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Autore: Itilis    01/12/2011    1 recensioni
Eveline Carter ha 22 anni, e studia per diventare avvocato divorzista.
Jeffrey di anni invece ne ha tredici, e' orfano ma un genio assoluto.
Mattew Nefflet e' un poliziotto in gamba, ma ha poca fiducia in se.
Walke Gremt e' un milionario senza scrupoli, pronto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Persone e mondi completamente diversi che si fondono in un cocktail micidiale: tra sparatorie, rapimenti e frammenti di vita, un racconto in cui non esistono semplici buoni o cattivi, ma solo differenti punti di vista...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaoooo ^_^ ecco qui il nuovo capitolo... Ringrazio tanto chi segue questa storia :) mi raccomando recensite se vi piace, recensite se fa schifo... Insomma fatemi sapere che ne pensate :) E ora... Come procederanno le cose per i nostri protagonisti? Matthew ed Eveline che fine hanno fatto? Non mi resta che augurarvi una buona lettura ;)


 

Lo avevano spostato in una stanza completamente bianca e luminosa, seduto ad un tavolo anch'esso bianco, e ammanettato alla sedia. Strani cavetti elettrici e ventose partivano dalla sua fronte, probabilmente collegate a un qualche apparecchio di misurazione: un elettroencefalogramma forse? Nelle stanza non c'erano finestre, ma una sola porta e una telecamera appesa al muro proprio di fronte a lui. Entro' un uomo, stringendo tra le mani una valigetta.
-Ciao Jeffrey, e' più comoda questa stanza del magazzino vero?-
-Garret... Si, leggermente-
-Mi fa piacere. Ora, se non ti dispiace devo farti un paio di test-
-A che scopo?-
-Non e' ovvio? Devo verificare se sei davvero il genio che tutti dicono, altrimenti non sei di alcuna utilità, ne a me ne alle persone per cui lavoro. E sai, tu mi stai simpatico: vorrei evitare di doverti uccidere-.
Jeffrey deglutì istintivamente, mentre il rapitore sorrideva sedendosi di fronte al ragazzo e aprendo la valigetta
-Immaginavo che saremmo andati d'accordo. Allora, vediamo un po... Con cosa preferisci cominciare?-
-Sta perdendo il suo tempo... Non ho intenzione di collaborare-
-Si, certo... Cominciamo con la scienza- prosegui' noncurante Sims montando rapidamente un microscopio -Spiegami cosa vedi-.
Jeffrey non fece una piega: non avrebbe collaborato a quella stupidaggine.
-Va bene, niente scienza per ora. Proseguiamo con la matematica?- continuo' porgendo una serie di calcoli molto complicati. Il ragazzo li fisso' ma non si mosse. Stessa scena per i test letterari, filosofici e artistici. Stranamente l'uomo non appariva scocciato nonostante il genietto non avesse risolto un solo test, e questo preoccupava Jeffrey. Ad un tratto nella stanza entro' Laurenn: portava un computer, e lo poso' sul tavolo di fronte a Garret che sorrise.
-Grazie cara... Allora, vediamo un po come reagisce il tuo cervello agli stimoli-
-Piuttosto impressionante zio devo dire: quando una sollecitazione esterna richiede una soluzione, anche con una sola occhiata il suo cervello si mette in moto-
-Interessante, ma nulla di speciale-
-Per ora.. Per esempio, vedi questa sequenza di immagini? Sono del test matematico. Qui e' quando hai detto "matematica" e la sua mente ha come aperto subito la sezione matematica. Qui e' quando lui ha dato un'occhiata veloce al foglio mentre lo estraevi:  il cervello ha catturato immediatamente le richieste. In pratica prima che tu posassi il foglio sul tavolo lui aveva già tutte le soluzioni- spiego' soddisfatta la ragazzina. Jeffrey la fisso' in malo modo: non sopportava la gente che studiava il suo cervello come fosse un fenomeno da baraccone.
-Impressionante. Dunque Jeffrey ricapitoliamo: hai una memoria istantanea e una capacita' praticamente simultanea di risoluzione. Notevole se consideriamo che le persone normali, anche le più intelligenti, hanno comunque un momento molto lungo tra il vedere una cosa e il trovare la soluzione. Poi, da quel che vedo qui hai anche un ottima memoria: pare che i tre brani che ti ho mostrato prima tu li abbia già registrati nella memoria a lungo termine: complimenti. -
-E' contento adesso?- borbotto' Jeffrey
-Ma certo che no. Queste non sono mica cose così eccezionali: so che c'è una cosa in particolare che ti riesce meglio delle altre vero?-
-Non so.. Di cosa...-
-Ma certo che lo sai. Sono curioso di  vederti all'opera- sorrise l'uomo estraendo un complicatissimo oggetto di misurazione termica
-Dimmi Jeffrey, hai mai visto uno di questi?-
-No-
-Ovviamente. E' un prototipo, non ancora in commercio, non puoi averlo visto- comincio' a smontarlo pezzo per pezzo, fino a ridurlo a un infinito mucchio di microscopici componenti.
Jeffrey spalanco' gli occhi: sapeva perfettamente cosa stava per succedere.
-Ora, voglio che tu me lo rimonti. Deve funzionare, e hai meno di 30 secondi- disse serio Garret.
Laureen lo fisso' sbigottita: era fisicamente impossibile, suo zio doveva essere impazzito.
-Lei sta scherzando? E' impossibile- replico' serio il ragazzo, tuttavia non sembrava molto sicuro di questa affermazione. Il rapitore scoppio' in una fragorosa risata, poi estrasse la pistola puntandola contro la nipote. Laureen si immobilizzo' terrorizzata
-Zio? Che stai..-
-Mi spiace piccola, ma nel nostro lavoro a volte si deve fare dei sacrifici. Non avercela con me. Allora Jeffrey, dall'alto della tua intelligenza vediamo se capisci che le sparerò sul serio se non lo fai o se sto mentendo-. La sicurezza di Jeffrey vacillo' mentre fissava gli occhi spietati del rapitore: le avrebbe sparato, non c'era dubbio. Cosa avevano offerto a quell'uomo per arrivare addirittura a uccidere la nipote tredicenne? C'era qualcosa di davvero serio in tutta quella faccenda, e Jeffrey sentiva di essere molto importante per queste persone, o perlomeno per quello che dovevano fare.
-Zio ma sei impazzito? Cosa vuoi che gliene importi a lui se tu mi fai fuori?? Hai sbagliato leva-
-Quando hai di fronte una persona di buon cuore, ogni leva.. E' quella giusta. Non e' vero Jeffrey? Scommetto quello che vuoi che non la farai morire-.
Il ragazzo cerco' di apparire insensibile alla faccenda, sperando che l'uomo abbassasse la pistola; al contrario, la carico'.
-Facciamo così, se davvero per te il non collaborare e' così importante e io finiro' per ucciderla, vorrà dire che nient'altro ti smuoverà: sarebbe inutile tenerti qui. Ti lascerò andare. Uno... Due.. - .
Laureen fisso' terrorizzata Jeffrey: che diritto aveva chiedergli aiuto? Lei lo aveva rapito: sarebbe morta, ne era certa.
-Tr...-
-E va bene, va bene... Collaborerò- esclamo' infine il ragazzo: lui non era un assassino. Largamente soddisfatto Sims abbasso' la pistola, tenendola pero' a portata di mano. Tolse le manette al prigioniero in modo che potesse lavorare e rimase immobile, in attesa. Jeffrey fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi. Laureen, da quando suo zio aveva abbassato la pistola non si era mossa: perché quel ragazzino l'aveva salvata?? Non capiva. All'improvviso il giovane genio riapri' gli occhi, cominciando a rimontare in maniera così veloce che si faticava a seguirne i passaggi.
-Oh mio dio...- sussurro' la ragazza fissando il coetaneo. I suoi occhi erano opachi, quasi si fossero spenti.
-Eccezionale... Strabiliante...- sorrideva l'uomo. Nel tempo stabilito, il misuratore termico era completo e funzionante. Jeffrey si immobilizzo' chiudendo nuovamente gli occhi, per poi riaprirli poco dopo con un sussulto.
-Ma cosa diamine e' successo?- domando' turbata Laureen.
-La chiamano " Occhi di vetro". E' una rarissima e incredibile capacita' del cervello umano: in pratica esso e' in grado di ricordare ogni singolo istante che scorre davanti a lui. Tutto ciò che vede lo ricorda e lo impara. Ma la cosa più strabiliante e' che il cervello e' talmente sviluppato che l'essere umano che lo possiede riesce ad avere accesso a quelle informazioni quando, quanto, dove e come vuole. E annulla temporaneamente i sensi che non servono per velocizzare al meglio i sensi che servono davvero: e' come essere sotto ipnosi, controllati da se stessi- spiego' fregandosi le mani il rapitore - E' una capacita' incredibile! Pensa quante cose si possono fare avendo il totale controllo sul proprio cervello!-.
Jeffrey fissava preoccupato l'uomo: aveva una luce strana negli occhi, sembrava impazzito.
-Beh, direi che non ti faro' fuori ragazzo. I miei superiori avevano ragione: sei proprio quel che ci serve. Laureen, riportalo in magazzino-. Giunti nel magazzino, mentre la ragazza gli rimetteva le manette Jeffrey la fisso' e parlo'
-Perché non sono un assassino-
-Scusa?-
-Ti stavi chiedendo perché non ho permesso che ti sparasse. E io ti ho risposto-
-Non me lo stavo mica chiedendo... E poi non lo avrebbe fatto: era un bluff-
-Ne sei sicura?-
La ragazza inarco' un sopracciglio e Jeffrey sorrise
-Vedi? Lo sai anche tu che lo avrebbe fatto-
-Bugiardo- tronco' li lei, uscendo e sbattendo la porta. Il ragazzo rimase nuovamente solo: cominciava davvero ad averne abbastanza di quella famiglia di pazzi.


L'esplosione era stata avvertita a parecchi isolati di distanza, e ora mentre tutto l'edificio era avvolto dalle fiamme cominciavano ad avvicinarsi i primi curiosi. Matthew riapri' gli occhi guardandosi attorno confuso: l'ufficio era appena esploso! E suo padre dove era? Aveva un gran male al braccio ma non sembrava nulla di grave: per fortuna era atterrato su un cumulo di sacchi dell'immondizia quando era stato scaraventato fuori dalla finestra assieme a Eveline... Oh cavoli! Eveline! Che fine aveva fatto quella ragazza? Si alzo' ignorando la fitta al ginocchio e comincio' a cercarla: la trovo' poco più in la, sommersa nel cumulo dei sacchi. Sembrava viva, ma doveva aver urtato contro qualcosa di appuntito, perché sanguinava notevolmente dal fianco.
-Eveline? Ehi mi senti?!-
Nessuna risposta.
-Forza, andiamocene da qui- continuo' il poliziotto caricandosela in spalla e allontanandosi. Ma nel marasma lo vide: un uomo dai grossi occhiali blu che giocherellava col cellulare, curiosava nervosamente attorno all'edificio. Era diverso dagli altri presenti giunti li per vedere cosa stava accadendo: lui non fissava l'incendio, tuttavia ogni tanto gli dava un'occhiata, quasi compiaciuto. Deciso che tutto ciò era troppo sospetto, Matthew si nascose furtivamente assieme alla ragazza, protetto dal buio della notte. Pochi secondi dopo, senza accorgersi di essere spiato, l'uomo con gli occhiali blu fece una telefonata: pareva parecchio preoccupato.
-Giuro, ho guardato dappertutto. Non ci sono... Saranno bruciati dentro lo studio...- stava dicendo. Dall'altra parte della cornetta erano perfettamente udibili le urla e le imprecazioni di un uomo.
-Io... Non pensavo che... Lei e quel poliziotto... Non dovevano esserci.... Come? D'accordo... Si- concluse la chiamata l'uomo. Si allontano' rapidamente e svanì.
-Questo tipo... Cercava... Noi- si disse sconvolto Matthew. Ma al momento era più urgente aiutare Eveline, così rimando' i discorsi filosofici a più tardi.

   
 
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