-Guardami..-
Un flebile grido lanciato nel silenzio assordante della sera, un sordo rantolo inconsolabile
dita che si stringono con disperata forza ancora una volta intorno alla stoffa della sua maglietta..
ma questa volta non lo fanno con rabbia o con stizza, non intendono strattonare
questa volta vogliono aggrapparsi, cercano con smanioso tormento un appiglio,
vogliono attirare, avvicinare colui che troppe volte hanno respinto
colui che avrebbero preso a schiaffi, se solo ce ne fosse stato bisogno, ma che in realtà non desideravano dargli altro che una carezza
un minuscolo, quasi impercettibile gesto d’affetto, di calore
una premura travestita magari da accidentalità, dissimulata dietro una calcolata distrazione
avrebbero voluto semplicemente, quelle povere dita tremanti, sfiorare il suo viso per una sola volta, percorrere per qualche effimero istante quei lineamenti che
inesorabilmente richiamavano alla mente quel volto tanto odiato in passato
odio che si dissolveva però come neve gettata nel fuoco nel momento in cui quei due occhi verdi comparivano quasi a tradimento su quel viso ancora acerbo,
eppure segnato dai dolori di un vero uomo
Nelle nottate più buie e soffocanti avevano osato desiderare di più quelle dita ormai irrigidite e macchiate di sangue
avrebbero voluto accarezzare i suoi capelli, intrecciarsi tra le ciocche scure con voluttuosa lascivia, eppure con tenerezza
avrebbero voluto sfiorare delicatamente ogni singolo centimetro di quella pelle diafana e sicuramente liscia come alabastro, usando la stessa premura con cui
si carezzano i petali di un fiore che sta per appassire
avrebbero voluto stringere quel corpo così tanto agognato che gli era dato di toccare solamente tramite la barriera dei vestiti
come se quel muro impenetrabile di stoffa e bottoni fosse una possente barricata innalzata per preservare quella candida purezza che non era concepibile
profanare
avevano grandi desideri e sogni inconfessabili quelle dita, come l’uomo a cui appartenevano
Ed ora, il verde inconsapevolmente spietato di quegli occhi puntati addosso come giudici ieratici e impassibili..
stanno sondando la sua anima ridotta a brandelli, lo stanno giudicando, lo sente
ha paura, paura di quegli occhi, paura di non vederli mai più
tutto comincia a farsi un po’ più scuro e surreale, le lacrime bussano con ferocia agli occhi
ed è impossibile trattenerle, è impossibile non gettare, infine, la maschera
Sembra quasi che quegli occhi verdi abbiano un sussulto di tenerezza, o forse è solo pietà
tutto ciò da cui è sempre fuggito, pietà certamente, ma anche tenerezza, amore..
ma ora non ha più alcun senso combattere, dissimulare, fingere, mentire
tutto appare così chiaro e sfacciatamente limpido ora che la morte giunge a reclamare il suo bottino
e in una frazione di istante sembra di comprendere ogni cosa, sembra di avere la chiave per la felicità stretta in mano
quella dannata, stramaledetta, bestemmiata, tanto invocata felicità che forse si sarebbe potuta assaggiare..
forse un’intera vita poteva andare diversamente
forse si potevano evitare i fiumi di lacrime versati fino a disidratarsi l’anima, le nocche sfregiate a furia di colpire il muro, le nottate passate insonni con una
fotografia tra le mani e un ricordo lancinante dentro il petto
forse..
forse quella promessa di felicità, di vero amore era a portata di mano e solo i futili errori di un piccolo uomo l’hanno allontanata
forse, ma ormai che importa?
è tardi per inventarsi un’altra vita, è irrimediabilmente tardi per trovare il modo di riparare ai deprecabili errori di un’intera esistenza
non ha avuto lei, non è riuscito ad avere nemmeno lui
sconfitto due volte e due volte abbattuto, doppiamente patetico
Quegli occhi verdi non erano destinati a brillare per lui
lo pensa quasi con ironia, abbozzando un sorriso amaro, mentre tra gli spasmi dell’agonia ordina al ragazzo di raccogliere quelle lacrime fredde che si
suicidano gettandosi dalle sue ciglia scure
un ultimo ordine impartito a quel giovane Grifondoro, anzi no.. una supplica..
non si riconosce più
aveva imparato a mentire talmente bene che ora non si ritrova più in sé stesso
si sta odiando, si sta facendo pena da solo
si sta liberando, sta provando una gioia triste e sottile che gli sta paradossalmente regalando un briciolo di serenità
ora che la maschera è definitivamente andata in mille pezzi non può che sentirsi nudo
né felice né rammaricato, semplicemente completamente nudo
Quella è l’unica sensazione che riesce ad afferrare in quello spasmo convulso di ricordi e percezioni distorte, l’unica a cui riesce a dare un nome
per il resto è tutto un guazzabuglio confuso di rimpianti e rimorsi
ci si chiede sempre quale delle due categorie sia la più dolorosa
lui le ha provate entrambe e ancora non riesce a dare una risposta a quest’annosa domanda esistenziale
nemmeno ora che l’alito glaciale della morte si insinua dentro le sue ossa, trascinandolo senza pietà in un baratro senza scampo né speranza nel quale
momenti di lucida consapevolezza si alternano ad istanti di puro caos
Qualcosa di freddo preme sulla sua guancia, è la fiala in cui il ragazzo sta raccogliendo le sue misere lacrime
si sente stranamente sollevato, ha la certezza che lui vedrà e capirà ogni cosa
ogni singolo rimprovero, ogni maltrattamento, ogni sguardo di disapprovazione
tutto gli apparirà chiaro e forse
forse anche lui proverà rimpianto, forse anche lui verrà attanagliato da quel soffocante senso di impotenza che si prova quando si ha la certezza di non poter
più cambiare le cose
di non poter modificare, aggiustare nulla
quando non rimane altro che rassegnarsi
forse anche lui si sentirà perso e solo e proverà disgusto di sé stesso per non aver compreso prima
per aver perso per sempre il treno per un’ipotetica promessa di felicità
ma certo non si augura tutto questo, no
desidera solo il meglio per quel ragazzo testardo e un po’ imprudente, vuole che sia felice, che sia in grado di afferrare a piene mani la vita che lui non ha
avuto il coraggio di godersi
non vuole procurargli nessun dolore, desidera soltanto che sappia la verità..
Ma perché? Per quale insensata, egoistica ragione?
se lo sta domandando solo adesso che è troppo tardi per tornare indietro,
ora che tutta la sua vita è sigillata con cura in quella piccola e fragile fiala di vetro
ironico, no? Un’intera esistenza ridotta a una manciata di lacrime, custodita dentro ad un recipiente da quattro soldi che potrebbe andare in frantumi da un
momento all’altro
Sorride nuovamente, con grande sforzo fisico
ancora non comprende cosa l’abbia spinto a regalare al ragazzo il segreto più intimo che ha: la sua vita
eppure non è pentito, ora lo capisce
la morte gli concede ancora qualche attimo di lucidità, di pura e fredda logica
Le sue dita hanno lasciato già da un pezzo la presa sulla maglietta del ragazzo
mentre altre dita si posano ora con premurosa cautela sulla ferita che gli lacera la gola
le sente poggiarsi su di essa dapprima esitanti, poi più decise e vigorose, come se volessero cicatrizzare quella ferita che non è solo fisica
povere dita illuse! Magari bastasse un tocco per guarire il corpo e l’anima, per rimediare ad ogni sbaglio e ricominciare daccapo con la consapevolezza del poi
ormai è tardi, è troppo tardi per tutto questo
nessuna magia o pozione potrà salvarlo da quella fine ormai certa
nessuna consolazione potrà giungere sulle nere ali della morte a regalargli un pizzico di gioia nell’instante prima di spirare
nessun sorriso, nessuna mano amica potrà trascinarlo fuori da quel frenetico turbinio di sangue misto al dolore provocato dai bei ricordi
eppure trova ancora la forza di aprire le labbra per l’ultima volta, di parlare a quel giovane uomo che non smette di tenere i suoi grandi occhi spalancati su di
lui
Si sporge in avanti, più che può, con gli ultimi brandelli di forza che gli rimangono
un battito d’ala di farfalla distanzia il suo volto pallido ed emaciato da quello roseo, ma altrettanto segnato del ragazzo
-Ha..Harry..-
Chiama il suo nome piangendo, ormai ogni menzogna è infranta
-I.. io.. io ti amo-
Un soffio, un intero momento
le tre parole che ha sognato tutta la vita di dire e che ironicamente solo ora che sta morendo riesce a pronunciare
e questa sì che è una liberazione! Dio, la più grande e soddisfacente della sua vita!
Non gli importa cosa penserà il ragazzo, non teme il suo disgusto o la sua collera
tra pochi istanti sarà morto, che importanza hanno le conseguenze!?
Per certi versi morire somiglia molto a prendersi una pesante sbronza: i freni sono completamente lasciati andare e non hai più paura di dire e fare nulla
nulla ti può fermare, nulla può più nasconderti o umiliarti
Lo pensa sinceramente divertito, mentre piange ancora, ora più di prima
ma finalmente sono anche lacrime di gioia, una gioia adolescenziale e un po’ sinistra, ma pur sempre gioia
Ora che ha confessato l’inconfessabile si sente pronto per lasciare questa vita
sorride per l’ultima volta, poi chiude gli occhi aspettando che la morte ponga fine a quel caotico delirio di emozioni
le innumerevoli ferite sparse sul suo copro martoriato non bruciano più, non sente alcun male
il suo corpo si sta lasciando andare..
Eppure quell’ultimo, impensabile e insperato tocco lo percepisce vivido e potente come mai provato in vita sua
lo scuote, lo paralizza, lo percorre in ogni fibra del suo essere come una fulminea scarica elettrica, lo percuote come fosse una marionetta senza vita né
volontà propria
lo fa commuovere, gli fa male
lo fa soffrire perché gli concede troppo tardi di gustare il sapore della felicità
lo manda in estasi perché gli concede di gustare il sapore della felicità, e non importa che sia troppo tardi
Le labbra del ragazzo premono contro le sue
un bacio
disperato, bagnato dalle lacrime di entrambi, dolce, triste, tenero, rassegnato, sincero, nostalgico
semplicemente un bacio
Gli dona la forza di riaprire gli occhi, di alzare stancamente il sipario su quelle nere fiammelle tremolanti e senza più difese
lo vede allontanarsi lentamente dalla sua bocca, fermarsi pochi centimetri più in là
il volto del ragazzo è chiazzato di sangue, e non sa distinguere a chi dei due appartenga
è rigato e segnato da lacrime cocenti, e non è in grado di capire se siano quelle del ragazzo o le proprie
Tutto si confonde, tutto si mischia inesorabilmente in un magma caotico eppure cristallino per la sua disarmante semplicità e chiarezza
si confondono i pensieri e i ricordi, si amalgamano le sensazioni
perfino i loro corpi si uniscono per la prima ed ultima volta in quell’intreccio di lacrime e sangue
in quel sottile filo rosso che è stato invisibile ma presente per tutti quegli anni, che ormai si sta per spezzare brutalmente e inesorabilmente
senza dare il tempo a nessuno dei due di godere della bellezza dell’altro
Ma ora non importa, tutto perde di senso e di rilevanza di fronte a questo sonno pesante che cala gentilmente sulle sue palpebre
l’ultima cosa che Severus vede sono gli occhi verdi gonfi dal pianto di Harry
quegli occhi che tanto ha amato, nella sua prima vita come nella seconda
quegli stessi occhi che ha tanto rincorso e disperatamente desiderato e che solo al capolinea dei suoi giorni è riuscito ad avere solo per lui
a conquistare per un’infinita, dolorosamente squisita manciata di istanti
Ed è felice di morire con quell’ultima visione nella mente
con l’immagine nitida di quegli occhi che lo guardano, che lo comprendono
si lascia definitivamente andare, non oppone più alcuna resistenza
E un lieve, fragilissimo sorriso è ciò che Harry può vedere sul volto di Severus prima di rialzarsi a fatica sulle proprie gambe, asciugarsi con gesti pesanti gli
occhi e voltarsi per andare incontro al proprio destino
senza avere tuttavia il coraggio di guardare il corpo ormai senza vita dell’uomo, ridotto ora ad un mucchio di stracci scuri affogati nel rosso cupo del suo stesso
sangue
non ha intenzione di rovinare il suo ricordo con quella visione oscena e dilaniante
vuole ricordarselo da vivo, quando lo rimproverava e lo sgridava, quando lo metteva in punizione
Quanta amarezza! Rendersi conto di aver trovato una persona che ti ama al punto tale da fingere di odiarti pur di proteggerti e di averla persa subito dopo
di averla avuta per sette anni sotto gli occhi e di non averla mai vista veramente
Stringe i pugni Harry, e anche i denti
non permetterà a quei cupi pensieri di rovinare il sapore che ha ancora sulle labbra
vuole ricordare soprattutto quel loro bacio, senza tuttavia rinnegare il resto
vuole preservare l’immagine nitida di quell’uomo fiero e coraggioso
di quell’eroe ignorato e solitario, intransigente, caparbio, estremamente intelligente
del suo più fedele e discreto complice, del suo più leale e affidabile alleato
del suo devoto e silenzioso angelo custode dalle ali tinte di nero