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Autore: v91    08/11/2011    2 recensioni
La nostra squadra vola verso Las Vegas per aiutare la polizia locale in un caso che vede coinvolte sette donne uccise in modo terribile. Ad aspettarli un agente un pò particolare e un assassino che torna dal passato. Riusciranno gli agenti a risolvere il caso? E riuscirà Reid a fare chiarezza nei suoi sentimenti? Qual è il confine tra l'amore e l'ossessione?
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

-Garcia dobbiamo sapere tutto ciò che hai scoperto su Ben Trosky.- Ordinò Hotch con tono perentorio.

-Si, subito. Allora Trosky era un ragazzino davvero geniale, fino ai 18 anni si trovano solo articoli sui suoi successi scolastici: migliore media nazionale, miglior studente della scuola, ha vinto moltissimi concorsi scientifici e letterari. Il classico genio occhialuto, come il nostro Reid- La donna lanciò uno sguardo carico d'ammirazione verso il ragazzino di fronte a lei che ricambiò lo sguardo mormorando un “grazie” ironico. -Poi c'è la storia dell'incidente, davvero terribile. Da allora più niente, non ha nemmeno terminato il liceo, vive ancora con i genitori e non si hanno notizie di un possibile lavoro, praticamente è sparito dalla faccia della terra da allora. Addio sogni di gloria! La cosa strana è che dalle cartelle cliniche non risulta nessun danno cerebrale permanente. Dopo l'incidente avrebbe potuto benissimo riprendersi e tornare il genietto di prima se non fosse caduto in depressione e non si fosse chiuso fuori dal resto del mondo. Il suo è stato un crollo psicologico più che fisico.

-Questo non fa che renderlo ancora più pericoloso. Abbiamo un indirizzo?-

-Due in realtà: quello della casa dei genitori dove vive e quello di una casa in campagna, sempre dei genitori, dove pare ami trascorrere giornate intere a fare cosa esattamente non si sa. Al momento i genitori sono fuori città per una vacanza.-

-Probabilmente a torturare povere donne.- Affermò, scuotendo il capo, Morgan.

-Ottimo Garcia! Tu resta qui e cerca di rintracciare i genitori di Trosky, sicuramente sanno qualcosa sul figlio. Appena li trovi fatti dare più informazioni possibili. Morgan, Prentiss e Rossi vi voglio immediatamente nella casa dei genitori; Reid, JJ ed io andremo nella casa in campagna. Il primo gruppo che li trova informa l'altro.-

 

Jane stava di nuovo rabbrividendo all'interno del suo cappotto. La pistola, fredda anch'essa, sbatteva contro il suo fianco ad ogni passo. Aveva paura ma era l'unica cosa che poteva fare. Non appena i due agenti le avevano fatto ricordare l'incidente di Ben lei aveva capito tutto. La rosa, le parti del corpo asportate...improvvisamente tutto era più chiaro. Si ricordò l'ultimo dialogo avuto con Ben quando lui era ancora in ospedale.

“-Ben. Ti prego, non puoi rifiutare di parlarmi ancora.-

-Certo che posso. Non è quello che tu hai fatto in tutti questi anni con me? Non solo hai rifiutato di parlarmi ma anche di vedermi, di ascoltarmi. Sono stato invisibile per te per anni. Ora non puoi pensare di rimettere tutto a posto con un mazzo di fiori.-

-Mi dispiace. Io non volevo ignorarti ma non potevo aiutarti. Loro mi avrebbero punita e io avevo paura. Non ti ho mai fatto niente, però, almeno questo devi ammetterlo.-

-Non mi hai fatto niente?! Jane io ti amavo! Quella rosa che ti sei tatuata, era una mia idea, ricordi? Dovevamo farla insieme! E invece tu sei andata con quel Tom...mentre io restavo a guardarti da lontano. Ma tu lo sapevi che ero innamorato di te, e non ti importava! Non mi hai mai visto!-

-Non è vero. Ben, te l'ho ripetuto molte volte, per me sei solo un amico. Non è colpa tua, né di Tom, ma io non ti amo e non potrò mai amarti. Mi dispiace, avrei voluto farlo, ma tu meriti una ragazza migliore di me.-

-Si, certo! Come no! Guardami adesso, non sono più niente! Tu mi hai strappato il cuore a pezzi, asportandone una parte dopo l'altra e non te ne sei nemmeno resa conto. Ora vattene di qui ed esci dalla mia vita.-”

Davanti a lei si ergeva maestosa la casa estiva dei Trosky, quella in cui era solita passare le domeniche d'estate quando era piccola e suo padre troppo impegnato al comando di polizia. Ben era stato per lei un buon amico quando erano bambini ma poi le diverse esperienze e le diverse scelte li avevano separati, ora il destino li costringeva a incontrarsi nuovamente. O forse non era il destino, forse il destino non esiste e sono solo le scelte che le persone fanno a determinare il futuro. Con questi pensieri tristi Jane si avvicinò all'ingresso, sapeva che lui era lì dentro ad aspettarla.

 

-Hotch, pensi che la troveremo viva?- Reid si rivolse a lui con sguardo spaventato mentre si torturava il colletto della camicia con le mani.

-Non lo so Reid, lei non avrebbe dovuto andare da lui. Non sappiamo esattamente cosa lui provi per lei, potrebbe risparmiarla perchè la ama ancora ma potrebbe anche decidere di ucciderla.-

-Non credo che lo farà. Lui vuole solo farsi notare da lei. E' così sbagliato cercare l'attenzione di colei che si ama?-

-Reid quell'uomo ha ucciso sette donne. Non è più solo ricerca di attenzione, è diventata pazzia.-

-Reid tu non sei come lui.- Intervenne JJ nella conversazione tra i due uomini. Lei aveva intuito i pensieri di Reid, il fatto che lui sentisse di assomigliare in modo spaventoso a Trosky, ma sapeva anche che era un gravissimo errore -Reid tu sei un ragazzo speciale e diverso, è vero, ma in modo positivo. Sei un genio ma sei anche un buon amico, un ragazzo dolce e sensibile e un ottimo agente. Per lei tu non sei invisibile.- Quando JJ aveva capito cosa gli passava per la testa? Quando aveva capito il suo interesse per Jane? Era così evidente il fatto che avesse cominciato a nutrire dei sentimenti per l'agente Fletcher? L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che voleva, doveva, trovarla viva. Non poteva perderla adesso che non era ancora nemmeno riuscito ad averla.

 

-Ehi! Vieni fuori, lo so che sei qui dentro!- Jane diede un'occhiata intorno. La vecchia casa era ancora la stessa, non era cambiata affatto, ma uno spesso strato di polvere ricopriva ogni superficie, evidentemente nessuno entrava lì dentro da parecchio tempo. Era buio tranne che per la luce della luna appena sorta che entrava dalla finestra. Sembrava non esserci nessuno, ma lei sapeva che lui era lì ad aspettarla. Dopo l'incidente non aveva più rivisto Ben, è vero, ma questo non le aveva impedito di seguire da lontano ogni suo movimento. Da anni raccoglieva informazioni su di lui e si sentiva ogni mese con i suoi genitori per avere sue notizie, ovviamente Ben non era al corrente, ma lei non poteva evitare di sentirsi in colpa per la sua vicenda e tenerlo sotto controllo la faceva sentire meglio. Se lui avesse avuto bisogno di aiuto lei sarebbe intervenuta in qualsiasi momento. Arrivò alla base delle scale che conducevano al piano superiore. Le sembrò di intravedere una luce proveniente da una camera. Salì le scale scricchiolanti col cuore che le batteva così forte nel petto che temeva sarebbe scoppiato. Per l'ansia aveva persino dimenticato di estrarre la pistola. Arrivò di fronte alla porta da cui proveniva il fascio di luce. Lentamente la aprì.

 

-Morgan qui non c'è nulla, la casa è vuota.- Prentiss risalì le scale che aveva sceso per controllare la cantina.

-Anche qui è tutto vuoto. Deve essere andato nell'altra casa, dobbiamo avvertire Hotch e raggiungerli al più presto- Morgan corse verso l'ingresso quando la voce di Rossi lo richiamò nel salotto.

-Guardate qui.- L'agente teneva fra le mani una foto. Prentiss e Morgan si avvicinarono e sbirciarono la foto che Rossi stava loro mostrando. -Non può essere lui- Un ragazzo con gli occhiali sulla sedia a rotelle mostrava loro un sorriso tirato dalla carta stampata mentre un altro gli posava una mano sulla spalla.

 

-Jane, amore mio, finalmente!- Una voce conosciuta alle sue spalle la fece sussultare. Senza voltarsi la ragazza rispose al saluto -Ciao, Tom.-

-Sapevi che ero io?- L'uomo era entrato nella stanza e ora la luce lo illuminava: era alto e possente come un tempo, un'espressione diabolica, che fece rabbrividire Jane, dipinta sul viso.

-Si. Ma lo ammetto, sei stato bravo. Non avevo capito che eri tu fino a che gli agenti dell'FBI non mi hanno fatto ricordare la notte dell'incidente. Loro pensano che sia stato Ben ma io so che non può essere stato lui, Ben è sulla sedia a rotelle.-

-Proprio così. L'hai fatto soffrire moltissimo,sai? Pensa che fino all'altro giorno ancora ti pensava, credo che ti amasse sul serio. E anche tu lo amavi, vero? Non sei mai stata davvero mia, non lo saresti mai stata fino a che non fossi riuscita a liberarmi di lui. Ci ho provato una volta circa 10 anni fa, ma Ben era un ragazzo fortunato.-

-Perché dici “era”?- Chiese Jane con voce tremante.

-Oh, pensavo lo avessi capito. L'ho ucciso. Ho dovuto. Lui aveva capito tutto il mio piano.- Dentro Jane qualcosa si spezzò definitivamente: era il legame che aveva col suo passato di bambina. Ben era l'unica cosa che le ricordava chi era stata e chi voleva tornare ad essere. Ora non c'era più e, come i suoi genitori, l'aveva lasciata sola.

-Tutto cosa?- Chiese, tentando di non scoppiare a piangere.

-Il fatto che ti rivoglio. Sono 10 anni che non faccio altro che pensare a te e al modo orribile in cui ci siamo lasciati. E' per questo che ho ucciso quelle donne, per ricordarti che ti amo ancora e che tu non puoi fuggirmi. Ora non c'è più quello stupido ragazzino a separarci-

-Cosa vuoi da me? Perché non sei venuto direttamente da me? Loro non c'entravano nulla, non le conoscevo nemmeno!-

-Non potevo venire da te, non subito, non dopo il modo in cui mi avevi lasciato. Dovevo dimostrarti che ti ho perdonato per quello che mi hai fatto e ora possiamo tornare insieme.-

-Tu sei pazzo! Non ho nessuna intenzione di tornare con te- Tom non era cambiato affatto, era ancora stupido e arrogante come allora. Solo il fisico, meno asciutto e snello di un tempo, mostrava il passaggio degli anni.

-Allora perchè sei qui?-

-Per chiudere definitivamente i conti col mio passato-

 

-Che significa non è Ben Trosky?- L'agente Hotchner era al telefono mentre ancora guidava diretto verso la casa di campagna dei Trosky.

-E' così Hotch, non può essere stato lui ad uccidere quelle donne. L'incidente l'ha costretto sulla sedia a rotelle, non sarebbe stato fisicamente in grado di uccidere nessuno. La cosa interessante, però, è che da quanto abbiamo scoperto qui a casa sua Tom Flynn, il ragazzo di Jane, e Ben si frequentavano. Garcia ce lo ha confermato: dopo il liceo Flynn ha frequentato un corso per diventare infermiere e indovina un po' chi l'ha assunto?-

-Pensi che possa essere stato Tom? Ma non ha senso!- Hotch sembrava sempre più incredulo.

 

-Garcia che c'è?- Reid rispose al telefono mentre Hotch ora guidava molto più nervosamente, le nuove informazioni scoperte da Rossi avevano cambiato completamente la situazione.

-Non riesco a trovare i genitori di Trosky. Dalle mie informazioni risultavano partiti per una vacanza ma non sono rintracciabili né al cellulare né in nessun albergo, e ho già controllato con le compagnie aeree. Non hanno mai lasciato la città ma sono spariti. Hotch ho un brutto presentimento.- Garcia sembrava seriamente preoccupata: quando non riusciva a trovare la soluzione nemmeno tra gli affidabili circuiti del suo amato computer cominciava a spaventarsi seriamente.

-Garcia, stai calma. Ora ho bisogno che mi trovi più informazioni possibili su Tom Flynn.- Intervenne l'agente più anziano.

-Ho già detto tutto quello che sapevo su di lui a Rossi. Non c'è molto: dopo il liceo sembra che abbia messo la testa a posto e lavora come infermiere per i Trosky: Ben è rimasto sulla sedia a rotelle dopo l'incidente, non ho idea del perchè questo non risultasse dalle cartelle cliniche. Inoltre sembra che Ben avesse intenzione di iscriversi all'università, aveva ripreso gli studi, ottenendo il diploma a pieni voti l'anno scorso, come privatista. Ora aveva fatto domanda per l'università pubblica, non è certo quello che ci si sarebbe aspettati da lui prima dell'incidente, ma è pur sempre un modo per ricominciare a vivere. Hotch non sembra il ritratto di un assassino.- La voce di Garcia suonava ansiosa dal cellulare che stava usando.

-Perché non lo è, Garcia, non è lui il nostro uomo, è Tom Flynn.-Concluse JJ.

-Avrei dovuto capirlo prima.- Si colpevolizzò Reid -Quando Jane raccontava del suo passato era nervosa e recalcitante, poi, quando le abbiamo chiesto dell'incidente, è parsa improvvisamente più tranquilla, come se avesse capito qualcosa. Ci ha praticamente spinto a credere che l'assassino fosse Trosky. Perché lo ha fatto?-

-Reid, tesoro, vi ha mentito fin dall'inizio. Lei sapeva benissimo delle condizioni di Ben, sapeva che era costretto alla sedia a rotelle e che non poteva essere lui il responsabile delle morti. Ho trovato moltissime informazioni su questo Ben nel computer dell'agente Fletcher, sembra che lei lo abbia spiato da lontano per tutti questi anni. Ne ha seguito ogni mossa ed era in contatto anche con i genitori di lui. Non so dirti se Ben sapesse tutto questo ma so per certo che Jane conosceva tutto della sua vita. Quello che non capisco è perché ci ha mentito? E perchè è andata da sola da Flynn se sa essere lui l'assassino?-

-Perché non vuole che altre persone muoiano per lei. Si sente responsabile per tutto quello che sta accadendo e crede che sacrificandosi porrà fine alla scia di sangue. Dobbiamo fermarla.-

-Siamo arrivati- Annunciò Hotch fermando l'auto di fronte alla villa.




Salve a tutti!
La storia si avvicina alla conclusione, ma alcuni enigmi sono ancora da svelare...la verità è così semplice e chiara come sembra? Jane ha fatto la scelta giusta? Lo scoprirete solo continuando a leggere!:)
Ringrazio chi segue questa storia, anche se lo fa in silenzio, e li esorto a farmi sapere cosa ne pensano: è importante per me sapere se ho fatto un buon lavoro!
Un bacio,
v91 ;)

  
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