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Autore: Itilis    28/11/2011    2 recensioni
Eveline Carter ha 22 anni, e studia per diventare avvocato divorzista.
Jeffrey di anni invece ne ha tredici, e' orfano ma un genio assoluto.
Mattew Nefflet e' un poliziotto in gamba, ma ha poca fiducia in se.
Walke Gremt e' un milionario senza scrupoli, pronto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Persone e mondi completamente diversi che si fondono in un cocktail micidiale: tra sparatorie, rapimenti e frammenti di vita, un racconto in cui non esistono semplici buoni o cattivi, ma solo differenti punti di vista...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti ^_^ mi scuso se questo capitolo è un po' corto rispetto ai precedenti, ma procedendo con la storia saranno più lunghi, promesso :) grazie mille a chi segue e recensisce la mia storia, ma grazie anche solo a chi le da una lettura veloce :) detto questo vi lascio al nuovo capitolo ^_^




La strada era deserta e silenziosa. L'uomo scappava disperato: non voleva lasciarci la pelle!! Ma il suo inseguitore era decisamente più veloce, tanto che non appena lo raggiunse non ebbe la minima pietà di lui. Carico' la pistola e...

-Odio questi film. Sono troppo scontati...- sbuffo' scocciato un uomo sulla quarantina spegnendo la tv e guardando fuori dall'enorme finestra della sua villa.
-Molier! Che fine hai fatto? Non ti pago per farti i fatti tuoi! Non vedi che lo champagne qui e' finito?!- sbraito' l'uomo gettando a terra la bottiglia ormai vuota e mandandola in frantumi.
-Si signor Gremt, signore. Ha ragione signore non succederà più mi spiace- parlo' tutto d'un fiato un ragazzo, che non doveva avere più di vent'anni, cercando di raccogliere i cocci.
-Oh puoi scommetterci che non accadrà più, infatti sei licenziato- sibilo' Walke Gremt, chiamando il capo cameriere -Dillon!! Porta via questo incompetente e dai una ripulita! Ed e' finito lo champagne! Possibile che qua devo fare tutto io?!-.
Il povero Molier se ne andò con le lacrime agli occhi, mentre Dillon eseguiva gli ordini.
-Ah, molto meglio... Fuori dai piedi Dillon, devo fare una chiamata privata-. Il milionario prese il cellulare, posando temporaneamente il calice di cristallo sul tavolo, e cominciando a camminare avanti e indietro nella stanza.
-Sono io. Ho visto la tua chiamata, cosa vuoi?- disse
-Non trattarmi così, ricordati che siamo soci- rispose un uomo dall'altra parte
-Scusami? Non sei mio socio. Al limite un collaboratore temporaneo. Hai intenzione di farmi perdere ancora molto tempo?-
-No no, volevo solo dirti che ho fatto sparire l'avvocato Nefflet. Non potrà darci fastidio-
-Eccellente. La ragazza da sola non riuscirà a tenermi testa, e io otterrò l'affidamento. Quel ragazzo mi serve davvero-
-Si... E qui arrivano le note dolenti-.
Il silenzio che segui' non piacque molto all'interlocutore.
-Walke? Ci sei ancora?-
-Note dolenti? Cosa stai cercando di dirmi?-
-Be', per nascondere le mie tracce ho fatto saltare lo studio...-
-Si..-
-Ma in quel momento... Giuro che non lo sapevo, non potevo immaginario...-
-Cosa hai combinato razza di idiota?-
-Nello studio c'erano un poliziotto e la ragazza avvocato... E sono.. Saltati in aria anche loro-
-Saltati in aria.... SALTATI IN ARIA????RAZZA DI IDIOTA INCOMPETENTE!!! Mi serviva quella ragazza!!!!- urlo' Walke prendendo a calci tutto quello che gli capitava a tiro e rompendo parecchi vasi e vetri.
-Non e' detto che siano morti...-
-Sara' meglio che non sia morta la ragazza, o tu farai la stessa fine-. La telefonata si concluse bruscamente, con il bicchiere pieno di champagne in frantumi e una nuova sfuriata contro il capo cameriere giunto a riordinare
-Sono attorniato da incompetenti! Dillon... Sei licenziato!!- sbraito' il milionario.

Jeffrey fissava con diffidenza la nuova arrivata: chiaramente una complice del suo rapitore, era seduta  immobile su quella sedia di fronte a lui da parecchi minuti ormai. Particolare davvero strano? La sconosciuta doveva avere si e no la sua eta'. Fisico da modella e abbigliamento da star di Hollywood, tra trucco esagerato e vestiti sgargianti la di sarebbe vista anche al buio.  Era davvero una bellissima ragazza, e probabilmente in un'altra situazione Jeffrey avrebbe anche apprezzato ciò che madre natura le aveva gentilmente regalato, ma in quella situazione no.
"Decisamente uno spreco" penso' tristemente tra se. Finalmente la sconosciuta si decise a parlare
-Non hai la faccia tanto sveglia per essere un genio-
-Mi sa che hai sbagliato posto carina. Per la sfilata di moda i provini sono nel magazzino qui a fianco-
-Simpatico... Non ti conviene fare il figo, potrei sempre dirlo a mio zio Garret-
-Oh splendido... Riunione di famiglia?-
-No. Apprendistato: sto imparando il mestiere-
-Scusami se non sono entusiasta e non chiedo i particolari-
-Non importa. A proposito, io mi chiamo Laureen-
-Nome inventato al momento?-
-Indovinato. Allora... Sono curiosa di sapere in cosa sei così geniale Jeffrey-
-Non sono tenuto a risponderti-
-Mmm... Non farti pregare, altrimenti mi tocca chiamare lo zio-
-E chiamalo. Non ho paura di voi-
-Dovresti averne invece. Siamo professionisti noi, non abbiamo pietà per i mocciosi come te-
-Noi? Parli sempre al plurale?-
-Non farlo-
-Non fare cosa?-
-Vi conosco a voi geni... Psicanalizzate tutto e tutti-
-Non ti sto psicanalizzando. Semplicemente consideravo che tendi un po troppo a parlare di te, tuo zio e la tua famiglia come foste una cosa unica. Non ho dubbi sulla professionalità della famiglia o di tuo zio, ma il fatto che non parli mai solo di te in prima persona mi fa pensare che tutto sommato tu non sei così convinta di quel che fai come vuoi farmi credere-.
Passarono alcuni secondi di silenzio nei quali la ragazza lo fisso' prima stupita, poi con aria di sfida.
-D'accordo, starò al tuo stupido gioco. Avrai anche ragione su di me, ma anche io me la cavo con queste cose. Quelli come te analizzano tutti perché adorano mettere in soggezione la gente. Scommetto che non hai neanche un amico vero?-.
Il silenzio che segui' basto' come risposta. La ragazza sorrise
-Come dicevo, non e' così fico essere geni se poi nessuno ti sopporta-
-Tu non sai nulla di me- disse serio Jeffrey.
-E tu di me- replico' la ragazza alzandosi e avvicinandosi alla porta. Si fermo' come per dire qualcosa, ma non lo fece: non l'avrebbe data vinta a quel ragazzino. Lei era erede di una  importante famiglia di killer professionisti: non avrebbe fallito. Nell'altra stanza lo zio la accolse
-Come e' andata?-
-Bene. Se la atteggia un po troppo, ma lo sto mettendo sotto torchio-
-Brava la mia piccola. Ricorda, quelli come lui sono emotivamente molto sensibili: dobbiamo renderlo vulnerabile. Solo così riusciremo a gestirlo e portare avanti il piano-
-Si si lo so- taglio' corto la ragazzina. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quel Jeffrey aveva indovinato: non era certa che quello che faceva fosse giusto. Ma Laureen non era l'unica immersa in pensieri profondi. Dall'altra parte della porta anche Jeffrey pensava alla discussione appena fatta. Certo, non aveva molti amici a causa del suo modo di fare un po da genietto, su questo la ragazzina ci aveva azzeccato. Tuttavia questo suo atteggiamento chiuso e analizzatore aveva un suo motivo di esistere: era un modo per anticipare le mosse degli altri ed evitare di soffrire. Non di nuovo, non lo avrebbe permesso.

L'uomo ripose  il cellulare in tasca.  Cavoli, il signor Gremt aveva preso davvero male la notizia che gli aveva appena dato.
"Stupida ragazza...  Cosa diavolo ci facevi in quello studio?!" penso' arrabbiato. Fisso' l'edificio in fiamme  di fronte a lui e sospiro'
-D'accordo Carter... Vediamo se sei ancora viva-.
Si avvicino' furtivamente al disastro, sperando sinceramente che l'avvocato fosse li nei paraggi, magari malridotta, ma ancora in questo mondo.

   
 
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