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Autore: Mitsuki Loveless    22/11/2011    4 recensioni
Assurdo.
Quello che mi stava capitando era assolutamente irrazionale.
Non poteva accadere di nuovo.
Non in quel luogo.
Non con quell'individuo troppo stralunato e pieno di sè.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yoh Asakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shaman Soul is a Moonlight Shadow'
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Shaman King
Salve a tutti!!! Sono di nuovo io ._. Sono tornata con un sequel non previsto ma mi sono innamorata di Yoh Asakura *w* E dei suoi occhi e di tutto ciò che ha addosso!! Spero di non risultare strana perchè sò perfettamente che a tutte piace Ren Tao o Hao Asakura, gemello del mio amore, quindi sò già che questa ficcy verrà cestinata ma alla fine non mi importa! Io ci ho lavorato sodo per due interi giorni! Spero di non aver dimenticato nulla!!! La dedico, come sempre a Giulia e Paki e anche un pò a Hikari che anche se non le piace Yoh ha letto la storia precedente con tanto entusiasmo! Ora però basta con le ciance! Buona lettura!!!


The eyes of wolf


Assurdo. Quello che mi stava capitando era assolutamente irrazionale. Non poteva accadere di nuovo. Non in quel luogo. Non con quell'individuo troppo stralunato e pieno di sè.
Con la coda dell'occhio più volte mi soffermai sulla metà inferiore del suo viso. La bocca chiusa, il respiro regolare e il collo esposto ad una luce giallognola che quasi sfocava sensualmente la visuale. Quei piccoli dettagli formavano una panoramica perfetta vista dalla mia posizione, e lui era attraente come sempre. Mi soffermai più tardi sul pavimento. Che dire? "Oh! Ma guarda ancora una volta bloccata nell'ascensore con te! Comunque piacere sono la tua stupida inquilina del piano di sopra! Tu invece?" C'era da chiederlo? Il suo nome era rimasto marchiato nel mio cervello a fuoco. Yoh Asakura mi aveva rubato un bacio, in un semplice e stupidissimo momento di panico.
Immersa com'ero nei miei pensieri mi accorsi solo una decina di minuti dopo del suo solito sguardo puntato su di me. Feci per aprir bocca tentando di allentare quella tensione che mi stava facendo uscire di senno ma lui mi precedette sollevando il dorso della mano con lentezza, puntanto l'indice verso di me. Lasciandomi alquanto interdetta.
-Cos..?-
Tentai sibilando di capire il perchè di quel gesto, sudando. Non tanto per paura quanto per l'agitazione che mi provocava la sua presenza. Ma mi interruppe, sussurrando una sola parola fra le labbra, velocemente, con quella voce che raggiunse il mio udito prepotentemente e scosse tutto il mio corpo.
-Spingi...-
Trattenni il fiato. Sentii caldo. Un fuoco partire dallo stomaco fino ai lobi delle orecchie che divennero probabilmente di un rosso fuoco come il mio viso. Troppo malizioso. Non mi mossi. Lo vidi scostarsi dalla parete grigiastra espirando e le sue gambe incamminarsi verso di me.
La mia veduta, in ogni caso, si era immediatamente ristretta dato che i miei occhi avevano improvvisamente trovato intrigante dell'altro, ovvero erano occupati a scrutare i magnifici 4 metri quadri del pavimento sporco dell'ascensore. Si avvicinò al mio corpo come già aveva fatto la volta precedente. Senza alcun pudore. E la situazione, non sapevo il perchè, mi piaceva da impazzire.
Divertito dalle mie reazioni si sporse con il viso accanto alla mia guancia sinistra e infilò le dita fra i miei capelli, sollevandoli, per farmi ascoltare bene le sue parole. Io, nel frattempo, avevo distrattamente dimenticato di respirare. Percependo il vibrare delle sue corde vocali e un suono dai toni caldi e bassi partire dal pomo d'adamo adagiato sulla mia spalla.
-Se non sai farlo... Posso insegnarti io...-
Decisamente ecquivoco. Con la mano libera spinse il bottone dell'allarme, solitario dietro alla mia nuca, e il "click" che produsse quello stramaledetto pulsante mi fece sussultare. Strizzai gli occhi, caricando il rosso purpureo sulle mie gote e sentii distintamente l'accenno di una risata. Era visibilmente compiaciuto di quello che mi stava facendo provare. Tentai di scostarmi da lui premendo il braccio destro sul suo petto borbottando per fargli capire che volevo allontanarmi da lui solo per capriccio.
E lo comprese.
Lasciò cadere i miei capelli lungo le spalle e si concentrò sul mio viso. Era apparso un ghigno sulla sua faccia da schiaffi e io ne ero rimasta ipnotizzata senza rendermene conto. Nell'istante in cui mi sentii fragile e in balia delle sue azioni, agguantò le sue cuffie con entrambe le mani e se le sfilò infilandole sul mio capo a mò di cerchietto per poi farle scendere, lentamente. Lasciandole giacere sulle mie spalle, sfiorò il mio collo e smosse i miei capelli, con una dolcezza disarmante.
-Non mangio mica...-
Sussurrò e sollevai il viso per scontrarmi con quelle fauci che non vedevano l'ora di assaggiarmi.
E le rubò senza chiedere permesso.
Gli leccai la lingua peccaminosa e ladra, piano, con lentezza, seguendo i suoi movimenti, socchiusi gli occhi per poterlo osservare meglio. In quell'oscurità conciliante non sembrava così spaventoso.
Ci sciogliemmo da quel contatto soltanto perchè si rese conto che ero oramai senza fiato.
Muoveva quella lingua fin troppo bene, lui invece non sembrava provato, anzi, si limitava a fissarmi attonito.
E allora lo notai, quello spicchio di luce che entrava da non sò quale anfratto di quella cabina ermetica. Emanava un chiarore bianco, candido su quella figura snella. Le sue iridi brillavano a contatto con quello che sembrava un tenue chiaro di luna. Socchiusi le labbra senza riuscire a pensare a qualcosa di concreto. Qualsivoglia riflessione era momentaneamente rivolta a lui e alla sua espressione soddisfatta, compiaciuta dal mio affanno. Presi coraggio e azzardai una risposta.
-Non.. Non prenderti certe libertà...-
Mormorai insicura e lui mi afferrò i polsi sgarbatamente facendomi scivolare lungo la parete, con forza e arroganza, baciandomi, violando ancora la mia bocca. Per poi disgiungere le sue labbra dalle mie e sorridere beffardo.
-Se non volessi... Non mi lasceresti fare...-
Non potei ribattere verbalmente. Afferrò gli auricolari che indossavo con entrambe le mani e tutto il mio corpo si mosse in avanti. Bagnò la mia guancia con la lingua e mollò con delicatezza le cuffie iniziando a far scorrere le dita sulle mie braccia. Rabbrividii e cinse i miei fianchi. Inizialmente seppur debolmente mi dimenai contrariata ma quando riprese a baciarmi rimasi avvinta.
Non riuscivo a credere a ciò che stavo facendo. Lasciarmi andare per una seconda volta a quelle mani che mi stringevano e carezzavano la mia schiena così facilmente.
Si inginocchiò di fronte a me accogliendomi fra le sue gambe, senza che quella effusione intima si interrompesse e se non avesse smesso di invogliarmi non avrei saputo più opporre un minimo di resistenza.
Ansimai frattanto che leccava la mia lingua che si era sporsa fuori la bocca per cercare la sua. Infine la abbandonai di malavoglia. E desiderai davvero un contatto profondo, un abbraccio, un qualcosa di fisico. Anche se in cuor mio sapevo che era tutto un gioco momentaneo per passare il suo tempo.
-Yoh..-
Mi sfuggì d'un fiato. Lui mi guardò nuovamente serio. Spaventosamente attraente. I capelli di fronte al suo viso parvero dargli un aria da bello e dannato e rimasi frastornata di fronte a quegli occhi inquisitori che mi stavano scavando dentro. Stava diventando troppo per me. Non avevo mai incontrato un ragazzo così.
-Conosci il mio nome... Ma io non conosco il tuo a quanto pare...-
Mi strinse a lui afferrandomi il mento. Fissando i miei occhi castani che sprofondavano annullandosi nei suoi di un caldo cioccolato. Fremetti e scoprii che anche il suo profumo, quello della sua pelle, aveva un buon odore. Non ci avevo fatto caso prima.
-I...il mio nome..-
Nel cervello avevo un momentaneo vuoto di memoria. E più cercavo di pensare meno riuscivo nel mio intento. Inarcò un sopracciglio incuriosito e rise, probabilmente della mia espressione da ebete. Aprìì la bocca per dire qualcosa, imbarazzata ma la sigillò bene con la sua ed emisi solo un flebile gemito che sembrò piacergli. Passammo una decina di minuti continuando come una nenia a guardarci e baciarci lasciando che il nostro istinto parlasse per noi finchè non emisi piano alcuni sussurri che parvero allettarlo di più benchè fossero suppliche per fermare quella dolce lussuria.
Di scatto si allontanò specchiandosi nelle mie iridi e ricomparve il sorriso sghembo e pieno di sè.
-Però... Stai attenta...-
Si sollevò dal mio essere non prima di avermi morso il labbro inferiore ancora rosso a causa dei suoi baci feroci. E alzai lo sguardo posandolo su di lui, eretto davanti a me, il suo corpo parve davvero muscoloso e ben scolpito da ciò che intravedevo dal gilè con la cerniera calata che mostrava dei bei pettorali. E concluse leccandosi lentamente tutta la lunghezza del pollice fino alla punta.
-Perchè la prossima volta ti divoro...-
La luce si riaccese. Sentii un groppo alla gola e un fuoco, un calore bollente, partire dalle cosce passare per il bacino soffermarsi sul petto per poi raggiungere il viso. Ogni parte di me scottava.
Con un braccio, cercando di poggiarmi al muro, mi alzai traballante sforzandomi di nascondere la mia notevole eccitazione al suo sguardo indagatore.
-C..ci conosciamo appena... Non scherzare con me...-
Sapevo che stavamo per uscire, ancora una volta, da quel lurido posto ma non volevo che come in precedenza mi lasciasse sola, di spalle, mollandomi con quello sguardo freddo, distaccato, esanime. Come se non fossi che un diversivo.
L'elevatore riprese lentamente la sua corsa. E seppur a metà rincuorata, una lieve malinconia mi stava pian piano assalendo, ero inconsciamente sull'orlo del pianto o perlomeno di una crisi. Avrei voluto sparire per quanto ero stata incosciente, sicuramente avrebbe pensato che ero una poco di buono, sospirai avvilita.
Se nonchè di sorpresa due braccia mi avvolsero, interamente, mentre un forte calore si stava espandendo nel mio animo. Le porte si aprirono affacciandosi sul suo pianerottolo. E io non immaginavo quanto potesse essere provocante l'impulsività di quel ragazzo.
-Mi stò trattenendo...-
Un sussurro lieve solleticò il mio udito. Mi strinse i polsi con una singola mano e  li sollevò adagio al di sopra del mio capo. Fremetti in totale balia del suo volere. Attesi, e posò la bocca rovente sul mio collo. Con forza, violenza, forse anche rabbia repressa succhiò con foga nell'incavo della spalla. Facendomi lanciare dei piccoli gridolini accompagnati da mugugni compiaciuti. Sopraggiunse nel frattempo la sua lingua bagnata e bollente la quale aveva preso a leccare la zona già arrossata. Continuò a suggere e a lambire fin quando non comparve una chiazza olivastra. Boccheggiavo sottomessa da quelle attenzioni concentrate tutte in un punto, e mi accorsi solo in un secondo tempo che le porte si erano richiuse.
Lui però era lì che aderiva perfettamente alla mia figura, e non smetteva di osservarmi. La sua mano posata sul pulsante di chiusura del portello non accennava a muoversi.
-Non aizzarmi più di così...-
Sibilò con voce sensuale. E lasciò che le porte si aprirono scostando le dita e premendo il numero accanto a quello del piano attuale. Indietreggiò fiero con sguardo graffiante e mettendo una mano in tasca continuò a squadrarmi.
Le porte si chiusero mentre ancora mi sorrideva.
Pochi secondi più tardi mi ritrovai di nuovo davanti il mio appartamento. Imbambolata e confusa, con mille pensieri in testa. I suoi auricolari morbidi fra le dita, uno dei quali trattenuto sull'orecchio per ascoltare una melodia a me sconosciuta. Il suo delizioso profumo sulla pelle. Su di me.
Riaffiorò poi l'ultimo ricordo, l'intesa all'uscita dell'ascensore, le sue labbra invoglianti, e le mie gote si imporporarono nuovamente.
Le sue iridi ricolme di bramosia e di desiderio si riversavano nelle mie.
Le pupille dilatate, passionali.
-Yoh Asakura..-
La malizia di quel suo ultimo sguardo animalesco.
Agghiacciante tanto quanto bollente.
-The eyes of wolf...-

Yoh Asakura


Owari

Mitsuki Loveless

   
 
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