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Autore: Lety_90    16/07/2006    10 recensioni
: Lei θ bella, intelligente, popolare. Ma θ una Serpeverde. Tuttavia, c’θ qualcosa, nei suoi occhi, che la rende attraente al giovane Potter. Riusciranno ad avvicinarsi, nonostante le incomprensioni, nonostante la differenza di Casa… nonostante la freddezza del cuore? [b] 3° classificata al contest sul sito "More Importan Thing" [/b]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La freddezza del cuore

La freddezza del cuore

di

Lety_690

………

………..

Rating: PG13

Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ronald Weasley, Ginny Weasley,

Warning: OOC, AU ( Alternative Universe)

Breve riassunto: Lei θ bella, intelligente, popolare. Ma θ una Serpeverde. Tuttavia, c’θ qualcosa, nei suoi occhi, che la rende attraente al giovane Potter. Riusciranno ad avvicinarsi, nonostante le incomprensioni, nonostante la differenza di Casa… nonostante la freddezza del cuore?

Pezzo dalla FF:

“Ho paura.”

Quelle parole, dette da lei, gli sembravano tremendamente sbagliate.

Soprattutto perchι lei non aveva mai avuto paura.

“Di cosa?” le domandς dolcemente.

Una dolcezza che Hermione riuscμ a leggere nelle iridi verdi. Una dolcezza che la spaventava, perchι ormai, lo aveva capito, non sarebbe piω riuscita a vivere senza.

“Ho paura perchι so che se mi innamorassi di te…”.

Il cuore di Harry perse un battito.

“… sarebbe per sempre.”

………

………..

“Potter Sfigato!”.

…………

Fece finta di nulla. Non aveva senso arrabbiarsi per cosμ poco.

“Potter Sfregiato!”.

………..

In fondo, aveva ricevuto offese peggiori. Ormai la sua pelle era diventata forte e le sue orecchie da mercante. ………..

“Potter Finocchio!”.

Sentμ Ron agitarsi infastidito accanto a lui. Gli lanciς un’occhiata, intimandogli di calmarsi.

………..

Tuttavia, un Serpeverde piω stupido degli altri, e non aveva dubbi su chi fosse, gli lanciς l’offesa piω offesa di tutte.………..

“Potter Mezzosangue!”.

………..

Ron non si trattenne piω. Si alzς in piedi, furente, stringendo i pugni, mentre i suoi occhi blu lanciavano fulmini verso il gruppetto di Serpeverde che sghignazzava accanto all’entrata della biblioteca.

………..

Se i suoi occhi avessero potuto uccidere, probabilmente per terra ci sarebbero stati almeno due cadaveri.

………..

Harry si alzς, e trascinς l’amico fuori dalla Biblioteca, prima che Madama Pince li apostrofasse con epiteti poco adatti alle loro pure orecchie da diciassettenni.

Passarono davanti ai grigio – verdi vestiti, che ridacchiarono ancora piω forte.

………..

Il moro si girς, e i suoi occhi verdi incontrarono un paio d’iridi grigie come l’argento, fredde come il metallo.

………..

“Draco Malfoy” sputς Potter, il viso contratto in una smorfia di puro disgusto, le mani strette in pugno. Un solo cenno da parte dell’avversario, e sarebbe stato ben pronto.

………..

Il biondo rise, una risata senza allegria, e Harry provς il desiderio impellente di spazzargli via quel sorrisino dal visetto d’angelo che si ritrovava.

………..

“Sμ, Potter, questo θ il mio nome, ma non lo sciupare.”.

………..

I trogloditi dietro a Malfoy risero di gusto.

………..

Ecco, era questo che Harry non sopportava di quello snob – megafissato.

………..

Non tanto perchι lo prendeva per i fondelli. C’era giΰ abituato. Tante volte gli amici di Dudley l’avevano usato come sacco da boxe e tanto volte li aveva sentiti schernirlo.

Quello che faceva infuriare Harry era che Malfoy era intelligente.

………..

Non era il classico Figlio di Papΰ – non studio – tanto nessuno mi chiede niente.

………..

No.

………..

Si dava da fare.

In pozioni era il primo della classe, e a volare era maledettamente bravo.

………..

Era intelligente e aveva tutte le donne che voleva, eppure continuava a girare con quegli idioti di Tiger e Goyle, due essersi con mezzo cervello.

In due, perς.

………..

Draco inarcς un sopracciglio.

………..

“Cos’θ, ti sei innamorato di me, che continui a fissarmi? Non saresti certo il primo!”.

………..

Ron si mise fra l’amico e il Serpeverde, i pugni davanti al viso.

………..

“Andiamo, Malfoy, perchι non ti fai sotto?”.

………..

Harry alzς gli occhi al cielo. Qualsiasi cosa succedesse, ecco che Ron era subito pronto a fare a pugni.

Ma ormai doveva aver capito che contro il biondo non avrebbe mai vinto.

Piω di una volta si era ritrovato in infermeria con il naso mezzo spaccato.

………..

Draco si arrotolς le maniche della camicia, pronto a dare l’ennesima lezione di superioritΰ a Weasley.

………..

“Andiamo, lenticchia. Vediamo chi θ il piω forte!”.

………..

No, doveva davvero fermare il suo migliore amico. Non aveva voglia di passare un’altra nottata in infermeria con lui e sentir decantare tutti i migliori difetti del loro acerrimo nemico!

………..

Stava giΰ per chiamare il rosso, quando una voce lo precedette, facendo girare tutti i protagonisti di quella scenetta.

………..

“Draco… che stai facendo?”

………..

Il cuore di Harry perse un battito.

………..

Non sapeva perchι, ma ogni volta che i suoi occhi verdi incontravano quelli oro di lei, si sentiva morire e rinascere in un secondo.

Avanzava leggiadra in mezzo alla folla di bambini del primo anno che la guardavano quasi con reverenza, come se avessero appena visto una specie divinitΰ.

La gonnellina a pieghe le lasciava scoperte gran parte delle belle gambe, e lo stemma dei Serpeverde spiccava sulla tunica che portava sopra il gilet grigio, la cravatta ben annodata al collo.

………………………..

Hermione Granger, la ragazza piω bella e intelligente di tutta Hogwarts.

…………………..

Hermione Granger, La Babbana Serpeverde.

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Amata e odiata da tutta la scuola, la sua entrata nel “Covo delle Serpi” aveva fatto scalpore.

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Lo sapevano tutti, non era un segreto. La Granger era figlia di due Dentisti.

…………………..

Una Mezzosangue.

…………………..

Eppure, non appena il Cappello Parlante aveva sfiorato i suoi capelli, aveva emesso quella parola: Serpeverde.

…………………..

Riflettendoci col senno di poi, Harry era giunto alla conclusione che lei fosse perfetta per quella casa.

Aveva avuto modo di parlarci un po’, durante il viaggio d’andata del primo anno, e l’aveva subito trovata saccente, fastidiosa e arrogante.

…………………..

Perfetta per Serpeverde, visto?

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Ricordava perfettamente la sua reazione. Si era alzata dalla sedia, e con una camminata maestosa si era diretta verso il tavolo dei Grigio – verde Vestiti, sotto lo sguardo curioso e incredulo dello stesso Malfoy.

…………………..

Per tutta la cena, dal tavolo dei Grifondoro, l’aveva vista parlare con il biondo, perfino riderci, e per un singolo istante aveva pensato che era carina.

Pensiero che aveva rimosso totalmente, sopraffatto dall’istantanea antipatia verso quella Casa di Serpi.

…………………..

Ma la ragazzina bisbetica e arrogante era totalmente diversa dalla giovane donna che aveva di fronte ora.

…………………..

I capelli, un tempo terribilmente cespugliosi, ora le ricadevano morbidi e boccolosi sulla schiena. Magiche onde che gli mandavano in pappa il cervello.

…………………..

Lei sorrise in direzione del biondo, non prima di aver lanciato uno sguardo piω che freddo in direzione dei due Grifondoro.

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“Oh ho, ecco qui Princess Hermione!” disse il biondo, sistemandosi le maniche e sorridendo alla mora, che gli afferrς un braccio.

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“Dai, andiamo. Piton ci aspetta per controllare quella pozione!”.

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Sbattι le palpebre, sicura di convincerlo.

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Infatti, il biondo non se lo fece dire due volte. Avvolse le spalle di Hermione con un braccio, e s’incamminς con lei lungo il corridoio, verso i sotterranei.

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Sventolς una mano in aria.

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“Ossequi, Sfregiato.”

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Si fermarono.

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Si girarono.

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“Ah…Lenticchia?”.

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Ron posς il suo sguardo blu su i due Serpeverde.

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“La prossima volta, se mi provocherai di nuovo, non avrai piω solo il viso pieno di lentiggini. Capito cosa intendo?”.

…………………..

***

…………………..

Li aveva visti allontanarsi, e una sensazione di fastidio si era impossessata di tutto il suo essere.

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Non sapeva se era a causa della battuta di Malfoy, o perchι quei due si fossero allontanati insieme abbracciati in quel modo.

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In fondo, tutti sapevano dello Pseudo – Rapporto che c’era fra il biondo e la Granger.

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Lui la vezzeggiava e la riempiva sempre di attenzioni.

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Da tempo si parlava di una possibile storia fra i due, che era stata immediatamente smentita da entrambe le parti.

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Si comportavano piω da… da fratelli.

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Malfoy con lei si trasformava. Era raro vederlo sorridere o essere gentile con qualcuno, ma con la Granger perdeva tutta la sua voglia di essere malvagio.

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La Granger…

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Lei, il desiderio proibito di tutta Hogwarts.

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Il desiderio proibito di Harry Potter.

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La sera, al tipico gioco: ehi – tu – chi – ti – faresti, il 90% dei partecipanti rispondeva “Quella gran figa della Granger!. Il restante 10% erano Harry, Ron ( “θ una Serpeverde, non potrei mai!) e una vecchia pianta di Mimbulus Mimbletonia, ma era probabile che, se solo avesse potuto parlare, avrebbe risposto “Hermione Granger!”.

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Eppure, non era Hermione in sι a colpire il moro.

Per caritΰ, era una ragazza bellissima, e credo di averlo ripetuto fino alla nausea…

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No… c’era qualcosa.

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I suoi occhi.

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Quelle pozze oro striate di giallo, capaci di leggergli dentro, fino all’anima.

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Occhi di una freddezza infinita.

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Possibile che proprio lei, bella, popolare, intelligente e promettente, si sentisse sola?

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In effetti, oltre a Malfoy, chi aveva? La Parkinson l’odiava, questo era certo.

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Dio… perchι si ritrovava cosμ spesso a pensare a lei? Alle mille espressioni che le aveva visto fare, anche se erano di puro disprezzo?

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Quante volte aveva desiderato ricevere un suo sorriso. Gli sarebbe bastato vederlo per una volta, poi sarebbe potuto morire contento.

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Passς dalla veglia al sonno, e sognς.

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Quelle gambe affusolate.

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Quel seno formoso e terribilmente eccitante.

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Quelle labbra succose e che avrebbe voluto tanto baciare.

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E infine quegli occhi.

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Occhi che gli chiedevano aiuto.

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***

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“10 punti in meno a Grifondoro!”.

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Harry guardς stupefatto il professore.

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“Cosa? Ma perchι?”.

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Piton continuς a girovagare per la classe con pigrizia calcolata. Ora che aveva tolto 10 punti ai Grifoni, la sua giornata si poteva dire quasi conclusa.

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“Non ti conviene ribattere Potter, se non vuoi vedere trasformarsi quel 10 in un magico 50!”.

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Dalla parte dei Serpeverde si levς un risolino trattenuto.

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Solamente la Granger continuava imperterrita la sua pozione, come se ne dipendesse la sua stessa vita.

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“Ma guardala!” disse Ron, guardando proprio nella sua stessa direzione.

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Harry continuς a fissarla, incredulo di tanta bellezza. Aveva la fronte corrugata per lo sforzo e la concentrazione, e le mani si muovevano con estrema lentezza.

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“Sempre cosμ assorta e presa dallo studio. Θ terribilmente diversa da Malfoy!”.

I due si voltarono a guardare il biondo, proprio nel momento in cui si apprestava a tirare uno scappellotto a Tiger, che si alzς di scatto dalla sedia, facendo cosμ rovesciare tutta la pozione che era nel suo calderone.

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L’intera classe, formata da Grifondoro e Serpeverde, scoppiς in una risata.

Harry si voltς di nuovo verso Hermione.

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E fu lμ che accadde qualcosa.

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I loro occhi s’incontrarono e lui, incredulo, constatς che lei non aveva affatto intenzione di levarglieli di dosso.

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Ma la cosa piω straordinaria accadde dopo.

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Lei gli sorrise.

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Semplicemente.

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Un sorriso un po’ forzato, timido e insicuro, ma un sorriso.

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Un vero sorriso.

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Avrebbe voluto alzarsi, correrle incontro e… e cosa?

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Cosa poteva fare, davanti alla sua Casa, e davanti ai Serpeverde?

Esattamente nulla.

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Cosμ, fece la cosa piω ovvia.

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Le sorrise di rimando.

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Proprio in quel momento l’ora finμ.

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Che modo brusco per terminare un momento da favola, vero, Harry?

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Ron trascinς il proprio migliore amico su per la gradinata, lontano dall’odore delle pozioni.

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“Mia Sorella ci aspetta in Sala Grande. Quand’θ che ti decidi a chiederle di uscire?”.

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Incredibile come Ron riuscisse a collegare due frasi totalmente disconnesse con cosμ tanta facilitΰ.

Harry seguμ placidamente l’amico, mentre ancora pensava a quel sorriso, piccolo eppure prezioso come un diamante.

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Una folata di vento gli accarezzς una guancia, e se la vide davanti agli occhi.

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Bella.

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Bellissima.

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Quegli occhi che lo guardavano leggendogli l’anima.

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“Potter!” disse, la voce a poco piω che un sussurro.

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Ron si fermς a guardarla, duro.

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“Che cosa vuoi, Serpe?”.

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Hermione alzς lo sguardo, fiera. Lo faceva sempre, quando si sentiva attaccata da qualcuno e non ne capiva la motivazione. Sapeva, almeno da quello che le aveva raccontato Draco, che Ronald Weasley era un emerito Troglodita, dal cervello fine quanto quello di uno Schiopodo Sparacoda.

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Sorrise malignamente al paragone, cosa che fece arrabbiare ancora di piω il rosso.

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“Allora, si puς sapere che vuoi, Granger?”.

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La mora si avvicinς lentamente a Harry, che si sentμ praticamente svenire.

Da quando quella ragazza aveva un cosμ tale potere sul suo corpo?

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E sul tuo cuore, ammettilo, Harry!

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Scosse la testa per cacciare quel pensiero. Ormai gli era talmente vicina che avrebbe potuto sfiorarla con la punta delle dita.

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“Potter…”.

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Deglutμ. Ansia totale.

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“S – sμ?”.

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Hermione si spostς una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

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“Avevi dimenticato il libro di Pozioni.”

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Gli porse il testo.

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Era imbarazzata? Lei, Princess Hermione, amata da tutti e da nessuno?

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“Grazie Granger.”

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Lei scosse la testa, e per la seconda volta nel giro di un’ora accadde un miracolo.

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Sorrise di nuovo.

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“Hermione.”

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Harry scosse il capo, incredulo. “C – come?”.

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La mora gli si allontanς lentamente, sventolando una mano, non degnandolo piω di uno sguardo.

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“Il mio nome θ Hermione”.

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Lo sapeva.

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Era un nome che non avrebbe mai dimenticato.

…………………..

***

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Che le era preso?

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No… mi correggo.

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Che diavolo le era preso?

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Aveva sorriso a Potter.

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Lo Sfregiato; lo Sfigato; San Potter; Mister – rido sempre; Musone; Babbanofilo e…

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“La questione non cambia, Herm” si disse, guardandosi alla specchio. “Puoi chiamarlo in cento, mille modi diversi, ma la questione non cambia!”

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Si passς una mano davanti agli occhi, incredula, e sperς che Draco fosse a chilometri di distanza dal luogo in cui si trovava lei. Bastava anche la sala Grande.

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L’importante era che lui non sentisse.

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Si buttς sul letto, fissando i tendaggi verdi e slacciandosi un poco la cravatta.

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Non sapeva perchι l’aveva fatto.

Aveva visto i suoi occhi verdi guardarla, e il suo cuore, sempre impassibile, aveva provato qualcosa.

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Ma lei non poteva davvero permetterselo.

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Lei, cosμ fredda, cosμ terribilmente perfetta da dare quasi sui nervi, non poteva provare un cosμ sciocco sentimento qual’θ l’amore.

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Si alzς di scatto.

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Fermi un attimo.

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Chi ha mai parlato d’amore?

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Chi poteva accostare i nomi Potter e Granger al sostantivo Amore?

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“Dio, sto diventando scema!”.

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Ripensς al sorriso mite e gentile di lui. Le era venuto naturale rispondergli, piω per gentilezza che per altro.

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Sμ… era stata cortesia.

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Ma… allora cos’era quella strana voglia di rivederlo?

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Perchι, quando aveva sentito il Rosso proporre a Potter di uscire con sua sorella, si era letteralmente sentita morire?

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L’aveva vista, lei, la Rossa, ogni tanto.

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Si chiamava Ginevra, detta anche amorevolmente Ginny.

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Beh, poco importava. Anche lei era detta amorevolmente Princess Hermione. E non importava se a chiamarla cosμ fosse il ragazzo piω odiato dal popolo maschile di Hogwarts e amato dal popolo femminile di tutta l’Inghilterra.

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Sempre il solito modesto, il caro Draco.

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Ecco. Pensare a lui la metteva di buonumore.

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Erano come fratello e sorella, si proteggevano a vicenda e riuscivano entrambi cosμ a provare quel poco calore che con gli altri non riuscivano a sentire.

…………………..

Draco a causa dei soprusi del padre, non riusciva a legarsi alle persone, ma con Hermione era stato diverso.

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Lei non lo aveva mai giudicato, perchι, essendo figlia di babbani, non conosceva chi fosse i realtΰ, e anche quando gliel’aveva spiegato, lei aveva ignorato tutto dicendo che nulla cambiava, che lui restava sempre il suo Serpentello.

…………………..

E proprio in quel momento il Serpentello Caro era entrato di volata nella stanza delle ragazze, e si era steso accanto a lei.

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“Pensierosa, Princess?”.

…………………..

Hermione si accoccolς sul petto dell’amico, sentendo il freddo cuore scaldarsi di un poco.

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“Giΰ.”

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Poteva parlargli di quello che era successo nella classe di Piton?

Non ebbe nemmeno il tempo per rispondersi, che lui la precedette.

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“Non ti devi preoccupare, Herm. Lo so!”.

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Lei spalancς gli occhi, all’improvviso terrorizzata.

“Draco, posso spiegarti…

…………………..

I loro occhi si incontrarono, mentre lui le sorrideva con una dolcezza che lei non gli aveva mai visto.

…………………..

La stessa dolcezza che avevano gli occhi di Harry.

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“Ssh… non devi, davvero!” le ripetι il biondo, passandosi una mano fra i capelli biondi.

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Hermione non riusciva a capire. Era o no, Potter, il suo Nemico numero 1?

…………………..

“Ho visto il modo in cui ti ha fatto sorridere, Herm” cominciς Draco, facendole il solletico “ ed θ una cosa piuttosto rara. Dovresti pensarci su.”

…………………..

La ragazza smise di ridere. “Ma θ di Grifondoro, e poi θ… Potter!”. Era pronta per fare la sua faccia piω disgustata, ma all’improvviso non le riusciva piω.

…………………..

Soprattutto, le faceva male l’idea di averla sempre fatta ogni volta che lo vedeva.

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“Che importanza ha, Herm? L’importante θ che ti fa stare bene! Se ti piace…”.

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“Non dirmi ‘Se piace a te, piace anche a me’, perchι non ti credo, Draco!” finμ la mora per lui, le braccia incrociate al petto.

…………………..

“Non dico questo. Dico solo che voglio il meglio per la mia Principessa, e Potter θ in gamba…per quanto puς essere in gamba un Grifondoro. Meglio lui di Weasley, comunque!” asserμ il biondo, mentre Hermione annuiva.

…………………..

Almeno su questo erano d’accordo.

…………………..

***

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Sabato perfetto di un perfetto mese di un perfetto anno della sua perfetta vita.

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Ok… cavolata assurda, ma quella mattina si sentiva davvero un leone.

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Alla faccia di quel detto che diceva “la sera leoni, e la mattina…”.

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Ginny tuttavia non era del suo stesso parere.

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“Harry, per caritΰ, vai un po’ piω piano. Qui dietro c’θ gente che θ ancora imbambolata dal sonno” commentς la piccola di casa Weasley, tirandosi dietro il fratello.

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Harry le sorrise radioso. “Oh, Ginny, scusa, solo che θ una cosμ bella giornata!”.

…………………..

Ginny si svegliς di colpo. “Harry… ti senti bene, vero?”.

Il moro la guardς meravigliato, e capμ immediatamente quello che stava pensando la rossa.

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“Dio, Ginevra, sono solo di buon umore. Che male c’θ?”.

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Lei scosse le spalle, come se la cosa fosse irrilevante. “Nessun male. Solo… chi θ la causa della tua gioia?”.

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Proprio nel momento in cui formulava la domanda, l’oggetto dei suoi pensieri gli passς davanti, bellissima nella sua gonnellina a pieghe nera e un maglioncino bianco perla.

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“nessuno, Ginny, ”

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Non appena i loro occhi si incontrarono, sorrise.

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“nessuno”

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Hermione lo guardς, le iridi oro che luccicavano, improvvisamente felice.

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Agitς la mano, incurante di chi la potesse guardare e delle cose che avrebbero detto i suoi compagni avendola vista salutare lo sfregiato.

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Harry rispose, incredulo e felice, quando incontrς lo sguardo in un Ron pietrificato.

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“Hai salutato la Granger?” chiese, incredulo.

Il moro alzς gli occhi al cielo. Certe volte, Ronald gli dava suoi nervi, con le sue assurde idee. Era poi cosμ scontato che i Grifoni fossero i buoni, e i Serpeverde i cattivi?

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“Suvvia, Ron. Θ ora di smetterla con questa storia!”.

Ginny lo guardava, scrutandolo con i suoi occhi chiari.

…………………..…………………..

Sorrise, quando riuscμ a scorgere nelle iridi del ragazzo…qualcosa.

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“Andiamo, Ron. Ho fame!”. Afferrς il fratello per la manica del maglione rosso, e si diresse spedita verso la Sala Grande.

Quella mattina il porridge sarebbe stato particolarmente buono.

…………………..

***

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Che diamine aveva da ridere, la Weasley?

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Hermione si voltς verso quel ragazzo che da qualche giorno le riempiva la testa di mille pensieri, e non appena i loro occhi si incontrarono per la seconda volta nel giro di venti minuti, arrossμ.

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Alzς la testa di scatto.

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Lei… arrossire?

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No.

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Proprio no.

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Non era arrossita, aveva solamente caldo. Con meno di 10 gradi fuori dal castello e la Sala Grande torreggiata da enormi nuvolosi neri.

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In quel momento, una mano le si posς sulla spalla, e un biondo si sedette accanto a lei, sorridendo.

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Hermione non lo guardς in viso. Lo odiava quando la guardava con quell’aria di sufficienza.

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“So a cosa stai pensando. Ma smettitela!” cominciς lei, affondando il cucchiaio in una tazza di cereali.

…………………..

“Siamo acide questa mattina, eh, Princess Hermione?” domandς ironico Draco, afferrando una frittella e addentandola.

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La mora fissς le proprie iridi in quelle grigie del ragazzo, e fece un piccolo sorriso.

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“Nulla che non possa passare, Serpentello”.

Il viso di Draco si tramutς subito in una smorfia di disgusto, prima di posare il suo sguardo di ferro su un giovane di nostra conoscenza.

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“Dovresti parlargli, sai?”.

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Hermione lo guardo, stupita. “Di cosa, scusa?”.

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“Andiamo. Non dirmi che... che non ti piace?!” le chiese Draco, continuando a guardare il Grifone

…………………..

La mora guardς nella stessa direzione dell’amico, e capμ che Draco aveva ragione.

Prima o poi avrebbe dovuto affrontare quei sentimenti che le ribollivano dentro, che la facevano diventare matta e che la lasciavano completamente senza difese.

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“Lo farς.”

…………………..

***

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La vedeva lΰ, seduta vicino al lago, e sentiva qualcosa dentro di sι muoversi.

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Forse la sua anima.

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Un’anima che aveva voglia di accarezzare quella di lei, di farla sua.

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Un’anima che tuttavia non sapeva cosa avrebbe trovato nell’altra.

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Non voleva invadere il suo spazio, ma ormai le era talmente vicino che avrebbe potuto toccare i suoi capelli che sembravano seta, tanto erano fini e lucenti.

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“ciao” sussurrς alla fine, pur di far terminare tutte quelle emozioni che gli confondevano la testa.

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Ma il suo sguardo, quello sguardo oro che sognava ormai tutte le notti, mandς tutti i suoi propositi di stare calmo a quel paese.

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“Ciao” rispose lei, titubante, cosa che confuse Harry ancora di piω.

Mai, in tutti quegli anni che l’aveva vista, osservata, spiata, l’aveva vista cosμ insicura. Eppure, gli faceva una tenerezza infinita, guardarla mentre si attorcigliava una ciocca di capelli intorno a un dito.

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“Posso?” chiese, indicando lo spazio che c’era di fianco a lei.

Il cuore di Hermione urlς.

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Se solo ci fosse stato piω silenzio, Harry avrebbe potuto sentirlo battere forte.

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Forse tutto il mondo avrebbe potuto.

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E allora il mondo avrebbe smesso di girare, il sole di sorgere a Est e il tempo avrebbe cominciato ad andare al contrario.

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Ma che importava… era cosμ bella, quella sensazione.

…………………..

“Certo!”.

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Harry si sedette accanto a lei, incredulo di tanta fortuna.

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Non gli importava di quello che avrebbero detto gli altri: Ron, Ginny, i Grifondoro, i Serpeverde, il mondo interno.

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L’importante era sentire il suo braccio sfiorare, anche per un singolo istante quello di lei.

Vedere i suoi capelli svolazzare nel vento e ricaderle delicatamente sulle spalle.

…………………..

Osservare quegli occhi che, in quel momento, gli sembravano meno freddi del solito.

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“Harry…” cominciς impacciata Hermione.

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Harry sussultς, e all’improvviso il suo nome gli sembrς il piω bello del mondo.

…………………..

Gli occhi di lei si tuffarono in quelli verdi del ragazzo, e allora si sentμ persa.

…………………..

Le sue difese caddero, e il ghiaccio che le attorniava il cuore cominciς lentamente a sciogliersi.

…………………..

“…Come stai?”

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Sdeng. Si sarebbe picchiata da sola.

…………………..

Fra tutte le domande che poteva fargli, gli andava a chiedere della sua salute?

…………………..

Perchι non era passata direttamente a parlare del tempo?

…………………..

Ma lui, invece sorrise. E Hermione si sentμ ancora piω stupida.

…………………..

“Io bene… oserei dire benissimo.”

…………………..

Non le aveva chiesto come stava, e per un secondo la ragazza gliene fu grata.

Non voleva tediarlo con i problemi della sua Pseudo – Perfetta Vita.

…………………..

E, soprattutto, non voleva che lui le chiedesse come stava solo per semplice cortesia.

…………………..

Una parte di lei, perς, aveva bisogno di sentirsi rivolgere quella domanda. Forse, con lui sarebbe riuscita a sfogarsi, a parlargli di quel dolore sordo che sentiva alla base dello stomaco ogni volta che qualcuno decantava la sua bellezza e la sua perfezione.

…………………..

“Hermione…”.

…………………..

Chiuse gli occhi un secondo.

…………………..

Il suo nome pronunciato da quelle labbra assumeva un suono che si poteva paragonare al canto degli angeli.

…………………..

“Tu, seriamente, come stai?”.

…………………..

Gli occhi verdi di Harry potevano scrutarle fin dentro l’anima, e avevano visto quanta solitudine albergava dietro la fierezza e l’orgoglio.

…………………..

Hermione accoccolς la testa fra le braccia.

…………………..

Rimasero in silenzio qualche secondo, ognuno perso nei propri pensieri e nelle proprie debolezze, quando la voce della ragazza tagliς l’aria.

…………………..

“Ti piaccio?”.

…………………..

Harry spalancς gli occhi, stupito.

…………………..

Non sapeva cosa risponderle.

…………………..

No… non mi piaci. Quello che provo θ molto piω profondo. Forse non θ amore, ma si avvicina parecchio.

…………………..

Sμ, mi piaci. Con i tuoi ghigni, le tue paure, le tue risate, i tuoi occhi cosμ freddi che quasi mi ghiacciano dentro.

…………………..

Non sapeva cosa risponderle per il semplice fatto che non poteva risponderle.

Aveva paura di lei perchι aveva un tale potere sul suo essere da poterlo costringere a fare qualsiasi cosa.

…………………..

Perchι, allo stesso tempo, si sentiva padrone di sι stesso e capace di proteggerla e di difenderla sia dagli altri, che da lei stessa.

…………………..

Ma Hermione non gli diede il tempo di trasformare tutti quei pensieri in parole.

…………………..

All’improvviso, la udμ singhiozzare. Un pianto contenuto, come quello di una donna che ha perso la cosa piω cara che ha.

…………………..

“Dimmelo Harry.”

…………………..

I suoi occhi, lucidi per le lacrime, lo guardavano con un misto di paura e di orgoglio.

Un orgoglio che lui, a poco a poco, aveva imparato ad amare.

…………………..

“Hermione, cosa…” provς a dire il ragazzo, ma la giovane non lo fece finire.

…………………..

“Io non sono cosμ. Questa non sono io” disse Hermione, piω a sι stessa che al moro.

…………………..

Harry le afferrς una mano, non sapendo come comportarsi. Era pronto a tutto, tranne che a vedere lei piangere.

…………………..

Perchι, ne era sicuro, le sue lacrime erano cosμ preziose che non valeva la pena sprecarle.

Perchι, lo sapeva, il suo dolore era piω forte di quello di tutto il mondo, per lui.

…………………..

“E come sei, Hermione?”.

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Com’era? Semplice.

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“Sono spaventata.”

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Da morire.

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“Spaventata perchι non mi sono mai sentita cosμ.”.

…………………..

Le passς una mano fra i capelli, e gli sembrς un gesto cosμ naturale che si domandς se, per caso, non l’avesse fatto altre volte.

…………………..

Hermione si alzς di scatto.

…………………..

“Io non posso, Harry. Non posso aprirti il mio cuore, e permetterti poi, non so, di calpestarlo.”.

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Si asciugς velocemente le lacrime.

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“C’ho messo tanto, tantissimo, a chiuderlo agli altri. Poi arrivi tu e… Puff. All’improvviso il mondo riprende colore, suono, e tutto mi sembra piω bello.”.

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Harry si alzς con lei, incredulo. Possibile che l’anima di lei fosse sulla stessa lunghezza d’onda della sua?

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“E cosa c’θ di male?”.

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“Ho paura.”

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Quelle parole, dette da lei, gli sembravano tremendamente sbagliate.

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Soprattutto perchι lei non aveva mai avuto paura.

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“Di cosa?” le domandς dolcemente.

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Una dolcezza che Hermione riuscμ a leggere nelle iridi verdi. Una dolcezza che la spaventava, perchι ormai, lo aveva capito, non sarebbe piω riuscita a vivere senza.

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“Ho paura perchι so che se mi innamorassi di te…”.

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Il cuore di Harry perse un battito.

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“… sarebbe per sempre.”

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Il ragazzo continuς a guardarla, mentre registrava quelle parole, e mentre la vedeva correre via, verso il castello.

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***

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Come aveva potuto?

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Ormai erano due ore che se lo chiedeva, mentre fissava le verdi tende che la separavano dal resto del mondo.

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Come aveva potuto dimostrarsi cosμ fragile davanti ad una persona che non la conosceva?

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Si passς una mano davanti agli occhi.

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* non mentire, Herm * le disse una vocina che assomigliava tremendamente a quella di Draco.

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Giΰ.

Perchι ormai aveva capito che Harry Potter, di lei, sapeva tutto.

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Gliel’avevano detto i suoi occhi. Occhi che le leggevano l’anima e le accarezzavano il cuore, facendola tremare.

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Mai, nella sua vita, aveva provato sensazioni tanto forti verso qualcuno, tranne odio verso quelli che la giudicavano prima di conoscerla, sia nel bene che nel male.

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Tuttavia, non sopportava di essersi mostrata in quel modo.

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Fragile.

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Debole.

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Spaventata.

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Nemmeno con Draco aveva mai dimostrato cosμ esplicitamente i suoi sentimenti.

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All’improvviso, si ritrovς ad odiare Harry Potter.

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Come faceva ad avere un tale potere su di lei?

Come riusciva a leggerle dentro come se fosse in libro aperto?

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E perchι lei, mentre le sue dita agili da cercatore le accarezzavano i capelli, avrebbe voluto che il tempo si fermasse per sempre?

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Lei, che si era ripromessa di non innamorarsi mai.

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Perchι l’amore fa paura.

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Perchι costringe a mostrarsi per quello che si θ veramente.

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Perchι rende deboli.

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Una debolezza talmente bella da essere allettante, ma non per lei, che era cosμ perfetta, cosμ ponderata e cosμ razionale.

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Non era giusto, aveva lavorato sodo per essere quella che era, e poi arrivava lui, con i suoi sorrisi, i suoi dolci occhi e le sue labbra da baciare, e le rovinava tutto.

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Aveva sudato, per essere La Migliore.

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Per essere perfetta agli occhi di tutti.

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Ora, quel muro che si era costruita intorno al cuore stava crollando, ma il vero problema era un altro.

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Una parte di lei non vedeva l’ora che quel muro crollasse.

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“Perchι? Perchι deve accadere tutto questo?” chiese ad alta voce, sicura che nessuno l’ascoltasse.

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“Perchι prima o poi capita a tutti, Princess!” ripose una voce che la mora conosceva fin troppo bene.

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Hermione non aprμ nemmeno gli occhi, sapendo che avrebbe trovato le iridi grigie di Draco a guardarla.

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“Non te l’ha detto nessuno che θ maleducazione ascoltare le riflessioni altrui?”.

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Draco si sedette sul letto, accanto a lei, ghignando.

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“Mi hanno detto che non θ peccato ascoltare, se le riflessioni sono particolarmente interessanti!”.

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Hermione gli lanciς un’occhiataccia.

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“E questa come ti sembrava.”

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“Tra l’interessante e il divertente, direi!”.

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Hermione avrebbe voluto strangolarlo, sebbene lui fosse il suo migliore – e unico – amico.

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“Talmente interessante da spingerti a darmi un consiglio, vero, grande saggio?”.

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Draco le diede un buffetto sulla guancia. “Preferisco Grande Puffo, Princess!”.

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La mora alzς lo sguardo divertita. “Con tutto quel verde che ti ritrovi addosso, non so proprio come potrei chiamarti ‘Grande Puffo’ !”.

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Scoppiarono a ridere entrambi, ed Hermione si capμ ancora una volta perchι voleva bene al biondo: con lui riusciva a dimenticare tutti i suoi problemi, anche se per un piccolo, interminabile istante.

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“Hai parlato con Potter, vero?”.

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Istante che veniva subito distrutto dall’impazienza del biondo.

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“Mi avvalgo della facoltΰ di non rispondere. Conosco i miei diritti, signor Malfoy.”

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Draco incrociς le braccia al petto. “Andiamo, Granger. Non vuoi proprio rendermi partecipe?”.

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Hermione fissς il suo sguardo in quello del ragazzo che le stava di fronte, e infine cedette.

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“D’accordo. Gli ho detto in poche parole che…”.

Si fermς.

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“Che?”.

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Era davvero impaziente.

Da tempo aveva capito che Potter andava dietro alla sua Principessa, e negli ultimi tempi sembrava che le cose si fossero mosse un po’.

Per quanto detestasse quel ragazzo – e statene certi, lo detestava davvero – gli sembrava il piω adatto per la sua Herm.

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“… chsmiinnrrsisrpersempr” biascicς la mora in un sussurro strozzato.

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“Hermione, per quanto il mio udito sia raffinato, non sono riuscito a capire una parola di quello che hai detto!".

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Hermione prese un bel respiro.

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“… che se mi fossi innamorata di lui sarebbe stato per sempre!”.

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Era imbarazzatissima Probabilmente le sue guance avrebbero potuto cuocere cibo per tutta la sala Grande, tanto scottavano.

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Meno lavoro per gli Elfi Domestici.

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Draco sghignazzς, provocando le ire dell’amica.

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“Ehi, io non ho riso quando Pansy ti ha regalato quei calzini con i cuoricini, Drakie!” pronunciς il nome finale in falsetto, imitando la voce della tanto odiata compagna di Casa.

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“Strano, perchι mi era sembrato di udire un risolino fastidiosissimo uscire dalle tue labbra sottili, quando li ho scartati” rispose prontamente lui.

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Adorava i loro botta e risposta.

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“Ok ok” alzς le mani in segno di resa. “Magari una risata ma la sono fatta, ma qui la cosa θ piω seria, stiamo parlando di…”.

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Non riusciva a dirlo.

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“D’amore, Hermione. Amore. Non θ cosμ difficile dirlo!”.

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La ragazza si alzς in piedi, dirigendosi verso la finestra.

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“Per te, che sei uno dei piω amati dalle ragazza in tutta Hogwarts, forse.”.

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Si girς.

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“Ma dai, Draco, guardami. Per quanto posso essere bella, ci sono almeno un centinaio di ragazze migliori di me.”.

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Abbassς lo sguardo, sconsolata.

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Era la realtΰ, triste e dura.

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“Sono imperfetta.”

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Sentμ la mano di lui alzarle il mento, e la fissς negli occhi oro.

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“Chi ti dice che Potter voglia una ragazza perfetta?”.

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“Io…”.

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La zittμ.

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“Perchι, prima di farti tutti questi viaggi, non lo chiedi a lui?”.

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Hermione abbassς lo sguardo, non riuscendo a rispondere.

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Lo rialzς solamente quando udμ la porta chiudersi, e si ritrovς sola nel dormitorio.

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***

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Il vento gli scompigliava i capelli neri. Volare gli faceva bene, soprattutto quando i pensieri diventavano pesanti da sostenere.

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Tuttavia non riusciva a concentrarsi.

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Vedeva quegli occhi oro lucidi e pieni di terrore, e si sentiva malissimo.

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Lei non doveva piangere, perchι assieme a lei avrebbe pianto tutto il mondo.

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Vide all’improvviso qualcuno vestito di verde avvicinarsi al campo da Quidditch, e scese.

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Possibile che fosse tornata?

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Ma come scoprμ presto, non era Hermione la figura che si stava avvicinando.

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Era Malfoy.

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“Scendi Potter” gli stava dicendo. “Ho bisogno di parlarti.”

Non gli piaceva il suo tono.

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* di la veritΰ, Harry. Non ti piace Malfoy, e basta! *

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Vero, verissimo. Ma chi era lui, per negargli la possibilitΰ di parlargli.

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Bugia!!!!!!

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In realtΰ, in cuor suo sperava che l’avesse mandato Hermione.

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“avanti, Malfoy, che c’θ?” domandς non appena ebbe posato i piedi a terra.

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Draco incrociς le braccia.

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Inutile, quel ragazzo proprio non gli piaceva.

Ma ancor meno gli piaceva vedere triste la sua Princess.

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Quindi, fra i due mali…

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“Arriverς subito al punto, Potter” sputς il biondo. “Tu hai il rispetto e forse anche qualcos’altro della mia Principessa.”.

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Harry spalancς gli occhi.

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“Quindi… vedi di farla soffrire, e ti ammazzo.”.

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Detto questo, si girς e prese ad incamminarsi verso il castello.

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Lasciando dietro di se un Harry completamente stranito.

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“Malfoy, aspetta!”. Gli corse dietro, e lo afferrς per un braccio.

“Come posso farla soffrire se – scusa il gioco di parole – non me ne da nemmeno l’occasione?”.

Draco scosse il braccio. La sola vicinanza di quel babbanofilo lo faceva svenire.

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“Davvero non sai perchι lei non vuole dartene occasione, Potter?”.

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Quell’aria di sufficienza lo infastidiva non poco. Se al posto suo ci fosse stato Ron, probabilmente Malfoy si sarebbe giΰ beccato un pugno in faccia.

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- E Ron sarebbe finito in Infermeria. Dettagli! -

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“Illuminami!”.

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Draco lo guardς con i suoi occhi gelidi, improvvisamente serio.

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“Hermione ha faticato tanto per arrivare dov’θ ora.”.

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Tutte cose che sapeva.

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“Non sai, ma all’inizio nessuno l’accettava, tra i Serpeverde. Tutti la evitavano, prendevano in giro dandole della inferiore.”.

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No, Hermione.

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“Della Mezzosangue”

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Maledetti

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“ chiudendo il suo cuore al mondo, θ riuscita a concentrarsi sugli studi. Si θ convinta che per essere accettata debba essere perfetta.”.

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No..

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Draco si allontanς.

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Ora, doveva solo aspettare.

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***

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Perchι tutti la fissavano in quel modo?

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Possibile che sapessero?

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* Che t’importa, Herm: ormai sei abituata ad essere guardata da tutti *

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Giΰ.

Abituata.

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Un brivido la scosse, e seppe che lui era entrato in Sala Grande.

Si girς a guardarlo, ed incontrς le sue iridi verdi.

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Solo che, questa volta, non vi lesse dolcezza e timidezza.

Erano dure.

Quasi fredde.

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E lei odiava vedere quegli occhi rimandare al mondo delle emozioni cosμ terrificanti.

Quegli occhi dovevano solamente dimostrare amore, gioia.

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Perchι lei viveva per loro.

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Le fece un cenno, e quasi svenne.

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Voleva parlarle? Con lei?

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Non si alzς. Non l’avrebbe fatto, non davanti ai suoi compagni di casa.

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Ma come si sa, se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto.

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Lo vide avvicinarsi.

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“Merda” sussurrς fra sι.

“Oh ho, che linguaggio, Princess!”.

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Digrignς i denti.

“Taci, Malfoy.”

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Non ebbe il tempo di continuare a offendere il suo migliore amico, che se la stava ridendo sotto i baffi, perchι Harry le si parς davanti.

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“Devo parlarti, Hermione.”

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Maledisse mentalmente Draco, mentre lo seguiva fuori dalla Sala Grande, sotto lo sguardo incredulo di tutta Hogwarts. Solamente Ron ebbe il coraggio di dire: “Harry, che diavolo stai facendo?”, prima di essere zittito da Malfoy.

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E si puς facilmente immaginare cosa accadde dopo.

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L’unica cosa positiva era che i materassi dell’Infermeria erano particolarmente comodi.

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***

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Si sistemς una ciocca castana dietro l’orecchio, timidamente.

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Odiava sentirsi cosμ.

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“Allora… cosa c’θ?”.

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Harry non si voltς a guardarla, anche se desiderava ardentemente poter guardare il suo viso angelico.

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Per tutta la vita.

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“Oggi ho visto Malfoy.”

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Hermione si pietrificς.

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“Ha detto delle cose interessanti.”

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Fece un passo in avanti. “Harry…”.

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Ma il giovane Potter non la fece andare avanti. Si voltς, e i suoi occhi la pietrificarono, tanto erano duri.

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“No, Herm”

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Herm

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Herm

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Herm…

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“ Adesso parlo io.”

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Eccoli lμ, loro due.

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Occhi negli occhi.

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Due anime sole.

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Gli occhi di Harry si addolcirono, mentre scorgevano segni di insicurezza nelle pozze oro di lei.

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“Hermione… tu non devi essere perfetta.”

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Si avvicinς.

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“La perfezione non esiste. Non θ reale.”

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Ancora una passo.

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“La paura, il dolore, la fragilitΰ…queste cose sono reali.”.

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Ancora un altro.

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“Quello che provo per te, θ reale.”

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Le era davanti.

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“Non θ giusto, Harry” riuscμ a dire lei, tremante.

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Le prese una mano, appoggiandosela sul cuore.

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“Lo senti come batte, Hermione. Non θ possibile che un’emozione che ti fa battere il cuore in questo modo non sia giusta.”.

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Gli occhi di lei luccicavano.

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“ma perchι? Θ perchι sono Serpeverde? Per il gusto del proibito?”.

L’idea la faceva tremare per la rabbia.

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Ma la risposta di lui la fece tremare per un altro motivo.

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“ Non ha importanza. Anche se tu fossi stata di Grifondoro, e ci fossimo frequentati sin dal Primo anno…”

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Le accarezzς una guancia morbida.

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“… ti avrei amata lo stesso.”

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…amata…

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Amore.

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“…amata…” ripetι lei, incredula.

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“Sμ, Hermione.”

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Le sorrise.

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E allora tutte le sue difese caddero, definitivamente.

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Bandiera bianca.

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Sentiva il cuore batterle forte, come mai nella sua vita.

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Per la prima volta realizzς, come un fulmine, che poteva permettersi di innamorarsi.

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“Sμ, amata. Perchι io ti amo, Hermione.”

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L’aveva detto. E il mondo gli sembrava andare per il verso giusto. Morire non gli faceva piω cosμ paura.

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Hermione sorrise.

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“Grazie Draco” sussurrς la ragazza, divertita.

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Harry ridusse gli occhi a due fessure.

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“Cosa?”.

Lei scosse la testa. “Nulla, non preoccuparti.”

Si sorrisero, come se fosse la cosa piω naturale del mondo.

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Harry intrecciς le dita con quelle di lei, sentendo il suo calore.

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“Grazie anche a te, Harry.”

“Perchι?” domandς il moro, guardandola negli occhi.

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“Perchι ora il mio cuore batte un po’ piω forte.”.

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La strinse fra le sue braccia.

Era piccola e forte.

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“E sarΰ cosμ per sempre, Herm.”

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Lei lo guardς con i suoi occhi oro.

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“Lo prometti, Harry?”.

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Si avvicinς.

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“Lo prometto, Hermione.”

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E non ci furono piω parole.

Perchι due anime simili non ne hanno bisogno.

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Erano due anime sole, due anime in cerca di qualcosa o qualcuno capace di completarle e di renderle felici.

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Una, sola a causa del suo destino. Un destino difficile, vissuto con un pizzico di speranza.

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E l’altra, solitaria, chiusa, dura.

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A causa della paura di non essere mai amati, o di essere traditi.

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Un’anima che aveva reso il cuore freddo, incapace di provare emozioni forti.

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Ma non aveva fatto i conti con una forza ancora piω potente della paura e del gelo.

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L’Amore.

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Perchι – e questo lo sanno tutti -, quando due anime simili s’incontrano, non c’θ spazio per altro.

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…………………..

  
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