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Autore: joellen    01/11/2011    0 recensioni
La vicenda si è conclusa nel migliore dei modi. Non possiamo dire che "vissero tutti felici e contenti", ma è andata abbastanza bene.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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IL MARCHIO

 

 

 

 

A casa di Bobby, quella stessa sera

 

Era tardi.

Bobby era seduto al tavolo dello studio, intento a sfogliare uno dei tanti libri che aveva acquistato; Dean era spalmato sul divano a guardare la tv e sonnecchiare; Sam era seduto su una poltroncina, col computer sulle ginocchia, a gironzolare per la rete in cerca di misteri da risolvere.

Tutto era silenzioso e tranquillo.

Verso mezzanotte, Bobby annunciò di voler andare a dormire, e lasciò i libri sul tavolo;  mezzo addormentato, Dean approvò l’idea dell’amico e si alzò dal divano, intenzionato a seguirlo nel programma, e Sam informò che si sarebbe attardato ancora qualche minuto. Dean si avvicinò a lui e lanciò un’occhiata veloce a quel che appariva sullo schermo, scoprendo che il fratello stava facendo ricerche proprio sul tipo di libri che Bobby aveva comprato.

“Sono codici miniati. – spiegò Sam – Realizzati interamente a mano”.

“Sono bellissimi. – commentò Dean effettivamente meravigliato dalla precisione dei dipinti in miniatura – Pensi che potrebbero interessarci?” .

“Non so, Dean. – rispose Sam – Ma indubbiamente questi oggetti mi fanno pensare che potrebbero anche nascondere qualche segreto. Sono stati fatti più di cinquecento anni fa, in un’epoca difficile, piena di contrasti sociali, in cui la cultura stava emergendo, ma a beneficio di pochi eletti”.

Gli sguardi dei due ragazzi s’incontrarono, e Dean diede una pacca affettuosa sulla spalla di Sam. Riconobbe che non aveva torto. La fattura stessa dei libri trasudava mistero. E lui, la prima volta che aveva aperto il libro acquistato da Bobby, aveva avuto una veloce, ma inquietante visione.

Si augurarono la buona notte, e dopo qualche minuto, Sam spense il computer e raggiunse il fratello nella camera degli ospiti, ma Dean si accorse di aver lasciato il cellulare sul divano e andò a prenderlo. Stava per lasciare lo studio di Bobby quando vide che il suo alito si condensava, sentì freddo e, all’angolo fra due scaffalature dei libri, scorse una sagoma nera che restò ferma pochi secondi per poi sparire in una vampata di fuoco.

Rimase un attimo immobile, avvertendo un’accelerazione del battito cardiaco.

Forse Sam aveva ragione: quei libri avrebbero potuto nascondere misteri.

Si avvicinò al tavolo e accese  la lampada. Il tomo era lì, e sulla copertina di cuoio scuro era comparsa una scritta che pareva grondare sangue, e che lo fece sussultare:

 

TRADITORE!

 

Per un traumatico istante gli venne da temere che fosse rivolto a lui, ma poi si riprese e rifletté.

Quella scritta, prima non c’era.

Ci passò un dito sopra e lo leccò.

Il sapore del liquido non era quello dolciastro del sangue, bensì un gusto amaro e vagamente metallico che faceva pensare ad un inchiostro.

In quel momento, sulla porta comparve Bobby, e Dean gli mostrò il libro, raccontandogli anche cosa aveva visto. Bobby si attaccò al telefono e svegliò il venditore, il quale trasecolò e giurò di non saperne nulla.

Dopo circa un‘ora i tre erano in viaggio sull’Impala diretti a Boston.

 

 

 

 

 

 

 

Biblioteca Pubblica di Boston, il giorno dopo.

 

Emma Moràbito era di turno alla sala Koussovetsky, settore Libri Rari, che si trovò al 3° piano della biblioteca, edificio McKim. Emma era italiana, anche lei a Boston da diversi anni, prima per studio, poi per lavoro, avendo trovato posto proprio alla biblioteca, non solo per pura fortuna. L’essere lì infatti, era dovuto anche al fatto di conoscere Elisabetta Vissani che l’ aveva voluta con insistenza a curare quell’evento, essendo anche lei appassionata ed esperta di libri antichi

Il direttore della biblioteca non si era opposto a questa sorta di raccomandazione, sapendo che l’iniziativa della mostra di quei libri era stata finanziata dalla signora Vissani, e che lei, in fondo aveva diritto a scegliere le persone che devono occuparsi del settore.

Per lei entrare in quella sala dall’atmosfera ieratica era sempre un buon inizio di giornata.

Camminò lenta e felice lungo la navata centrale della sala.

Tutto sembrava in ordine. Tutto tranquillo.

Tuttavia, Emma non poté fare a meno di dare un’occhiata ad uno di quei bei volumi, attratta com’era da quella forma di arte, e convinta che fosse una specie di rito di buon auspicio. I libri erano grossi e pesanti. Scelse quello che si trovò al 5° banco a destra, lo estrasse,  lo posò sopra al banco e sulla copertina di cuoio scuro vide incisa  a grossi caratteri gotici e cubitali, una parola:

 

TRADITORE

 

in rosso. Passò subito in rassegna gli altri quattro volumi e, con orrore, scopre che la parola  era scolpita sulla copertina di ciascuno di essi. Controllò i volumi e si avvide, angosciata,  che il marchio era passato anche all’interno, segnando tutte le pagine.

Si sentì quasi male, e si appoggiò al banco. Come lo avrebbe detto alla signora?

Chi poteva essere stato, e come, a compiere quello scempio, considerando gli eccezionali sistemi d’allarme?

Oppure i sistemi di allarme non erano poi così eccezionali?

Telefonò immediatamente alla signora Vissani.

   
 
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