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Autore: Sonnyx94    10/11/2011    5 recensioni
Demi Lovato è appena tornata a New York. E' stata lontana per un anno, ricoverata in ospedale per una malattia che l'aveva colpita. Qui tornerà a riprendere la sua vecchia vita al liceo e tra amici ritrovati, nuove conoscenze e il calore di essere tornata a casa, scoprirà che qualcosa nella sua vita cambierà. Quel cambiamento lo provocherà Joe Jonas, trasferitosi nella Grande Mela poco dopo la partenza della ragazza. Demi imparerà che la vita può essere malvagia ma che se si è in due le cose possono risultare più facili e mai avrebbe potuto immaginare di venire salvata dal Paese delle Meraviglie, come New York, da un Pirata, come Joe.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Demi Lovato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11: "Il Prezzo della Popolarità"




POV Demi 
Quel mattino non suonò la sveglia, dolce sapore di sabato mattina.
Nel dormiveglia riuscivo a sentire l’odore di brioche che veniva dal piano di sotto, Dorota stava preparando la colazione.
Nel sonno mi venne da sorridere e mi girai nel letto, con la pancia sotto.
Ma il silenzio venne spezzato dal suono di una vibrazione, il mio telefono stava squillando.
Lo afferrai e risposi < Miley cosa vuoi? È sabato! > protestai, ancora assonnata.
< Principessa sono le 10 del mattino è ora che ti svegli! > mi disse lei ridendo.
< Si va bè... > risposi io < che c’è? >
< Mi offri asilo politico? >
< Che? >
< Ti prego non voglio andare alla festa di Robert! >
Giusto. Questa sera ci sarebbe stata le festa tanto attesa da mezza scuola, esclusa ovviamente Miley che avrebbe scambiato la sua anima con il diavolo piuttosto che andarci.
La povera Miley era stata obbligata ad accompagnare Selena a quella stupida festa, perché la nostra migliore amica sperava tanto di poter rimanere sola con David.
Ma Selena avrebbe preso solo una grandissima delusione, avevamo perso David ormai, come Nick e Kevin avevano perso Joe. La popolarità fa fare cose stupide e malvagie.
David era innamorato di Selena, questo lo sapevano tutti, ma non avrebbe mai trovato il coraggio di stare con Selena, visto che questo significava rinunciare alla propria posizione sociale.
Ma a cosa serve? Mi chiedevo sempre io.
A che serve essere popolari a scuola? Nessuno se l’era mai chiesto?
A chi importerà, finita la scuola, chi eravamo al liceo? A nessuno, ecco la pura e semplice verità.
Selena, Miley e David erano parte della mia infanzia, l’unica cosa bella che ricordassi dei primi periodi dopo la morte di mia Zia. Come poteva essere tutto finito? Come poteva essere tutto cambiato solo in un anno?
< Miley conosci Sele, ti trascinerà comunque lì > risposi, sedendomi sul letto.
< Uff...e se mi do malata? >
< Miley? >
< Ok, non ci crederebbe mai... >
Sorrisi, quanto era scema quella ragazza, ma dopotutto era per quello che era la mia migliore amica.
< Va bè Demi, vado a cercare qualcosa da mettermi per stasera > mi disse con poco entusiasmo.
Risi < Divertiti! >
< Certo, come no! > mi rispose e attaccò.
Scesi a fare colazione, poi andai sotto la doccia.
Mentre mi asciugavo i capelli mi osservavo allo specchio.
Ero una ragazza carina lo dovevo ammettere.
I capelli nerissimi mi cadevano sulle spalle mossi, creando delle onde imperfette intorno al mio viso pallido, bianco come la neve, in contrasto con gli occhi, anch’essi scurissimi e le labbra piccole e rosa pallido.
Avevo delle piccolissime lentiggini intorno al naso e sotto gli occhi.
Abbassai lo sguardo sul polso destro, i lividi che mi aveva lasciato la stretta di mio padre stavano sparendo. Tra qualche giorno avrei potuto fare finta che quelle due maledette righe non fossero mai esistite, lo speravo davvero, perché se Joe non si sarebbe dato per vinto avrei dovuto convivere con quella realtà.
La pioggia continuava a cadere insistente ormai dal giorno prima, segno che l’estate a New York era definitivamente finita. Ma dovevo solo resistere per poche settimane e poi sarei tornata per un giorno al caldo della California e con un po’ di fortuna avrei fatto anche visita a mio fratello.
Altro squillo del mio cellulare.
Un messaggio da parte di Justin: “ Ciao Demi. Ti va di venire al cinema con me e Michaelprima di andare a vedere Nick e Kevin?”
Non ero proprio dell’umore ma più stavo fuori di casa e meglio era.
“Ok. A che ora?”
“ Alle 6 e mezza. Ciao bacio”
Misi il cellulare in tasca.
Io e gli altri eravamo riusciti per un pelo a scampare alla festa di Robert, ma solo perché Nick e Kevin ci avevano invitati a sentirli suonare in un piccolo pub a Times Square.
La giornata passò velocemente e devo dire che mi annoiai molto. Il tempo era scandito dal rumore della pioggia contro il vetro, dal rumore dell’aspirapolvere che Dorota stava usando per pulire la casa e dalla musica che stavo ascoltando.
Arrivarono le 6 e mezza e puntualissima arrivai al cinema. Ma i miei due amici erano già lì fuori ad aspettarmi.
Non avevo messo niente di speciale, jeans, una maglia lunga nera, stivali abbinati e cappotto.
Pioveva ancora, dalla forza con qui la pioggia scendeva sembrava che dovesse venire la fine del mondo. L’ombrello quasi non riusciva a ripararmi e ringraziai il cielo di non aver stirato i capelli altrimenti sarei già diventata una specie di barboncino gigante.
< Hey ragazzi! > li salutai, entrando dall’ingresso e chiudendo l’ombrello. Avevo i capelli un po’ bagnati.
< Ciao, Demi > mi risposero loro.
< Allora che vi va di vedere? > chiese Justin.
< Demi vuoi vedere un film romantico? > propose Michael.
< Oh no grazie, sai che li odio! > risposi.
< Meglio per noi, allora! >
< Un bel horror? > chiesi.
< Si! > riposero loro due.
Andammo a fare i biglietti ed entrammo nella sala. Non era pienissima, io ero seduta tra Justin e Michael.
Stavamo parlando del più e del meno, erano divertenti come ragazzi anche se pensare che entrambi avevano un piccolo debole per me mi metteva a disagio. Ma preferii scacciare questo pensiero, erano miei amici e sarebbero rimasti tali per sempre, loro lo sapevano ma come si dice: la speranza è l’ultima a morire.
La cosa che più stimavo di loro era che nonostante gli piacesse la stessa ragazza erano amici, questa cosa non aveva avuto nessun effetto negativo sulla loro amicizia, anzi si può dire che si fosse solo rinforzata.
Il film doveva ancora iniziare, sullo schermo davano una pubblicità davvero noiosa su credo un detersivo, così mi guardai intorno per vedere se conoscevo qualcuno nella sala.
Nessuna faccia nota che mi dicesse qualcosa, ma avevo pensato troppo presto.
La porta della sala si era appena aperta, due ragazzi alti e castani stavano entrando e ridevano con in mano due confezioni di popcorn.
“Non ci credo!” pensai.
Mi rannicchiai sul sedile e pregai in tutte le lingue che conoscevo tutte le divinità di ogni religione, sperando che lui non mi avesse vista.
< Demi tutto ok? > mi chiese Justin preoccupato.
< Eh? Ah no niente, non ti preoccupare > risposi io tutt’altro che calma.
< Ma perché ti nascondi? > mi chiese a sua volta Michael.
Bella domanda, pensai. < Ma io non mi nascondo > risposi con una risata nervosa < Perché mai dovrei nascondermi? > chiesi.
< Forse perché sono appena entrati David e Joe? > mi chiese.
Beccata!
< Ah davvero? > chiesi con una pessima recitazione < Non me ne ero accorta >
Le luci si abbassarono e iniziarono a scorrere sullo schermo svariati nomi di attori.
Mi rilassai e tornai a sedermi normalmente, al buio non mi avrebbe vista.
Joe zero. Demi uno.
Ancora una volta pensai troppo tardi.
Era una fila davanti a me, verso destra, si girò nella mia direzione e mi fece l’occhiolino.
Joe uno. Demi zero.
 
Neanche alla metà del primo tempo decisi che non sarei più andata al cinema con due ragazzi. Ero in una posizione scomodissima e innaturale. Avevo le braccia incrociate sul petto, perché i due ragazzi che avevo ai lati mi avevano occupato entrambi i braccioli della poltrona, le loro mani in una posizione alquanto insolita, aperte con i palmi rivolti verso l’alto.
Così cercando di non pensare ai due mostri assetati di sangue che avevo al mio fianco, mi concentrai su quelli sullo schermo del cinema.
Il film era davvero uno schifo. Non faceva per niente paura, gli effetti speciali erano scadenti e la recitazione degli attori era paragonabile agli effetti speciali, ma dovevo ammettere che c’erano delle scene alquanto macabre.
Sullo schermo comparve la scritta “intervallo”, le luci si accesero e molte persone si alzarono ed uscirono dalla sala.
Michael e Justin furono tra i primi ad uscire, non avevano una bella cera, mi dissero che dovevano andare al bagno.
Mi riappropriai dei braccioli della poltrona e iniziai a sentire il sangue che tornava a scorrere nelle braccia, dandomi la sensazione di avere tante piccole formiche sulla pelle.
< Ma guarda chi si vede! >
Avrei preferito che una colonia di formiche mi mangiasse piuttosto che sentire quello voce.
< Che cosa ci fai qui? > chiesi irritata.
< Quello che fai tu: guardo il film > rispose la voce.
< Intendo cosa ci fai qui, vicino a me? > dissi, indicando la poltrona al mio finaco sulla quale era seduto.
Si mise a ridere < Mi mancavi! > disse ironico.
Scoppiai a ridere < Questa me la segno, manco a Joe Jonas! >
Quando finalmente la smisi di ridere, lui mi chiese < Che fine hanno fatto i tuoi due cavalieri? > riferendosi a Justin e Michael
< In bagno > risposi.
Trattenne una risata < Dovresti uscire con gente con lo stomaco più forte >
< Come te? > chiesi in tono di sfida.
< Cos’è? Vorresti un appuntamento? > chiese ma serio.
< Te l’ho già detto: non uscirei con te nemmeno se mi pagassero >
< Certo, certo dite tutte così all’inizio >
Lo ignorai < Ma non dovresti essere alla festa di Robert? >
< Inizia alle 8 > mi rispose < Sicura di non voler venire? > mi chiese.
< Assolutamente! >
< Peccato ci saremmo divertiti >
< Ma non hai un briciolo di umanità? E la tua ragazza? Sai Chelsea, alta, capelli biondi, quella che ti fai tutte le mattine a scuola...ti dice niente? > chiesi.
< Non ha importanza... > disse lui e dalla sua faccia capii che era sincero.
Scossi la testa e tornai a fissare lo schermo spento del cinema
< Sei senza cuore > dissi a bassa voce.
Lui annui, triste, non lo avevo mai visto così. Ero a disagio, mi sentivo quasi in colpa per avergli detto quelle parole, ma cosa avrei potuto fare in ogni caso?
Dopo pochi secondi di silenzio mi chiese < Come va il polso? >
Ripensai a quella settimana, a come Joe aveva scoperto dei segni sul mio polso e di come ogni giorno mi venisse a cercare per avere delle spiegazioni.
 
“Raggiunsi il mio armadietto e presi i miei libri, quando lo richiusi trovai un ragazzo al mio fianco che esclamò < Hey ciao! >
Il mio cuore quasi si fermò per lo spavento < Dio Joe! Mi hai spaventato! >
< Oh bè...scusa! > disse sorridendo e alzando le mani in segno di resa.
Alzai gli occhi al cielo < Cosa vuoi? >
< Niente > rispose.
< Bene allora se non ti dispiace, io me ne andrei > dissi e feci per andarmene, ma lui mi fermò, sbattendomi contro l’armadietto, le mani appoggiate all’armadietto all’altezza della mia testa, per impedirmi di andarmene.
< Demi > disse a bassa voce < Ho bisogno di sapere...è davvero quello che penso? >
Rimasi immobile, un po’ mi faceva paura, ma dall’altra mi faceva innervosire il fatto che continuasse a tormentarmi.
< Non sono affari tuoi > dissi.
< Se sono affari miei o meno lascia che lo decida io. Demi io ti voglio aiutare >
< Non voglio il tuo aiuto Joe, perché non ne ho affatto bisogno >
< Demi non mi mentire >
< Ma a te cosa importa? > chiesi alzando la voce.
Lui abbassò la testa, poi tornò a guardarmi < Non lo so, non so perché mi importa >
< Grazie tante, ora è tutto molto chiaro >
< Senti non lo so ok? Non so perché mi fai questo effetto! >
< Oh smettila Joe! Lo so come sei fatto, non giocare a questo gioco con me. Perderesti >
< Davvero? > chiese famelico, avvicinandosi.
< Assolutamente si > risposi.
< Questo lo vedremo > disse. Poi silenzio, aspettava che dicessi qualcosa, probabilmente che gli rivelassi tutto, ma rimasi in silenzio.
< Senti facciamo così > iniziò lui < Dimmi solo se te lo sei fatta tu. Rispondi si o no, poi non ti darò più fastidio >
Ci pensai un momento. Potevo azzardarmi a rispondere?
< No. Non me lo sono fatta io > risposi. Sperando che avrebbe mantenuto fede alla sua promessa.
< Ok > rispose lasciandomi andare.”
 
 
Per quanto fosse possibile rimasi più immobile di prima, lo sapevo non avrebbe mai tenuto fede alla sua promessa.
Vedendo che non rispondevo mi prese il polso con una stretta dolce e leggera, quasi come se non mi volesse sfiorare. Cercai di opporre resistenza, ma lui aveva già alzato la manica della maglietta scoprendomi il polso destro, le righe ormai non si vedevano quasi più, sembravano più che altro ombre minuscole sul mio polso.
Ma ombre immense nei miei ricordi.
Ci passò sopra un dito, il suo tocco caldo mi fece rabbrividire. Ci stavo cascando come una povera idiota, non mi era mai successo di abbassare così tanto la guardia.
< Va meglio, direi > disse lui, lasciando per mezzo secondo il mio polso.
Mezzo secondo di troppo. Tolsi velocemente il braccio e lo incrociai con l’altro.
< Si > dissi con un filo di voce.
Lui aprii la bocca per dire qualcosa ma venne interrotto.
< Jonas > lo salutarono Justin e Michael, con un tono alquanto infastidito.
< Bieber, Musso > li salutò lui con altrettanto fastidio.
Squadrai i tre ragazzi che mi circondavano, sembrava che fossero pronti a fare a botte per poi ricevere il loro premio.
Io.
E quel gioco non mi piaceva affatto!
Ma quanto accidenti dura questo intervallo? Mi chiesi disperata.
< Emm...Joe credo sia meglio che tu torni da David > gli dissi.
Lui rimase a fissare con sguardo di fuoco i miei due amici, poi quando credo elaborò la mia frase, mi guardò, poi guardò Justin e Michael e tornò a guardare me.
< Si, credo di si > disse, si alzò.
< Buona serata Demi > mi salutò mentre tornava al suo posto.
Justin e Michael occuparono i loro posti.
< Cosa voleva? > mi chiese Michael.
< Niente di importante > risposi io e prima che loro potessero ribattere finalmente ricominciò il film.
Grazie tante vita, ora decidi di venirmi in contro?
Joe due. Demi zero.



POV Joe
 Non avrei dovuto, lo sapevo, ma come sempre avevo deciso di andare contro ad ogni principio, di non fare la cosa sensata e più giusta e come sempre avevo dato ascolto alla mia parte irrazionale.
Gliel’avevo promesso, le avevo promesso che se mi avesse detto se era stata lei a farsi quei tagli sul braccio non mi sarei più intromesso, o almeno non avrei più toccato quell’argomento.
Per non parlare di quando le avevo preso il polso, non so perché lo feci, ma mi venne naturale. Probabilmente era la mia curiosità, o semplicemente non volevo ammettere che era preoccupazione la mia.
L’avevo sentita esitare nella stretta della mia mano, quasi come se avesse avuto paura che la toccassi.
Un’altra cosa avevo notato, non erano tagli quelli sul suo polso, se fossero stati tagli ci sarebbe stata una riga più sottile e ancora ben visibile. Ma non era stato così, non c’era nessuna riga, nessun taglio, niente che potesse portare a pensare ad un’autolesione.
Come al solito avevo dato per scontato di aver capito tutto.
E come al solito avevo sbagliato tutto.
Tornai a sedermi vicino a David, sospirai e mi appoggiai allo schienale della poltrona, immerso ancora nei miei pensieri.
Dopo pochi secondi mi accorsi che David mi stava guardando male.
Così gli raccontai tutto, di quello che avevo scoperto, di come la pensavo anche se evitai caldamente di accennargli la confusione sentimentale che avevo.
Sentimenti.
Era passato tanto tempo dall’ultima volta che avevo usato quella parola.
Quando finì di parlare David sospirò e si mise una mano sulla fronte, in segno di disperazione.
Alzai gli occhi al cielo < Ti prego niente predica > lo scongiurai.
Le luci della sala si spensero e il film ricominciò.
Per tutta risposta guardò lo schermo, incrociò le braccia < Non serve > disse sottovoce e mise il broncio.
Dopo mezzo secondo di silenzio mi arresi e dissi < Dai spara >
Sorrise soddisfatto < Bè per cominciare: sei un idiota > disse.
< Ma dai? Non ci ero ancora arrivato! > dissi.
< Lasciami finire> mi zitti lui < Tu sei la persona più impulsiva, impicciona e irresponsabile che conosca! >
Abbassai lo sguardo.
< Ma non posso fartene una colpa > continuò < Anche se un motivo per cui ti comporti così ci deve essere... > lasciò la frase in sospeso, come se volesse che la completassi io.
Ma non dissi niente, anche se in qualche angolo del mio cervello la risposta me l’ero data il primo giorno che avevo conosciuto Demi.
< Dio Joe! Tu ti stai prendendo una cotta per Demi! > esclamò e gli misi una mano sulla bocca.
< Ma che sei scemo? > gli urlai dietro ma a bassa voce, sperando che nessuno nella sala lo avesse sentito, ma soprattutto che Demi non lo avesse sentito.
< Joe è la verità! >
< Ma cosa c’era nei tuoi popcorn? > chiesi guardandolo come se fosse pazzo.
< Oh andiamo Joe non ti sei mai preoccupato così per nessuno, nemmeno per Chelsea quando avevi davvero una cotta per lei! >
Non dissi niente, probabilmente perché semplicemente forse aveva ragione lui.
< No non può essere > dissi.
< E allora perché ti preoccupi per Demi? > chiese lui.
< Che cosa avresti fatto al mio posto? > chiesi provocatorio < Se avessi visto che Demi aveva due righe sul polso che sembravano tagli, avresti davvero lasciato correre? >
< Ma non sono tagli > rispose David.
< Appunto! > quel ragazzo era davvero un ingenuo, non capiva la gravità della situazione < Non se li è fatti da sola e non sono tagli. Quindi qualcuno l’ha picchiata! E ti giuro che se lo trovo... > non finì la frase.
David sorrise < Già, se lo trovi che fai Joe? >
Mi salii una rabbia indescrivibile, era stato il suo obiettivo sin dall’inizio. Mi aveva fatto quelle stupide domande per farmi innervosire ed arrivare a dire quello che pensavo.
< Ti odio! > esclamai.
< Si, anche tu sei il mio migliore amico > rispose lui.
Rimanemmo in silenzio per un po’.
< Devo chiederti solo un favore > mi sussurrò David < Non la fare soffrire >
Non risposi.
 
Alla fine del film, passai con David a prendere Chelsea.
Andammo alla festa. La casa di Robert era davvero gigantesca, ma con tutta quella gente, i festoni e la quantità di roba da bere, tutti alcolici ovviamente, spostarsi da una stanza all’altra era impossibile.
Persi subito di vista Chelsea, ma la cosa non mi rattristii nemmeno un po’, anzi.
Io e David dopo aver salutato tutti, raggiungemmo il tavolo delle bevande.
Presi un bicchiere e non mi curai nemmeno di chiedere che cosa ci fosse dentro, con un sorso lo bevvi tutto.
La musica era assordante e c’era davvero tantissima gente, la maggior parte dovevano essere imbucati perché non li avevo mai visti a scuola.
Dopo un po’ vidi due ragazze che si avvicinavano a noi, erano entrambe molto carine, una con i capelli nero corvini, sciolti sulle spalle, formavano delle onde perfette. L’altra aveva i capelli lunghi castani con delle sfumature rosse, ci avrei provato come con tutte le ragazze che conoscevo, ma non lo feci perché quella era la sorella del mio migliore amico e l’altra la sua migliore amica.
< Ciao ragazzi > ci salutò la ragazza dai capelli neri.
< Ciao Selena, ciao Miley > risposi distaccato, mentre David era diventato pallidissimo in faccia.
Mollai una gomitata a David, visto che rimaneva con la bocca aperta e con la faccia da scemo.
< Emm...C-ciao > balbettò lui.
Era incredibile come alla sola presenza di Selena, David si bloccasse in  quel modo.
Silenzio imbarazzante.
< David ti posso parlare? > chiese Selena.
Ancora nessuna risposta, altra gomitata da parte mia.
< Emm...O-ok > balbettò lui e la seguì.
Bè almeno non si è sentito male, pensai.
Presi un altro bicchiere di un'altra bevanda sconosciuta e lo bevvi.
Miley era rimasta ferma, probabilmente era venuta solo per fare da sostegno morale a Selena. Il problema era che quella sera avrebbe dovuto consolare la sua migliore amica, perché conoscendo bene David non avrebbe dato a Selena la risposta che lei desiderava.
< Allora... > iniziai.
< Allora > ripete Miley.
< Ti diverti? > chiesi.
Lei alzò gli occhi al cielo < Joe, ci stai provando con me? >
< Se fosse così che diresti? > chiesi.
< Che sono la sorella del tuo migliore amico e che mi disgusti! >
Risi < Non sei la prima che me lo dice > dissi, riferendomi a Demi.
Miley capii, anche se avevo sperato il contrario < Senti devo chiederti un favore...Demi ha già i suoi problemi, non le complicare ancora di più la vita >
Quasi mi strozzai con la bevanda < Tu cosa sai? > chiesi, lei di sicuro sapeva tutto.
< Niente che ti riguardi...ricorda solo questo: Demi ha già la vita abbastanza incasinata e uno come te è l’ultima cosa di cui ha bisogno >
Feci per ribattere, ma una ragazza attirò l’attenzione mia e di Miley.
Selena ci era appena sfrecciata davanti, grosse lacrime le rigavano il viso, tentava di nasconderle con le mani, ma il trucco le era colato sulle guance colorandole di nero.
David ci raggiunse.
< Complimenti fratellino! > disse sarcastica Miley.
David non disse nulla, abbassò lo sguardo.
< Vedi di stare alla larga da Selena per un po’ > disse Miley, appoggiando il bicchiere che aveva in mano < E tu da Demi > disse guardando me e fece per andarsene ma tornò a guardare il fratello < Ah, e non dire una parola di quello che sai > disse, spostando gli occhi su di me e di nuovo su di lui.
Se ne andò in cerca di Selena.
< David cos’è che non mi devi dire? > chiesi.
< Niente > disse.
Rimasi in silenzio per elaborare un idea plausibile, poi arrivò. Miley sapeva tutto riguardo a Demi, mi aveva detto di strale lontano e poi aveva guardato David.
< David, cosa sai su Demi? > chiesi.
< Non hai sentito mia sorella? Non te lo posso dire > rispose.
< David per favore! > protestai.
< No, Joe! > urlò lui < Senti non puoi capire! >
Era la prima volta che mi parlava in quel modo, era preoccupato e sembrava quasi che gli facesse male ricordare. Pensai che per lui doveva essere terribile: Miley, Selena e Demi erano le persone con cui era cresciuto e ora le doveva ignorare così, solo per la reputazione. Iniziai a capire quanto stupida e insensata era la vita che facevamo.
Uscimmo dalla casa per non farci sentire, fuori pioveva ancora, la luna era alta nel cielo e i lampioni erano accesi e davano un’atmosfera quasi spettrale.
< Prova a spiegarmelo! > protestai ancora.
Scosse la testa < No, tu non te lo immagini nemmeno. È una cosa troppo grossa, Joe. E non te la posso dire, mi dispiace >
< David tu hai sempre saputo tutto e non me l’hai mai detto! Sai quanto mi preoccupa questa storia?! > dissi quasi urlando, non riuscivo a credere a quello che avevo appena detto.
< Lo so, Joe > mi rispose < Ma sapere le cose non cambierebbe niente, potrebbe peggiorare solo la situazione >
< Ma non capisci? Non voglio fare del male a Demi! Io la voglio aiutarla! >
< È proprio per questo che non posso dirti la verità, perché comunque non la potresti aiutarla, nessuno può > mi disse con la voce spezzata.
< C’è sempre un modo per aiutare qualcuno > protestai.
< No, Joe > sospirò David < Non in questo caso, non se Demi non vuole aiuto >
< David, ti prego > chiesi per l’ultima volta.
< No, Joe. Mi dispiace >
Annuì, la pioggia che continuava a bagnarmi. Non sarei riuscito a sapere niente da lui.
< Com’è andata con Selena? > chiesi.
David sospirò < Le ho detto che non provo niente per lei >
Era distrutto lo si vedeva benissimo da quella bugia così grande che lo devastava, era innamorato di lei dalla prima volta che si erano conosciuti e i sentimenti non erano mai cambiati nel corso degli anni, ma ora per la sua reputazione aveva detto addio alla persona più importante della sua vita.
< Mi dispiace David > dissi.
< Anche a me > rispose < Senti non mi va di restare. Ci vediamo lunedì, ok? >
< Si, va bene > risposi.
E si allontanò nel buio della notte, la luna che evidenziava i contorni del suo corpo.
Feci un ultimo sospiro, entrai e pensai che probabilmente se mi fossi ubriacato e se avessi trovato un posto per me e Chelsea non mi sarei depresso del tutto.
Ma non potevo immaginare che presto la mia vita sarebbe cambiata completamente, nel bene e nel male.



Grazie mille a quelle povere tapine che continuano a sopportarmi e che continuano a leggere e commentare le mie storie! Grazie mille, davvero :D Allora le cose si stanno intesificando e stiamo entrando nel bello della storia, il prossimo capitolo vi farà impazzire lo so...e quello dopo....bè quello dopo sarà il delirio! Continuate a recensire, vi voglio bene e grazie ancora per tutto!
Un bacione, Sonnyx94.
  
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