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Autore: _NyuKumi    11/11/2011    3 recensioni
Ispirata ad uno dei miei tanti sogni stupidi, vi presento la mia prima Fanfiction: un normalissimo viaggio d'istruzione che però si trasforma in tutt'altro! Spero vi piaccia e che non sia troppo banale, accetto consigli e critiche, quindi non trattenetevi! Buona lettura :3
NB: Le parti in grassetto indicano quello che pensa la protagonista.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  • Anna.

 

Non avevo mai dormito così tanto: tra pullman, aereo e ancora pullman avevo perso il conto di quante volte mi ero appisolata. Beh, appisolata.. si fa per dire. Forse sarà stato lo shock, ma in quelle ultime ore di viaggio che erano rimaste avevo dormito così profondamente che se Alessandra non mi avesse svegliata probabilmente sarei rimasta nel pullman.

Avevo anche sognato.

Frammenti di sogni che andavano e venivano. Alcuni familiari, altri estranei. Sognai me, al concerto, e il volto di Yoseob che ogni tanto compariva impercettibile. Quello che successe la mattina mi aveva proprio sconvolta, ormai ero fuori di testa.

 

Era quasi l'ora di pranzo quando arrivammo all'hotel. Dopo che il nostro mezzo di trasporto parcheggiò, uscimmo tutti velocemente e appena fuori tirammo un sospiro di sollievo. Niente più aerei o pullman.. almeno per il momento. Prendemmo le valige e tutto il nostro rumorosissimo gruppo entrò nell'albergo: un bellissimo hotel a quattro stelle!

I primi ad entrare però furono i professori, che chiesero alla reception tutte le informazioni, il numero delle stanze e le rispettive chiavi. Poi ci riunirono e ci divisero in gruppi di tre o quattro persone a stanza. Io avrei passato la settimana in stanza con mia cugina, Alessandra, e altre due compagne di classe. Ti pareva che tra le due capitò Chiara, la meno desiderata. In quel momento però non mi sembrava il caso di pensarci troppo.

Appena finirono di farci le solite raccomandazioni, ci consegnarono le chiavi e ci accompagnarono al piano in cui si trovavano i nostri alloggi.

La nostra stanza era al quinto piano e quando aprimmo la porta rimanemmo ad occhi aperti: la stanza era luminosissima! C'erano due letti matrimoniali, che al solo guardarli percepivi quanto potessero essere comodi, e una grande finestra coperta da una tenda rosa chiaro che lasciava entrare la giusta quantità di luce. In alto, quasi al centro della stanza, c'era un televisore che trasmetteva canali italiani e stranieri. Il bagno, infine, non era grandissimo, ma all'interno c'era lo stretto necessario. Insomma, stavamo una favola!

Il tempo di ordinare un po' le nostre cose, subito alcune ragazze ci vennero a 'disturbare' per informarci che avremmo pranzato in albergo e subito dopo saremmo usciti per fare un piccolo giro del quartiere, giusto per occupare il resto della giornata che ci era rimasto. Così, informate della novità, dopo esserci rinfrescate con una bella doccia, scendemmo al piano di sotto per mettere qualcosa sotto i denti. Finalmente.

Infatti, dopo tutte le cose successe qualche ora prima, non mi era proprio passata per la testa l'idea di mangiare, ma quando mi fecero notare l'orario, iniziai a sentire il mio stomaco brontolare.

Ahhh! Finalmente si mangia! Stavo giusto morendo di fame.. “

Che c'è? Ti è tornato il buon umore? Eppure prima eri uno straccio!”

Grazie per lo straccio!

Ho deciso di non pensarci, di godermi questo viaggio, come mi ero ripromessa prima di partire! E poi ora ho fame, e sai che quando voglio mangiare penso al cibo e nient'altro!”

Giusto, come ho potuto dimenticare una cosa del genere?!”

Tra le chiacchiere e le risate che ci scambiavamo in quel momento io e Alessandra, improvvisamente sentii qualcuno ridere e urlare alla fine del corridoio..

Hyuung! Secondo te qui a Parigi riusciamo a trovare un posto che vende Kimchi??”

Ma tu, in Francia, pensi al Kimchi?! Dovresti sperimentare i piatti tipici e..”

Piatti tipici tipo lumache?! Scordatelo!”

Ora pensa a chiamare questa cavolo di ascensore che oggi pranziamo qui..”

Non.. non può essere vero. No.

Non di nuovo, non così!

Inizialmente pensavo di non aver visto bene, che forse, non indossando né lenti a contatto e né occhiali, avevo scambiato quelle sei persone per qualcun altro. Pensavo che, l'episodio di quella mattina mi stava portando SERIAMENTE alla pazzia. E invece no.

Il cuore batteva all'impazzata, quasi svenivo sul colpo. Le gambe stavano per cedere, in quel momento non riuscivano a reggere il peso del mio corpo. In preda al panico presi il braccio di mia cugina e iniziai a stringerlo talmente forte che iniziò ad urlare.

AHIA! Puoi lasciarmi il braccio per cortesia e spiegarmi che ti prende ora?!”

Feci un piccolo cenno con la testa per indicare i ragazzi che avevamo davanti. Semplicemente lei rimase zitta.

Dopo qualche attimo di silenzio, qualcuno parlò.

Ah.. aspetta.. Ma, hyung! Lei è la ragazza dell'aeroporto!!”

Dongwoon divertito spinse Yoseob in avanti. Sembrava imbarazzato.

Sì, davanti a me, per l'ennesima volta, c'erano i B2ST.

 

  • Yoseob.

 

Il nostro manager ci accompagnò alla stanza, al quinto piano.

Mentre l'ascensore saliva, pensavo alla ragazza vista poco fa all'ingresso.

Mi sono confuso? Era davvero lei?

Ancora non riuscivo bene a comprendere il perché non facevo altro che pensarci da quando avevo lasciato l'aeroporto.

Forse, la cosa del coreano e la sua agitazione, mi avranno fatto incuriosire. Magari, voglio semplicemente capire il perchè del suo comportamento. Sì, dev'essere per forza così.

Cinquième étage.”

Eccoci arrivati.

Finalmente possiamo riposarci per qualche minuto! Non vedo l'ora di stendermi sul letto!”

La nostra stanza si trovava alla fine del corridoio e, come poi capii, era diversa dalle altre. Le cosiddette “camere V.I.P” o di lusso. Quando la porta si aprì davanti a noi c'era una stanza enorme con due letti matrimoniali e un letto a castello. La luce ricopriva ogni parete grazie alle grandi finestre e, soprattutto, al balcone che si trovava alla nostra destra. Affacciandoci, potevamo vedere le vie parigine perfettamente.

Inoltre c'era qualunque comodità: un grande frigo, armadi capienti, due televisori e persino un aggeggio per fare del caffè o del thè.

Non riuscimmo a trattenerci e, dopo aver fatto un lungo respiro per inghiottire tutta l'aria pulita che c'era in quella stanza, ci gettammo nei letti come non avevamo mai fatto.

Una sensazione stupenda.

Dopo tutte quelle ore di viaggio, qualche minuto di riposo ci voleva eccome.

Ahhh! Rimarrei così per l'eternità!”

Preso dall'euforia, iniziai a rotolarmi avanti e indietro su quel letto enorme e a saltare da un letto ad un altro.

Yoseob-ah! Capisco l'eccitazione, ma noi siamo stanchi.. se ti stai fermo un attimo!”

Questi letti sono stupendi!”

Si, ma non significa che devi saltarci sopra.”

Doojoon iniziò a rimproverarmi, come faceva sempre, ma, come ogni volta, evitai di ascoltarlo.

Andai verso Gikwang che stava quasi per addormentarsi e gli lancia un cuscino contro.

Si alzò di sobbalzo e mi guardò arrabbiatissimo: prese anche lui un cuscino e lo tirò verso di me.

Fu così che iniziò la lotta dei cuscini. Grazie a me.

Sembrava un ring di wresting, quando improvvisamente entrò il nostro manager.

Dopo la bella sgridata, chiamo a sé Doojoon, gli disse qualcosa. Quando rientrò in camera ci informò che era ora di pranzo e dovevamo scendere al piano di sotto, era già tutto pronto. Poi mi prese in disparte tirandomi per un orecchio. Ecco, doveva sgridarmi, come solo il Leader sa fare.

Sei sempre il solito idiota!”

Mi passò una mano tra i capelli, rideva. Ecco questa era il rimprovero del nostro Leader.

Uscimmo dopo qualche minuto tutti insieme, e mentre aspettavamo l'ascensore sentii dei passi lungo il corridoio e delle risate, erano delle ragazze.

Non capii al volo che lingua parlassero, quindi non mi soffermai ad ascoltare. Dongwoon però si rivolse a me appena le tre ragazze ci raggiunsero:

Ah.. aspetta.. Ma, hyung! Lei è la ragazza dell'aeroporto!”

Alzai gli occhi e la vidi. Nemmeno il tempo di fare o dire qualcosa che quell'idiota mi spinse verso di lei. Ero imbarazzatissimo.

La ragazza aveva la stessa espressione che aveva al nostro primo incontro, sembrava shockata. Forse era davvero una nostra fan? In effetti mi avrebbe fatto piacere.. una scusa per rivolgerle la parola.

Ciao, ci rivediamo! Capisci il coreano, vero?” Fu Hyunseung a parlare.

Dopo qualche minuto di silenzio, rispose, la voce le tremava leggermente.

S-si! Non sapete quanto sia agitata in questo momento.. !”

Rispose ridendo, sempre con quell'agitazione che in qualche modo la rendeva carina. Si passò una mano nei capelli corti lisci e fece un piccolo inchino.

Allora sei una nostra fan?! Sei qui per il concerto?” Anche Gikwang sembrava molto curioso.

In realtà no.. sono qui con la mia scuola. Al concerto non potrò esserci, purtroppo.”

A quel punto la sua espressione cambiò: dall'agitazione passò alla tristezza. Evidentemente, avevamo toccato un tasto dolente.

Arrivò l'ascensore e visto che erano troppe le persone che dovevano entrarci, alcune scesero per le scale. Quindi c'eravamo io, Hyunseung, Junhyung, lei e l'altra ragazza che l'accompagnava. Durante la discesa, rimanemmo in silenzio.

Intanto la ragazzina continuava a girarsi i pollici, guardando in basso.

E io continuavo a guardarla. Forse se n'era anche resa conto, visto che più volte si girava di scatto verso di me, per poi ritornare a guardare il pavimento.

Quando le porte si aprirono, mi ricordai di una cosa.

Non so il suo nome! Cavolo..

Stava per uscire, quando poi finalmente trovai il coraggio di aprire la mia dannata bocca! Fino a quel momento, infatti, ero rimasto in silenzio come un idiota.

A-aspetta..”

Le sforai leggermente la mano. Lei si girò, guardava sempre in basso, come se non riuscisse a guardarmi negli occhi.

Com'è che ti chiami.. ?”

Ah.. si, giusto! Mi chiamo Anna, piacere!”

Detto questo s'inchinò, prese la mano dell'amica e corse via.

Anna..

 

  • Anna

 

Ecco, prima Dongwoon che lo spinge verso di me, e ora questo. Praticamente incollati, insieme nell'ascensore. Ma lo fanno apposta?!

Non sapevo se definirmi fortunata o meno. Il fatto era che io e Yoseob eravamo a pochi centimetri di distanza e qualche minuto fa avevo parlato con Hyunseung e Gikwang.

Continuavo a guardare in basso, come un idiota. A volte mi giravo, sentendomi osservata.

Infatti, l'idol continuava a fissarmi e non riuscivo proprio a capire il motivo.

Cos'ho di strano ora?! Ma a che piano dobbiamo arrivare?!?!

Neanche il tempo di continuare a disperarmi che le porte si aprirono e subito mi precipitai fuori l'ascensore.

Una voce però mi fermò. Era lui.

A-aspetta..”

Cercai di mantenere al meglio la calma, mi girai verso di lui. Provai a guardalo, ma era tutto inutile.

Andiamo con calma. Su, ce la posso fare!

No, non riuscivo a guardarlo e lui se ne accorse.

Com'è che ti chiami?”

Vuole sapere il mio nome?!

Ah, si.. giusto! Mi chiamo Anna, piacere!”

Ormai stremata, presi per mano Alessandra e ci precipitammo nella sala da pranzo.

 

 

Ecco finalmente il quinto capitolo! ** Scusate se sono un po' lenta ad aggiornare, ma con la scuola e tutto il resto, ho poco tempo per scrivere. Gomen nasai ^^”

Spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo!

Grazie per le recensioni e per chi segue la mia FF :3

Bye bye ~

  
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