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Autore: sophie_85    23/11/2011    11 recensioni
Una piccola discussione in casa Lovegood, subito dopo il funerale della mamma di Luna.
Storia partecipante allo Storytelling contest di Fabi_
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Autore: Sophie_85
Titolo: Raggio di sole
Personaggi: Xenophilius Lovegood, Luna Lovegood, Nuovo Personaggio
Avvertimenti: \
Genere: Generale, sentimentale
Rating: Verde
Introduzione: Una piccola discussione in casa Lovegood, subito dopo il funerale della mamma di Luna.
NdA: Ho creato un nuovo personaggio: Calliope Selwyn , la nonna di Luna. Il nome della mamma mi è stato suggerito da Ferao, Talia, che nella mitologia greca è la musa che presiede alla commedia. Su questa scia, per la madre ho scelto il nome di Calliope, musa della poesia. Ho immaginato che la famiglia della madre di Luna fosse Purosangue e alla fine ho scelto il cognome di uno dei Mangiamorte che catturano Xenophilius nel settimo libro, dopo la visita di Harry e co. La storia è stata betata da Elisabetta Tubita, che ringrazio di cuore ^_^
Pacchetto: 18. Nascita
Lily Evans o Xenophilius Lovegood
Oro
Avere figli fa di voi un genitore non più di quanto avere un pianoforte faccia di voi un pianista.
Michael Levine, Lessons at the Halfway Point, 1995
Creed – With Arms Wide Open: http://www.youtube.com/watch?v=P6UVhZTTWb0
Cioccorana






Raggio di sole





Luna seguiva una Cioccorana per il giardino, accovacciandosi per imitarla salto dopo salto.
Da piccola era rimasta sconvolta dal fatto che avrebbe dovuto mangiare quelle ranocchiette così carine, allora la mamma aveva fatto loro un incantesimo in modo che saltassero per sempre e così si erano ritrovati il giardino invaso da Cioccorane.
Era diventato il gioco preferito di Luna inseguirle. Anche quel giorno aveva deciso di saltellare qua e là per il prato, invece di rimanere in casa, circondata da tutti quegli occhi infelici; invece di essere inseguita da quegli sguardi pieni di pietà. Indossava un vestitino dorato che la faceva sembrare un raggio di sole in quella giornata cupa e grigia. Triste, come lo erano i visi delle persone presenti al funerale quel giorno, venute a dare l’ultimo saluto a Talia Lovegood.
Quando la bambina rientrò in casa ormai erano andati via quasi tutti. Le uniche voci, alquanto alterate, provenivano dallo studio di suo padre.
“Xeno, non essere testardo. Lo sai anche tu che Luna starebbe molto meglio con me che con te, tu non sapresti occupartene; l’esempio lampante è il modo in cui hai lasciato che si vestisse oggi. Alla bambina servono delle regole, una guida.” Il tono di Calliope Selwyn era pieno di astio e di rancore antico, nato quando lui e sua figlia le avevano comunicato di volersi sposare solo due mesi dopo essersi conosciuti. Con un’occhiata di disapprovazione aggiunse, in un tono molto duro: “Averla avuta fa di te un genitore non più di quanto un pianoforte faccia di te un pianista.”
Xenophilius stava per rispondere, ma l’ingresso di Luna non glielo permise. Calliope, sorpresa, si lisciò una piega invisibile dell’impeccabile ed elegante vestito scuro, sperando che la bambina non avesse udito la loro conversazione, mentre Luna la guardava curiosa, avvicinandosi intanto al padre.
“Non ti piace il mio vestito, signora nonna?”
Xenophilius soppresse una risatina, mentre la donna gli lanciò un’occhiata pungente. “E’ opera tua?”
“Luna chiama sempre ‘signora’ o ‘signore’ le persone con cui ha poca confidenza, credo sia una forma di rispetto dal suo punto di vista. E tu ti fai vedere così di rado che non mi meraviglia che ti abbia chiamata ‘signora nonna’.”
Calliope gli lanciò un altro sguardo di biasimo prima di rispondere finalmente alla bambina. “Il tuo vestito è molto bello, Luna, ma non è adatto a un funerale. Non sta bene. Bisogna vestirsi di scuro.”
La ragazzina allargò la gonna, con l’orlo ormai sporco di terra, come per fare un inchino.
“Me lo ha fatto la mamma. A lei non piacciono i colori scuri e sono sicura che ci sarà rimasta male che le persone che oggi sono venute a salutarla erano tutte vestite di nero.”
La nonna alzò un sopracciglio. “Questo non importa, cara. E’ una questione di rispetto ed educazione, cose che a quanto pare sono estranee in questa casa. Ai funerali ci si veste di scuro. E poi…” la voce le si incrinò un attimo e gli occhi le divennero appena più lucidi; ingoiò a vuoto per ricacciare le lacrime prima di continuare comunque con tono perentorio. “Non dovresti parlare al presente. Lo sai che la mamma… tua madre è morta.”
Luna continuava a giocare con il bordo della gonna, facendola svolazzare. “Sì, lo so. Ma papà mi ha spiegato che lei comunque ci guarda sempre dall’alto e che è sempre con noi. Un giorno staremo di nuovo tutti insieme. Non dovresti parlare di lei al passato, potrebbe anche offendersi, sai, signora nonna?”
Calliope la guardò con uno sguardo triste. Luna assomigliava così tanto alla sua Talia, anche nel modo di pensare. La sua voce si addolcì appena “Senti, cara... non vorresti venire a vivere con me? Solo per un po’, così il papà può riprendersi e ricominciare con calma il suo lavoro, qualunque esso sia. Che ne dici?”
Finalmente Luna alzò i suoi grandi occhi grigi sulla nonna. “E’ per la storia del pianoforte?”
“Il pianoforte?”
“È vero, papà non sa suonare il piano, ma la mamma diceva sempre che se si prova a fare una cosa con tutto il cuore, prima o poi ci si riuscirà. Quindi anche se non sa suonare sono sicura che farà comunque una musica bellissima. Non sarà un problema.” Sorrise girandosi verso il padre. “E poi non posso lasciare solo il mio papà! Se sarà proprio necessario suonerò io per lui, io lo so suonare il piano, me lo ha insegnato la mamma.”
La bambina aveva frainteso le parole sentite poco prima, ma la sua innocenza aveva comunque spiazzato completamente la nonna, lasciandola senza parole.
Xenophilius, che aveva assistito in silenzio allo scambio di battute, approfittò del momento per prendere in braccio la figlia e accompagnare sua suocera all’ingresso, sospingendola con gentile decisione verso la porta.
“Come vedi Luna vuole stare con me.” Nella voce si sentiva una nota di commozione e orgoglio. “Fino a prova contraria è mia figlia, e sarò io a occuparmene.”
Ancora frastornata, Calliope provò a opporre una lieve resistenza. “Ma Talia avrebbe voluto…”
“Talia avrebbe voluto che fossi venuta a trovarci un po’ più spesso. Puoi vedere Luna quando vuoi. Apprezzo la tua preoccupazione, ma mia figlia rimane con me, sono stato chiaro?” Ormai l’aveva accompagnata fin sulla soglia.
“Arrivederci, Calliope.”
“Ciao, signora nonna!” gli fece eco Luna, prima di chiudere la porta.

Padre e figlia si guardarono. “Era molto arrabbiata. E anche molto triste, vero papà?”
Xenophilius mise giù Luna, accarezzandole piano i lunghi capelli biondo pallido. “Sì, è vero. Forse è stata attaccata da un Gorgosprizzo.”
La bambina lo guardò seria. “Hai ragione. Questo spiegherebbe anche perché si è messa quel brutto vestito: era così scuro.” Squadrò il padre, nel suo completo serioso e altrettanto scuro, e aggiunse: “Non è che sei stato colpito anche tu, papà? Non ti sei mai vestito così.”
Xenophilius scoppiò a ridere. “Può darsi, tesoro! Ora vado a cambiarmi; poi forse è il caso di fare un giro per casa e cacciarli via tutti. Vuoi che ti insegni come si fa?”
Gli occhi chiari di sua figlia si illuminarono. “Sì! Alla mamma non piacerebbe che vivessimo con la casa infestata dai Gorgosprizzi!”
“No, non le piacerebbe, hai ragione tesoro. Mentre mi cambio, vai a raccogliere più Prugne Dirigibili che puoi, ok? Le pianteremo anche davanti il cancello di casa, così non entreranno più.”
La vide correre fuori in giardino, una luce di speranza in quella giornata che pensava l’avrebbe schiacciato con il suo dolore. Sorrise malinconico guardando la sua bambina.
Non aveva perso tutto, aveva ancora lei, la sua Luna.
Il suo piccolo raggio di sole.






Fine
   
 
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