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Autore: FairyCleo    07/11/2011    6 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Where are your memories?


Artù era sempre più convinto che la giovane mulatta avesse preso una botta in testa e soffrisse di una forte amnesia.
Com' era possibile che non ricordasse nulla di Miraz e di tutto lo scompiglio che aveva causato durante la sua permanenza a Camelot?
Aveva provato a raccontarle dello sciagurato salvataggio di Clara da parte di Merlino, della richiesta assurda fatta ad Uther di farsi servire solo da quell' idiota, e della gara contro lord Glozelle che lo aveva quasi ucciso.
Ma lei sembrava cadere dalle nuvole.
"Credo che voi abbiate avuto un sonno molto agitato, mio signore!".
Un sonno molto agitato... UN SONNO MOLTO AGITATO??? Che lo stesse prendendo in giro?
Eppure, Gwen non era il tipo. Era sempre stata gentile, cortese, ed era abituata a mantenere le distanze, anche se spesso non aveva paura di dire ciò che pensava.
Ma mai lo aveva preso in giro, e non credeva che lo avrebbe fatto per la prima volta in quella circostanza. C' era troppa sofferenza in ballo. E poi, riusciva a leggere solo sincerità in quegli occhi dolci e confusi che lo scrutavano con amore. Poteva fidarsi di lei.
Per questo, aveva preferito non insistere oltre.
Dopotutto, aveva un intero castello a cui chiedere!
Anzi, probabilmente, con un po' di fortuna, sarebbe riuscito ad imbattersi proprio in quell' impiastro del suo servitore.
Aveva un assurdo bisogno di vederlo. E lo avrebbe soddisfatto.
"Posso fare dell' altro per voi, mio signore?".
' E' proprio questo il punto Gwen... non hai fatto niente. Come fai a fare dell' altro? ' - avrebbe sicuramente detto suo padre. Ma lui, Artù Pendragon, come avrebbe potuto trattare tanto male una giovane che gli era così devota?
"No Gwen... Grazie molte... puoi andare...".
"Si sire!" - e la giovane si era avviata verso la porta.
"Ah, Gwen... un' ultima cosa".
"Si?".
"Perché sei venuta nella mia stanza?".
La giovane mulatta non aveva proprio saputo cosa rispondere.

                                                                                                          *

Gaius era sfinito.
Sfinito, ma felice.
Grazie ai rudimenti della magia, era riuscito a far sparire i resti carbonizzati di quello che avrebbe dovuto essere la sua dimora di morte, e, approfittando dello strano sonno che aveva sopreso i presenti, si era avvicinato a lady Morgana con circospezione e curiosità.
Aveva visto chiaramente l' aura dorata emanata dalla giovane dama e la sospetta polverina rossa scintillante aleggiare nell' aria.
La magia, che con tanta fatica aveva cercato di tenere celata in lei, si era risvegliata.
Ma quale ne era stata la causa? Che fosse stata proprio lei a far addormentare tutti? E poi, perché, se fosse stato così, con lui non aveva funzionato, mentre lei era rimasta vittima del suo stesso incantesimo? Per dargli la possibilità di fuggire?
Divorato dai dubbi, e anche da un minimo di timore - dopotutto, non sapeva quali fossero i reali effetti di quella polvere sconosciuta - era giunto nei pressi del palco reale.
Uther e lady Morgana dormivano come sassi.
Il re, poi, si era addormentato con il pollice in bocca, e Gaius, nel trovarsi davanti agli occhi una simile scena, per poco non era scoppiato a ridere, mandando a monte il suo piano. E pensare che quello sciocco borioso di un re stava per farlo uccidere!

Ritrovando la concentrazione, il cerusico era salito sul patio, facendo attenzione a non inciampare nel mantello di Uther.
Lady Morgana aveva il viso pallido e sudato. Alcune delle lucide ciocche d' ebano erano appiccicate sulla fronte imperlata di sudore.
L' incantesimo l' aveva prosciugata di tutte le sue energie.
Povera ragazza. Doveva aver fatto uno sforzo estremo. Non gliene sarebbe mai stato abbastanza grato.

Puntando lo sguardo verso il basso, per evitare di scivolare sulla stoffa lucida della veste di Morgana, i suoi occhi avevano notato la presenza di un oggetto che prima gli era sfuggito.
Si trattava di un piccolo sacchettino di velluto, vuoto, a cui era attaccato un laccetto dorato, sciolto.
Facendo attenzione, lo aveva preso tra le mani, sollevandolo quanto bastava per poterlo osservare meglio.
Apparentemente, sembrava un comunissimo sacchetto di velluto. Niente di speciale. Probabilmente, proveniva dalla bottega in paese.
Ma perché si trovava ai piedi di Morgana?
Guardandolo meglio, Gaius si era accorto di uno strano simbolo sulla base. Sembrava marchiato a fuoco.
"Oh Dei..." - improvvisamente, aveva avuto un falsh. Non riusciva a credere a ciò che aveva davanti - "Ma questo... questo è...".
Era un piccolo, minuscolo, drago.

                                                                                                   *

Il principe non riusciva a credere a ciò che si presentava davanti ai suoi occhi.
Tutta Camelot, compresi Morgana e suo padre, giacevano addormentati nella grande piazza.
Una moltitudine di colori di ogni genere era riversa al suolo, creando un gioco tra l' affascinante e lo spettrale. A primo impatto, li aveva scambiati per una massa di cadaveri. Fortunatamente, i cadaveri non respiravano.
Ma che stava succedendo?
Prima Gwen, poi tutti gli altri erano vittima di uno strano sonno.
Di un sonno magico!
Ma certo!
"Un mago dove essersi infiltrato a Camelot durante la mia degenza, e deve aver fatto una fattura all' intera popolazione!".
Era certo che fosse causa della magia se Gwen era stata privata della propria memoria! E lo stesso sarebbe accaduto agli altri una volta svegli!
Ci scommetteva la sua spada migliore!

Muovendosi cauto, con la propria arma sguainata pronto a colpire nell' eventualità di un attacco, quando, all' improvviso, uno dei suoi cavalieri si era svegliato.
"A- Artù!".
"Sir Leon!".
L' uomo, anche se un po' frastornato, era riuscito a rimettersi in piedi, avvicinandosi incerto al principe.
"Che... che cosa è successo??".
"Vorrei tanto saperlo, sir Leon".
Pian piano, tutto il popolo si stava svegliando, compresi suo padre e sua sorella.
"Padre!".
Veloce come non mai, il principe era salito sul patio, trovandosi faccia a faccia con il re.
"Ma che cosa è successo? Perché tutti sono sdraiati al suolo? E... perché siamo qui?" - Uther era molto confuso.
Artù lo guardava sorridendo. Non sapeva se il pericolo fosse ancora in agguato, ma suo padre stava bene. E anche tutti gli altri. Questo era l' importante.
"Credo che siate stati vittima di un incantesimo padre. Non vedo altra spiegazione a tutto questo".
"Un mago? A Camelot? Ma cos...
GUARDIE! SETACCIATE LA CITTA' DA CIMA A FONDO!
VOGLIO CHE STANIATE IL MAGO E LO PORTIATE AL MIO COSPETTO! PAGHERA' QUESTO AFFRONTO!".
Era furioso. Se avesse potuto, lo avrebbe ucciso con le proprie mani.

Ma perché la magia ce l' aveva tanto con loro?
Possibile che tutti i maghi e le streghe fossero pericolosi, interessati solo al potere e alla gloria?
Artù non avrebbe mai compreso la ragione di tanto odio.
Ma, col trascorrere del tempo, si ritrovava a dare sempre più ragione al padre: la magia era pericolosa, e doveva essere debellata, in un modo o nell' altro.

"Tu stai bene, figlio mio?".
"Si, padre. Fortunatamente non ero presente quando tutto è successo, e...".
"Molto bene! Potrai prendere i tuoi uomini migliori e unirti alle ricerche! Dobbiamo trovarlo Artù, prima che decida di agire di nuovo!".

Era proprio come aveva pensato: suo padre non ricordava nulla di quello che era accaduto. Se fosse stato il contrario, non lo avrebbe di certo trattato in quel modo.

Continua...
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Salute a voi Merliniani!!
Bè, ho scritto il capitolo prima di vedere l' episodio di ieri... Ho cambiato idea! Alla faccia di una Gwen dolce e gentile! E' così dolce che non voleva far partire Artù alla ricerca di Merlin! ODIOSA!!
Bene, mi sono calmata...
Come avrete potuto notare, è  un capitoletto di passaggio...
C'è bisogno di respirare un po'!
A volte, faccio accadere un miliardo di cose tutte insieme! Chiedo venia! =)
Povero Artù... non ci sta capendo niente!! Di questo passo, crederà di essere ammattito! Almeno fin quando non parlerà con Gaius...
Quel geniaccio ha già capito tutto! Ha tutta la mia stima! XD
Lo so, non vi ho raccontato niente né di Clara, né del NOSTRO Merlin!!!
Rimedierò a breve...PROMESSO!!
Che altro dire?
Spero che vi sia piaciuto! <3
Ah, e se a qualcuno interessa Supernatural, o se a qualcuno in generale piacciono le mie storie, vi andrebbe di fare un salto in quel fandom?
La mia storia si intitola "Lo straniero che venne dal cielo".
Grazie!
Un bacio grande!
A presto!
Cleo
   
 
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