I PROMESSI SPOSI
2 CAPITOLO: “Nuvole e lenzuola”
Don Sesshomaru non sapeva
altro ancora se non che l’indomani sarebbe stato giorno di battaglia;quindi,una
gran parte della notte fu spesa in consulto angoscioso.
Non far caso alla
intimidazione ribalda,né alle minacce ricevute dai bravi e fare il matrimonio
era un partito che non volle neppure prendere in considerazione. Confidare al
“futuro”(x modo di dire)sposo ciò che stava accadendo e cercar con lui qualche
via d’uscita,Dio liberi!
“Non si lasci scappare
parola…altrimenti…ehm…la proposta del mio amico…”aveva detto uno di quei
bravi;e,al sentirsi rimbombare quell’”ehm” nella mente,Sesshomaru non pensava a
trasgredire una tal legge,e si era pentito di averne parlato con Jaken. I suoi
sospetti,infatti,non erano infondati:il nostro caro Jaken stava creando un sito
internet: www.il_segreto_di_sesshomaru.com
,su cui stava scrivendo tutte le vicissitudini del padrone per scovarne un
consiglio adeguato. A ogni decisione che Sesshomaru rifiutava,si rivoltava nel
largo letto:ma aveva paura di dare le spalle all’altra piazza,immaginando
Jakotsu sdraiato affianco a lui che lo coccolava con tante carezze,che lo
facevano rabbrividire e sussultare a ogni cosa che lo sfiorava:ma in realtà si
trattava solo delle sue coperte o del vento che spirava dalla finestra aperta.
La soluzione migliore era guadagnar tempo,sperando che i suoi pretesti
inventati sarebbero stati utili contro il “giovane”sposo ignorante.
“Figliuol caro,se tu ti
senti il bruciore addosso,non so che dire,ma io non voglio andarne di
mezzo”:fermato così un poco l’animo poté finalmente chiudere occhio…ma che
sogni!
Bravi,Kuno,lo
sposo,viottole,rupi,fughe,inseguimenti,grida,conigliette,infine Jakotsu che ammiccava
maliziosamente…e così si svegliò nel cuore della notte urlando. Scese in cucina
per un altro bicchiere del suo sakè,ma vide Jaken armeggiare col computer e
subito svenne,una volta capito cosa stesse facendo. Jaken,con molta fatica lo
riportò nel letto e la mattina dopo quando si svegliò con un bel bernoccolo
sulla fronte per la caduta cercò di fargli credere che era stato tutto un sogno
e che non era successo niente. Quindi Sesshomaru si alzò e stette ad aspettare
lo sposo con timore;cominciò a girare nervosamente per la stanza,almanaccando
un piano per scamparsela:aprì un armadio per cercare delle lenzuola pulite con
cui ottenere una corda per calarsi dalla finestra,ma per poco non ci rimase
secco.
“Che schifo,sono capitato
nell’armadio di un maschio!”
Disse una voce che sembrava provenire dalle lenzuola:ma le lenzuola non
parlano! E così Sesshomaru cominciò a rovistare tra le lenzuola per scoprire a
chi appartenesse la voce:non l’avesse mai fatto!
Un ometto basso stava
fissando il povero curato con degli occhioni enormi e luccicanti(avete presente
il gattino di Shrek 2?):era fin dall’adolescenza,ovvero da circa un
secolo,orfano ed esercitava la professione di copertura di filatore di seta. In
realtà egli era un ladro di biancheria,professione ereditaria,per dir
così,della sua famiglia;professione,negli anni addietro,assai lucrosa. Il
lavoro andava di giorno in giorno scemando;ma,l’emigrazione continua de’
lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse,da privilegi e da grosse
paghe, faceva sì che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in
paese. Possedeva anche una base segreta
in modo da potersi ritenere agiato:quantunque quell’annata fosse ancor più
scarsa delle annate antecedenti,e già si incominciasse a provare una vera
carestia,pure il nostro “giovine”,da quando aveva messi gli occhi addosso a
quella donna,era divenuto massaio e si trovava provvisto bastantemente.
Comparve dinanzi a don Sesshomaru in gran gala,con penne di vario colore al
cappello,con un oggetto indistinto nel taschino dei calzoni,con una certa aria
di festa e nello stesso tempo di braverìa.
“Happosai!Tu qui?! E fra i miei
panni ! “
“Son venuto,signor
curato”rispose l’altro uscendo dal cassetto”per sapere a che ora le comoda che
ci troviamo in chiesa.”
“Di che giorno volete
parlare?”chiese il curato,più curioso però di scoprire cosa nascondesse nel
taschino.
“Come,di che giorno? Non si
ricorda che s’è fissato per oggi?”
“Oggi?”replicò Sesshomaru
come se ne sentisse parlare per la prima volta.”Oggi,oggi…abbiate pazienza,oggi
non posso.”
“Oggi non può!Cos’è
successo?”
“Prima di tutto,non mi sento
bene,vedete.”
“Mi dispiace;ma quello che
ha da fare è cosa di così poco tempo e di così poca fatica…”
“E poi,e poi, e poi…”
“E poi che cosa? La
canzone?”
“E poi sarà come morire!”
“Morire!Che imbrogli ci può
essere?”
“Sei troppo giovane per
conoscer quanti impicci nascono in queste materie…io son troppo dolce di
cuore,penso a far le cose secondo il piacere altrui,e poi mi toccan de’
rimproveri,e peggio.”
“Per amor del cielo!Non mi tenga
così sulla corda!”
“L’unica corda che conosci
tu è quella ove si stende la biancheria.”
“Non cambiate argomento,sono
ben cent’anni che aspetto che questo matrimonio sia celebrato.” Poi,con tono
falsamente commosso e le lacrime agli occhi,ricordò:” Ah,io ero ancora
giovine!Avevo solo diciotto anni quando incontrai…”
”Noi poveri curati siamo tra l’ancudine e il martello:voi impaziente;vi
compatisco,povero giovane…abbiate pazienza.”
”Cosa debbo fare per mettere tutto in regola?”
“Sapete voi quanti siano gli
impedimenti dirimenti?”
”Che???”
“Error,conditio,votum,cognatio,crimen,cultus
disparitas,vis,ordo,ligamen,honestas,si sis affinis…”
Don Sesshomaru snocciolò a
memoria tutte queste parole,che aveva imparate dal suo avo Don Abbondio,ma
Happosai non era così facile da abbindolare:”Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?
Che significa?”
“Ehm…sono comunque frasi ad
effetto!”
La verità è che neanche Don
Sesshomaru conosceva l’arcano significato di quelle parole.(le
autrici,invece,dall’alto della loro cultura,ve lo spiegano:scambio di
persona,errore sulla condizione civile di una persona,vincolo religioso,
consanguineità fra gli sposi, delitto che condizioni il patto
matrimoniale,differenza di religione,costrizione nel consenso matrimoniale,
ordinazione sacerdotale,legame matrimoniale già contratto, motivi di
onestà,affinità tra un coniuge e i parenti dell’altro…secondo voi,noi sappiamo
cosa vuol dire?)
Happosai iniziò ad andare in
escandescenze:” Dunque,se non sapete le cose,abbiate pazienza e rimettetevi a
che le sa!”
“Via,caro Happosai,non
andate in collera, che sono pronto a fare…”Non pronunziò la parola “tutto”,
perché comprendeva nel suo insieme il matrimonio e l’accettazione della
proposta del bravo”…tutto quel che dipende da me,io,io vorrei vedervi contento;vi
voglio bene,io. Eh!…quando penso che stavate così bene;cosa vi mancava?V’è
saltato il grillo di maritarvi…”
“Che razza di discorsi sono
questi?!”irruppe Happosai,con un volto tra l’attonito e l’adirato.
“Ecco!Mi rimproverate la mia
troppa bontà. Ho facilitato ogni cosa per servirvi più presto:ma…ma ora mi son
venute…basta,so io.”
Happosai si scandalizzò:come
aveva potuto non scoprire che Sesshomaru era una donna?Come mai non era
riuscito a rubargli,anzi a rubarle,neanche un reggiseno?
Dunque,senza nemmeno
salutare,schizzò dentro un altro cassetto e disparve.
Nel frattempo Jaken aveva
appena finito di stirare le pellicce del padrone,e salì per riporle nei
cassetti,quando…
“EEEEEEEEEEEEEEK!E chi siete
voi?(paladino di Francia!XD…avete letto “Il cavaliere inesistente”?)
“Sono l’uomo che svolazza
nella notte,sono il cassetto che accoglie la candida biancheria…io sono
Darkwing D…ops,ho sbagliato nome!”
“E chi rimette a posto tutta
la biancheria?”
In quel momento Happosai si
avvide che era Jaken.
“Oh,buongiorno Jaken!Sapete
forse cos’è nato?”
“Oh!Vi par egli ch’io sappia
i segreti del mio padrone?”
“L’ho detto io che c’era un
mistero sotto!”pensò Happosai.
Nel frattempo Sesshomaru si
stava preparando per ritornare all’osteria.
“Via,Jaken”continuò”siamo
amici…ditemi quel che sapete,aiutate un povero figliuolo.”
“Sentite,Happosai,io non
posso dir niente,perché…non so niente,ma quel che vi posso dire… www.il_segreto_di_sesshomaru.com
!”
Happosai ringraziò e
svolazzò fuori,mentre Jaken inveiva e metteva a posto tutto:in un momento il
ladro di biancheria fu all’uscio di Don Sesshomaru,entrò,andò diviato al
salotto,ove lo trovò in ghingheri,e corse
verso lui,con fare ardito e con gli occhi stralunati.
“Eh!eh! Che novità è
questa?“disse Don Sesshomaru.
“Io so il vostro segreto!”
“Che?che?che?”balbettò il
povero sorpreso,con un volto fatto in un istante bianco e floscio,come un
cencio ch’esca dal bucato. E,pur brontolando, Sesshomaru spiccò un salto per
lanciarsi all’uscio,ma Happosai che doveva aspettarsi quella mossa e stava
all’erta,vi balzò prima di lui,girò la chiave e se la ingoiò.
“Ah,ah!Parlerà ora,signor
curato!Tutti sanno i fatti miei,fuor di me. Adesso voglio sapere i vostri!”
“Happosai,Happosai!Per carità,badate
a quel che fate;pensate all’anima vostra.”
“Penso che lo voglio saper
subito,sul momento.” E così dicendo mise,forse senza avvedersene,la mano
sull’oggetto che gli sporgeva dal taschino:un tanga!
“Misericordia!”esclamò con
voce fioca Don Sesshomaru.
“Lo voglio sapere.”
“Chi v’ha detto…”
“No,no,non più fandonie.
Parli chiaro e subito.”
”Mi volete impuro?”
“Voglio sapere ciò che ho
ragione di sapere.”
“No,non posso maritarvi
più:quel tanga vi macchia di peccato.”
Happosai se ne andò subito
via,per correre al computer. Se Sesshomaru non parlava,ci avrebbe pensato il
sito!
Happosai tornò nella sua
tana segreta,e andò subito a controllare il blog:e ivi era dipinto con colori
terribili il brutto incontro,e nel leggere,accorgendosi sempre più di una gran
collera che aveva in corpo e che fino ad allora era stata repressa,iniziò a
pensare che il colpevole potesse essere qualcuno di sua conoscenza.
All’improvviso vide la scritta:”Se vuoi scoprire chi è il malandrino clicca
qui!”e naturalmente cliccò.
Ivi uscì la scritta:inserire
password.
Happosai pensò subito che la
password fosse “DonSesshomaru”,visto l’incondizionato amore che il
mostriciattolo nutriva per lui. E digitò “DonSesshomaru”…sbagliato! Per una
volta, e ribadiamo una volta sola,il mostriciattolo era stato furbo. Comparve
una gif gigantesca di Kuno-sama, il signorotto del luogo,che gli faceva una
sonora pernacchia,dandogli dello stupido. BAKA!!!L’immagine si moltiplicò e il
computer saltò in aria:un virus!
“Ah,cane!” urlò Happosai. “E
come ha fatto?Devo scoprire cosa c’entrava Kuno-sama!”
Con una tecnica ninja degna
di Yacky,Sanzo e Panzo disparve nel fumo e si avviò di nuovo da Sesshomaru.
Nel frattempo il povero
curato continuava ad urlare:”FATEMI USCIRE DI QUI!!!”
“Vi farò uscire di qui”disse
una voce alle sue spalle”se voi mi dite perché c’è la gif ,sul vostro sito,di
Kuno-sama!”
“Quale sito?!”replicò
Sesshomaru ancora più spaventato.
“Non fate finta di non
sapere!Parlate!Ditemi,cosa c’entra Kuno-sama col vostro incontro passionale?”
Alla parola “passionale”,Sesshomaru
fece tre passi indietro:quella parola fu proferita con tale energia,che perse
tutte le forze per opporsi al minaccioso futuro sposo,che aveva subito
riconosciuto.
“Mi promettete,mi giurate di
non parlarne con nessuno,di non dir mai…?”
“Prometto di non avere
cattive intenzioni.” E dietro alla schiena,aveva le dita incrociate,a
dimostrare il contrario.
“Certo,Happosai,che siete un
grullerello ,se non l’avete ancora compreso…”e dunque fu costretto a raccontare
tutta la storia dal principio,dovendo proferire il nome del malfattore,la
minaccia e le ragioni del suo agire. Così finalmente Happosai capì che
Kuno-sama era stato il mandante dei due terribili bravi;e corse via dalla
finestra per dire tutto alla sua amata,non mantenendo la promessa di restituire
la chiave(anche perché non sapeva come fare…ma noi sì!XD).
“Ehi,e la chiave??”.Ma non
avendo risposta…
“Jaken!Jaken!”gridò
Sesshomaru,dopo aver invano richiamato il fuggitivo. Jaken non rispose:don
Sesshomaru non sapeva più in che mondo si fosse.
Lui venne finalmente,col
mouse bruciacchiato attorno al collo,e con la faccia tosta,come se nulla fosse
stato.
Risparmiamo al lettore i
lamenti,le condoglianze,le accuse,le difese,i “Voi solo avete parlato”,e i”Io
non ho parlato!”,tutti i pasticci insomma di quel colloquio.
Sesshomaru gli ordinò
semplicemente di non trovare le chiavi di riserva,e se qualcuno avesse
bussato,di dire che era molto malato.
Nel frattempo,Happosai,con
passo furioso e roso dai dubbi,arrivò davanti a casa della promessa,ed entrò
nel cortile una fanciulletta che si trovava nel cortile gli corse incontro
gridando :”Lo sposo!Lo sposo!”
Happosai le mise entrambe le
mani sulla bocca,perché una non bastava per zittirla,e le intimò con
l’atteggiamento di un boss mafioso e il rigoroso accento siciliano:” A chiamare
la sposa,Momoka,va’!”
Ma,prima che la bambina
potesse entrare,uscirono dalla casa le tre bellissime sorelle di
Konatsu,vestite non da Kunoichi,ma alla Olivia Newton-John(alla fine di
Grease) con le giacche di pelle aderenti,con gli occhiali da sole e coi
pantaloni strettissimi e col sigaro cubano lungo 40 centimetri.
Happosai ascoltò per caso i
loro discorsi.
“Grazie,ci siamo divertite
molto,oggi!”disse la prima.
“Ci vediamo quando avrai
bisogno di cambiare d’abito.”
E la terza continuò:”Certo
che Happosai è proprio fortunato…”e,detto questo,ammiccò e si congedò anche
lei.
Momoka gli fece cenno
d’entrare,ma Happosai cominciava a nutrire i primi dubbi.
Nella stanza c’era una
strana luce intermittente e colorata variamente. Un barman,Zanza(il nome della
malavita),gli offrì un bicchiere di una bevanda strana con dello “zucchero”
sopra. Happosai bevve la soluzione,mentre la sposa gli si stava
avvicinando,facendosi scudo alla faccia col gomito;il suo vestito era un misto
tra l’uovo di Pasqua,Pippi calzelunghe e la divisa di Usagi alias Sailor
Moon:intorno al collo aveva,ricavate dall’albero di Natale,delle lucine
intermittenti,portava un bel busto di broccato con le maniche separate e
allacciate da bei nastri,una minigonna sopra dei pantacollant attillati
prestatile dalle sorelle Kunoichi,a pieghe fitte e minute,due calzettoni
vermigli,due pianelle con la testa di Winnie the Pooh ,e un cappello alla
Paperino. Tutto a ricami. Chinando il gomito sul busto per aggiustare i capelli
naturalmente grigi colorati di verde fosforescente per il gran giorno,spartiti
sopra la fronte,con una bianca a sottile drizzatura;si ravvolgevano dietro il
capo,in cerchi molteplici di trecce,trapassate da foglie d’alloro,che si
dividevano all’intorno,quasi a guisa dei raggi di una bicicletta,come solo uno
che è drogato potrebbe fare. E Zanza ne sapeva qualcosa. Finalmente si poté
scorgere il volto,sotto la folta capigliatura:due cetrioli che coprivano gli
occhi,il resto della faccia verde,mentre la bocca s’apriva al sorriso. Happosai
sputò tutto il contenuto del bicchiere,compresa la chiave.
“Obaba…cough cough…quanto
sei carina!La tua bellezza mi lascia senza fiato.”
Lei aggrottò le sopracciglia
e i cetrioli caddero,scoprendo così le pupille verticali e le iridi colorate di
rosso sangue.
“So tutto.”disse lei,mentre
Happosai indietreggiò e finì nelle braccia di Zanza,che lo lasciò
immediatamente cadere.
Obaba,tenendo in mano
l’occhio delle tre parche di Hercules,continuò imperterrita.
“Passato,presente e futuro…l’idromassaggio
andrà alla grande!”
Ma Happosai non poteva più
ascoltarla,visto che era sotto effetto della droga.
Improvvisamente,si trovò lì
Jakotsu,che pareva volesse rianimarlo con la respirazione bocca a bocca,e
Happosai si aggrappò ai suoi capelli,e si perse in un bacio appassionato con la
lingua.
Zanza,che sotto l’effetto
della droga sembrava Jakotsu e che voleva solo rianimarlo,ottenne l’effetto
contrario,e svenne lui.
“Un febbrone”commentò
Obaba,tastandogli la fronte e masticando una carota. “Lo sapevo!Le nozze
saranno rimandate.”
Noi ringraziamo coloro che
hanno avuto il coraggio di leggere,e coloro che continueranno a farlo(vero che
lo farete?Altrimenti Jakotsu verrà a farvi visita presto!).