XXXII Capitolo
(seconda parte)
Passammo
la notte assieme ma, causa le sue scottature, non potei toccarla. Dormimmo
comunque serenamente, tenendoci per mano.
“Sophie
… svegliati dormigliona!”
La
sua risposta fu un mugolio indistinto ed un accoccolarsi più vicino al mio
corpo. Non avevo potuto evitare di toccarla, con dolci e lenti carezze diverse però
da quelle che solitamente ci scambiavamo al mattino, causa l’ipersensibilità
dovuta alla sua brutta scottatura. Aveva dormito tutta la notte a pancia sotto
nuda, senza nemmeno un lenzuolo a coprirla e per me era stata davvero dura
resistere dal farla mia.
Solo il pensiero di farle male mi ha fatto
desistere!
Guardai
la sveglia sul comodino e vidi che erano le nove passate così decisi di alzarmi
e, date le alte temperature estive, di correre in bagno per una doccia
rinfrescante.
Quando
tornai in camera, Sophie era ancora a letto e dormiva profondamente. La guardai
per qualche istante beandomi di quel meraviglioso spettacolo di donna, che placidamente
dormiva nel mio letto; uno spettacolo che mi apparteneva in tutto e per tutto. Mi
avvicinai e la baciai dolcemente sulle labbra poi, con un sorriso appagato e
possessivo, uscì dalla stanza senza far rumore.
Ero
arrivato alle scale quando il campanello di casa suonò rumorosamente.
Chi diavolo è a quest’ora?
Che siano già arrivati gli amici di Soph?
La
faccia che mi sorrideva quando aprì la porta non era sicuramente né Ilaria,
migliore amica di Sophie né tantomeno Luca.
Era uno scocciatore conosciuto!
“Jared…
che diavolo ci fai qui?”
“Mi
sei mancato anche tu, Gerard. E sto benissimo ora che me lo chiedi” ribatté
sarcastico
Arrossì
un poco e con un timido sorriso di scuse aprì la porta invitandolo ad entrare e
ad accomodarsi in salotto.
“Mi
fa piacere vederti Jared, lo sai. Ma a quest’ora del mattino, chi o cosa ti ha
spinto a bussare alla mia porta?”
Sorrise
in risposta e cominciò a ciarlare del più e del meno
“Dov’è
Sophie?” domandò poi di punto in bianco
“Sta
ancora dormendo. Non sta molto bene” e in poche parole gli raccontai della
scottatura di Soph e delle indicazioni della dottoressa
“Completamente
nuda?” come al solito aveva colto l’aspetto meno rilevante dell’intera vicenda
“Già.
Niente vestiti e dosi massicce di gel all’aloe” chiarì cercando di suonare
indifferente.
“Una
donna senza vestiti, ferita, bisognosa di cure e affetto per di più da oliare e
massaggiare. Amico, la domanda sorge spontanea … perché sei ancora qui a
parlare con me? Pensavo avessimo superato questa fase!“ mi ricordò riferendosi
all’episodio di quando Soph si era persa per poi trovarci tutti e due a doverla
spogliare da svenuta
“Perché
a differenza di te, amico, non sono
un caprone in calore!” replicai sdegnoso
Ci voleva lui a dirmi cosa avrei potuto e
voluto fare con Sophie!
“Ha
la pelle ipersensibile e qualsiasi tipo di contatto le provoca dolore. Anche il
solo spalmarle il gel le crea sofferenza” spiegai
“Certo,
con le tue manone da muratore le avrai sicuramente fatto male. Io, al
contrario, ho le mani da pianista dicono!” buttò lì Jared
Risposi
con un’occhiataccia e lui saggiamente decise di cambiare discorso “Beh, menomale
che sono passato a trovarti, con Soph fuori uso sarò io a farti compagnia!” continuò
sorridendo
Ero
contento di vedere Jared “Se non hai
altro da fare …” risposi alzando le spalle
“Nulla.
Che programmi avevi per oggi?” e per rispondere alla sua domanda raccontai
anche dell’arrivo dei due amici di Soph.
“Dalle
tue parole e dal tono usato percepisco una sorta di animosità verso questo Luca”
“Animosità?
No, non mi pare” negai scuotendo il capo
Avevo forse lasciato trasparire le mie
impressioni su Luca?
“No
eh? Lo hai definito pesce lesso, mummia rattrappita e non ricordo cos’altro”
Stavo
per rispondergli per le rime quando sentì i suoi passi. Sophie si era
svegliata.
“Buongiorno
a tutti” esordì entrando in salotto con un sorrisone. Indossava un corto
vestitino di cotone bianco senza spalline
Balzai
in piedi e le andai vicino “Ben svegliata amore mio” sussurrai baciandola
dolcemente sulle labbra
Il
bacio era durato a lungo e quando mi allontanai, notai nei suoi occhi scaglie
di dolcezza tutte per me. Sorrisi e la invitai ad unirsi a noi. Salutato Jared
con un bacio sulla guancia ed un sorriso allegro si sedette sul bracciolo del
divano, accanto a me.
Luca
e Ilaria arrivarono in tarda mattinata. La seconda mi fece subito una
buonissima impressione; fisicamente somigliava molto alla mia Sophie, lunghi capelli
castani, allegra e sorridente, occhi scuri e corpo formoso. Sembravano quasi
sorelle. Luca invece era... un ragazzo alto, qualche centimetro in meno di me,
biondo, occhi verdi con fisico asciutto e muscoloso. Sorrideva molto anche lui e
si guardava in giro curioso. Incontrava spesso lo sguardo di Sophie ed insieme
sembravano poter comunicare solo con il pensiero.
Mi
presentai e presentai loro Jared e assieme a lui mi rifugiai in cucina,
lasciando i nuovi arrivati con Soph. Sicuramente avevano un sacco di cose da
dirsi.
“Non
mi piace!” dichiarai non appena Jared ebbe chiuso la porta della cucina.
“Credo
di sapere a chi ti riferisci” rispose sorridendo malignamente
“Cioè
dico … ma l’hai visto?”
“Mhm
… non so. Un ragazzo alto, biondo con un fisico niente male?”
“Fisico
niente male?!?!? Ma non dire cazzate! Comunque sarà meglio tenerlo d’occhio.
Non mi fido … ha una faccia da furbetto che non mi piace!” dichiarai risoluto
“Non
sarà perché sembrava felicissimo di vedere Soph, vero? O magari è per come l’ha
salutata?”
Sbuffai
in risposta. Non mi piaceva e lo avrei
tenuto d’occhio!
Li
sentivo ridere e parlare in italiano e per l’ennesima volta quel giorno mi
diedi dell’idiota per non aver approfittato di Sophie per imparare un po’
quella stramba lingua.
Non puoi mica rimanere in disparte da
associale per tutto il giorno … dopotutto, modestia a parte, sei Gerard Butler!
Ormai
Jared sen’era andato da una buona mezz’ora e rimanere in cucina da solo non
aveva senso ed era oltremodo inospitale, così m’incamminai verso il salotto.
Aprì
la porta ed entrai.
I
due sedevano sul divano mentre lei, la mia Soph, se ne stava in piedi accanto a
loro. Mi notò subito e mi venne incontro sorridendo felice.
“Tesoro,
ti unisci a noi?” domandò con tono dolce
Guardandola
annuì e mi diressi verso la poltrona mentre lei rimase ancora in piedi.
“Dovremmo
fare gli impacchi e rimettere il gel Soph … lo vedo che soffri”
“Già”
annuì lei “La pelle mi brucia molto” continuò
Luca
s’intromise nella discussione chiedendo spiegazioni. Soph chiarì tutto in
italiano e spiegò loro l’intera vicenda. Capì subito che Luca parlava
fluentemente l’inglese mentre Ilaria poco o niente.
Anche
se non riuscì a capire nulla o quasi della loro conversazione vedevo le loro
espressioni dispiaciute e i loro occhi erano sinceri.
Parlammo
di tante cose, tutti assieme, con Soph e Luca a fare da traduttori per me ed
Ilaria.
Per
tutto il tempo quei due non fecero altro che sorridersi, guardarsi e sorridersi
ancora in perfetta sintonia. E la cosa m’innervosì oltremodo.
Pranzammo
assieme e il pomeriggio lo passammo in piscina.
Stavamo
parlando e ridendo in piscina quando il mio cellulare prese a suonare. Era Bob perciò
mi alzai e mi allontanai dai tre per non tediarli più del dovuto. La telefonata
non durò molto ma al mio ritorno trovai una brutta sorpresa.
Soph e Luca insieme.
Rabbia
e gelosia m’invasero. Li vedevo assieme, li vedevo ridere e scherzare e
giocare. Erano entrambi a bordo piscina quando d’improvviso Luca la sollevò tra
le braccia ed insieme si buttarono in acqua.
Aprì
la bocca per protestare ma nemmeno un suono ne uscì. Tentai nuovamente ma le
parole pensate dal mio cervello sembravano non voler arrivare e uscire dalla
mia bocca.
Continuavo
a guardarli. Ridevano e si abbracciavano.
La
visuale mi si oscurò solo quando la sua figura mi fece ombra.
L’ombra
di Ilaria.
Con
un sorriso si accomodò vicino a me, mi guardò e mi toccò un braccio con fare
rassicurante
“Gerard
… come avrai sicuramente notato, io non parlo inglese molto bene ma ho capito
cosa ti passa per la testa. Sembri fuori di te e i tuoi occhi non dicono altro”
Il suo viso sembrava sincero e un sorriso le aleggiava sul volto.
Il
suo inglese era pessimo ma aveva buone intenzioni e rimasi ad ascoltarla
concentrandomi su quello che diceva.
“Tranquillizzati
perché non è come pensi. Luca e Soph si conoscono da diversi anni mentre io e
lei ci conosciamo fin da bambine, perciò ti posso assicurare che fra quei due
non c’è nulla se non una grande e fraterna amicizia. Amicizia tutto qui. Si
vogliono un gran bene ma come amici. Lei ama te.” concluse il tutto con
un’altra pacca consolatrice e alzandosi si unì a quei due.
Eravamo
rientrati a casa nel tardo pomeriggio ma avevo notato che Gerard era un poco
sulle sue.
Lo avevo forse trascurato?
Così
mi venne un’idea…
Avrei
rimediato. Quella sera stessa. Gli avrei fatto una sorpresa e Luca mi avrebbe
aiutato.
Luca! Avevo bisogno di Luca!
“Luca
mi devi aiutare” esordì entrando nella sua camera senza neppure bussare
Di
lui non c’era traccia ma sentì lo scrosciare dell’acqua della doccia perciò
decisi di aspettarlo seduta sul letto. Se ne sarebbero andati fra solo un paio
di giorni e la cosa mi rattristava parecchio. Ero così felice di averli, di
poter parlare con loro.
Parlavo italiano finalmente!
“Hey,
Soph che ci fai qui?” mi salutò uscendo dal bagno. Aveva un asciugamano intorno
ai fianchi ma per il resto era nudo.
Il
suo fisico muscoloso mi faceva sempre un certo effetto, soprattutto quando era
senza maglietta … ma a pensarci bene nessuno era come il Gerard.
Lui
era tutto quello che più desideravo. Molto, molto, ma molto più di quello che
avrei mai chiesto!
Riscuotendomi
da quei pensieri mi alzai precipitosamente e quasi mi fiondai su di lui
“Luca,
mi devi aiutare … per favore” cominciai a dire prendendogli le mani
“Certo,
Sophie … tutto quello che vuoi, ma … aspetta cosa dovrei fare?”domandò cauto
Gli
raccontai brevemente la mia idea e lui si dichiarò d’accordo. Corsi in camera
mia e vi trascinai anche lui, con ancora indosso solo l’asciugamano, dove
recuperai tutto quello che mi serviva.
Profumo
e biancheria intima sexy.
“Soph,
non potrei almeno cambiarmi? Perchè a parte l’asciugamano sono nudo come un
verme” protestò per l’ennesima volta
“Te
l’ho già detto Luca, non abbiamo tempo” risposi esasperata
Era
una situazione strana ma non imbarazzante, almeno per noi. Ero di fronte a lui
con addosso solo uno striminzito completo intimo bianco.
“Allora
… che ne pensi?” domandai facendo una giravolta per farmi ammirare meglio
“Se
vuoi dargli l’impressione di una suora … stai alla grande!”
“Oh,
ma dai! Non starai esagerando?! Una suora… guarda che l’ho pagato un sacco di
soldi!” risposi sbuffando
Era
il secondo completo che bocciava. Due dei miei migliori completi intimi.
“Non
hai qualcosa di più … provocante?” domandò esasperato per poi correre a frugare
nel mio cassetto. Incrociai le braccia al petto irritata.
Forse non era stata una buona idea chiedere
aiuto a Luca … avrei dovuto chiedere ad Ilaria!
All’improvviso
lanciò un fischio acuto che mi riscosse dalle mie riflessioni e m’indusse a
guardarlo. Tra le mani reggeva una striminzita brasiliana con reggiseno a
balconcino abbinato. Erano entrambi neri.
“Questo
… prova questo!”
Corsi
in bagno a provarlo, eccitata e nervosa. Volevo fare in modo che Gerard non potesse
resistermi, volevo scusarmi e lo volevo tutto per me quella sera.
“Allora
che te ne pare?” domandai uscendo dal bagno
Lui
mi guardò a lungo, a bocca aperta e con occhi sgranati.
“Soph
stai una favola! Se fossi etero ti sarei già saltato addosso e ti avrei
incatenato al letto!”
Sorrisi
grata di quel complimento e lo abbracciai. Gli volevo un gran bene.
“Il
merito è tutto tuo e del tuo buon gusto! Grazie Luca” dissi
“Beh,
con questo completino lo farai impazzire… poco ma sicuro! Chiamo Ilaria deve
assolutamente vederti!” prese il
cellulare e le mandò un messaggio
Mi
diressi con passo lento di nuovo in bagno, volevo profumarmi e truccarmi un
minimo quando sentimmo bussare alla porta.
“Cavoli,
Ila, hai fatto in fretta” lo sentì dire “Ila
… devi vederla … è una strafiga assurda!” disse aprendo la porta
Uscì
in fretta dal bagno ma non era Ilaria quella che ci trovammo di fronte…
Gerard
rimase sulla porta come pietrificato. Passava lo sguardo da me a Luca senza
dire una parola.
Sapevo
cosa stava pensando … glielo si leggeva in faccia.
Cercai
di avvicinarmi perché volevo spiegargli ma lui me lo impedì agendo prima.
Non
mi resi nemmeno conto di quel che stava accadendo finché non sentì i gemiti di
dolore di Luca. Gerard era entrato come una furia in camera e, preso Luca per
la gola, lo aveva sollevato da terra per spiaccicarlo al muro. Il viso contorto
dalla rabbia era quasi irriconoscibile. Continuava a gridare ma io non riuscì a
cogliere nulla. Vedevo solo l’espressione sofferente di Luca.
“Gerard!
Lascialo subito!” urlai perentoria
Ero
di fianco a entrambi quindi era impossibile che non mi avesse sentito. Mi
guardò per qualche secondo per poi lasciarlo andare. Luca scivolò a terra e
tenendosi una mano sulla gola alzò lo sguardo prima su Gerard e poi su di me.
Ma entrambi non lo notammo: Gerard fissava me ed io lui, i nostri sguardi rabbiosi
legati l’uno all’altro.
“Come
ti sei permesso di fare una cosa del genere!?” urlai mentre cercavo di aiutare
Luca a rialzarsi da terra. Guardai con attenzione il suo collo ma non sembrava
avere lividi o arrossamenti.
Menomale …
“Cosa
avrei dovuto fare? Perché sei in biancheria intima? E cosa diavolo ci fa in
camera tua?” domandò furibondo riferendosi al mio migliore amico
Luca
si era ripreso ed ora mi guardava con aria triste. Ricambiai lo sguardo per poi
rivolgerlo a Gerard
“Sei
un idiota Gerard Butler … non hai capito proprio niente!” risposi in lacrime
Luca
si avvicinò e, tentando di consolarmi, si allungò come per abbracciarmi ma
Gerard con una spinta glielo impedì
“Sta’
lontano da lei!” ringhiò arrabbiato
“Stai
calmo Gerard perché non è come pensi. Sono qui solo perché Sophie mi ha chiesto
aiuto. Voleva farti una sorpresa e mi ha chiesto di aiutarla a scegliere un bel
completo intimo. Voleva passare la serata con te dato che le è sembrato di
trascurarti un po’ oggi, forse a causa nostra” spiegò calmo
La
spiegazione sembrò calmarlo. Non accennò a dire una sola parola a Luca ma il
suo sguardo si concentrò su di me, sul mio viso, come a chiedere conferma
“Mi
eri sembrato triste oggi così avevo pensato di farti una sorpresa e di farmi
trovare in camera tua ” chiarì indicandomi
Avevo
le guance rigate di lacrime ma non me ne curai
“Perché
indossi solo un asciugamano?” domandò a Luca con voce tesa
Il
mio migliore amico sorrise e mi guardò
“E’
colpa mia, non gli ho lasciato il tempo di cambiarsi. Non volevo perdere tempo
… e non gli ho permesso di cambiarsi” spiegai
Le
mie parole erano frammentate da piccoli singhiozzi e forse fu proprio questo a
fare breccia nel suo cuore
“Oh,
Sophie scusami. Ti ho vista così … con lui e non ho capito più nulla” disse abbracciandomi
delicato
“Non
è con me che ti devi scusare ma con Luca” feci avvicinandomi al mio migliore
amico e abbracciandolo
Luca
ricambiò con affetto; mi allontanò da sé dolcemente per poi girarsi verso
Gerard
“Mi
dispiace Luca. Sono veramente mortificato per il mio comportamento … ma vederti
con lei mi ha …”
“Tranquillo,
lo capisco. Ora vi lascio soli… così potrete parlare da soli”
L’ultima
cosa che vidi fu Luca chiudere la porta perché poi chiusi gli occhi e mi
lasciai andare al dolce sapore delle labbra del mio uomo. Un sapore ed una
morbidezza irresistibili.
Luca ed Ilaria rimasero, proprio come nei piani, per altri
due giorni. Ed io passai tutto il mio tempo con loro. Gerard, la sera del
nostro piccolo scontro, mi confessò di essere stato terribilmente geloso di
Luca e solo per questo si era comportato in quella maniera. Tuttavia aveva
capito la situazione e si era fatto, in qualche modo, da parte per divertirmi
con i miei amici da sola. Lui ne aveva approfittato per una rimpatriata con
alcuni vecchi amici che non vedeva da tempo.
Quei due giorni passarono troppo in fretta ma mi lasciarono
dentro una sensazione di allegria, contentezza e felicità che portai con me
anche i giorni seguenti. Gerard disse che sembravo splendere dalla contentezza,
molto più del solito.