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Autore: KiM91    03/11/2011    4 recensioni
Il rapporto tra Soul e Maka, attraverso i momenti, i pensieri e le "Sensazioni del Corpo" e dell'anima di ognuno.
Una raccolta di 10 capitoli in cui conosceranno e capiranno i loro reciproci sentimenti.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 – Mune





 

L'estate stava volgendo al termine.

A differenza di quello che si pensa, in Nevada l'estate dura un po' più a lungo del normale. In poche parole, a Settembre faceva ancora un caldo davvero esagerato!

Pantaloncini corti e canottiere erano assolutamente d'obbligo, litri di acqua fredda e un ventilatore scassato di prima generazione tremendamente necessari.

Le vacanze, purtroppo, stavano per concludersi, ma il caldo del deserto non ti lasciava in pace neppure alla fine di Agosto!

Con l'estate torrida, e la scarsa volontà di fare una qualsivoglia azione, sembrava che anche la lista di Shinigami-sama si fosse ridotta considerevolmente.

Magari anche i cattivi si riposavano d'estate?

Io credo di essere arrivata al sesto giorno di fila senza mai fare nulla che comprendesse il troppo lavoro motorio.

L'unica corsa, sempre se si possa chiamare così una camminata mattutina alle undici e mezza, era con l'unico scopo di accaparrarsi il divano per primo.

Ma sia per chi arrivava prima e sia per chi dopo, il divano diventava la nuova fauna ambientale, luogo paradisiaco illuminato dalla saggezza dei cuscini, della pacifica azione ordinatrice del ventilatore e dalla ricchezza spirituale dei ghiaccioli alla fragola.

Soul sembrava d'accordo su ogni cosa... tranne che sui ghiaccioli.

A lui piacciono alla menta.

Era diventata una cosa talmente abituale che quando uno faceva qualcosa la faceva per due: prendere due ghiaccioli, accendere il ventilatore per il bene di entrambi, sistemare le pieghe del copri-divano prima di sedervisici comodamente, avvicinare il tavolino per lasciarci le gambe a penzoloni, la testa rivoltata sullo schienale e le braccia abbandonate tra i solchi fatti dal troppo oziare.

In questi ultimi giorni è capitato molto spesso ad entrambi di uscire dal bagno in intimo oppure reggendo a forza l'asciugamano, perché sì, anche quelli facevano dannatamente caldo, e altrettanto spesso ci scambiavamo sguardi straniti oppure piccole risate su come ci comportassimo pietosamente.

Eravamo la coppia meister-weapon più forte della Shibusen, prima dell'arrivo dell'estate... estate che ci ha distrutto l'autostima, la forza mentale e quella fisica.

Per l'appunto, eravamo. Adesso è tutto così confuso ed etereo, come la strada sfocata sotto il sole di mezzogiorno.

Sconfiggere un nemico?

Raccogliere un anima?

No grazie, non fa per me...

Non fa davvero per noi in questa assurda situazione.

Non più meister Maka e weapon Soul.

Solamente Maka, la svogliata, e Soul, lo svogliato al quadrato.

In una parola: patetici.

Decisamente e tristemente patetici.

Ma non per questo l'ozio finiva.

Tutt'ora, sul divano, a gambe aperte e mollemente lasciate penzolare dal bordo del cuscino, sto cercando la voglia di alzarmi per andare a prendere il solito ghiacciolo alla fragola delle tre del pomeriggio, accompagnata da un grugnito decisamente animalesco di Soul con il quale richiede il mio aiuto nel portargliene uno alla menta.

Con un cenno, mi appresto a svolgere il movimento più duro della giornata: dare un colpo di reni, tutto d'un fiato, per alzarsi dal divano e arrivare in poco tempo al frigo in cui è custodito il gustoso cibo degli dei.

Tornata al divano, trionfante nel mio sorriso spontaneo per l'appena conclusa impresa eroica, porgo il tronchetto verde a Soul e lo scartiamo in un movimento lento e calcolato, quasi a non dover spendere per esso più delle energie necessarie.

 

Capitava però, di tanto in tanto, che un qualche briciolo di energia ritornasse magicamente, soltanto per un'azione istantanea.

L'esempio più eclatante fu proprio quel pomeriggio.

Mangiavamo il ghiacciolo come sempre...con dovizia e lentezza leccavamo il pezzo di ghiaccio prima di addentarlo fatalmente.

Come è successo a tanti, e a moltissimi ancora capita, la fine del ghiacciolo diventa sempre una scommessa imprevedibile: quel pezzo che c'è attaccato allo stecchetto cadrà ed andrà perduto, cadrà ma verrà recuperato, o riuscirò ad addentarlo in tempo?

Credo che quel giorno, a Soul, servirono pochi secondi per capire che il freddo che sentiva non era causato da un calo improvviso delle temperature.

 

Data la genuinità della cosa, oramai mi ero abituata a vedere Soul girare per casa con solo un paio di pantaloncini da basket neri.

Era inoltre molto frequente vederlo in atteggiamenti davvero poco consoni con il ventilatore, soprattutto quando ci si piazzava davanti e apriva i buchi per le gambe dei pantaloni e vi faceva entrare l'aria fredda.

Quindi, ritrovarmelo di fronte o seduto affianco ogni giorno mezzo nudo o quasi, era diventato talmente normale che se l'avessi visto vestito non l'avrei più riconosciuto.

Ma quel giorno, credo sarebbe stato meglio se solo avesse avuto almeno una canottiera.

 

Alla domanda di prima rispondo sì, quel maledetto pezzo finale del ghiacciolo di Soul è caduto miseramente dallo stecchetto ed ora, beffardamente, scendeva attraverso il busto scoperto del mio indecente coinquilino.

Ciò che mi sorprese fu il mio stesso sguardo che rimase incantato e imbambolato a fissare come quel piccolo pezzettino di ghiaccio si stesse lentamente sciogliendo passando sulla pelle diafana e calda dei pettorali, e poi giù, lungo le leggere collinette degli addominali, in un percorso gelido e verdognolo.

Era più o meno grande come una noce quando lo afferrai, quell'ultimo, dannato pezzo di ghiaccio.

Velocemente me lo misi in bocca e lo mangiai.

Il gusto di menta mi riempì la bocca.

Dall'altra parte, Soul, mi stava osservando, boccheggiando e con un'espressione a dir poco sconvolta.

L'interpretazione poteva essere della più varia, ma decretai quell'espressione come la simbolizzazione della frase : “Come diamine ti sei permessa di mangiare il mio ultimo, e dico, ultimo pezzo di ghiacciolo?”, più qualche altra volgarità.

Mi sbagliai, ma solo di poco.

In uno scatto Soul aveva addentato parte di quello che era rimasto del mio ghiacciolo alla fragola.

E non soddisfatto mi guardava, dal basso in alto, puntandomi addosso i rubini che aveva per occhi, in un modo stranamente minaccioso, ma dall'altra terribilmente attraente...(oddio, l'ho detto sul serio?).

Ora sì che ero io quella con l'espressione da rimbecillita.

«Ma... hai mangiato il mio ghiacciolo! A te non piace quello alla fragola!»

«Tu hai preso il mio ultimo, e dico, ultimo pezzo senza neppure chiedermelo! Eppoi non era a te che non piaceva la menta?»

Mi sbagliai davvero solo di poco!

«Non è affatto vero! Si da il caso, inoltre, che il tuo ultimo pezzo si stava sciogliendo.»

«Che ci vuoi fare? Sono talmente cool che anche il ghiacciolo si scioglie al guardarmi!»

Nel mentre del suo sproloquio continuava a guardarmi con quello sguardo intrigante, un po' offeso, e si indicava con il dito per sottolineare la sua figura 'troppo cool'.

Sbuffai. Era davvero un grandissimo idiota!

 

 けさから

 まだ景色

 

Non credevo che in tutto questo tempo passato assieme io sarei mai riuscita a dimenticare. Lei era lì, ed ora, più che mai, faceva svettare le sue creste chiare e le sue grinzose colline di pelle.

No, non credo che avrei mai dimenticato, ma da molto non la notavo, o semplicemente la dimenticavo per un po'.

Ma lei tornava sempre, e adesso si mostrava in tutta la sua freddezza.

 

 このみをじたいの

 えて

 

Continuai a guardarla, a guardarlo, a guardare Soul che attimo dopo attimo si accorgeva che lo fissavo. Che la stavo fissando.

«Ti fa...ancora male?»

La domanda sorge sempre.

Sempre la stessa.

Sempre la stessa risposta.

«A volte da un po' fastidio. Ma non ti devi preoccupare.»

Lo disse, come sempre, in modo gentile, ma il suo sguardo si era incupito tutto d'un tratto.

Spesso accadeva, in questi momenti, che la fissavo ancora più intensamente, per scoprirne la superficie, le rientranze, i piccoli dossi e le lacune.

Un po' meno frequentemente arrivavo a toccare con mano quello che era oggetto del mio sguardo.

Ma successe. Questa volta mi sbilanciai nel toccarla.

Con molta lentezza e devozione, la sfiorai, e tracciai, vicino alla spalla sinistra, la prima croce di pelle anomala, liscia e biancastra.

 

Un brivido mi percorse dalle dita fin su tutta la schiena.

 

 貴方れたしい

 していたちて

 

Poi scesi, pian piano, verso tutta la lunghezza della cicatrice.

Adorante, nel mio viaggio attraverso il colore candido di quella pelle lucida, passavo con il dito tra colline spianate e piccole valli rosate.

Sotto il tocco delle altre dita, i muscoli allenati si lasciavano sfiorare e delineare.

I pettorali si alzavano e abbassavano al ritmo del respiro velocizzato.

Gli addominali si indurivano alla percezione del tocco estraneo sulla pelle.

 

 たいにやっとしたびら

 

E poi leggeri, si alzano sull'epidermide, i peli chiari che tirano la pelle e la fanno sussultare.

Di solito, solo se si ha sensazione di freddo ci spunta la 'pelle d'oca'.

Ma... non c'era più il pezzo di ghiacciolo freddo, non erano neppure precipitate le temperature... allora perché Soul avrebbe dovuto avere freddo?

 

 けさからまれ

まだぬくもりもらず

 

Non mi fermai, affamata della sensazione inusuale che mi recava il tocco di quella cicatrice.

Non più simbolo di debolezza.

Non più simbolo di rimorso.

Era una parte di Soul, la quale racchiudeva anche qualcosa di me.

Arrivai lenta alla fine del lungo taglio obliquo.

Realizzai che l'elastico dei pantaloncini era qualche centimetro più in giù.

Sussultai.

Avvampai.

 

Ormai Soul lo sapeva da anni. L'avevo affrontata e l'avevo anche accettata.

Ma ora era diventata per me una fonte inestimabile di interesse e curiosità.

Che sensazioni provava quando toccava quella lunga cicatrice?

La sente fredda sotto le dita? Ha calore?

Che effetto gli faceva quando io, con dovizia, passavo le dita sul quella pelle?

È forse per questo che trema?

È per questo che sente freddo?

 

 

«Maka...»

 

Mi rabbuio dalle mie continue e solite domande.

Mi aveva afferrato il polso con la mano, tenendolo fermamente.

Il mio nome è stato pronunciato con una tonalità scura e profonda.

Alzo di scatto il viso ad incontrare il suo.

Credo di non sbagliare se quello che vedo nei suoi occhi è uno sguardo diverso.

Acquoso.

 

その

 

Non credo neppure di sbagliare quando dico che le sue guance sono di un colore decisamente più purpureo.

Imbarazzo.

 

くちづけで

 

D'un tratto lo vedo avvicinarsi, lentamente, incatenandomi con il rosso sanguigno dei suoi occhi, verso il mio volto, verso di me.

 

 したさい

 

 

Di sicuro mi avrebbe fatto una sfuriata epocale.

Battei subito la ritirata per evitare le solite incomprensioni.

«Scusa... l'ho, ehm... fatto di nuovo.»

La voce uscì strana dalla gola. Sorrido con circospezione.

Risatina quasi isterica.

E sapevo che a lui queste cose, che rivangavano il passato e il dolore, le odiava.

Il suo sguardo tornò normale, forse un po' più arrabbiato.

Mi lasciò il polso delicatamente e in uno slancio si alzò dal divano sbuffando sonoramente. Lo guardai andare via, senza capire.

«Vado a farmi una doccia...»

Un tono decisamente incolore.

«Ancora? Ma se l'hai fatta tre ore fa!»

Stranamente, non volevo che se ne andasse via così, come sempre, con quello sguardo quasi afflitto e le frasi di commiato.

«Vuoi che me ne resti per tutta la giornata con questa riga verde appiccicaticcia?»

Indica la scia gelida e verdognola attraverso il corpo. Ne seguo la traccia.

«Non se ne parla neanche!»

Aggiunge, gesticolando come faceva quando si mostrava indisponente a certi argomenti.

Poi si blocca, mette un braccio sul fianco e con l'altro comincia a indicare sulla pelle il percorso del ghiacciolo.

Lo sguardo decisamente provocatorio e tentatore (Dio... ma solo a me fa questi sguardi?).

«O magari vuoi favorire

Un sorriso malvagio.

 

E questa come cavolo gli era uscita?

 

 

 Immaginazione.

けさから

Sento il calore avvampare sulle guance.
No. Questo era decisamente imbarazzante.

まだ夜明けへ

 

 

 

Scatto felino.

Vedo il volto di Soul deformarsi in un misto tra paura e aspettativa.

Pochi attimi dopo il cuscino calò dolorosamente sulla sua testa.

Così impara a farmi imbarazzare con quelle frasi da porco volgare!

«Ehi! Ma ti pare?! Questi cosi fanno dannatamente male! Cazzo!»

«Smettila di lamentarti, super deficiente! E ora vatti a lavare!»

Mi restituì il cuscino al volo, lanciando con esso anche lo stesso sguardo di prima.

Serio, provocatorio, tentatore.

 

 ただいをえたいの

 えて



 

***
 

Quel giorno mi accorsi, per la prima volta, che le cose stavano irrimediabilmente cambiando.

 

Per me e per lui.

 








 

***
 

Angolo Autrice: Saaalve! Ebbene... preparate tizzoni ardenti, lance, forche, spade, tridenti, mazze chiodate, falci, qualsiasi arma va benissimo perchè lo so... questo capitolo è un disastro e sono in un ritardo oltremodo osceno...!
Però... (ci sta anche il però...) io avvisai a suo tempo che non sarei riuscita ad aggiornare...colpa del Lucca Comics che mi ha portato via tempo... (beh, ovvio!) e anche un computer (per meglio dire il mio!) e la connessione internet! 
Quindi vi prego, prima di fucilarmi, mutilarmi, prendere la mia anima e quant'altro... lasciate che porga le mie scuse più sentite! v__v
E' davvero un enorme rammarico! -__-"
Beh... per quanto rigurda il capitolo... no non ne sono affatto soddisfatta... affatto!
Ogni tanto sgarro scadendo (o solamente tendendo...) nelle song fic, e tutto va a farsi benedire... -_-
Ora, bypassiamo il fatto che facendo lingue orientali non mi è più possibile vedere una canzone scritta in romaji (davvero, anche scrivere il titolo a volte il mio orgoglio da orientalista viene meno...), il testo della canzone è di "Kizuato" (*brivido di freddo...*) in kanji 傷跡, delle mie amate, amatissime Kalafina, e, quasi per non dire appunto, significa 'cicatrice'.
Or ora... voi tutti penserete "Ahhh! Ecco perchè ci ha intrigato questa canzone!"...
Diciamo non solo per quello... Il motivo principale è perchè mi piace un cifro! (parlo come Mefisto di AF... *si nasconde*)
Detto ciò... ci rivediamo al prossimo capitolo, sperando con questo di non aver demoralizzato tutti i lettori gentilissimi.
Un bacione a tutti voi!


 

  
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