Uff, finalmente ho finito 'sto
capitolo! Ci ho messo un sacco di tempo a scrivere la scena col prof...
x Wolverina: e beh, allora farò tutto il possibile per scrivere un buona
storia ^^ (Il forum di cui parla è
questo, ma prima bisogna iscriversi -o effettuare il login-
qui)
x Wolvie91: sono contenta che la stanza del pericolo renda l'idea, perché
faccio sempre casini con le scene d'azione (sigh...). Per quanto riguarda 'ste
cavolo di scene finali dopo i titoli di coda, sono dei cretini, almeno al cinema
dovrebbero avvertire >.> ad esempio quella della Maledizione della Prima Luna
l'ho scoperta per caso perché non avevo stoppato il DVD...
x Mlle Nihal: eh eh, grazie, certo che quella bambina ha un
caratterino... ^^
Per quanto riguarda il disegno, quando uscirà il DVD del terzo film farò anche
lo sfondo.
Capitolo Quarto
L’ennesimo segreto
Due giorni dopo
Renee si svegliò per colpa di un dolore atroce, perforante, assolutamente nuovo.
Quello non era un dolore fisico. Istintivamente cacciò un grido, e si portò le
mani alla fronte, colpendosi più volte il capo come per scacciare la fonte di
quella sofferenza. Si contorceva, attorcigliandosi sempre più fra le coperte.
Vedeva un uomo, che la stava chiamando, le diceva «Sono Charles Xavier. Vieni
subito» Ad un tratto sentì che qualcuno gridava a più riprese il suo nome.
Kitty, svegliata dall’urlo, era accorsa, senza curarsi di passare per il
corridoio, ma semplicemente attraversando il muro che divideva le due stanze.
Comparve anche Kurt, proprio mentre Renee si andava calmando e ritrovava la
lucidità. Tuttavia, in qualche modo la mente della bambina era stata ferita, e
per almeno una settimana avrebbe avuto atroci mal di testa. Si tirò su,
ansimante, aggrappandosi alla mano che Kitty le aveva appoggiato sulla spalla.
Quando il respiro si fece più regolare, chiese di Kurt.
«Sono qui, piccola. Cosa ti è successo?» vedendo che tendeva le mani verso di
lui, le si avvicinò, e Kitty si fece immediatamente da parte.
Renee gli sussurrò nell’orecchio, con voce a malapena udibile «Dobbiamo andare a
Muir Island. Subito.»
«Ma che…»
«Ti prego! E Kitty… Grazie per essere venuta, davvero»
Lei fece un sorrisetto amaro –si sentiva esclusa- e riattraversò di nuovo il
muro.
«Kurt, sei ancora in pigiama?»
«Beh, sai, sono le sei del mattino…»
«Allora vai a vestirti, poi torna qui» abituato alle sue mattane, ubbidì senza
tante storie. Quando rientrò nella stanza, Renee lo attendeva, vestita anche
lei, seduta sul letto ancora sfatto, con coperte e lenzuola rovesciate sul
pavimento.
«Perché dobbiamo andare a…»
«Muir Island»
«Quella»
«Charles Xavier mi ha contattato, mi ha chiesto di raggiungerlo, subito»
«Renee, è morto!»
«L’uomo
che mi ha parlato… Era potentissimo, Kurt. E se fosse una trappola potresti
teletrasportati immediatamente»
«Oh, d’accordo, hai vinto»
Fu probabilmente proprio il Professore a guidarli, perché si materializzarono a
un passo dal suo letto. Dopo un anno la dottoressa MacTaggert ancora esitava a
permettergli di andare in giro, eccetto per bisogni fisiologici e per la
fisioterapia cui doveva sottoporsi.
Kurt si affrettò a cercare una sedia ed ad aiutare Renee ad accomodarsi, poi si
pose con fare protettivo dietro di lei, le mani che sfioravano le sue spalle.
Nightcrawler aveva ricevuto un messaggio mentale decisamente univoco. Sì, quello
era davvero il Professor X.
«Lieto di vederti, Renee. Perdonami i modi bruschi, ma non sono ancora riuscito
ad adattare del tutto le mie potenzialità a questo mio… nuovo corpo»
«Nuovo corpo?»
«Un attimo prima che Jean –pardon, la Fenice- disintegrasse il mio corpo, sono
riuscito a trasferirmi in questo corpo…»
«Lo ha rubato?»
«Non direi. Quest’uomo è nato privo delle funzioni cerebrali di livello
superiore. Sai cosa significa, vero?»
La bambina annuì. Trasse un sospirone e azzardò «Comunque mi ha fatto molto
male. Le chiedo di evitare di riprovarci. Perché ha scelto proprio me? Non ci
siamo mai incontrati, nemmeno sa chi sono!»
«Su quest’ultimo punto mi trovi in disaccordo»
«Aveva detto di non voler dire a nessuno di me, non ancora. Poi, beh… non c’è
più»
«Poche cose possono essere nascoste ad un telepate. A me»
«Hai spiato i suoi pensieri? Che comportamento… abominevole!»
«Aveva bisogno di aiuto, e…»
Renee scattò in piedi «Ah si? Notizia flash: non puoi aiutare tutti!
Andiamocene, Kurt!»
«Aspetta, Renee. Ti chiedo almeno di non dire a nessuno che sono vivo. Finché
non sarò di nuovo in piena forma, ti chiedo di mantenere il segreto. L’ennesimo
segreto…»
«Cosa? E perché?»
«Perché mi fido di te. Perché so che, nonostante tutto, sei una ragazzina con
dei principi»
«Spero di non rivederla tanto presto, Professore. Però ha ragione, può contare
su di me»
Ororo continuava a camminare avanti e indietro, incapace di star ferma «È sotto
la mia tutela, Logan»
«Ancora con questa storia? Non è da sola, è andata con Kurt»
«E chi ce lo garantisce? E poi quel tipo non mi piace affatto…»
«Non ti ci mettere anche tu, gattina. Ororo, ti vuoi calmare, una buona volta?
Credete davvero che l’avrebbe spedita da sola chissà dove?»
«Per quel che ne sappiamo potrebbe anche essere a Manhattan a gustarsi un
gelato. La verità è che senza telepati siamo fottuti» borbottò Warren.
«Non far finta che te ne freghi qualcosa» intervenne Jimmy a gran voce.
«Non ti ci mettere pure tu, ragazzino. Perché non ve ne andate tutti a giocare
in giardino, o nella stanza del pericolo, o vaffanculo chissà dove? Mettetevi
l’anima in pace, se vuol tornare torna» Logan si alzò e uscì a grandi passi
dalla stanza.
Kitty gli lanciò un’occhiata serafica, o meglio la lanciò alla sua schiena
«Secondo me è più preoccupato di noi»
Ororo le rispose con una scrollata di spalle che voleva dire tutto e niente
«Però è vero che abbiamo bisogno di un telepate»
«E come pensi di trovarlo?»
«Che so, magari tuo padre ne conosce qualcuno, Warren?»
«Lascialo fuori» ribatté seccamente, e si dileguò dietro a Logan.
«Carattere freddino?»
«E finiscila con queste cavolo di battute, Bobby! Non fanno più ridere nessuno!»
«Scusami tanto, signorina gnè-gnè»
Kitty aveva osservato un po’ confusa il litigio fra Rogue e Bobby. Jimmy le si
sedette accanto e le allungò una gomitata, in segno d’intesa «Non ti
preoccupare, che fra qualche minuto saranno a pomiciare da qualche parte»
«Di un po’, hai l’abitudine di spiare le coppiette? Cosa sei, un vecchietto
pervertito?» bisbigliò lei in risposta.
Come per dar ragione a Jimmy, Bobby stava già tentando di baciare Rogue. Lei
però gli aveva appena appoggiato la mano sulla guancia, per respingerlo
scherzosamente, quando sentì fluire dentro di sé l’energia vitale di Bobby.
Staccò immediatamente la mano e si allontanò a lui, lo sguardo fisso sulla sua
mano. Il ragazzo aveva quasi perso i sensi, e Rogue urlava, un urlo scoordinato,
lacerante. Il suo incubo era tornato.
Proprio in quel momento, a un passo dal divano dov’erano seduti Jimmy e Kitty,
apparve Kurt, che crollò a terra, esausto dai due lunghi viaggi appena compiuti.
Trascinò con sé una terrorizzatissima Renee «Oddio, Kurt, svegliati, Kurt, apri
gli occhi, Kurt! Kurt!» Si era aggrappata con tutte le sue forze al capotto
sgualcito e lo strattonava, gli occhi colmi di lacrime «Kurt! Dio ti prego, non
portarlo via, ti prego»
Anche Ororo aveva voglia di mettersi a piangere, sconfortata da quel gran casino;
si riscosse, e mentre fuori delle nubi si addensavano minacciose, si precipitò
su Bobby e appoggiò due dita sotto al suo naso «Respira, Hank, portalo in
infermeria. Peter, porta giù Kurt. Renee, ti prego, lascialo, è solo stanco, non
vedi? Renee…» ma la bambina era in preda ad una crisi isterica, tanto che lei
dovette stringerla a sé, bloccandole le braccia con le sue, mentre Kitty le
carezzava dolcemente i capelli.
Rogue era scappata dalla stanza.