveva incontrato la mattina prima, quando era uscito in cerca di ispirazione.. Ma, ahimè, non l' aveva trovata.

La guardò scrutandola per bene. Le sue guance erano di nuovo rosse, ma quel colorito le donava perfettamente. Il ciuffo, tagliato più corto rispetto agli altri capelli e liscio diversamente dagli altri persi in numerosi boccoli, le cadeva sull' occhio destro donandole un aspetto invitante.. Sotto al cappotto, non l' aveva mai vista. Era snella, slanciata.

Indossava un jeans e una felpa blu, con l' immagine di un orso fucsia ricamatoci sopra.. “Così poco elegante!” pensò Willy.

<< Perché sei venuta qui? >> fece finta di non essere interessato.

<< Ho perso il tuo biglietto da visita. >> rispose prontamente lei.

Willy schioccò le dita e il biglietto uscì dalle tasche di Cristina per andare sulla sua mano. Lui la guardò alzando un sopracciglio, scettico.

<< Guarda.. ecco dov' era..! >> cercò di riparare alla figura che aveva appena fatto!

Sorridendo, quasi ridendo e abbassando la testa per non farlo notare troppo.. Willy annuì con l' aria di uno che sa il fatto suo;

<< Ti va di fare un giro? >> la invitò.

Quasi quello che sperava Cristina!! A dire il vero lei sperava, temendo che le potesse succedere qualcosa di poco gradito, che lui la rimandasse a casa.

Malgrado ciò annuì sorridendo, perdendosi negli occhi viola di quell' uomo.

Willy si girò e spinse un pulsante, che fece aprire la porta. Poi sparì dietro di essa.

 

Cristina.

Quando la porta si aprì, venni accecata dalla luce. Era tutto così irreale.. proprio come lo era lui fino a pochi giorni prima. Ma adesso eccomi lì, a seguire l' antagonista della mia infanzia come un leone fa con la sua preda: affamata.

Affamata di sogni, affamata di emozioni..

Avevo accettato il suo invito di nuovo incantata dal suo profumo. Se era così buono, forse non era una coincidenza. Magari, era un altro meraviglioso segno del destino! Che ovviamente, mi pentii di aver colto al passo successivo a quello che mi portò dentro la stanza dietro quella porta..

 

Willy.

Uscivo cercando ispirazione, e mi ritrovavo a cercare di fare il gentile con quella ragazza.

Poi lei, con una scusa che non giustificava il suo essersi avventurata nella mia fabbrica, accettava il mio invito. C' era da divertirsi con una come lei che vedeva le meraviglie della mia fabbrica! Con l' ascensore aveva fatto una faccia assurda, morivo dal ridere ad immaginare cosa avrebbe fatto quando avrebbe visto un umpa-lumpa!

Abbandonando i miei pensieri perversi mi girai per accertarmi che mi seguisse.

Adesso, eravamo nella stanza della cioccolata. Con il fiume, la cascata, e il prato verde sul quale coltivavo i miei dolci.

La trovai con la bocca spalancata a guardarsi intorno. Poi, pochi secondi dopo, prese a starnutire come se avesse mangiato una licca- eppa. Le usavo per quando dovevo sembrare raffreddato, e non avevo voglia di andare a lavoro. (Ingannare l' umpa-medico era davvero difficile!!) Smise di starnutire e prese aria. Poi, iniziò a grattarsi istericamente gli avambracci e la pancia, per poi passare alla schiena. La mia bocca passò alla forma muso-di-gallina, sostenendo la mia espressione sconvolta.

<< Che ti succede?? >> le chiesi mettendo una mano tra me e lei, come per allontanare i microbi..

<< E'.. è.. la ci -prende aria- la ci -prende aria- la cììì! -starnutisce- occolata. Sono allergica! >> e mi guarda con quegli occhietti dolci, più dolci di ogni mio singolo dolce. Sembrava quasi chiedermi: “Posso restare??”

Socchiudendo gli occhi per studiarla meglio mentre rispolveravo nella mia mente il significato di una allergia, uscii un fazzolettino dal mio taschino e glielo porsi.

La vidi intenerirsi e sorridere come una bambina. << Grazie! >> e lo afferrò.

Guardandola con aria ancora interrogativa, allargai leggermente la bocca per prendere aria e prepararmi psicologicamente al rumore di altri fastidiosi starnuti. Con una mano le indicai la strada e lei sorridente mi passò avanti, sicuramente contenta di poter restare.

Notai degli umpa- lumpa guardarci incuriositi da dietro dei cespugli e feci loro cenno di no col dito capendo a cosa stavano pensando, ma non potendo fermarli..

Corsi davanti alla ragazza e mi piantai davanti a lei fermandola.

<< Hey, non mi hai ancora detto il tuo nome! >> camminavo all' indietro per non farle vedere dietro di me e lei si ostinava a voler guardare;

<< Cristina! >> mi guardò sorridente e poi tornò a sbirciare dietro di me.

Poi mi resi conto che quella fu una pessima idea..

Cristina.

Questo Willy Wonka faceva un sacco di facce buffe! C' erano momenti in cui stavo per scoppiargli a ridere in faccia e altri in cui avrei voluto sotterrarmi per scappare dai suoi sguardi. Adesso ci stavo prendendo gusto, e la mia paura diminuiva. Quando mi si era piantato davanti, era evidente che volesse nascondermi qualcosa. Così, mi ostinavo a scoprire cosa.. Quando qualcosa gli tirò la giacca facendolo fermare, mi fermai anch' io. Lo vidi chiudere gli occhi come qualcuno che è appena stato scoperto nel fare chissà quale reato.

Poi si spostò, e mi lasciò campo libero per vedere cosa nascondeva..

Se mi fossi ricordata come si faceva, avrei urlato. Ero troppo scioccata per dire qualsiasi cosa, perciò presi a fare starnuti a raffica.

In un secondo un tintinnio colorò l' atmosfera di quella sottospecie di stanza, e comparvero tanti altri cosi come quell' omino che stava davanti a me. Tutti uguali.

Iniziarono a ballare, e a canticchiare un qualcosa tipo..

<< Cristina Cri, Cristina Cri, è allergica, al cioccolato.. Cristina Cri, Cristina Cri, non può mangiarlo.. >> a sentire quelle parole mi tornò la paura, più forte di prima! Guardai la scena spaventata, desiderando di essere ad un manicomio piuttosto che lì..

 

Willy.

Devo ammettere che la canzone era piuttosto carina, ma come avevo pensato a Cristina non piacque.. Aspettavo questo momento da quando l' avevo invitata a fare un giro nella mia fabbrica, e ora che era arrivato temevo che la facesse scappare a gambe elevate. Ma in compenso me la spassavo!

Gli umpa- lumpa erano tanto carini, ma a primo impatto potevano sembrare inquietanti!

Osservavo l' espressione sbalordita di Cristina che accanto a me, cercava un collegamento tra gli umpa- lumpa e me, e facevo segno con le mani ai ragazzi di finirla di cantare o le sarebbe venuto un infarto. Continuando a cantare gli umpa mi guardavano cercando di capire i miei gestacci, e quando afferrarono si volatilizzarono nel nulla. Subito Cristina si volto a guardarmi e io misi le braccia dietro la spalla e la guardai con aria innocente. Sorrisi.

<< Coraggio, andiamo. >> mi ostinai a trascinarla via da lì mentre lei insisteva:

<< Cos' erano quei cosi? Erano nani? Perché erano tutti uguali? E come facevano a cantare una canzone su di me??? Signor Willy!!! >> Mi girai di scatto:

<< Dammi del tu >> e ripresi a correre.

 

Narratore Esterno.
Cristina era terrorizzata, ma attratta da quell' uomo. Dopo tutto, i lineamenti del suo viso erano dolci, anche se spesso si increspavano in espressioni maligne o dispettose.

Lo osservava camminare. Aveva un' andatura strana, tutta sua. Camminava sventolando il bastone per aria, quasi come se avesse dimenticato il suo scopo originario.

<< Hai parenti Willy? >> gli chiese lei, mentre si ricordava la versione della storia di sua nonna.

Mentre correva per stare al suo passo, lo vide fermarsi e osservare il vuoto con un' espressione disperata. Gli si mise accanto, incuriosita dalla sua reazione.

All' improvviso egli si smosse dai suoi pensieri e rincominciò a camminare.

Spaventata lei balzò, per poi continuare a seguirlo.

Eccoci qui! Al terzo capitolo finalmente! :D Spero che le visite aumentino e che questa categoria 'La fabbrica del cioccolato' non sia sottovalutata e sotterrata dalle altre.. Perché è veramente molto bella! -e non sto parlando della mia storia, sono troppo modesta per dire una cosa del genere xD- Ma non ci sono altre storie..! Quindi spero sinceramente che si riattivi e mi piacerebbe leggerne altre.. Ringrazio infine hermgrenger per aver recensito -è stata l'unica!- grazie mille! Mi hai davvero sopresa! Spero che almeno tu continui a seguirmi :D
Baci e al prossimo capitolo! :D

  
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