XXXVII Capitolo
“Ok”
respirai a fondo, la guardai esitante e lei per rassicurarmi bisbigliò “Io aspetto qui fuori”.
Mi
tolsi il cappello, mi passai una mano tra i capelli per spettinarli. Respirai
di nuovo ed abbassai lentamente la maniglia per aprire la porta.
All’interno
la luce filtrava dalle grosse tende che coprivano tre grandi finestre. La
stanza era occupata, quasi interamente, da quattro letti su cui erano sdraiati
altrettante persone.
La
cercai con gli occhi.
Vidi
Lisa, seduta su una sedia accanto ad un letto, in fondo alla stanza. Avanzai con
esitazione, cercando di fare meno rumore possibile finché finalmente non alzò
il volto verso il mio.
Il
suo sguardo fu attraversato dapprima dallo stupore, poi dalla curiosità infine
dalla consapevolezza. Si alzò, lasciando cadere la mano della figlia che teneva
tra le sue. Mi venne incontro, mi si parò davanti come a volermi impedirmi di
vederla.
Ero
decisissimo a non sentire ragioni. Niente mi avrebbe fermato. Così mi preparai
a controbattere ad ogni sua opposizione. Un sorriso però si fece largo
lentamente, molto lentamente, sul suo viso. E la cosa mi stupì
“Sono
contenta di vederti” e con queste parole mi abbracciò forte.
Ero
stupito ma dopo pochi secondi ricambiai con forza
“Mi
dispiace” era l’unica cosa che mi sentivo in grado di dirle.
“Lo
so”
Mi
guardò negli occhi per qualche secondo poi mi prese per un braccio e con
dolcezza mi accompagnò fino al suo letto.
“Le
farà piacere sapere che sei qui. Ora sta dormendo ma tra non molto si dovrebbe
svegliare” annuì senza capire bene le sue parole.
Non
staccavo gli occhi dalla ragazza stesa sul quel letto. Non sembrava nemmeno più
lei.
Era irriconoscibile. Dimagrita,
pallidissima e così debole quasi potesse scivolare via nel vento da un momento
all’altro.
“Io
esco per qualche minuto” con passi leggeri arrivò alla porta, l’aprì e la
richiuse subito dopo.
Hit me like a ray of sun
Burning through my darkest night
You’re the only one that I want
Think I’m addicted to your light
I swore I’d never fall again
But this don’t even feel like falling
Gravity can’t forget
To pull me back to the ground again
I can see your halo
Mi
avvicinai al letto. Volevo vederla meglio, volevo toccarla. Assicurarmi che
stesse bene. Una flebo era attaccata al suo braccio, un altro macchinario le
rilevava le funzioni vitali.
Era triste. Una scena terribilmente triste.
Il
suo respiro era quasi un soffio inudibile. Sembrava soffrisse quando espirava.
Il petto si alzava e riabbassava impercettibilmente sotto la leggera camiciola.
Il volto era emaciato e spento mentre i capelli erano lucidi ed incollati alla
fronte. Con delicatezza glieli tolsi dal viso e sedendomi sulla piccola sedia,
occupata prima da Lisa, continuai ad osservarla. Gli occhi erano chiusi, le
labbra secche.
Mi
accorsi che avevo iniziato ad accarezzarle il viso. Lo avevo fatto inconsapevolmente
ed ora non riuscivo né volevo smettere.
Oh mio Dio. Amore
mio, cosa ti ho fatto? Come abbiamo potuto ridurci così?
E’ colpa mia.
Tutta colpa mia.
Non voglio lasciarti.
Mai più. Ti amo troppo per riuscire a farlo di nuovo. Soffro così tanto… non
posso stare senza di te, lontano da te.
Amore mio, ti
prego guarisci presto.
Rimettiti e ti
giuro che farò qualsiasi cosa per farmi perdonare. Ti prego. Ti prego non mi
lasciare…
La
vista mi si annebbiò improvvisamente.
Stavo
piangendo e le mie lacrime si rovesciavano lungo il mio viso fino a bagnare
quello di Sophie. Non mi ero accorto di esserle così vicino. Chiusi gli occhi
perché volevo far cessare quelle lacrime quando qualcosa mi toccò la mano.
Sophie
si era svegliata e lentamente si stava svegliando. Mi affrettai ad asciugarmi
le lacrime e a posare il mio sguardo nel suo cercando di sorriderle. Sembrava confusa
e decisamente affaticata.
Aspettai
che dicesse qualcosa. Lei però alzò la testa verso di me, passò in rassegna il
mio viso, volse lentamente lo sguardo attorno per poi riportarlo su di me. Non
disse nulla ed io le accarezzai dolcemente la fronte.
Ancora
silenzio.
Sospirò
e chiuse piano gli occhi. Espirò di nuovo e di nuovo li aprì per posarli su di
me. Continuai ad accarezzarla scendendo a toccare prima le sopracciglia, poi le
palpebre ed infine il naso. Mi soffermai sulle guance. Gli zigomi erano più
sporgenti di come li ricordavo. Arrivai alle labbra e lì mi fermai.
Lei
non aveva smesso di fissarmi. Il suo sguardo era attento, quasi concentrato ad
assaporare ogni minima carezza. Le passai con tenerezza il pollice sulle labbra
percorrendone il contorno. Erano asciutte e secche ma ancora rossissime e carnose.
Un
lento sospirò proruppe dalla sua gola e inconsapevolmente questo la spinse a
dischiudere le labbra. Non resistetti oltre e spinto da un istinto ancestrale,
un cieco bisogno, mi avvicinai e la baciai.
Un
bacio casto e dolce.
Le
sfiorai le guance con entrambe le mani. Attirai il suo viso verso il mio e
concentrai in quel bacio tutto l’amore che provavo.
Chiusi
gli occhi godendo del suo respiro. Lei non si ritrasse ma neppure rispose. Interruppi
il bacio perché volevo vedere la sua espressione, i suoi occhi.
Li
trovai chiusi come a godere della sensazione del bacio. La mia mano scese con
lenta determinazione ad accarezzarle la mascella e il collo. Teneva ancora gli
occhi chiusi e le labbra dischiuse. Alzò il braccio magrissimo e lentamente
posò la sua mano sulla mia guancia. Guidato dall’istinto e da una spasmodica urgenza
di contatto, appoggiai la guancia alla mano che lei muoveva dolcemente sul mio
viso.
Nessuno
dei due parlava. Avevamo bisogno del solo contatto fisico. Questo bastava ad
entrambi.
Percorse
con esasperante lentezza tutto il mio viso. Dalla fronte passò alle palpebre,
poi gli zigomi e il naso. Infine scese sul mento per poi risalire a toccare le
labbra. Mi resi conto che anche le mie erano secche e d’istinto vi passai sopra
la lingua con la quale sfiorò le dita di Sophie.
Subito
il mio sguardo si incupì, non volevo spaventarla perciò la ritrassi subito. Lei
aveva chiuso nuovamente gli occhi e dopo averli riaperti fece un profondo respiro.
Le
baciai le dita con esasperante lentezza finché non intravidi la prima goccia di
desiderio. Le sue dita si soffermarono ancora a lambire il contorno delle mie
labbra finché, spinta forse dal desiderio, introdusse l’indice dentro la mia
bocca.
Ancora
scioccato, confuso e insieme affascinato colsi al volo l’invito. Cominciai a
baciarlo e a leccarlo, finché al colmo del desiderio cominciai a succhiarlo
avidamente. Lei chiuse subito gli occhi e così feci anche io.
Assaporammo
entrambi quel momento. Un dolce momento con solo il silenzio a fare da
sottofondo.
Quando
riaprì gli occhi, potei notare che mi fissava con sguardo mite. Allontanò il
dito dalla mia bocca lentamente, ma io le bloccai la mano e la portai ancora al
mio viso.
Era
venuto il momento di parlare. Lo sapevo, ma la cosa mi spaventava ugualmente.
Everywhere I’m looking now
I’m surrounded by your embrace
Baby I can see your halo
You know you’re my saving grace
You’re everything I need and more
It’s written all over your face
Baby I can feel your halo
Pray it won’t fade away
I can see your halo halo halo
“Ti
amo, Sophie” sussurrai accarezzandole dolcemente il volto
Lei
a quelle parole chiuse gli occhi ed un lungo brivido scese a gelarmi la
schiena.
“Soph?”
la mia voce risultò più bassa di un sussurro tanto che pensai non mi avesse
sentito
Aprì
gli occhi e una lacrima le si rovesciò dagli occhi
“Ti
amo anche io Gerard. Più di quanto tu possa immaginare”
Le
sue parole erano esitanti ed intervallate da lenti respiri. Soffici lacrime
cominciarono poi a bagnarle il volto.
“Non
ho mai smesso di farlo. Mi crogiolavo nel pensiero di poterti lasciare, di
poterti dimenticare ma il mio cuore, la mia anima persino il mio corpo anelava
a te. Non ho mai smesso di amarti e non credo di poterlo fare”
“Oh,
amore mio. Ti prego perdonami. Ti amo così tanto. Sono stato un vero idiota, un
gran bastardo. Non volevo, mi dispiace … non era mia intenzione.
Dio,
ancora oggi di quella notte non ricordo un accidenti. Non ricordo niente di
quella donna. Sono stato un lurido bastardo e lo so. Perdonami, ti prego. So
che ti chiedo molto ma ti scongiuro … fallo. Non posso vivere senza di te! Questi
mesi senza di te sono stati un inferno. Ti prego perdonami. Ti amo, ti amo più
della mia stessa vita. Ti amo da morire, Soph!” mi alzai e la strinsi forte a
me.
La
strinsi a me, ancora di più finché un gemito di dolore le sfuggì.
“Scusami,
amore mio“ veloce mi allontanai da lei. L’avevo stretta troppo e le avevo fatto
male.
Sophie
però sorrideva. Un sorriso dolce e mite. E il mio cuore andò in fibrillazione.
“Soph,
ora voglio solo che tu guarisca e sia felice. Ti prometto che farò l’impossibile
perché questo accada. Te lo giuro. Ti amo tanto, Sophie”
Amavo
quel sorriso e vederlo dopo così tanto tempo e per di più rivolto a me mi
scombussolò non poco.
I got a pocket, got a
pocketful of sunshine.
I got a love, and I know that it’s all mine.
Take me away: A secret place.
A sweet escape: Take me away.
Take me away to better days.
Take me away: A higher place.
I got a pocket, got a
pocketful of sunshine.
I got a love, and I know that it’s all mine.
There’s a place that I go,
But nobody knows.
Where the rivers flow,
And I call it home.
And there’s no more
lies.
In the darkness, there’s light.
And nobody cries.
There’s only butterflies.
The sun is on my side.
Take me for a ride.
I smile up to the sky.
I know I’ll be all right.
The sun is on my side.
Take me for a ride.
I smile up to the sky.
I know I’ll be all
right.
Ero
felice.
Avevo
finalmente trovato e riavuto il mio angelo. La persona per la quale mi sarei
sacrificato fino a morire. La ragazza che mi riempiva il cuore e che mi completava.
La donna senza la quale non potevo vivere, senza la quale sarei rimasto solo.
Lei, la mia Sophie … dolce e delicata
come una goccia di miele.
Angolino:
Ebbene
si, siamo arrivati alla fine di questa storia. Che dire… sono triste perché
salutare Sophie e Gerard per sempre è un po’ come dire addio a due vecchi amici
d’infanzia. Sarà dura non scrivere più di loro, della loro storia. Sarà dura
non poter sbirciare nella loro quotidianità, assistendo magari a qualche loro
litigata o a qualche momento di tenerezze. Eppure è proprio così… Sigh, sigh,
sigh!
Ma
non disperiamo, nulla è ancora perduto. Rincontreremo i nostri “eroi”, per
l’ultimissima volta, tra poco. Ho infatti scritto un paio di shot con loro
protagonisti e le pubblicherò a breve. Sono piccoli scorci della loro vita
futura e spero tanto che possano piacervi.
A
presto allora!
Baci
baci
Iry