Capitolo
quindici
Momento
di
gloria
Mezzogiorno,
6 Gennaio 1893, ?.
Kelly ha
ricominciato a camminare. E’ riuscita
davvero a farmi spaventare stavolta. Dopo il combattimento con il Marid
aveva
perso i sensi fino alla mattina dopo, sfinita per l’enorme
quantità di energia
utilizzata dalle sue magie, ferita sul fianco destro, completamente
bagnata dal
sangue, con i capelli sparsi, disordinati. Il suo viso,
però, era sorridente.
Aveva vinto contro la bestia, aveva superato il primo dei quattro
punti, stava
cominciando la sua corsa verso la fine della seconda prova.
Lei poteva
permettersi di essere contenta e
spensierata. Io e Edmund abbiamo passato un giorno a mezzo a cercare
erbe medicinali
qua e là per il bosco insieme a Mark, che sicuramente ne
sapeva più di noi in
campo medico. La ferita che il Marid le aveva inflitto era diversa dal
normale:
non voleva saperne di cicatrizzarsi e la paura che si infettasse era
costante.
Il ragazzo del Silver Serpent State aveva studiato bene le sue materie,
l’alchimia e la biomedica. Ringraziando il cielo. Senza il
suo Oro Potabile
probabilmente sarebbe morta, mentre adesso riusciva a stare in piedi
senza
perdere l’equilibrio. Anche il dolore le era passato,
fortunatamente, grazie
alle erbe che avevamo raccolto con tanta dedizione.
Ma i problemi
non erano finiti con la sua
guarigione.
Io e Ed non
abbiamo pensato che oggi è
l’ultimo giorno per sconfiggere gli ultimi due nemici, anzi,
direi che abbiamo
meno di dodici ore per portare a termine la missione.
Ho ricordato
questo particolare agli altri, i
quali si resero conto che avevamo perso tempo. Decisamente troppo.
Ora Mark sta
finendo di fasciare la ragazza.
Dobbiamo
procedere con il cammino, o potremmo
non andare mai avanti. E l’idea non mi piace affatto.
Pomeriggio,
6 Gennaio 1893, ?.
Non eravamo
lontani dal luogo in cui è
avvenuto il combattimento l’altro ieri, perciò ci
abbiamo messo poco tempo a
ritrovare la strada nel bosco.
Il vortice non
c’era più, i rigagnoli d’acqua
si erano prosciugati, ma nel canalino centrale che si snodava lungo un
sentiero
in salita, che in altri momenti non avremmo mai seguito vista la sua
pendenza,
era comparsa una scia di un colore celeste brillante, che noi abbiamo
inteso
ovviamente come una nuova pista da seguire.
Dovevamo
affrontare il sentiero in salita, non
c’era altra via, o più che altro, non ne
conoscevamo un’altra più sicura.
Edmund mi fece
notare che le foglie degli
alberi che accompagnavano lateralmente la strada non cadevano dritte,
ma
avevano una strana pendenza. In un mondo non abitato da esseri umani,
probabilmente creato dalla mentalità di Lady Ivalovna, tutto
era possibile.
D’altronde, un altro incantesimo l’avevamo
già incontrato.
Appena abbiamo
cominciato a camminare lungo la
salita la gravità cambiò. Ora il sentiero era
dritto e tutto ciò che ci era
intorno si era inclinato, e la strada che sembrava troppo faticosa per
noi e
per una ragazza ferita, si è rivelata essere la
più semplice da percorrere.
Perché a volte non tutto ciò che ci sembra
difficile lo è realmente.
Dopo aver
camminato per ore, accompagnati
sempre dal canalino azzurro, siamo arrivati ad un luogo analogo a
quello
dell’altro giorno, anche se più vasto.
Era
un’immensa pianura, caratterizzata solo da
quel poco di erba che vedevamo sotto i nostri piedi, brillante, verde,
piena di
vita, ma che aveva un sapore amaro, di finzione.
Sapevamo che
tutto ciò non era reale, come non
erano reali i due immensi vortici che ci ritrovavamo davanti ,
collegati da una
spirale azzurra, della stessa materia che ci aveva indicato la strada.
L’acqua
cominciò a fuoriuscire dai vortici.
L’aria stava diventando pesante, l’inizio della
battaglia era imminente.
Io e Ed ci
facemmo avanti, sapendo che avremmo
dovuto affrontare i nemici insieme. Come se fosse stato tutto
già calcolato.
Si
riformò di nuovo la cupola d’acqua, e con
essa, due Marid. Le due creature si mostrarono in tutta la loro
aggressività.
Mark rimase a
fare il tifo con Kelly, dietro
di noi, la quale mi fece un occhiolino. Aveva fiducia in me. Io non
volevo deluderla.
Ma soprattutto, non volevo deludere né me stesso
né mio fratello. Volevo
mostrare a tutti di cosa ero veramente capace, volevo avere anche io il
mio momento di gloria.
La battaglia
iniziò.
I due Marid
ringhiarono ferocemente, e si
lanciarono all’attacco insieme.
Dopo aver
sfoderato le nostre armi cominciammo
a fronteggiarli.
Ci siamo subito
resi conto che le armi bianche
e le pallottole non avevano alcun effetto sul di loro, potevano al
massimo
respingerli. Dovevamo assolutamente inventarci qualcos’altro.
Il nostro lavoro
di squadra sarebbe stato
fondamentale per la vittoria.
Con la mia
Avenger potevo provare a
fronteggiarli tutti e due, senza avere grossi problemi, ma mio fratello
era
molto svantaggiato nel corpo a corpo.
Ma di sicuro
aveva qualcosa in mente.
Prese le due
pallottole del caricatore e le
cambiò con due di diverso tipo. Aveva intenzione di usare i
suoi poteri.
Ricordavo che
poteva utilizzare diversi colpi
a sua disposizione, con effetti di sicuro sorprendenti, ma non sapevo
come li
avrebbe utilizzati.
–Coprimi!
-Hai
già qualche piano in testa?
-Tu zitto e
coprimi, parliamo dopo!
Scaraventai un
Marid dall’altra parte del
campo con la parte piatta dello spadone, ma si rialzò quasi
subito.
Non volevo
rimanere ancora in disparte, anche
io volevo il mio momento di gloria.
Ricordai lo
scopo del mio viaggio, del mio
addestramento. Io dovevo trovare i miei genitori, salvarli. Cosa avrei
combinato durante il vero viaggio se non fossi riuscito neanche a
battere due
gattini? Che figura avrei fatto davanti a Kelly se avessi preso un voto
peggiore del suo? Cosa avrei fatto se non avessi potuto concludere la
prova?
Sarei stato ad implorare la vecchia (che non era più Lady da
tanto tempo) in
ginocchio? Mi sarei abbassato a tanto? Io, che ero riuscito a
sopravvivere per
anni da solo, senza l’aiuto di nessuno? Assolutamente no. Non
potevo permettere
che nulla di questo accadesse. E avrei dato la mia stessa vita per
raggiungere
i miei scopi. Sarei morto, ma lottando con tutta l’energia
che avevo in corpo.
Sentii di nuovo
la mia spada vibrare
violentemente.
Un alone nero
stava circondando le mie mani,
propagandosi fino alla punta della spada. L’istinto
vendicatore si stava
risvegliando in me. Dal manico nero si allungarono delle forme nere,
definite,
simili a rampicanti, che scalavano l’Avenger, fondendosi con
il metallo.
L’energia
oscura che si sprigionava dalla
spada arrivava anche a me, mi sentivo di nuovo forte, oltre
ogni immaginazione.
Mi lanciai
contro i miei due avversari. Con
una velocità non mia, carico di rabbia, menai fendenti
contro le due creature
d’acqua, spandendole di nuovo in grosse pozzanghere, ma come
era già successo,
ritornarono al loro stato originario.
Mi girai verso
Ed.
Era pronto per
attuare la sua strategia.
Anche Polaris
era avvolto dagli stessi miei
rampicanti, ora di un color oro brillante.
Lui
sparò con le munizioni rese infuocate
dalla potenza del colpo contro la prima bestia, io affondai la mia
spada,
fiammeggiante anch’essa, nella gola della seconda.
Il trucchetto
con la magia di fuoco non
funzionava più.
Probabilmente
riuscivano a intuire i nostri
attacchi, perché facevano tornare da ghiaccio ad acqua le
parti prima che
venissero colpite. Dovevamo sorprenderli.
-Il fuoco divora
la materia, l’acqua la
penetra, la terra la comprime, l’aria…
-L’aria
la squarcia!- Gridai a squarciagola
ringraziando mio fratello dell’idea che mi aveva fatto venire
in mente.
La frase che ci
ripeteva spesso la vecchia
mentre studiavamo l’utilizzo degli elementi ci
tornò molto utile in questo caso,
e trovammo il modo di utilizzarla in modo inusuale.
Respinsi di
nuovo le bestie così da avere il
tempo di trasformare la parte più esterna della mia lama in
una spirale di
aria.
Per le raffiche
mi si tagliuzzarono i vestiti,
tale era la violenza dell’elemento. Poteva tagliare qualsiasi
cosa grazie
all’elevata velocità che acquisivano gli atomi
venendo a contatto tra di loro.
Le due creature
si trovavano alla stessa
distanza tra di loro, una trentina di metri davanti a me.
Mi voltai di
spalle e posi la spada
verticalmente davanti a me, con la lama rivolta verso mio fratello, che
aveva
caricato di nuovo le pallottole di fuoco.
Mi
sparò contro.
La pallottola
infuocata, sbattendo contro la
lama di aria, si divise in due pezzi, deviando di poco la loro
traiettoria.
I Marid che si
erano appena staccati da terra
per colpirmi contemporaneamente, videro una linea di fuoco che li
passava da
parte a parte, attraverso le loro teste, che erano diventate di
ghiaccio per
avere la possibilità di azzannarmi.
Le pallottole
cominciarono a sciogliere
dall’interno le due creature, facendo evaporare
ciò che rimaneva dei loro
corpi.
La cupola,
più grande del normale, si riaprì,
simultaneamente ai due carillon che mostrarono lo stesso voto: 8,0/10.
Le nostre armi
tornarono alla loro forma
originaria.
Avevamo scoperto
la loro vera natura e
probabilmente era a questo che mirava Lady Ivalovna.
Mark e Kelly si
avvicinarono a noi, entusiasti
dell’emozionante combattimento, che ci aveva lasciato
però senza forze.
I vortici, come
successo in precedenza, si
fermarono del tutto.
Ma
qualcos’altro di strano avvenne.
Le due voragini
nel terreno finirono di screpolarsi,
inghiottendo una quantità enorme di terra.
Si
rivelò così una specie di caverna
sotterranea, ma che sembrava più che altro
un’enorme tana.
I brutti
presentimenti si sprecarono. Aspettavamo
di trovarci davanti il solito, grande e luminoso specchio, ma
evidentemente la
prima parte della seconda prova non era ancora finita.
E
così abbiamo deciso di recuperare le forze
per il giorno successivo, sapendo che finora era stato tutto fin troppo
facile,
sapendo che dovevamo aspettarci qualcosa di più dalla donna
che ci aveva
mandato contro una copia del Behemoth di Terra nella prima prova,
sapendo che
probabilmente avremmo dovuto affrontare qualcosa di più
grande e pericoloso di
qualche felino acquatico.
_________________________________________________________________________________________________________________________________________________
In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento. Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro. Questo è il mio diario.
La mia pagina su facebook è http://www.facebook.com/pages/Il-diario-di-Ludwig-Loodle/161069023959882?ref=ts, il mio blog http://thediaryofludwigloodle.wordpress.com/ ... spero vogliate visitarlo e lasciare commenti, apprezzerei molto anche le critiche in quanto occasione per migliorare il mio lavoro. Se noto che raggiunge un alto numero di lettori interessati e sinceri riguardo le ottime potenzialità del libro, potrei anche mettermi in testa di pubblicarlo... per ora, penso a finirlo ;)