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Autore: Lalani    17/11/2011    7 recensioni
Coniugi Paciock; Flashfic; Tematiche delicate
"Tutto il mio mondo diventava prima più grande, poi più piccolo, poi un labirinto. Avevo cercato a lungo un’uscita, una guida, una mano a cui aggrapparmi, su cui appoggiare la mia testa troppo pesante.
Ma perdersi è l'unico modo per trovare un posto introvabile, altrimenti tutti saprebbero che c'è… e quel posto introvabile è la mia mente."

[Frank e Alice Paciock: la loro vita dopo la terribile tortura subita. Attenzione! Questa storia contiene riferimenti sulla pazzia e sulla malattia dei due coniugi: non leggete se vi sentite offesi da questi contenuti!].
SECONDA CLASSIFICATA ALL'IMMAGINANDO FLASH CONTEST di Sunny_Blue
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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A wild and distant shore



Ci avevano dato da bere di nuovo quella pozione che odorava di colori, di fumo e di nostalgia. Non mi piaceva, perché era appiccicosa, come il miele, come la pece: il mio cervello si incollava al cranio e tutto il mio mondo diventava prima più grande, poi più piccolo, poi un labirinto.
Avevo cercato a lungo un’uscita, una guida, una mano a cui aggrapparmi, su cui appoggiare la mia testa troppo pesante.
Ma perdersi è l'unico modo per trovare un posto introvabile, altrimenti tutti saprebbero che c'è… e quel posto introvabile è la mia mente.

Alice viveva in un labirinto più ordinato, più verde, più rigoglioso, contornato da rose e delimitato da un grazioso cancello color smeraldo; esso ci divideva, ci avrebbe diviso per sempre, finché la morte non ci avrebbe separato.
Alice non parlava: sbuffava, mormorava e canticchiava. Ma quel giorno una nuova luce era germogliata nei suoi occhi sbiaditi e quando quello strano uomo sorridente che portava la pozione le aveva offerto gentilmente un foglio candido e tante, luccicanti, matite colorate lei aveva disegnato all’infinito quel coniglio bianco.
Aveva disegnato una strada dove ci saremmo persi e ritrovati.

Alice era sicura che il coniglio fosse uscito da lì, dalla stessa tana da cui sbucavano gli uomini che portavano le pozioni. Era un buco tenebroso rispetto ai nostri labirinti, contorti ma luminosi. Non volevo entrare in quell’antro mostruoso: mi avrebbe mangiato, mi avrebbe inghiottito, avrebbe vomitato i resti della mia mente perduta.
Ma Alice guardava la tana, per ore e ore, e io sapevo che quella era la via giusta. In realtà non sapevo nemmeno chi fosse, quella donna dalla mente colorata e confusa: sapevo solo che incollava le sue dita scheletriche alle mie, che quando gli incubi la inseguivano rimaneva ad osservarmi con gli occhi spalancati.
Sapevo solo che il suo nome era Alice, e che aveva le chiavi del mondo là fuori, il mondo oltre il nostro labirinto: un universo pieno di meraviglie.

La prima volta che Alice aveva provato ad infilarsi nella tana del coniglio, gli strani uomini che portavano le pozioni l’avevano afferrata e avevano lasciato dei segni rossastri sulle sue braccia indifese.
Lei gridava per il suo candido coniglio perduto e io piangevo perché mi sentivo una larva imprigionata in un labirinto sempre più intricato.
Quella notte sognai un paio di ali blu con cui volare via.

Alice aveva gli occhi più luminosi che mai quando vide il coniglio bianco ritornare nella sua tana. Quest’ultimo aveva il viso tondo, roseo e un’aria spaurita… ispirava tenerezza, anche se non aveva le orecchie e la coda pelosa. Dietro di lui, c’era una strana figura sormontata da un enorme cappello a punta… un cappellaio matto, ecco chi era.
E io pensai che potevo perdermi per tutta la vita e non riavere mai più la mia mente, che potevo lasciarla lungo una riva distante e selvaggia. Mi bastava restare nel mio eterno labirinto con il coniglio bianco e il cappellaio matto. E gli occhi luminosi di Alice.






Ed ecco un paio di note importanti!
In questa flash ho trattato il delicato tema della pazzia dei coniugi Paciock(ecco il perché del raiting), e spero di averlo fatto in modo non offensivo. Dato che la madre di Neville si chiama Alice, mi sono ispirata all’opera “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carrol: i riferimenti ad esso sono 1)la pozione iniziale, che si collega a quella bevuta da Alice che modifica le sue dimensioni 2) il Bian-coniglio, ovvero Neville, che è identificato attraverso gli occhi di sua madre come un coniglio bianco, una creatura docile e innocente che può portare alla salvezza. La “tana” è la porta che al di fuori del reparto 3) le ali blu sognate da Frank, che fanno riferimento ad un’eventuale trasformazione del Brucaliffo, il bruco blu, in farfalla(come succede nel filmXD) 4) Il cappellaio matto, ovvero Augusta, che si è portata dietro il suo mitico cappello con l’avvoltoio impagliato. Il titolo (Una riva distante e selvaggia) deriva dalla colonna sonora del film ”Lezioni di piano”.

Che dire…sono proprio soddisfatta! L’immagine che ho scelto è quella di un labirinto( quando riuscirò a caricare il banner potrete vederla=__=)…e mi ha portato fortuna! Ringrazio dal profondo del mio nero cuoricino la mitica giudicia Sunny_Blue per la sua efficienza, e rinnovo le mie congratulazioni alle avversarie!
Grazie per la vostra attenzione!

  
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