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Autore: LudwigLoodle    27/11/2011    1 recensioni
In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento. Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro. Questo è il mio diario.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quindici

 

Momento di gloria

 

Mezzogiorno, 6 Gennaio 1893, ?.

 

Kelly ha ricominciato a camminare. E’ riuscita davvero a farmi spaventare stavolta. Dopo il combattimento con il Marid aveva perso i sensi fino alla mattina dopo, sfinita per l’enorme quantità di energia utilizzata dalle sue magie, ferita sul fianco destro, completamente bagnata dal sangue, con i capelli sparsi, disordinati. Il suo viso, però, era sorridente. Aveva vinto contro la bestia, aveva superato il primo dei quattro punti, stava cominciando la sua corsa verso la fine della seconda prova.

Lei poteva permettersi di essere contenta e spensierata. Io e Edmund abbiamo passato un giorno a mezzo a cercare erbe medicinali qua e là per il bosco insieme a Mark, che sicuramente ne sapeva più di noi in campo medico. La ferita che il Marid le aveva inflitto era diversa dal normale: non voleva saperne di cicatrizzarsi e la paura che si infettasse era costante. Il ragazzo del Silver Serpent State aveva studiato bene le sue materie, l’alchimia e la biomedica. Ringraziando il cielo. Senza il suo Oro Potabile probabilmente sarebbe morta, mentre adesso riusciva a stare in piedi senza perdere l’equilibrio. Anche il dolore le era passato, fortunatamente, grazie alle erbe che avevamo raccolto con tanta dedizione.

Ma i problemi non erano finiti con la sua guarigione.

Io e Ed non abbiamo pensato che oggi è l’ultimo giorno per sconfiggere gli ultimi due nemici, anzi, direi che abbiamo meno di dodici ore per portare a termine la missione.

Ho ricordato questo particolare agli altri, i quali si resero conto che avevamo perso tempo. Decisamente troppo.

Ora Mark sta finendo di fasciare la ragazza.

Dobbiamo procedere con il cammino, o potremmo non andare mai avanti. E l’idea non mi piace affatto.


 

Pomeriggio, 6 Gennaio 1893, ?.

 

Non eravamo lontani dal luogo in cui è avvenuto il combattimento l’altro ieri, perciò ci abbiamo messo poco tempo a ritrovare la strada nel bosco.

Il vortice non c’era più, i rigagnoli d’acqua si erano prosciugati, ma nel canalino centrale che si snodava lungo un sentiero in salita, che in altri momenti non avremmo mai seguito vista la sua pendenza, era comparsa una scia di un colore celeste brillante, che noi abbiamo inteso ovviamente come una nuova pista da seguire.

Dovevamo affrontare il sentiero in salita, non c’era altra via, o più che altro, non ne conoscevamo un’altra più sicura.

Edmund mi fece notare che le foglie degli alberi che accompagnavano lateralmente la strada non cadevano dritte, ma avevano una strana pendenza. In un mondo non abitato da esseri umani, probabilmente creato dalla mentalità di Lady Ivalovna, tutto era possibile. D’altronde, un altro incantesimo l’avevamo già incontrato.

Appena abbiamo cominciato a camminare lungo la salita la gravità cambiò. Ora il sentiero era dritto e tutto ciò che ci era intorno si era inclinato, e la strada che sembrava troppo faticosa per noi e per una ragazza ferita, si è rivelata essere la più semplice da percorrere. Perché a volte non tutto ciò che ci sembra difficile lo è realmente.

Dopo aver camminato per ore, accompagnati sempre dal canalino azzurro, siamo arrivati ad un luogo analogo a quello dell’altro giorno, anche se più vasto.

Era un’immensa pianura, caratterizzata solo da quel poco di erba che vedevamo sotto i nostri piedi, brillante, verde, piena di vita, ma che aveva un sapore amaro, di finzione.

Sapevamo che tutto ciò non era reale, come non erano reali i due immensi vortici che ci ritrovavamo davanti , collegati da una spirale azzurra, della stessa materia che ci aveva indicato la strada.

L’acqua cominciò a fuoriuscire dai vortici. L’aria stava diventando pesante, l’inizio della battaglia era imminente.

Io e Ed ci facemmo avanti, sapendo che avremmo dovuto affrontare i nemici insieme. Come se fosse stato tutto già calcolato.

Si riformò di nuovo la cupola d’acqua, e con essa, due Marid. Le due creature si mostrarono in tutta la loro aggressività.

Mark rimase a fare il tifo con Kelly, dietro di noi, la quale mi fece un occhiolino. Aveva fiducia in me. Io non volevo deluderla. Ma soprattutto, non volevo deludere né me stesso né mio fratello. Volevo mostrare a tutti di cosa ero veramente capace, volevo avere anche io il mio momento di gloria.

La battaglia iniziò.

I due Marid ringhiarono ferocemente, e si lanciarono all’attacco insieme.

Dopo aver sfoderato le nostre armi cominciammo a fronteggiarli.

Ci siamo subito resi conto che le armi bianche e le pallottole non avevano alcun effetto sul di loro, potevano al massimo respingerli. Dovevamo assolutamente inventarci qualcos’altro.

Il nostro lavoro di squadra sarebbe stato fondamentale per la vittoria.

Con la mia Avenger potevo provare a fronteggiarli tutti e due, senza avere grossi problemi, ma mio fratello era molto svantaggiato nel corpo a corpo.

Ma di sicuro aveva qualcosa in mente.

Prese le due pallottole del caricatore e le cambiò con due di diverso tipo. Aveva intenzione di usare i suoi poteri.

Ricordavo che poteva utilizzare diversi colpi a sua disposizione, con effetti di sicuro sorprendenti, ma non sapevo come li avrebbe utilizzati.

–Coprimi!

-Hai già qualche piano in testa?

-Tu zitto e coprimi, parliamo dopo!

Scaraventai un Marid dall’altra parte del campo con la parte piatta dello spadone, ma si rialzò quasi subito.

Non volevo rimanere ancora in disparte, anche io volevo il mio momento di gloria.

Ricordai lo scopo del mio viaggio, del mio addestramento. Io dovevo trovare i miei genitori, salvarli. Cosa avrei combinato durante il vero viaggio se non fossi riuscito neanche a battere due gattini? Che figura avrei fatto davanti a Kelly se avessi preso un voto peggiore del suo? Cosa avrei fatto se non avessi potuto concludere la prova? Sarei stato ad implorare la vecchia (che non era più Lady da tanto tempo) in ginocchio? Mi sarei abbassato a tanto? Io, che ero riuscito a sopravvivere per anni da solo, senza l’aiuto di nessuno? Assolutamente no. Non potevo permettere che nulla di questo accadesse. E avrei dato la mia stessa vita per raggiungere i miei scopi. Sarei morto, ma lottando con tutta l’energia che avevo in corpo.

Sentii di nuovo la mia spada vibrare violentemente.

Un alone nero stava circondando le mie mani, propagandosi fino alla punta della spada. L’istinto vendicatore si stava risvegliando in me. Dal manico nero si allungarono delle forme nere, definite, simili a rampicanti, che scalavano l’Avenger, fondendosi con il metallo.

L’energia oscura che si sprigionava dalla spada arrivava anche a me, mi sentivo di nuovo forte, oltre ogni immaginazione.

Mi lanciai contro i miei due avversari. Con una velocità non mia, carico di rabbia, menai fendenti contro le due creature d’acqua, spandendole di nuovo in grosse pozzanghere, ma come era già successo, ritornarono al loro stato originario.

Mi girai verso Ed.

Era pronto per attuare la sua strategia.

Anche Polaris era avvolto dagli stessi miei rampicanti, ora di un color oro brillante.

Lui sparò con le munizioni rese infuocate dalla potenza del colpo contro la prima bestia, io affondai la mia spada, fiammeggiante anch’essa, nella gola della seconda.

Il trucchetto con la magia di fuoco non funzionava più.

Probabilmente riuscivano a intuire i nostri attacchi, perché facevano tornare da ghiaccio ad acqua le parti prima che venissero colpite. Dovevamo sorprenderli.

-Il fuoco divora la materia, l’acqua la penetra, la terra la comprime, l’aria…

-L’aria la squarcia!- Gridai a squarciagola ringraziando mio fratello dell’idea che mi aveva fatto venire in mente.

La frase che ci ripeteva spesso la vecchia mentre studiavamo l’utilizzo degli elementi ci tornò molto utile in questo caso, e trovammo il modo di utilizzarla in modo inusuale.

Respinsi di nuovo le bestie così da avere il tempo di trasformare la parte più esterna della mia lama in una spirale di aria.

Per le raffiche mi si tagliuzzarono i vestiti, tale era la violenza dell’elemento. Poteva tagliare qualsiasi cosa grazie all’elevata velocità che acquisivano gli atomi venendo a contatto tra di loro.

Le due creature si trovavano alla stessa distanza tra di loro, una trentina di metri davanti a me.

Mi voltai di spalle e posi la spada verticalmente davanti a me, con la lama rivolta verso mio fratello, che aveva caricato di nuovo le pallottole di fuoco.

Mi sparò contro.

La pallottola infuocata, sbattendo contro la lama di aria, si divise in due pezzi, deviando di poco la loro traiettoria.

I Marid che si erano appena staccati da terra per colpirmi contemporaneamente, videro una linea di fuoco che li passava da parte a parte, attraverso le loro teste, che erano diventate di ghiaccio per avere la possibilità di azzannarmi.

Le pallottole cominciarono a sciogliere dall’interno le due creature, facendo evaporare ciò che rimaneva dei loro corpi.

La cupola, più grande del normale, si riaprì, simultaneamente ai due carillon che mostrarono lo stesso voto: 8,0/10.

Le nostre armi tornarono alla loro forma originaria.

Avevamo scoperto la loro vera natura e probabilmente era a questo che mirava Lady Ivalovna.

Mark e Kelly si avvicinarono a noi, entusiasti dell’emozionante combattimento, che ci aveva lasciato però senza forze.

I vortici, come successo in precedenza, si fermarono del tutto.

Ma qualcos’altro di strano avvenne.

Le due voragini nel terreno finirono di screpolarsi, inghiottendo una quantità enorme di terra.

Si rivelò così una specie di caverna sotterranea, ma che sembrava più che altro un’enorme tana.

I brutti presentimenti si sprecarono. Aspettavamo di trovarci davanti il solito, grande e luminoso specchio, ma evidentemente la prima parte della seconda prova non era ancora finita.

E così abbiamo deciso di recuperare le forze per il giorno successivo, sapendo che finora era stato tutto fin troppo facile, sapendo che dovevamo aspettarci qualcosa di più dalla donna che ci aveva mandato contro una copia del Behemoth di Terra nella prima prova, sapendo che probabilmente avremmo dovuto affrontare qualcosa di più grande e pericoloso di qualche felino acquatico.

 

 

 


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In un modo eccessivamente imbarazzante e inutile mi presento.
Sono un ragazzo come tutti gli altri, ma con qualcosa in più. I miei genitori sono morti dopo un naufragio e di loro non si sa più niente. Vivo da solo, distrutto dalla depressione e dalla solitudine. A 22 anni comincio il mio viaggio alla ricerca del senso della mia vita, ma scoprirò presto molti dettagli interessanti. In un mondo abitato da creature mitologiche, poteri incredibili e strani personaggi inizia la mia avventura. Amori, tradimenti, amicizie, problemi adolescenziali, colpi di scena, voglia di immaginare... questo è il mio mondo. Ludwig Loodle non è altro che il mio alter ego, un ragazzo che soffre dei miei stessi problemi: desidero riuscire a esprimere correttamente tutti i miei sentimenti attraverso la scrittura di questo libro a puntate e anche aiutare chi si trova nei miei stessi panni. Spero che tutto ciò possa essere di vostro gradimento e aiutarvi a riflettere, in un modo, o nell'altro.  Questo è il mio diario.

La mia pagina su facebook è  
http://www.facebook.com/pages/Il-diario-di-Ludwig-Loodle/161069023959882?ref=ts, il mio blog http://thediaryofludwigloodle.wordpress.com/ ... spero vogliate visitarlo e lasciare commenti, apprezzerei molto anche le critiche in quanto occasione per migliorare il mio lavoro. Se noto che raggiunge un alto numero di lettori interessati e sinceri riguardo le ottime potenzialità del libro, potrei anche mettermi in testa di pubblicarlo... per ora, penso a finirlo ;)
   
 
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