Anime & Manga > D'Artagnan
Segui la storia  |       
Autore: lady lina 77    16/11/2011    5 recensioni
La mia prima fics Athos/Aramis con la presenza come solo comprimario stavolta, di d'Artagnan.
Aramis, dopo la sconfitta di Mansonne non sa più chi è e che scopo ha la sua vita nei moschettieri. E prende una decisione difficile, se ne va per iniziare di nuovo tutto da capo, pensando che a Parigi non c'è più posto per lei. Ma dieci anni dopo quel mondo fatto di spade, complotti, moschetti, torna a bussare alla sua porta...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie, grazie a tutti per il sostegno al primo capitolo :)

Spero la storia continui a piacervi. Per qualche capitolo Aramis non ci sarà, ma tranquilli, quando arriverà, conquisterà la scena.

Alla prossima. Come sempre le recensioni mi fanno piacere!





Dieci anni dopo a Parigi...



"Chi ha messo Sophie nella mangiatoia dei cavalli???" - chiese d'Artagnan salendo le scale di casa sua, con la figlia minore di appena poche settimane di vita fra le braccia. Pensava dormisse nella sua culla tranquilla e invece se l'era ritrovata fra il fieno nella stalla, mentre si apprestava ad andare al lavoro alla base dei moschettieri. Oh, certo, era una domanda stupida, sapeva benissimo chi era stato...

Salendo le scale e arrivando al piano superiore di casa incrociò sua moglie che l'aveva sentito borbottare e aveva intuito che qualcosa fosse sucesso. "D'artagnan, che c'è?"- chiese.

Il guascone sbuffò. "Sophie era comodamente adagiata nella mangiatoia dei cavalli Constance..." - disse il giovane, mostrando la figlia alla bionda moglie.

Constance sbuffò. Cavolo, si era allontanata solo due secondi per sistemare la loro camera da letto e già QUALCUNO aveva fatto danno. "Ci faranno impazzire..." - disse in tono piatto.

"Andiamo a parlar loro!" - rispose d'Artagnan risoluto, strizzandole l'occhio.

Constance annuì e insieme al marito e alla figlia minore percorse il corridoio che portava all'ultima stanzetta in fondo alla casa.

D'artagnan spalancò la porta e ovviamente LORO erano lì... Eccoli, i suoi due amati gemellini di cinque anni... Un maschietto e una femminuccia... Ricordava bene i loro visini che sembravano angelici appena nati, ricordava bene come all'epoca gli fossero apparsi dolci e indifesi... Beh, già da neonati avevano cercato di fregarlo con quella messinscena di bimbi teneri e delicati. Sapeva che i figli non rispecchiano mai, crescendo, i sogni che i genitori riflettono in loro quando vengono al mondo, ma quei due andavano ben oltre... Altro che un bel maschietto che avrebbe inseguito le sue orme, sognando di diventare moschettiere! Altro che una dolce bambina che gli ricordasse nei modi di fare Constance! Demian, il maschietto dai capelli biondi come la madre e dagli occhi blu come lui, era una peste irrefrenabile che si cacciava nei guai con una rapidità disarmante. Nemmeno lui, da piccolo, era stato tanto vivace quanto suo figlio! E d'Artagnan era stato uno che da piccolo non stava mai fermo... Poi... DELUSIONE!!! Demian voleva fare l'avventuriero da grande, non il moschettire!!! Ma la peggiore era lei... La sua femminuccia dal visino furbo e rotondo, dai capelli castani come lui, dalla frangetta ribelle e dagli occhioni azzurri e pieni di vita. La mente, l'ideatrice di tutti i guai, quella che pensava, quella che spingeva il fratello a fare tutto quello che lei voleva. E immancabilmente il fratellino finiva in castigo, mentre lei APPARENTEMENTE, ne usciva bene e pulita. Ma d'Artagnan aveva ben capito il carattere di sua figlia Julie e ormai le punizioni ai due, da un pò di tempo camminavano sempre in versione doppia.

"Ciao papà!" - disse Demian con aria innocente.

"Ciao un corno! Che ci faceva vostra sorella nella mangiatoia dei cavalli?" - sbottò il moschettiere.

Julie alzò le spalle, perfettamente tranquilla, come se si aspettasse quella domanda e fosse già preparata a dare una risposta. "Boh! Secondo me è tornata a riprendersela la cicogna che ce l'ha portata due settimane fa! Ma poi frignava troppo e ce l'ha rimollata nella mangiatoia!".

Un enorme gocciolone di sudore scese dalle tempie dei due sposi, davanti alla faccia tosta di quella bimba cinquenne.

"D'artagnan, temo siano gelosi e che quindi sarebbe controproducente sgridarli..." - sussurrò Constance al marito.

Il guascone sbuffò, poi si inginocchiò davanti ai due figli. "Bambini, vostra sorella fa parte della famiglia..." - disse, tentando di mantenere un tono calmo – "Ormai c'è, io e la mamma l'abbiamo voluta come abbiamo voluto voi! Le vogliamo bene come vogliamo bene a voi... E VORREMMO che lei sia sana, salva e tranquilla nella sua culla, ok?".

Julie si alzò dal pavimento dov'era seduta e si avvicinò a lui. "Ok!" - disse a cantilena. Poi lo osservò meglio. Suo padre era vestito con la divisa blu dei moschettieri! E quando la indossava, voleva dire che andava a palazzo. "Papà, vai dal re??? Voglio venire anche io!!!" - esclamò.

"NO!!! Devo andare prima dal capitano De Treville e poi dal re per conferire di cose noiose che a voi bambini non interessano! E siete in castigo per quello che avete fatto a Sophie, resterete quà con la mamma e con vostra sorella!".

"No dai, voglio venire con te!!!" - lo incalzò Demian, saltandogli al collo. "Per favore, è tanto tempo che non vedo Luis! Portaci a palazzo! In punizione ci potremo stare da domani!!!".

D'artagnan si voltò verso la moglie, in cerca di aiuto. I suoi figli e il piccolo principe Luis, figlio di re Luigi XIII e della regina Anna (1) erano coetanei, solo pochi mesi di differenza li dividevano per età e ricordava il periodo della gravidanza, quando lui e il re parlavano del loro futuro ruolo di genitori. E dopo lo loro nascita, spesso i bambini avevano giocato insieme, nelle occasioni in cui Constance si era recata a palazzo con loro a trovare la sovrana. E per il piccolo principe, i suoi figli erano fra i pochi bambini con cui gli fosse permesso giocare. Il problema era però che i suoi gemelli erano vivacissimi, come lo era il piccolo principe. E insieme erano mine vaganti. "Ho detto di no..." - disse, esausto e ormai in ritardissimo.

Constance lo fissò. Aveva partorito da poco, ancora non si era ripresa e in effetti un pomeriggio tranquilla, senza le due pesti per casa, la allettava... "Riposare però, non mi farebbe male! Se sei via tutto il pomeriggio, dubito di riuscirci con loro quì, così sovraeccitati e propensi a fare guai!".

D'artagnan sbuffò, sconfitto. Non sarebbe mai riuscito a dire di no a sua moglie e sapeva che Constance davvero aveva bisogno di tranquillità. Come la piccola Sophie del resto. Si voltò verso i gemelli. "Va bene, la punizione parte da domani! Verrete con me ma voglio che mi promettiate che sarete bravissimi, che ascolterete quello che vi dico e che non combiniate guai col principe! Va bene???".

"Saremo bravissimi papà!" - disse Julie sorridendo.

D'artagnan sbuffò. Chissà perchè, ma non riusciva a credere alle promesse dei due! "Dai, andiamo allora, sono in ritardo!" - li spronò.

"Siiii!!!" - urlarono, felici ed entusiasti, i due bambini.


...


Mezz'ora dopo padre e figli erano al quartier generale dei moschettieri. Ne era passata tanta di acqua sotto i ponti e tante cose erano cambiate da quando d'Artagnan era giunto dalla Guascogna tanti anni prima... De Treville era ancora al comando dei moschettieri ma era invecchiato molto e spesso relegava a d'Artagnan, Porthos o ad Athos le sue faccende di comandante e capitano. Aveva indentificato in loro tre uno dei potenziali suoi successori e sperava, lavorando strettamente fianco a fianco, di studiarli, di capire quale fosse il più adatto a prendere il suo posto, quando se ne sarebbe andato... Per questo quel giorno toccava al guascone, in sua vece, andare a conferire col re.

Porthos invece era ancora il simpatico e mastodontico moschettire col sorriso perenne disegnato sul viso. Amante di cibo e bei vestiti, da un pò aveva instaurato una relazione con una contessa di quarantacinque anni che lo viziava in tutti i modi. E il moschettiere non disprezzava...

Athos invece no, difficilmente rideva... Si era incupito da anni e spesso d'Artagnan avrebbe voluto chiedergli il perchè dei suoi tormenti. Athos rimanveva la mente del gruppo, la gentilezza fatta persona, la classe, però i suoi occhi da tanto non esprimevano gioia... Da quando Aramis era inspiegabilmente sparita... Il guascone sospettava che l'amico sapesse molto più di quello che dava a vedere, circa la donna moschettiere che era stata loro compagna, ma non aveva mai parlato, chiesto... Lui conosceva il segreto di Aramis e, fedele alla promessa fatta, non aveva mai detto nulla ai compagni... Ne aveva chiesto a De Treville notizie su di lei che, ne era certo, di sicuro aveva... Ma sospettava che anche Athos sapesse, che avesse intuito... E che, a parte amicizia, provasse altro per la loro compagna, scomparsa dalle loro vite ormai dieci anni prima senza lasciare traccia. Era stato tanto repentino il suo cambiamento d'umore dopo la partenza improvvisa e misteriosa di lei che difficilmente il guascone sarebbe riuscito a collegare ad altro motivo quella tristezza di fondo...

D'artagnan entrò nella saletta dove Athos stava seduto, facendo un solitario a carte. "Ciao!" - disse semplicemente.

Athos alzò gli occhi. "Buongiorno!" - rispose educatamente, squadrandolo e vedendo i due figli con lui – "che ci fanno loro quì?".

D'artagnan sbuffò. "Vogliono giocare un pò col principe e Constance impazziva a stare a casa con loro da sola. Non ti dico che guai han combinato oggi!".

Athos non riuscì a trattenere un sorriso. Solo quei due bambini pestiferi riuscivano a divertirlo, erano troppo simili al padre da ragazzino, anche se il guascone si ostinava a dire che loro erano peggio di lui. "Avete combinato guai anche oggi?" - chiese ai due gemelli.

Julie gli corse in contro. "Ciao zio Athos!!!" - disse allegra.

Athos la prese in braccio. "Ciao Julie! Allora, che hai combinato?".

"Niente!" - disse la bambina.

Athos scoppiò a ridere. "Ti crescerà il naso come Pinocchio (2) Julie, se continui a dire bugie!".

La bambina scoppiò a ridere, seguita dal fratellino. I due gemelli si divertivano con Athos, lo adoravano. Era sempre gentile e paziente con loro, sapeva ascoltarli e li riempiva di regali al loro compleanno.

Athos da parte sua li amava come fossero figli suoi. Erano gli unici bambini con cui avesse a che fare e a loro lo univa un profondo affetto. D'artagnan e Consance lo avevano scelto come padrino dei bambini e per lui era stato un onore accettare tale incarico. Si voltò verso il guascone. "A loro ci penso io, vai dal capitano che sei in ritardo!!!" - lo rimproverò gentilmente.

D'artagnan ridacchiò. Già si aspettava la ramanzina di De Treville... "Vad...".

E in quel momento arrivò Porthos a sbarrargli la strada verso l'ufficio del capitano, trionfante, con in mano un foglio. "Buongiorno!" - esclamò allegro.

"Buongiorno!" - risposero i due amici.

"Oh, per me lo è di certo!" - disse Porthos sventolando loro davanti il foglio. "Ecco quà, una licenza, una vacanza di venti giorni appena firmata dal capitano. Me ne vado alle terme con la mia contessa!".

D'artagnan scoppiò a ridere. "Attento mio caro, le terme son deleterie... Io e Constance siam partiti in due l'anno scorso, e siam tornati con Sophie nella pancia di mia moglie...".

Porthos scoppiò a ridere. "Ahah, ma io non corro rischi! La mia contessa ha quarantacinque anni, è fuori età per sfornare marmocchi!".

"Cosa vuol dire?" - chiese Demian.

"Oh, ci sono anche i nani?" - esclamò Porthos, notando solo in quel momento i due bambini.

D'artagnan sbuffò. "Si! E ora vado da De Treville e li porto a palazzo. Due secondi e da quì spariranno, tranquillo!".

Porthos sorrise. "Meno male, l'ultima volta han tentato di farci scappare tutti i cavalli!".

D'artagnan ridacchiò, fulminando i figli con lo sguardo. Poi corse da De Treville a prendere la missiva per il re...


...


Un'ora dopo, padre e figli giunsero in prossimità del Louvre. D'artagnan si voltò verso i bimbi. "Ricordate che...".

"Lo so, lo so, dobbiamo fare i bravi con Luis!" - ripetè Julie annoiata.

"Non devi solo ricordartelo, devi anche farlo!!!" - la rimbeccò il padre.

"Dai papà, ti sbrighi???" - lo chiamò Demian, correndo verso la via che portava all'ingresso del Louvre.

D'artagnan prese per mano la figlia, pregando silenziosamente che per quel giorno, i figli avessero combinato abbastanza guai da non doverne fare altri...

Non sapeva però, non si era accorto, che qualcuno li spiava nell'ombra...




1: Per rendere i figli di D'artagnan coetanei del principe e futuro re Luigi XIV, ho dovuto spostare la data di nascita del principino, anticipandola di qualche anno, due o tre. Non fateci caso.

2: Pinocchio nel 1600 non era ancora stato scritto, ma non sapevo che battuta far dire ad Athos, fate finta di niente anche quì XD






  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D'Artagnan / Vai alla pagina dell'autore: lady lina 77