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Autore: telesette    29/10/2011    0 recensioni
Mentre le Guerre Oscure incombono per piegare e assoggettare le genti di Drakan al perfido Navaros, i due leggendari eroi dell'Ordine della Fiamma, il Cavaliere Heron e il Dragone Arokh, combattono contro l'Alleanza Nera per riportare la pace. Si avvicina il momento della Battaglia Finale e i protagonisti di questo scontro andranno incontro al loro destino...
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nel momento in cui le vampe si dissolsero, Arokh e Ashazer si rirovarono avvinghiati l’uno all’altro in una lotta furibonda. Heron e Kerkeross non erano in grado di controllarli, la furia aveva completamente accecato i due dragoni, in quanto entrambi non desideravano altro che farsi a pezzi. Ashazer colpì Arokh all’addome, ferendolo con gli artigli, mentre questi emise un getto di fuoco dirigendolo negli occhi dell’avversario. Ruggendo di rabbia e dolore, Ashazer sbatté le ali per mantenersi in volo ma Arokh non intendeva mollarlo. Come due possenti leoni alati, entrambi stavano lottando con tutte le proprie forze. Ben presto l’aria diventò rossa di fuoco, il sangue che sprizzava dalle ferite, e solamente uno di loro sarebbe sopravvissuto a quel titanico scontro.

- Arokh, calmati - urlò Heron inutilmente.

Il dragone non lo ascoltò neanche. L’odio verso Ashazer aveva avuto la meglio sul suo proverbiale autocontrollo tanto che ormai, spinto dal desiderio di ucciderlo a tutti i costi, combatteva senza ragionare. Tuttavia Heron non poteva permettere che il drago rischiasse di soccombere all’odio; non solo perché, in quanto vincolate, le loro vite dipendevano l’una dall’altra ma perché lui era il suo più caro amico.
Dal momento però che Arokh era sordo ad ogni richiamo, Heron decise di fare l’unica cosa in grado di attirare la sua attenzione: concentrando il potere magico nel palmo della mano destra, scagliò un fulmine che investì in pieno Ashazer facendolo sussultare.

- Heron, non t’intromettere - ruggì Arokh.
- Ascoltami invece - sbottò Heron in risposta. - Se continui così, finirai per morire assieme a lui… E’ questo che vuoi, pensi che quella carogna possa valere tanto ?

Arokh era accecato dall’ira, il desiderio di uccidere Ashazer era forte, ma sapeva anche che Heron aveva ragione; combattendo a quel modo, rischiavano di morire entrambi per la durezza dello scontro. Intanto Ashazer si era ripreso dal fascio elettrico con cui il cavaliere lo aveva colpito e ululò di rabbia.

- Arokh - urlò. - Ti strapperò il cuore dal petto!
- Vieni a prenderlo, allora - rispose l’altro, in tono di sfida.

Ashazer vomitò un getto di fuoco incandescente contro Arokh. Questi però scartò veloce di lato per evitarlo e, conficcandogli nelle carni i propri artigli, si avventò nuovamente sul nemico. La reazione del traditore fu altrettanto violenta: le sue fauci si chiusero sulla spalla di Arokh; tuttavia questi rafforzò ancora di più la presa e strinse Ashazer in una morsa, fino a che il sangue non cominciò a colare dalla ferita. Ashazer si contorse disperatamente, nel vano tentativo di liberarsi, ma Arokh lo aveva ormai immobilizzato. Vedendo la propria cavalcatura in difficoltà, Kerkeross cercò di colpire Arokh con un incantesimo… Ma Heron aspettava proprio quel momento per cogliere l’avversario di sorpresa. Non appena infatti Kerkeross ebbe abbassato la guardia, Heron si sganciò dalla groppa di Arokh con un balzo per atterrare sopra di lui con la spada in pugno; la lama affondò profondamente nella spalla del nemico, tanto che questi lasciò cadere l’arma nel vuoto e fissò Heron con occhi spenti; senza esitare oltre dunque, Heron vibrò un secondo colpo staccandogli la testa di netto.
Nel momento in cui il suo cavaliere fu ucciso, Ashazer lanciò un lunghissimo grido di morte: il vincolo era spezzato e la sua vita era terminata, assieme a quella del compagno caduto; le grosse ali si fecero improvvisamente di piombo e i rossi occhi fiammeggianti scomparvero dentro due scure orbite fredde. Arokh lo lasciò andare, osservandolo mentre precipitava al suolo, e si affrettò a recuperare Heron prima che anche lui seguisse la sua stessa sorte.
Comunque era destino che dell’immondo Ashazer non rimanesse alcuna traccia: Arokh lo investì con una pioggia interminabile di sfere di fuoco e il corpo del traditore esplose in mille pezzi.

- Uff - sospirò Heron, passandosi una mano sulla fronte, dopo quel preoccupante salto nel vuoto. - Chissà perché, da quando siamo insieme, ho perso ogni interesse per la carne arrosto…
- Scusa - mormorò il dragone, con una punta d’ironia nella voce. - Non era mia intenzione farti passare l’appetito!

Heron abbozzò un mezzo sorriso e gli assestò una pacca amichevole sul dorso. Si conoscevano da troppo tempo ormai, da prima ancora che Navaros scatenasse la sua rivolta, e ogni nuova vittoria era la prova di quanto il loro legame fosse saldo.
La battaglia era finita. Con la morte di Kerkeross, le armate dell’Alleanza Nera furono costrette a darsi alla fuga ma le perdite che avevano inflitto al nemico erano altissime: degli ultimi sopravvissuti dell’Ordine, compresi Heron e Arokh, rimanevano solo dodici cavalieri e altrettanti dragoni. I sopravvissuti al saccheggio dei Wartok erano scappati oltre le colline, in cerca di un rifugio sicuro, e la piana sottostante era cosparsa dei cadaveri di uomini e bestie. Davanti a quello spettacolo orribile, Heron e Arokh non riuscivano a gioire. Stanchi e feriti, entrambi diedero l’ordine di rientro ai compagni e insieme si allontanarono in volo, scomparendo all’orizzonte.

 

***

 

Fin dall’inizio delle Guerre Oscure, il Consiglio dei Maghi di Drakan si era stabilito presso la Torre Volcroft, ovvero il cuore centrale dell’Ordine della Fiamma.  Per secoli la torre aveva retto agli attacchi del tempo e dei nemici ma la situazione precipitava sempre di più. Il potere di Navaros aumentava di giorno in giorno, senza che niente potesse contrastarlo. Heron e Arokh rimanevano gli unici in grado di fronteggiare la minaccia, perciò i maghi riponevano in loro tutte le ultime speranze.
L’eroe delle Guerre Oscure, al comando degli ultimi Cavalieri dell’Ordine rimasti, fece atterrare il drago nel cortile della torre. Qui due anziani lo accolsero benevolmente.

- Salute a te, prode Heron - esclamarono i due, facendo mostra di grande rispetto. - Per favore seguici, il capo del Consiglio deve parlarti immediatamente!

Heron annuì. Una convocazione così urgente poteva significare solo altre brutte notizie… Ma il cavaliere non poteva neanche lontanamente immaginare la gravità di ciò che avrebbe appreso di lì a poco.
Scortato dai due maghi attraverso i corridoi della torre, Heron raggiunse la Sala del Consiglio. Qui il venerabile Rodamus, assieme ad una ventina di saggi avvolti nelle loro vesti druidiche, lo stava aspettando.

- Bentornato, Heron - lo salutò il vecchio. - Ho saputo che la battaglia è stata molto più dura del previsto…
- Abbiamo subito molte perdite - rispose Heron, pensando ai suoi compagni caduti.

Rodamus chinò il capo tristemente.

- Purtroppo non è ancora tempo per piangere i defunti, l’ombra della morte avanza assieme Navaros e, prima che arrivi l’alba del nuovo giorno, Drakan potrebbe non esistere più!
- Che intendi dire, Rodamus ?

Il vecchio sospirò profondamente, prima di incrociare lo sguardo in quello di Heron e metterlo al corrente della nuova minaccia.

- E’ accaduto quello che temevamo, Heron - disse Rodamus in un soffio. - Navaros ha snaturato il Vincolo ed è diventato tutt’uno con il suo drago!
- Ma… Non è possibile…
- E’ così, purtroppo - confermò l’altro. - Attraverso un oscuro rituale magico, Navaros ha inghiottito il cuore di Keiross ancora vivo e pulsante; in questo modo entrambi hanno potuto rinascere come una sorta di ibrido, né uomo né drago; un unico gigantesco corpo mostruoso, per distruggere ciò che resta dell’Ordine e tutto quello che rappresenta!

Heron impallidì di colpo. Navaros era maestro nella magia nera e, in virtù di oscure arti proibite, aveva sottomesso innumerevoli creature al suo servizio. Ma quello che Rodamus aveva appena detto non aveva nulla a che vedere con le schiere dei Wartok o le legioni dei morti viventi contro cui l’Ordine aveva combattuto finora… Snaturando il Vincolo, Navaros era entrato in possesso di un potere micidiale! Heron sapeva che di lì a poco si sarebbe svolta la battaglia finale, lo scontro che avrebbe deciso le sorti di Drakan, ma non aveva assolutamente idea di quali armi avrebbero potuto sconfiggere un simile mostro.

- Non abbiamo molto tempo - aggiunse Rodamus ansiosamente. - Le nostre vedette ci informano che i Ghoul si stanno muovendo sulla piana di Zatrus… E Navaros stesso ha assunto il comando, al posto del suo generale Gothraul!
- Io e Arokh possiamo raggiungere la zona in men che non si dica ma, ammesso di riuscire a distruggere quel mucchio d’ossa ambulanti, come possiamo affrontare Navaros in campo aperto senza disporre di alcuna arma ?

Come in risposta alla sua domanda, Rodamus si avvicinò ad una nicchia nella parete e vi inserì una piccola chiave di cristallo. La nicchia si aprì, rivelando dunque al suo interno una magnifica spada bilama, sormontata da decine di iscrizioni runiche.

- Il Consiglio ha impiegato tutte le sue energie per forgiarla, si chiama Bourne ed è investita di grandi poteri magici - spiegò il mago. - Questa spada è in grado di penetrare le difese di Navaros, ma solamente un colpo in pieno cuore potrà ucciderlo!

Heron strinse le dita attorno all’elsa e sollevò la spada Bourne, rimirandone la lucentezza e l’aspetto finemente lavorato.

- Sai quello che mi stai chiedendo ?
- Non c’è altro modo, Heron - rispose il vecchio. - Sei l’unico che può farlo… Se fallisci, l’umanità sarà condannata!

Il cavaliere non disse nulla. Ciò che si accingeva a compiere era un autentico suicidio: la spada certo gli avrebbe consentito di uccidere Navaros, ma non poteva certo garantirgli protezione contro la forza spaventosa di quest’ultimo; difficilmente sarebbe uscito vivo da quello scontro, tuttavia non poteva tirarsi indietro; anche a costo di morire, affrontare Navaros era dovere dell’Ordine… E solamente un cavaliere dell’Ordine poteva assolvere tale compito.

- Così sia - dichiarò Heron, riponendo Bourne nel fodero al posto della sua vecchia lama. - Succeda quel che succeda, combatterò Navaros con questa spada e lo ucciderò!
- Possano gli dei vegliare affinché la tua missione abbia successo - concluse Rodamus, giungendo le mani in preghiera.

Heron si accinse ad uscire dalla sala, accompagnato dalle mute benedizioni di ognuno dei presenti, qui però uno dei maghi ( un giovane di nome Zilas ) gli fece segno di aspettare.

- Sì, Zilas ? - domandò Heron.
- Ricordi quello che mi avevi chiesto, Heron ? Credo di avere finalmente ciò che può fare al caso tuo…
- Sul serio ?

Il mago tirò fuori da sotto la tunica un lungo cristallo sottile di colore blu intenso e lo porse ad Heron.

- Se sei tuttora deciso a farlo, usa questo al momento opportuno e avrai l’effetto desiderato!

Heron accettò il cristallo con gratitudine.

- Grazie, Zilas - esclamò. - Almeno così potrò proteggere Arokh, qualunque cosa dovesse succedermi…
- Nessun cavaliere ha mai fatto una cosa simile, prima d’ora - osservò Zilas.
- Probabilmente perché nessuno ha mai avuto un compagno come Arokh - fece Heron con un sorriso. - Gli devo molto, non posso permettere che segua la mia stessa sorte!
- Ma Heron…
- E’ così, Zilas! I tempi dell’Ordine volgono alla fine ormai, i draghi non hanno più fiducia negli uomini e nessuno potrà mai dimenticare l’orrore che queste guerre hanno provocato…
- Ma l’Ordine esiste proprio per questo, perché tutto ritorni come una volta - insistette l’altro.
- “Esisteva”, Zilas… Parliamo di qualcosa che non esiste più: l’Alleanza Nera ha dimostrato che la corruzione può rovinare anche le cause più nobili; non è stato Navaros da solo, ma anche Kerkeross, Rastadir, Boroven e tutti i cavalieri che hanno tradito assieme a lui… Questa battaglia segnerà la fine di tutto, Zilas, tutto scomparirà nella polvere!

Zilas lo osservò stupito. Il mago era troppo giovane per concepire la realtà delle parole di Heron, non riusciva a credere che l’Ordine ( da sempre visto come simbolo di grandezza, forza e coraggio ) fosse destinato a scomparire per sempre. Il cavaliere gli posò dunque una mano sulla spalla e lo guardò dritto negli occhi.

- Non occorre essere cavaliere, amico mio: “la forza e l’onore sono il cuore di ognuno di noi!”

Quelle furono le ultime parole di Heron ad essere tramandate nelle cronache conosciute dell’Ordine della Fiamma. Quanto in seguito avvenne, è avvolto nella leggenda dell’ultimo giorno dell’Ordine.

( continua )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

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"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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