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Autore: dark tears    09/11/2011    5 recensioni
Gli ultimi istanti di vita di Severus Piton, le sue sensazioni e il triste bilancio di un'intera esistenza in pochi, strazianti secondi - Storia scritta di getto, per vera e propria esigenza dopo aver visto sul grande schermo la fine di Severus Piton
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Harry/Severus
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-Guardami..-

Un flebile grido lanciato nel silenzio assordante della sera, un sordo rantolo inconsolabile

dita che si stringono con disperata forza ancora una volta intorno alla stoffa della sua maglietta..

ma questa volta non lo fanno con rabbia o con stizza, non intendono strattonare

questa volta vogliono aggrapparsi, cercano con smanioso tormento un appiglio,

vogliono attirare, avvicinare colui che troppe volte hanno respinto

colui che avrebbero preso a schiaffi, se solo ce ne fosse stato bisogno, ma che in realtà non desideravano dargli altro che una carezza

un minuscolo, quasi impercettibile gesto d’affetto, di calore

una premura travestita magari da accidentalità, dissimulata dietro una calcolata distrazione

avrebbero voluto semplicemente, quelle povere dita tremanti, sfiorare il suo viso per una sola volta, percorrere per qualche effimero istante quei lineamenti che

inesorabilmente richiamavano alla mente quel volto tanto odiato in passato

odio che si dissolveva però come neve gettata nel fuoco nel momento in cui quei due occhi verdi comparivano quasi a tradimento su quel viso ancora acerbo,

eppure segnato dai dolori di un vero uomo

Nelle nottate più buie e soffocanti avevano osato desiderare di più quelle dita ormai irrigidite e macchiate di sangue

avrebbero voluto accarezzare i suoi capelli, intrecciarsi tra le ciocche scure con voluttuosa lascivia, eppure con tenerezza

avrebbero voluto sfiorare delicatamente ogni singolo centimetro di quella pelle diafana e sicuramente liscia come alabastro, usando la stessa premura con cui

si carezzano i petali di un fiore che sta per appassire

avrebbero voluto stringere quel corpo così tanto agognato che gli era dato di toccare solamente tramite la barriera dei vestiti

come se quel muro impenetrabile di stoffa e bottoni fosse una possente barricata innalzata per preservare quella candida purezza che non era concepibile

profanare

avevano grandi desideri e sogni inconfessabili quelle dita, come l’uomo a cui appartenevano
 


Ed ora, il verde inconsapevolmente spietato di quegli occhi puntati addosso come giudici ieratici e impassibili..

stanno sondando la sua anima ridotta a brandelli, lo stanno giudicando, lo sente

ha paura, paura di quegli occhi, paura di non vederli mai più

tutto comincia a farsi un po’ più scuro e surreale, le lacrime bussano con ferocia agli occhi

ed è impossibile trattenerle, è impossibile non gettare, infine, la maschera

Sembra quasi che quegli occhi verdi abbiano un sussulto di tenerezza, o forse è solo pietà

tutto ciò da cui è sempre fuggito, pietà certamente, ma anche tenerezza, amore..

ma ora non ha più alcun senso combattere, dissimulare, fingere, mentire

tutto appare così chiaro e sfacciatamente limpido ora che la morte giunge a reclamare il suo bottino

e in una frazione di istante sembra di comprendere ogni cosa, sembra di avere la chiave per la felicità stretta in mano

quella dannata, stramaledetta, bestemmiata, tanto invocata felicità che forse si sarebbe potuta assaggiare..

forse un’intera vita poteva andare diversamente

forse si potevano evitare i fiumi di lacrime versati fino a disidratarsi l’anima, le nocche sfregiate a furia di colpire il muro, le nottate passate insonni con una

fotografia tra le mani e un ricordo lancinante dentro il petto

forse..

forse quella promessa di felicità, di vero amore era a portata di mano e solo i futili errori di un piccolo uomo l’hanno allontanata

forse, ma ormai che importa?

è tardi per inventarsi un’altra vita, è irrimediabilmente tardi per trovare il modo di riparare  ai deprecabili errori di un’intera esistenza

non ha avuto lei, non è riuscito ad avere nemmeno lui

sconfitto due volte e due volte abbattuto, doppiamente patetico

Quegli occhi verdi non erano destinati a brillare per lui

lo pensa quasi con ironia, abbozzando un sorriso amaro, mentre tra gli spasmi dell’agonia ordina al ragazzo di raccogliere quelle lacrime fredde che si

suicidano gettandosi dalle sue ciglia scure

un ultimo ordine impartito a quel giovane Grifondoro, anzi no.. una supplica..

non si riconosce più

aveva imparato a mentire talmente bene che ora non si ritrova più in sé stesso

si sta odiando, si sta facendo pena da solo

si sta liberando, sta provando una gioia triste e sottile che gli sta paradossalmente regalando un briciolo di serenità

ora che la maschera è definitivamente andata in mille pezzi non può che sentirsi nudo

né felice né rammaricato, semplicemente completamente nudo



Quella è l’unica sensazione che riesce ad afferrare in quello spasmo convulso di ricordi e percezioni distorte, l’unica a cui riesce a dare un nome

per il resto è tutto un guazzabuglio confuso di rimpianti e rimorsi

ci si chiede sempre quale delle due categorie sia la più dolorosa

lui le ha provate entrambe e ancora non riesce a dare una risposta a quest’annosa domanda esistenziale

nemmeno ora che l’alito glaciale della morte si insinua dentro le sue ossa, trascinandolo senza pietà in un baratro senza scampo né speranza nel quale

momenti di lucida consapevolezza si alternano ad istanti di puro caos

Qualcosa di freddo preme sulla sua guancia, è la fiala in cui il ragazzo sta raccogliendo le sue misere lacrime

si sente stranamente sollevato, ha la certezza che lui vedrà e capirà ogni cosa

ogni singolo rimprovero, ogni maltrattamento, ogni sguardo di disapprovazione

tutto gli apparirà chiaro e forse

forse anche lui proverà rimpianto, forse anche lui verrà attanagliato da quel soffocante senso di impotenza che si prova quando si ha la certezza di non poter

più cambiare le cose

di non poter modificare, aggiustare nulla

quando non rimane altro che rassegnarsi

forse anche lui si sentirà perso e solo e proverà disgusto di sé stesso per non aver compreso prima

per aver perso per sempre il treno per un’ipotetica promessa di felicità

ma certo non si augura tutto questo, no

desidera solo il meglio per quel ragazzo testardo e un po’ imprudente, vuole che sia felice, che sia in grado di afferrare a piene mani la vita che lui non ha

avuto il coraggio di godersi

non vuole procurargli nessun dolore, desidera soltanto che sappia la verità..

Ma perché? Per quale insensata, egoistica ragione?

se lo sta domandando solo adesso che è troppo tardi per tornare indietro,

ora che tutta la sua vita è sigillata con cura in quella piccola e fragile fiala di vetro

ironico, no? Un’intera esistenza ridotta a una manciata di lacrime, custodita dentro ad un recipiente da quattro soldi che potrebbe andare in frantumi da un

momento all’altro

Sorride nuovamente, con grande sforzo fisico

ancora non comprende cosa l’abbia spinto a regalare al ragazzo il segreto più intimo che ha: la sua vita

eppure non è pentito, ora lo capisce

la morte gli concede ancora qualche attimo di lucidità, di pura e fredda logica
 


Le sue dita hanno lasciato già da un pezzo la presa sulla maglietta del ragazzo

mentre altre dita si posano ora con premurosa cautela sulla ferita che gli lacera la gola

le sente poggiarsi su di essa dapprima esitanti, poi più decise e vigorose, come se volessero cicatrizzare quella ferita che non è solo fisica

povere dita illuse! Magari bastasse un tocco per guarire il corpo e l’anima, per rimediare ad ogni sbaglio e ricominciare daccapo con la consapevolezza del poi

ormai è tardi, è troppo tardi per tutto questo

nessuna magia o pozione potrà salvarlo da quella fine ormai certa

nessuna consolazione potrà giungere sulle nere ali della morte a regalargli un pizzico di gioia nell’instante prima di spirare

nessun sorriso, nessuna mano amica potrà trascinarlo fuori da quel frenetico turbinio di sangue misto al dolore provocato dai bei ricordi

eppure trova ancora la forza di aprire le labbra per l’ultima volta, di parlare a quel giovane uomo che non smette di tenere i suoi grandi occhi spalancati su di

lui

Si sporge in avanti, più che può, con gli ultimi brandelli di forza che gli rimangono

un battito d’ala di farfalla distanzia il suo volto pallido ed emaciato da quello roseo, ma altrettanto segnato del ragazzo

-Ha..Harry..-

Chiama il suo nome piangendo, ormai ogni menzogna è infranta

-I.. io.. io ti amo-

Un soffio, un intero momento

le tre parole che ha sognato tutta la vita di dire e che ironicamente solo ora che sta morendo riesce a pronunciare

e questa sì che è una liberazione! Dio, la più grande e soddisfacente della sua vita!

Non gli importa cosa penserà il ragazzo, non teme il suo disgusto o la sua collera

tra pochi istanti sarà morto, che importanza hanno le conseguenze!?

Per certi versi morire somiglia molto a prendersi una pesante sbronza: i freni sono completamente lasciati andare e non hai più paura di dire e fare nulla

nulla ti può fermare, nulla può più nasconderti o umiliarti

Lo pensa sinceramente divertito, mentre piange ancora, ora più di prima

ma finalmente sono anche lacrime di gioia, una gioia adolescenziale e un po’ sinistra, ma pur sempre gioia

Ora che ha confessato l’inconfessabile si sente pronto per lasciare questa vita

sorride per l’ultima volta, poi chiude gli occhi aspettando che la morte ponga fine a quel caotico delirio di emozioni

le innumerevoli ferite sparse sul suo copro martoriato non bruciano più, non sente alcun male

il suo corpo si sta lasciando andare..
 


Eppure quell’ultimo, impensabile e insperato tocco lo percepisce vivido e potente come mai provato in vita sua

lo scuote, lo paralizza, lo percorre in ogni fibra del suo essere come una fulminea scarica elettrica, lo percuote come fosse una marionetta senza vita né

volontà propria

lo fa commuovere, gli fa male

lo fa soffrire perché gli concede troppo tardi di gustare il sapore della felicità

lo manda in estasi perché gli concede di gustare il sapore della felicità, e non importa che sia troppo tardi

Le labbra del ragazzo premono contro le sue

un bacio

disperato, bagnato dalle lacrime di entrambi, dolce, triste, tenero, rassegnato, sincero, nostalgico

semplicemente un bacio

Gli dona la forza di riaprire gli occhi, di alzare stancamente il sipario su quelle nere fiammelle tremolanti e senza più difese

lo vede allontanarsi lentamente dalla sua bocca, fermarsi pochi centimetri più in là

il volto del ragazzo è chiazzato di sangue, e non sa distinguere a chi dei due appartenga

è rigato e segnato da lacrime cocenti, e non è in grado di capire se siano quelle del ragazzo o le proprie

Tutto si confonde, tutto si mischia inesorabilmente in un magma caotico eppure cristallino per la sua disarmante semplicità e chiarezza

si confondono i pensieri e i ricordi, si amalgamano le sensazioni

perfino i loro corpi si uniscono per la prima ed ultima volta in quell’intreccio di lacrime e sangue

in quel sottile filo rosso che è stato invisibile ma presente per tutti quegli anni, che ormai si sta per spezzare brutalmente e inesorabilmente

senza dare il tempo a nessuno dei due di godere della bellezza dell’altro

Ma ora non importa, tutto perde di senso e di rilevanza di fronte a questo sonno pesante che cala gentilmente sulle sue palpebre

l’ultima cosa che Severus vede sono gli occhi verdi gonfi dal pianto di Harry

quegli occhi che tanto ha amato, nella sua prima vita come nella seconda

quegli stessi occhi che ha tanto rincorso e disperatamente desiderato e che solo al capolinea dei suoi giorni è riuscito ad avere solo per lui

a conquistare per un’infinita, dolorosamente squisita manciata di istanti

Ed è felice di morire con quell’ultima visione nella mente

con l’immagine nitida di quegli occhi che lo guardano, che lo comprendono

si lascia definitivamente andare, non oppone più alcuna resistenza

E un lieve, fragilissimo sorriso è ciò che Harry può vedere sul volto di Severus prima di rialzarsi a fatica sulle proprie gambe, asciugarsi con gesti pesanti gli

occhi e voltarsi per andare incontro al proprio destino

senza avere tuttavia il coraggio di guardare il corpo ormai senza vita dell’uomo, ridotto ora ad un mucchio di stracci scuri affogati nel rosso cupo del suo stesso

sangue

non ha intenzione di rovinare il suo ricordo con quella visione oscena e dilaniante

vuole ricordarselo da vivo, quando lo rimproverava e lo sgridava, quando lo metteva in punizione

Quanta amarezza! Rendersi conto di aver trovato una persona che ti ama al punto tale da fingere di odiarti pur di proteggerti e di averla persa subito dopo

di averla avuta per sette anni sotto gli occhi e di non averla mai vista veramente

Stringe i pugni Harry, e anche i denti

non permetterà a quei cupi pensieri di rovinare il sapore che ha ancora sulle labbra

vuole ricordare soprattutto quel loro bacio, senza tuttavia rinnegare il resto

vuole preservare l’immagine nitida di quell’uomo fiero e coraggioso

di quell’eroe ignorato e solitario, intransigente, caparbio, estremamente intelligente

del suo più fedele e discreto complice, del suo più leale e affidabile alleato

del suo devoto e silenzioso angelo custode dalle ali tinte di nero

  
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