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Autore: sissy    22/07/2006    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se nel passato Metallia fosse stata sconfitta per sempre?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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DUE LACRIME

DUE LACRIME

parte terza

Seduta sul trono che era appartenuto a sua madre la nuova regina Serenity assisteva col volto solenne alla sfilata di persone, nobili e non, giunte fino a lì per renderle omaggio. Si inchinavano al suo cospetto, abbassando lo sguardo e rivolgendole una breve preghiera, a lei, incarnazione della dea della Luna, che col suo potere e la sua luce avrebbe protetto e vegliato sulla Terra e sulla Luna, illuminando d'argento il buio delle tenebre.

Si chiese se avrebbe mai potuto barattare la sua metà divina per una vita più breve e umile, ma felice. Tutte quelle persone erano solo una piccola, piccolissima rappresentanza di una popolazione più ampia che vedeva in lei il simbolo della pace e della benevolenza, e che sperava in lei: una guida sicura. Non avrebbe potuto abbandonarle... Si sentiva onorata da tanta considerazione ed orgogliosa per aver reso possibile tanta felicità, ma al tempo stesso non poteva evitare in alcun modo di chiedersi perchè per rendere felice il mondo non poteva essere felice lei stessa.

Alla fine anche Endymion l'aveva dimenticata ed aveva trovato il modo per essere felice, senza di lei...

Strinse le mani intorno ai braccioli del trono fino a che le nocche non divennero completamente bianche ed il suo viso si indurì per non scoppiare a piangere davanti a tutti. Con gli occhi velati di lacrime fissò un punto indefinito oltre la folla, senza vedere niente e nessuno. Nemmeno l'uomo elegante e distinto, una sottile corona d'oro a cingergli il capo, che camminando con passo solenne si inginocchiò ai piedi del trono. La regina Serenity non si rese conto neanche dell'improvviso silenzio che era calato nella sala e che rimase sospeso nell'aria per qualche secondo ancora. Sembrava che nemmeno l'uomo riuscisse più a parlare. Finché...

- Regina Serenity, a nome della famiglia reale del Golden Kingdom e del popolo terrestre vi porgo i miei omaggi, affinché sotto la vostra amorevole guida la Luna prosperi e tra i nostri popoli regni sempre la pace.

Ebbe un tuffo al cuore: quella voce lei la conosceva. E non aveva bisogno di abbassare lo sguardo per capire a chi appartenesse. Dischiuse le labbra per parlare, ma nessun ringraziamento o parola cortese uscì dalla sua bocca. Solo un sussurro; solo il suo nome, che a malapena lei stessa poté sentire.

- Endymion...

Ma il silenzio continuava, fin troppo imbarazzante, così la regina raccolse i frammenti del suo coraggio e buttando fuori il fiato che aveva trattenuto in un lento sospiro, rispose - Re Endymion, vi sono grata per essere qui, oggi.

- La mia famiglia non ha dimenticato quanto avete fatto per la nostra amata Terra. Sono qui per invocare ancora una volta la vostra protezione, su di noi e su tutto il nostro popolo.

Quindi era per questo che il suo amore si era recato a farle visita? Per pregare; per pregarla, né più né meno di quanto avevano fatto tutti gli altri signori presenti nella sala. Pregarla di vegliare sulla sua famiglia... Questo pensò Serenity mentre udiva l'uomo pronunciare quelle parole. Ancora una volta lottò contro se stessa e le lacrime che minacciavano di inondarle il viso.

- Non avete bisogno di inginocchiarvi al mio cospetto per ottenere il mio aiuto, re Endymion. Amo il vostro pianeta tanto quanto il mio. La pace è il mio unico desiderio. Portate i miei ringraziamenti alla vostra famiglia. - concluse mascherando a stento il tremore nella voce.

Non doveva guardarlo; non doveva pensare a lui. Adesso si sarebbe alzato, un ultimo inchino e poi sarebbe sparito dalla sua vita per sempre.

Attese che questo si verificasse, ma così non fu. Un lieve mormorio si cominciò a levare dalla sala, poiché la regina Serenity sembrava divenuta una statua di pietra mentre re Endymion non accennava ad alzarsi, incapace di decidere se andare via per sempre oppure...

- Posso chiederle l'onore di un'udienza? - per poi affrettarsi ad aggiungere - Per discutere della nostra alleanza, maestà.

- Sì. - una risposta secca, decisa, che lei stessa non si aspettava ed in cui lui, invece, sperava.

Ma adesso? Cosa avrebbero fatto adesso? Il mormorio degli invitati continuava, per lo più chiacchiere prive di importanza: in molti dicevano che nessuno poteva resistere al fascino della loro regina, nemmeno il re terrestre; altri speravano in un accordo che impedisse il rischio di un'altra guerra cruenta. Ma le guerriere Sailor, che erano a conoscenza della grande storia d'amore che per breve tempo aveva legato i due sovrani, si scambiarono occhiate di panico. Ma che cosa era saltato loro in mente, si chiesero tutte.

Prima che l'immobilità della situazione cominciasse a destare sospetti le guardiane del Silver Millennium ordinarono ai musicisti di far partire la musica. L'armonia della melodia richiamò entrambi i regnanti alla realtà e solo allora, mentre la folla si disperdeva deliziandosi con la danza, riuscirono a posare gli occhi l'uno sull'altra.

Re Endymion sollevò il capo lentamente, lasciando scivolare lo sguardo dal bordo del lungo abito di seta bianca che le ricopriva i piedi e le disegnava il profilo delle gambe snelle fino al ricamo in oro e perle sul corpetto. Indugiò un instante di più ad osservare il profilo della spalla nuda ed il collo sottile, ed infine, trattenendo il respiro, la guardò in viso.

I tratti infantili che ricordava erano svaniti, lasciando il posto a un delicato volto di donna, giovane e solenne, troppo giovane e troppo solenne, in cui spiccavano gli occhi azzurri più belli e più tristi che mai avesse visto. Mentre lei, finalmente, abbassava lo sguardo dal vuoto per posarlo di lui, egli non poté fare a meno di notare il luccichio di lacrime nei suoi occhi. Sentì il suo cuore fermarsi nel vederla così malinconica. Tutto quello che riuscì a fare fu di incurvare le labbra in un sorriso accennato.

***

La regina Serenity si sentì una sciocca. Come aveva potuto scambiare il ragazzo nella radura per Endymion? Avrebbe dovuto intuirlo subito che non poteva essere lui, che non poteva essere rimasto immutato. Come lei stessa era cambiata in tutti quegli anni ancora di più lo era lui, per il quale il tempo correva molto più in fretta, troppo in fretta... Scorse dapprima i suoi capelli neri, striati d'argento, cinti da una sottile corona d'oro su cui brillava lo stemma della famiglia reale del Golden Kingdom; poi, scorse la sua fronte e il suo viso, divenuto più spigoloso e freddo, sul quale i segni del tempo cominciavano a farsi strada. Ma gli occhi... Quegli occhi erano i suoi, non aveva alcun dubbio. Guardando nei suoi occhi poteva annegarvi come tra le onde del mare in tempesta. Quegli occhi potevano essere solo i suoi, ed il sorriso timido che le rivolse poteva essere solo suo.

Non poteva più resistere in quella sala, fra tutta quella gente. Dischiuse impercettibilmente le labbra e sussurrò con voce rotta dall'emozione - Portami via.

E solo allora Endymion si alzò, porgendole il braccio in segno di cortesia. In realtà tutto quello che voleva era di poter sentire la pressione della piccola mano di lei sul suo braccio. Gli sarebbe bastato per capire che quel momento era reale e non solo il frutto della sua fantasia. E così fu. Serenity accettò il suo sostegno e gli chiese di condurla ai giardini.

Non una parola uscì più dalle loro labbra.

Sailor Mercury e Sailor Venus li scortarono seguendoli da lontano e quando giunsero a destinazione si preoccuparono di impedire l'accesso ai giardini a chiunque altro. Ancora una volta tutte e quattro le guerriere, comprese Sailor Mars e Sailor Jupiter, rimaste a controllare che nessuno dalla sala da ballo li seguisse, si domandarono che cosa fosse saltato loro in mente.

***

Entrambi spaventati dai pensieri dell'altro e temendo un rifiuto passarono troppo tempo a parlare dei loro regni, di quanta pace regnasse, di quanto tutti sembrassero così felici, passeggiando tra gli alberi e i fiori, conversando, guardandosi attorno, ma senza mai guardarsi tra loro. Andarono avanti così finché non giunsero nei pressi di un ruscello, dove una albero dalla corteccia bianca e frondosi rami di piccole foglie verdi si incurvava a sfiorare le placide acque.

- Un salice piangente. - mormorò il re - Non c'era prima.

- Ventiquattro anni fa, intendete? No, non c'era... - rispose la regina volgendo lo sguardo ad ammirare l'albero protendersi verso il ruscello al delicato soffio del vento.

E come attirata da quello stesso vento o dal richiamo lamentoso delle foglie fruscianti la regina lasciò la sua mano scivolar via dal braccio del re, e abbandonato il sentiero lastricato s'incamminò fra l'erba per raggiungere il salice.

Il re seguì ogni suo passo ed ogni sua parola. Non voleva perdersi un solo suo respiro, né un riflesso dei suoi capelli dorati, neanche la più piccola espressione del suo viso triste, ogni istante più triste, mentre l'ascoltava in silenzio raccontare una piccola leggenda.

- Tanti e tanti e tanti anni fa un ragazzo si innamorò di una ragazza. - cominciò con voce dolce, camminando al lento ritmo del suo racconto - La vide per la prima volta passeggiare lungo il corso di un fiume. Fu amore a prima vista; il ragazzo persa la testa per lei. Da quel giorno l'accompagnò ogni giorno a quel fiume; facevano lunghe, lunghissime camminate, ma lei non l'avrebbe mai voluto. - e nel mentre lo diceva si fermò, allungando le dita a sfiorare le tenere foglie dell'albero.

Il re attese in silenzio che la storia proseguisse, distante solo pochi passi da lei, seguendo con gli occhi il gioco delicato delle sue dita tra le foglie e il profilo del suo viso, dagli occhi sognanti e le labbra socchiuse in un perenne sospiro.

- Che cosa avvenne dopo? - la incitò infine, temendo che tutto rimanesse immobile.

Lei lo guardò, scrutandolo appena, e poi rispose rivolgendogli un'occhiata eloquente, occhi negli occhi - La ragazza si sposò, con un altro... - e volgendogli nuovamente le spalle si addentrò sotto la chioma dell'albero.

Il re ne rimase fuori, ma non smise mai di seguire i suoi passi, anche fra le ombre dei rami, mentre passeggiava in tondo.

- Il ragazzo si disperò e pianse, e per dimenticare il suo amore perduto dedicò tutta la sua vita alla natura. Si occupò di quel bosco con mani amorevoli di padre, ma piangeva sempre... - la voce della regina si spense in un lamento nell'istante stesso in cui posava la mano sulla corteccia del tronco chiaro, ma poi riprese in tono sommesso - Si immedesimò talmente con la natura che gli era intorno da trasformarsi egli stesso in albero, proprio lì, sulla riva del fiume, nel punto esatto dove aveva visto la ragazza per la prima volta. Lei finì col dimenticarlo, completamente, mentre le lacrime del ragazzo mutavano in linfa e foglie. E fu così che il povero salice piangente fu incatenato dal suo stesso dolore, costretto a versare lacrime per tutta l'eternità.

- Lacrime come le vostre, maestà?

- Questo un solo uomo può dirlo. - e mentre nel pronunciare quelle parole la voce le tremava, con un dito asciugò la lacrima che le aveva rigato la guancia, e poi l'altra: due lacrime, che il re aveva notato all'istante non appena aveva oltrepassato anche lui il muro di fronde.

Tutto si svolgeva come una danza tra i due, fatta di passi, cerchi, pochi sguardi e parole, molte parole, tra racconti e realtà, protetti dall'ombra e dalla chioma del salice. Una danza di tigri chiuse in gabbia. Una danza che aveva il ritmo ora lieve ora incalzante delle loro parole.

- E' una leggenda del vostro popolo, maestà. - disse con distacco la regina riprendendo a passeggiare.

- L'avete appresa studiando con la sapiente Sailor Mercury?

- No. L'ho sentita raccontare.

- E da chi?

- Da un terrestre.

- E ricordate anche quando? E dove? E perchè?

- Non era importante.

- Evidentemente no.

Passarono pochi secondi di silenzio. La malinconia si era per entrambi tramutata in rabbia.

- Ho sentito di un ragazzo che una volta raccontò questa leggenda a una ragazza.

- E perchè lo fece? Per dirle che amava un'altra? Come fece la ragazza della leggenda col povero salice?

- No. - rispose secco - Perché lei gli chiese di parlargli di quell'albero il cui canto le faceva piangere il cuore.

- Era una ragazza sensibile, dunque.

- Molto sensibile.

- Quanto vostra moglie.

- Cosa c'entra adesso mia moglie?

- Curiosità. - rispose vaga con un'alzata di spalle.

- E' una brava persona, una brava regina.

- Non ne ho mai dubitato. Perchè vi scaldate tanto?

Il re le lanciò un'occhiata raggelante, tanto quanto quella che la regina rivolse a lui. Poi, lui ignorò quella domanda e proseguì invece col suo racconto. La danza intorno al tronco riprese.

- Il ragazzo e la ragazza erano costretti ad incontrarsi di nascosto. Se fossero stati scoperti le loro famiglie avrebbe ostacolato il loro amore. I due giovani erano molto diversi.

- Quanto diversi?

- Troppo diversi.

- Chi l'aveva stabilito?

- La legge l'aveva stabilito, ma a loro sembrava non importare. Si incontravano sempre nello stesso luogo, in una radura nei pressi di un fiume; poi, lui la prendeva per mano e la guidava attraverso i sentieri del bosco. Un giorno, in tempo di guerra, il ragazzo e la ragazza si imbatterono nel triste canto del salice piangente...

Il re sussurrò quelle parole fermandosi infine con la mano posata sul tronco bianco. E anche la regina si fermò, di fronte ad egli, posando anch'essa la sua mano sulla superficie di legno chiaro.

- Cosa accadde allora? - gli chiese in un filo di voce.

- Il ragazzo le chiese di sposarlo e la ragazza accettò. Celebrarono il matrimonio quella notte stessa. Erano due persone...speciali, importanti. Furono loro stessi a celebrare il rito.

- Trascorsero insieme tutta la notte...

- Tutta la notte. Ma c'era la guerra. La ragazza aveva promesso al ragazzo che avrebbe combattuto al suo fianco, ma quando sua madre venne a sapere della loro unione le impose di scegliere: o la pace o l'amore.

- Lei lasciò che fosse lui a scegliere ciò che più lo rendeva felice.

- No. Lei lo ingannò! Gli disse: "Come sarebbe bello se ci fosse sempre la pace".

- Lui le rispose che aveva ragione.

- E cos'altro avrebbe potuto rispondere? Che voleva la guerra?

Il re aveva alzato la voce e da quel momento il tono dell'intero discorso mutò. Ci fu un minuto di assoluto silenzio, rotto solo dal canto lamentoso del vento che passava tra i rami del salice. Infine, la regina disse, guardando il re con occhi lucidi - Sposandoci avremmo unito i nostri due regni, ma qualcuno avrebbe potuto pensare che il mio obiettivo fosse quello di estendere i domini della Luna sulla Terra. Quando tu...non ci saresti stato più sarei potuta diventare l'unica sovrana...

- L'avresti fatto davvero?

- No, lo sai questo. - rispose abbassando lo sguardo - Ma qualcuno l'avrebbe senz'altro pensato, lo sai anche tu, e un'altra guerra sarebbe stata inevitabile. Ad ogni modo, adesso sei felice. Perciò, alla fine, è stato meglio così.

- E tu sei felice?

- I nostri popoli sono in pace. Tutti sono felici. Perchè non dovrei esserlo?

- Perchè stai piangendo. - mormorò il re in risposta allungando la mano a sfiorarle la guancia, ma ella si ritrasse.

- Perchè sei venuto qui, Endymion?

- Perchè sei venuta a cercarmi. - rispose allungando nuovamente la mano verso il suo viso.

La regina fece un altro passo indietro - Non puoi farlo Endymion. Non possiamo. Hai tua moglie, e tuo figlio...

Ma il re non voleva dare ascolto alla ragione. Forse non avrebbe mai più avuto un'altra possibilità simile. Così, anche contro la sua volontà, le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi sussurrando sulle sue labbra - Sarebbe ancora più sbagliato se non lo facessi.

***

- Potrò vederla un giorno?

- Io...spero di sì.

- Dalle questo, quando nascerà... - un piccolo cerchio d'oro brillò sul palmo di una piccola mano bianca - Dille che l'amo, quanto amo sua madre...

Nel buio della notte una donna si mise in punta di piedi stringendo al petto un piccolo tesoro. Un uomo l'abbracciò e teneramente la baciò.

Ok, doveva essere l'ultimo capitolo, ma è venuto troppo lungo, quindi ho deciso di separare l'epilogo ^^' Grazie a tutti e buon week-end!

  
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