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Autore: Medea00    01/12/2011    11 recensioni
Tratto dal capitolo uno:
“Rachel!” Sbottò Kurt, una volta che era riuscita ad acciuffarla. “Ti vuoi calmare!? Sembri una teenager ad un concerto di Justin Bieber!”
“O Kurt ad una svendita di Prada.” Sussurrò Blaine con un sorrisetto che fu subito eliminato dalla faccia della terra tramite un’occhiata omicida del marito.
“Kurt, Blaine, è...mi dispiace tanto, ho provato a fermarla, ma io...”
“Come?” Adesso anche Blaine si era fatto serio, avvicinandosi alla ragazza.
“Io...è fuggita..”
I due ragazzi, cominciando ad intuire il soggetto del problema, sbiancarono di colpo.
“Un momento...” Blaine cercò disperatamente di ottenere una smentita alle sue terribili supposizioni. “Chi è che sarebbe fuggito?”
“Ma come chi!? Vostra figlia!”
Elizabeth Hummel-Anderson.
La loro unica, preziosissima figlia.
Fuggita.

-- Future-fic; Daddy!Klaine + a little Finchel; Raccolta
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: questa OS non parla di Lizzy, ma è strettamente collegata a lei. E' sempre una future!Fic di Kurt e Blaine, ed è in linea con le trame delle OS precedenti, ma è una sorta di "prologo" a tutta la storia.

Come dire, da qui, parte tutto!



Ovviamente.

 


Ormai erano passati tanti anni; quasi dieci di findanzamento e sette di convivenza, per la precisione.
Kurt e Blaine, ormai, erano vincolati l’uno all’altro; dopo tutte le vicende avvenute in quei lunghi, lunghissimi anni di liceo, per non parlare di quando furono costretti alla distanza forzata per via della scuola di Blaine e l’università di Kurt, le loro vite erano profondamente collegate in un modo che non sapevano descrivere nemmeno loro: semplicemente, davano per scontato che, in qualsiasi cosa facessero, fossero insieme. Per sempre.
Quindi, c’era da aspettarselo. E, in effetti, forse lo sapevano davvero: Finn e Rachel sapevano che sarebbe successo; solo, credevano che sarebbe stato più poi che prima.
Inevitabilmente, accadde nel giorno più fatale di tutti.
Blaine aprì la porta di scatto e notò con piacere che sia Finn che Rachel erano già armati di tutto punto, con sacchi della spazzatura, scatoloni e maacchina per fare i pacchi in sottovuoto. Non appena li vide Kurt non ci fu bisogno di nessun tipo di saluto: li guardò fisso, con l’aria di chi stesse per andare al patibolo e se non fosse ancora pronto psicologicamente.
Diverse emozioni si verificarono sul suo viso, attraverso un flusso di espressività che andò dal sorpreso fino al deciso e orgoglioso.
“Dovrete passare sopra al mio cadavere.”
“Non esiste!” Kurt, ogni anno è sempre la stessa storia!
“Tu quoque, Rachel? Posso capire Finn, posso perfino capire Blaine, ma dalla mia migliore amica mi aspettavo un minimo di comprensione!”
“Io invece provo solo compassione, Kurt, e per Blaine!”
L’interpellato si voltò lentamente, quasi intimorito nello scorgere la reazione del fidanzato. La quale, in effetti, era tutto fuochè angelica.
Si avvicinò piano, i suoi grandi occhi nocciola adesso brillavano di dolcezza e amore –e giusto un pizzico, ma un pizzico di ruffianaggine-, lo strinse a sè afferrandolo delicatamente per le braccia, e a bassa voce provò l’ennesimo, ultimo, tentativo di convincimento morale.
“Non c’è altro rimedio, lo sai.”
Oh, lo sapeva eccome. Era per quello che non aveva ancora messo del sonnifero nel caffè per sedarli tutti e spedirli in Alaska con il primo taxi disponibile.
Loro erano in troppi, e lui, da solo, non ce l’avrebbe mai fatta. Avevano occupato tutto lo spazio disponibile, era giunta l’ora che si facessero da parte per permettere ai loro successori di abitare quel luogo.
Non c’era altra soluzione. Quindi, alla fine, deglutì con forza, e sospirò.
“Va bene.”
Lui stesso rimase incredulo dalle sue parole, ma poco dopo ripetè: “Va bene. Solo, non fate loro del male, ok? E potete dire che li ho voluti bene? Mi mancheranno...”
Rachel, con la sensibilità di un elefante, sentenziò un “oh finalmente” e sfrecciò in camera sua, seguita a ruota da Finn che, per precauzione, richiuse la porta a chiave.
Ed eccoli lì.
I vestiti.
Tanti, troppi, per essere di proprietà di un singolo uomo comune. Ma Kurt non era affatto comune, lo sapeva lui, lo sapeva Blaine, e lo sapevano pure i vestiti, che sembravano stesi inermi, sparsi per tutta la stanza, come se avessero accettato il loro triste destino.
Si scambiarono un’occhiata annuendo impercettibilmente; dopodichè, iniziarono la fatidica opera.
Perchè quello non era un cambio di stagione. Era una GUERRA.
 
“Forse avrei dovuto tenerli per qualche altro mesetto?”
Kurt si stava mordendo le unghie minuziosamente, segno che fosse gravemente stressato. Blaine, in risposta lo prese per le mani e sorrise: “Ma siamo a Novembre: per quanto ancora volevi continuare a vestirti con scarpe di tela e giubbottino di jeans?”
“Oh no, il giubbottino di Marc Jacobs! Devo salvarlo!”
Blaine fece in tempo a riattirarlo a sè con un gesto secco e mettergli le mani sulle spalle. Prendendo parte a quell’assurdo siparietto, lo guardò con fare molto serio, e sussurrò: “E’ troppo tardi.”
“Ma-“
“Niente ma. Non si discute.”
Il tempo di guardarsi divertiti che erano già scoppiati a ridere, unendosi in un forte abbraccio senza neanche averci pensato.
“Quanto sarai scemo da uno a diecimila?” Enfatizzò Kurt, scuotendo appena la testa da sopra la spalla dell’altro.
Blaine si strinse nelle spalle: “Beh, contando che sono fidanzato con te...”
“Cosa!? Guarda che trai due quello che canta con il barattolo del gel al posto del microfono non sono di certo io!”
“Ah no, certo, tu ti limiti soltanto a dare l’estrema unzione ai tuoi vestiti.”
Un’altra piccola pausa, alla quale seguì un’altra fragorosa risata.
Ma quando i loro sguardi si incontrarono accidentalmente, tutta quella euforia, di colpo, svanì.
Il bacio che seguì dopo espresse perfettamente quello che stavano provando, e non solo in quel preciso istante: dentro di loro erano consapevoli del fatto che sarebbe durato per il resto della loro vita.
 
“Ti prego, abbiamo finito!?”
“Un altro piccolo sforzo Finn, manca soltanto quella pila di vestiti laggiù.”
“Io davvero non so perchè ogni anno continuiamo a fare questo sacrificio.”
“Perchè Blaine è nostro amico, Kurt è tuo fratello e...OH MIO DIO!”
Finn, lipperlì, non ci fece troppo caso. Insomma, Rachel esclamava in modo assolutamente isterico ogni tre per due, se doveva dar veramente conto delle sue parole in ogni momento ne sarebbe uscito pazzo.
Quindi si limitò a dire la stessa frase preimpostata, con quel tono preimpostato, per le occasioni preimostatamente allarmanti: “Sì Rachel, è una cosa assurda, lo so. Cioè, sono proprio senza parole.”
“Finn, non è un OH MIO DIO di routine, questo è proprio un OH MIO DIO da OH MIO DIO!”
Ok, adesso, si era fortemente incuriosito.
Si avvicinò cauto, scorgendo da dietro le spalle della ragazza una piccola scatoletta di velluto che teneva tra le mani.
Davanti a lui si mostrò una piccola fede in oro bianco, semplice, con delle incisioni sul retro.
La scritta recitava: “You and I, will be young forever”.
Dove aveva sentito quella frase?
La voce di Rachel, meccanica, come una letale macchina da guerra che registrava automaticamente tutte le canzoni da lei preferite e famose in mezzo mondo, fece subito eco ai suoi pensieri.
“Teenage Dream.”
E poi, ancora.
“Blaine a Kurt.”
“Blaine e Kurt si stanno sposando.”
 
No, non era possibile.
O forse sì?
Si avventarono sulla porta –per poco non ci sbatterono contro- per osservare l’allegra coppietta attraverso lo spioncino; ed eccoli lì, tutti abbracciati e sorridenti, quasi sicuramente in procinto di baciarsi o sussurrandosi poesie d’amore neanche fossero dei protagonisti di Orgoglio e Pregiudizio.
Erano solo loro. O meglio, erano sempre loro. Lo erano sempre stati, sin da quando erano al liceo.
Improvvisamente, tutta quella folle idea non sembrò poi così folle.
Fu per questo che Rachel saltò addosso a Finn, riempiendogli la camicia di lacrime, e quest’ultimo la strinse forte cercando di capire se fosse tutto vero, oppure facesse parte di un incredibile sogno; Kurt, suo fratello, si stava per sposare, e con Blaine, per giunta. Avevano avuto un rapporto piuttosto ostico, all’inizio, ma una volta messe le cose a posto si formò una solida e reciproca amicizia, che era durata fino ad allora.
“E’ assurdo.” Rachel non riusciva a capire se rideva, piangeva, o forse, entrambi.
“Oh Finn, sono così felice!”
“Anche io, Rach...”
“Voglio dire, sono in un fiume di emozioni, come se fosse il MIO matrimonio!”
“Già, è proprio- un momento che cosa hai detto!?”
“Oh, non riesco a credere la splendida cerimonia che ci sarà, i fiori, l’abito, e poi io farò la damigella d’onore! Devo prepararmi. Ma che dico? Devo preparare una canzone che sia all’altezza! Oh Finn, abbiamo poco tempo!”
Il ragazzo non si rese conto di essere uscito dalla stanza fino a quando non si trovò le facce perplesse dei due ragazzi a pochi metri da lui.
“Che succede?”
“Sembra che abbiate visto un fantasma.”
Finn stava già per sfoggiare un sorriso enorme e dar loro le sue congratulazioni, ma poi Rachel impallidì: loro avevano trovato l’anello...ma se la dichiarazione non fosse ancora avvenuta? Se uno dei due l’avesse comprato per l’altro, e magari, stesse aspettando il momento buono per darglielo?
Se stavano per rovinare tutta la sorpresa?
“Oh ragazzi, volevamo soltanto dirvi quanto siamo contenti per il vostro ma-“
“MAGNIFICO ALLOGGIO. E’ davvero una splendida casa, davvero. Questi infissi, poi, sono così...così fissi!”
“Così fissi.”
“Sì, fissi, insomma, solidi! E chi vi butta giù? Siete a prova di qualsiasi uragano e terremoto esistenti sulla faccia della terra!”
Ci mancò poco che Blaine, molto educatamente, si toccasse lì di fronte a tutti, mentre Kurt roteò gli occhi incrociando le braccia.
“Ok, quale vestito avete rovinato? Dai, sputate il rospo.”
Finn, che in tutto quello ancora non aveva capito che diavolo fosse successo, si affidò completamente a qualche altra trovata di Rachel.
“Era...il giacchino.”
“Rachel, sii più specifica. Ne ho tipo cento, di giacchini.”
“Quello...blu?”
“Quello di GAP. Oh no, dici quello di Benetton?”
“Sì, proprio lui.”
“CHE COSA!?”
“Ma guarda come si è fatto tardi! Io e Finn dobbiamo proprio scappare vi abbiamo lasciato i vestiti confezionati in camera ci sentiamo presto ciao.”
Kurt rimase diversi secondi a fissare la porta, o meglio, la nuvoletta di fumo stile speedy-gonzales che si era formata attorno a quella. Si erano volatilizzati, e si chiese seriamente il motivo di quel comportamento.
Guardò Blaine, incerto quanto lui, e tutto ciò che riuscirono a pensare si concretizzò con due semplici parole: “E’ Rachel.”
 
Era come sapere in anticipo il regalo di Natale. Era scorretto, sbagliato. Ma era anche assolutamente fantastico. Rachel continuava a uscire ogni sera e Finn si lasciava facilmente trascinare, visto che in ballo c’era la dichiarazione di matrimonio del suo affezionato fratellastro.
Per un totale di sette giorni uscirono all’incirca otto volte; in caffetteria, ad un pub, li portarono anche ad un ristorante romantico...ma niente. Nessuno dei due sembrava avesse intenzione di sganciare la bomba. Volevano farlo in privato? Eppure conoscevano Kurt e Blaine, probabilmente avevano architettato il momento in ogni singolo dettaglio, ci sarebbero state le luci giuste, la musica romantica, il pubblico pronto ad applaudirli e una macchina fotografica messa per caso nelle mani di Finn, che per caso avrebbe scattato l’esatto momento della loro dichiarazione.
Non avvenne niente di tutto quello; anzi, paradossalmente, i due sembravano “accasati” sempre di più. Un giorno, addirittura, Blaine uscì senza nemmeno essersi messo il gel, e quello sì che era preoccupante.
“E’ solo molto stanco” spiegò Kurt, specificando quanto tempo e dedizione gli costassero i suoi capelli. “Beh, io non mi lamento, a me piacciono anche così, ma lui davvero non li può sopportare.”
Finn annuì, titubante: era compito suo torchiarlo per capire se avesse comprato lui l’anello o, quantomeno, se avesse una vaga idea della dichiarazione. Il problema, però, era su come intavolare l’argomento.
“Ho letto il giornale oggi.”
Kurt lo fissò come se gli avesse detto che Ricky Martin non fosse veramente gay.
“E’...beh, è un passo avanti, Finn. Di solito ti limiti a leggere le vignette di Sansone, e l’ultima volta che ti ho visto con un giornale in mano lo avevi usato per coprire a terra mentre imbiancavi le pareti...”
“Sì, beh, c’era un articolo interessante sul matrimonio.”
Il ragazzo, tutto ad un tratto, lo ascoltò più seriamente.
“Diceva che al giorno d’oggi non si può più essere sicuri su niente, che il futuro è troppo misterioso, e bisogna cogliere la palla al balzo finchè si ha l’occasione...hai presente? Ecco, insomma, amico, sono cose che fanno riflettere.”
Esitò un attimo, prima di asserire: “molto.”
“E quindi, insomma, sì, io mi chiedevo...”
“Finn, è una cosa bellissima quella a cui stai pensando...ma se vuoi un mio parere – e lo vuoi, altrimenti non avresti intavolato questo discorso- nel modo più dispiaciuto possibile ti direi di no.”
Finn, sentendo quella frase, che uscì a mò di fucilata, per le sue orecchie, si fermò di colpo.
“C-come?”
“E’ che...secondo me non è il momento adatto.”
Ecco, quello, non se lo sarebbe mai aspettato.
“Voglio dire, sarebbe perfetto, e so benissimo che prima o poi succederà...ma perchè affrettare i tempi? Bisogna essere pronti per queste cose. E intendo, veramente pronti. Non è che si decide di fare un matrimonio e che ne so, magari fare anche un bambino su due piedi. Insomma, di mezzo ci sono tante cose, il lavoro, Broadway...bisogna parlarne a lungo. E di certo non può balenarti un’idea simile solo perchè hai letto un articolo sul giornale. Bisogna...insomma, devi sentirlo, immagino. Dentro di te, sai quando è giunto il momento.”
Più continuava, più sembrava  a metà tra il rammaricato e il sognante; le sue labbra dicevano no, ma i suoi occhi, in un certo senso, sembravano urlare sì a squarciagola.
Finn, ovviamente, capì soltanto quello che gli venne mostrato direttamente. E per questo ne uscì assolutamente sconfitto.
Rachel non ebbe una reazione tanto diversa. Continuò a sussurrare “ma non è possibile!” per il resto della serata, fino a quando non si convinse che l’anello trovato in camera non fosse altro che un miraggio causato dalla miriade di colori di tutti quei vestiti.
Eppure, l’anello c’era. La coppia pure. Che cosa stava succedendo, allora?
Se Kurt era stato così criptico, Blaine fu ancora peggio.
Quando Rachel lo prese in disparte e gli domandò: “Tu come ti vedi tra dieci anni?” il ragazzo scoppiò a ridere fino a trattenersi lo stomaco con una mano, e rispondendo, con la sincerità più disarmante di tutte, che in cuor suo sperava di essere vivo e non diventato tutto calvo.

"Che cosa voleva Finn?"
Kurt si strinse nelle spalle e lo guardò perplesso: "Ha detto che ha letto un articolo sui matrimoni e così, all'improvviso, gli è venuta voglia di sposare Rachel."
"E tu che gli hai detto?"
"Beh, gli ho detto che se i giornali gli fanno questo effetto allora è meglio passare a Sky TG 24. E Rachel, invece, che ti ha chiesto?"
"Mah, lo sai: probabilmente stava architettando un'altra canzone per il suo funerale."

 
Passarono le settimane. Rachel e Finn, in tutta la loro delusione, avevano abbandonato ormai ogni speranza. Per la centesima volta in quel mese si trovavano seduti sul divanetto di casa loro, ad osservare quella coppia a cui, di ufficiale, mancava soltanto il nome, e dentro di loro morivano perchè probabilmente non avrebbero mai scoperto la data del matrimonio; o almeno, non fino a quando non avrebbero ricevuto degli inviti alla cerimonia in cartoncini dorati con delle eleganti scritte in corsivo, perchè quello si aspettavano, da Kurt e Blaine: una cosa di lusso, in grande stile, con tantissime persone e abiti che costavano più delle loro teste. Insomma, qualcosa di unico.
Ma, forse, non avevano tenuto conto del fattore più importante di tutti.
Perchè Kurt e Blaine erano romantici, erano teatrali, erano dolci e forse anche di più.
Ma come prima cosa, prima di essere fidanzati, erano migliori amici.
Erano anime gemelle.
 
“Perchè non ci sposiamo?”
Questo disse Blaine, seduto comodamente sul divanetto, con un braccio intorno alle spalle di Kurt e l’altro appoggiato sul ginocchio. Il ragazzo sviò la testa quel poco per guardarlo dritto negli occhi, con fare pensieroso.
“Dici sul serio?” Il suo tono apparve un po’ più incrinato di quello del fidanzato, ma insomma, Blaine aveva questa capacità di essere normale dicendo le cose più assurde, e poi aveva questa innata capacità di rendere una situazione del genere la cosa più bella che potesse capitare.
Rachel non si era nemmeno accorta che aveva già cominciato a piangere.
“Sì, sul serio. Ne abbiamo parlato tanto, ultimamente.”
“Da quando ci siamo fatti quel regalo. A proposito, perchè non lo metti mai?”
“Ma dai, vuoi davvero che indossi quell’anello? Poi non potrei più suonare, perchè avrei lo sguardo calamitato su di lui e non sarei in grado di fare niente. E comunque, signorino, potrei farti la stessa domanda.”
“Te l’ho già detto: quando cucinavo e lavavo i piatti mi toccava toglierlo sempre, e alla fine avevo paura di perderlo.”
Blaine gli baciò dolcemente la fronte e commentò: “Meno male che hai la testa attaccata al collo, altrimenti perderesti anche quella...”
Finn, in tutto quello, aveva strabuzzato gli occhi e cominciato con grande difficoltà a fare due più due: quindi l’anello lo avevano comprato insieme. Ovviamente. Probabilmente da qualche parte nella loro camera ci doveva essere una scatoletta con il medesimo gioiello. Uno di Kurt, l’altro di Blaine.
Il primo, con un sorriso sempre più raggiante, bisbigliò: “Se ripenso a quando ti sei inginocchiato e me l’hai mostrato con tutta quella felicità...”
“Volevo fare le cose per bene.”
“Sì, ma hai barato. Volevo essere io il primo a chiederti la mano.”
“Beh, in fondo, lo abbiamo fatto a vicenda.”
“Non sto sognando, vero?”
I due ragazzi si voltarono verso Rachel. Si erano quasi dimenticati di lei e Finn.
“E’ tutto vero? Voi...voi vi volete sposare?”
Sorrisero.
“In realtà lo abbiamo deciso da un anno.”
“Lo scorso anno ci siamo regalati un anello di fidanzamento, e ci siamo promessi di andare in comune per il decimo anniversario.”
Avevano già programmato tutto.
Era già tutto successo, senza che loro ne sapessero niente.
Ma come avevano fatto a stare così rilassati? Come avevano fatto ad aspettare un altro anno, consapevoli che, probabilmente, sarebbe stato il loro ultimo da celibi?
Rachel non capiva; Finn un po’ sì, perchè aveva imparato a conoscere bene suo fratello.
Loro erano fatti così. Per loro, la banalità si trasformava in perfezione e le scene più romantiche perdevano di consistenza. In effetti, erano loro a dare la magia a qualsiasi cosa, anche in una dichiarazione simile.
“Perchè non ci sposiamo?” Blaine lo aveva detto come se gli avesse chiesto di passargli il sale.
Ma, dopotutto, non ci si poteva aspettare nient’altro, da una coppia che si era detta “ti amo” ad una caffetteria.
E avevano lo stesso sguardo, quello di chi avesse trovato la chiave per il proprio cuore, e lo stesso tono, quello di chi stava dicendo delle ovvietà, ma che era giusto ribadire.
Infatti si dissero di nuovo “ti amo.” Così, come se fosse ovvio. E parlarono dei preparativi per il matrimonio, come se stessero organizzando un pic-nic a Yellowstone.
Discussero sugli invitati – pochi, volevano fare una cosa per intimi, niente di troppo assurdo, in verità-, sulla cena, sul ristorante, sul tipo di giacca da indossare e perfino sulle proposte di Fede.
Erano migliori amici: semplicemente, si dicevano tutto.
Semplicemente, erano Kurt e Blaine.
Per sempre.
 
 
 
 ****

Angolo di Fra:


Genteeee come va?
Devo fare degli annunci:
1) Il lato positivo è che ringrazio profondamente tutti coloro che mi hanno fatto in bocca al lupo per gli esami e si sono informati sugli esiti...beh, sono andati molto bene!!!! Mi avete portato fortuna, davvero.
2) Il lato negativo è che adesso ho il secondo parziale di Economia il 16 Dicembre e devo tipo farmi 270 pagine + esercizi. Ahah! Ed ecco spiegato il perchè abbia aggiornato esattamente una settimana dopo. Mi dispiace dirlo, ma temo che anche la prossima OS arriverà tardi. Comunque, in generale, sto vedendo che con le pubblicazioni stiamo andando tutti a rilento...Novembre/Dicembre è proprio un mesaccio!
3) Per ultimo ma non per importanza: SakuraElisa. Dico, ne vogliamo parlare? Se avete visto il mio sclero-barra-monologo-con-il-cuore-in-mano che ho scritto sul faccialibro, saprete già che ha fatto un video di Kurt e Blaine usando delle frasi opportunamente tradotte da "Blame it on Blaine".
Quel video è il Bene Assoluto. Vi consiglio caldamente di guardarlo, ma non per le mie frasi. CIoè, quando ho letto la prima frase (tradotta in inglese) ho detto "MIO! MI SEMBRA FAMILIARE!" ma in realtà dentro di me stavo tipo piangendo l'anima. Non credo di essermi mai emozionata così tanto per un video. E non credo di essermi mai sentita così...brava. Sono stata orgogliosa di me, perchè se ho suscitato emozioni tali da far nascere quel video, allora, qualcosa la saprò pur fare.
Il video lo potete trovare qui, e vi obbligo a guardarlo. Che poi, ha usato QUELLA canzone!!! Aaeorbhdiueobrifuubweidbgihrkfdb. Muoio.
Non so davvero come ringraziare Elisa per tutto questo. E non so nemmeno come ringraziare voi, che mi date la stessa felicità.
Boh, vi dico solo grazie.

E mò ritorno a studiare. Alè.
Alla prossima!

Fra
 
 
   
 
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