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Autore: Orihimechan    02/12/2011    6 recensioni
Ed è quando dubiti di te stesso, della tua vita, di tutte le tue convinzioni, della persona che ti sta accanto e persino delle tue scelte che dovresti fermarti un attimo a riflettere.
Riflettere su tutte quelle scelte che hai fatto fino ad ora, che ti hanno fatto amare il sole anziché la pioggia, che ti hanno fatto apprezzare Battisti anziché Venditti, che ti hanno fatto dire si quando invece avresti voluto dire no.
Che ti hanno fatto accontentare anziché renderti felice, ma felice davvero.
E quando ti ritrovi a pensare a lui, di nuovo, e ti accorgi che in realtà lui dai tuoi pensieri non c’è mai uscito, bhè in questo caso, forse, dovresti iniziare anche a pensare che probabilmente tutte le tue scelte sono state delle gran scelte di merda.
Nicole Castellani è di fronte un bivio: il ragazzo di sempre oppure l'amico che sembra conoscerla più di quanto lei è disposta a mostrare al mondo?
Dove la porterà il suo cuore?
Because life is made up of choices.
STORIA IN COMPLETA REVISIONE - 07/02/2017 ( SI CONSIGLIA LA RILETTURA COMPLETA )
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Non mi sono accadute che cose inaspettate.
Molto avrebbe potuto essere diverso,
se io fossi stata diversa.





 
La professoressa Casella era sicuramente l’insegnante più odiosa ed insopportabile di tutto l’istituto, insegnava letteratura italiana e latina da ben dieci anni, sebbene – a mio avviso – Red, il mio defunto pesciolino rosso, avrebbe potuto vantare una preparazione didattica migliore della sua.
Lucrezia Casella non perdeva mai occasione di mettere in difficoltà i suoi allievi, dispensava insufficienze come un dottore con le sue ricette e con la sua ormai nota aria saccente non smetteva mai di osservarci tutti con evidente sufficienza, ma come ogni cattivo che si rispetti anche lei aveva un punto debole: i cannoli con la ricotta.
Quando quella mattina entrò impettita in aula nessuno di noi riuscì a fare a meno di notare che aveva un aspetto più irritante del solito.
<< Oggi interrogo >> sentenziò non appena raggiunse la cattedra.
Il fatto che i suoi capelli neri corvino fossero rigorosamente raccolti in uno chignon disordinato non ci impediva di notare che - con molta probabilità - casa sua fosse sprovvista di scaldabagno, ipotesi ancora più consolidata dal suo ‘odore’ non propriamente gradevole.
Piccoli occhialetti con una montatura del ’48 facevano sempre capolino sul suo volto, lo stesso tailleur a scacchi - color testa di moro - che indossava un giorno si e l’altro pure e il suo solito sorrisino compiaciuto.
Sentii gli occhi di Emma perforarmi il cranio.
Sapevo cos’avrebbe voluto dirmi, quindi finsi di non capire e continuai a tenere lo sguardo fisso sulla cattedra.
Con la coda dell’occhio la vidi avvicinarsi e tirarmi una leggere gomitata per attirare la mia intenzione.
<< Te lo scordi >> le risposi di tutto punto e senza distogliere lo sguardo
<< Sei la rappresentate >> disse bisbigliando
<< Anche tu se è per questo >> incurvai la schiena per non far notare la nostra conversazione.
<< Si ma tu sei la sua pupilla >> ovviamente Emma aveva, come ogni cosa, la risposta pronta.
<< Non è vero! >> la rimbeccai << e poi non la reggo >> continuai supplichevole.
<< Ma lei questo non lo sa, quindi alza questa cavolo di mano e dille che dopo la bellezza di due ore di compito in classe non siamo psicologicamente pronti per un’interrogazione di letteratura latina! >> contraddirla era quasi impossibile.
<< Ma lei lo sa >> puntualizzai << ha solo scelto di infischiarsene. Ripeterglielo non avrebbe senso! >> e mentre iniziavo mentalmente a prepararmi un discorso sentii qualcuno punzecchiarmi la schiena.
Girai la testa, approfittando del fatto che la Casella stesse civettando al telefono con qualcuno e notai che il banco di Marco era praticamente attaccato allo schienale della mia sedia.
<< Marco, hai intenzione di salirmi di sopra? >> domandai con un fil di voce
Sogghignò. Probabilmente pensava stessi scherzando.
<< Niki devi dirle che la classe non è preparata! >> disse poi convinto.
Istintivamente inarcai le sopracciglia << è una congiura questa? >> stizzita lanciai uno sguardo veloce verso Thomas che osservava la situazione con la faccia poggiata sulle braccia, a sua volta incrociate sul banco.
<< Tu sei dello stesso parere? >> domandai, aspettandomi una delle sue solite battute, ricevendo solamente un lieve cenno di assenso.
Sospirai sconfitta e tornai ad osservare l'arpia che aveva smesso di conversare e stava osservando austèra il suo registro.
<< Professoressa, mi scusi >> azzardai incerta.
La Casella alzò lo sguardo ed incurvò leggermente le labbra all’insù quando riconobbe la mia voce.
Ero certa che sapesse già cosa stavo per chiederle.
<< Professoressa volevo chiederle, se solamente per questa mattina, potrebbe evitare le interrogazioni, siamo reduci da due ore di compito di fisica e.. >> mi fermai lasciando la frase in sospeso.

' Gesù ti prego, abbi pietà! '

La vidi incrociare le mani, poggiarle sulla cattedra e incrinare lievemente il capo.
<< Capisco >> pronunciò << eviterò di interrogare i tuoi compagni per questa mattina >> disse con un tono fintamente magnanimo.
Forse dopotutto, non era poi così malvagia.
<< Però posso interrogare lei, signorina Castellani >> continuò allargando ancora di più  quello che doveva essere un sorriso << la mia pupilla non può di certo essere impreparata! >>
 
' Merda. '

Non era solo il più infido e malvagio essere femminile che avessi mai conosciuto ma anche il più irritante, snervante, fastidioso, malevolo involucro di donna che avevo avuto la sfortuna di incontrare nella mia vita, e che fossi ‘la sua pupilla’ come tutti - e persino lei - si ostinavano a definirmi, in quel momento non me ne poteva fregare un fico secco.
Lanciai uno sguardo furente verso la mia cara e dolce amica che mi osservava, a sua volta, allarmata.
<< Pupilla eh? >> dissi lapidaria prima di volgere un sorriso verso quel cerbero con gli occhiali.
Con lo stesso andamento di un condannato a morte afferrai la mia seggiola ed andai a sostenere quella benedettissima interrogazione.
 
 
Novembre 2010
Ingrid mi diede una gomitata nello stomaco fissandomi con disapprovazione.
<< Secondo me dovresti dirglielo >> suggerì accomodandosi meglio sulla panchina in legno
<<  Sei impazzita? >> risposi mesta senza staccare lo sguardo dai ciottoli di pietra che costellavano la piazzetta del quartiere, distante pochi metri da casa mia.
<< Datti una mossa Niki, sono quasi cinque mesi che ti muore dietro se continui ad aspettare morirà di vecchiaia! >>
Lanciammo entrambe uno sguardo al gruppo di ragazzi di fronte a noi.
Luca e gli altri stavano improvvisando una partita di pallone e proprio mentre stavamo parlando uno di loro iniziò a protestare sguaiatamente in merito ad un presunto fallo di mano.
<< Lo sai che non sono fatta per queste cose Ingrid, le dichiarazioni non fanno per me >> poggiai i gomiti sulle ginocchia ricevendo un'occhiata truce dalla mia amica.
<< E prima che tu possa aggiungere altro ti ricordo che, se davvero è interessato come dici, potrebbe anche farsi avanti lui >> aggiunsi piccata.
<< Niki tu vivi ancora nel medioevo, al giorno d'oggi sono le ragazze ad indossare i pantaloni >> rispose ovvia.
<< Preferisco continuare essere l'eccezione allora >> tornai a fissare Luca trovando i suoi bellissimi occhi color del mare inchiodati nella mia direzione.
Alzai una mano per salutarlo e prima di riprendere a correre abbozzò un sorriso, ricambiando il saluto con un cenno del mento.
Sospirai sconsolata proprio mentre un fischio decretava la fine della partita.
<< Ma guarda un po' chi è in giro a fare baldoria invece di essere con la testa sui libri >> una voce familiare attirò la mia attenzione.
<< Guarda chi c'è, lo scimmione rincitrullito. Hai il permesso di uscire dallo zoo? >> lo presi in giro.
Thomas Tavelli era fermo, distante qualche metro da noi, lungo la strada che costeggiava la piazza.
<< Certamente, mi è stato consegnato ieri insieme al tuo, non ricordi piccola Moncky? >> ripose il cellulare che aveva in mano in tasca e si avvicinò sornione. 
Non c'era traccia del solito accenno di barba, i capelli erano perfettamente in ordine ed un paio di occhiali da sole scuri gli adornavano il volto, indossava una tuta acetata grigia e nera, la felpa era completamente aperta e lasciava intravedere una canotta di un nero scolorito, il braccio destro, piegato sulla spalla, sorreggeva un borsone sportivo dietro la schiena.
<< E tu invece che ci fai in giro? >> chiesi abbandonando la panchina per andargli incontro.
<< Palestra >> fece un cenno verso la fine della strada dove lampeggiava ad intermittenza la luce di un insegna in cui erano raffigurati due bilancieri incrociati tra di loro << Marco è già lì da un po' >>
<<  Avete scoperto che i muscoli attirano più fanciulle? >> lo presi in giro
<< Il mio charme basta e avanza >> rispose impettito gonfiando il petto e sollevando gli occhiali
<< Pallone gonfiato >> gli lanciai un leggero pugno che parò, prontamente, con la mano sinistra.
<< Hai un carriera nel pugilato lo sai? >> disse poi ridendo
<< E tu nel circo >> risposi ghignando
<< Niki >> Ingrid si era avvicinata ed osservava Thomas con insistenza.
<< Ingrid lui è Thomas >> dissi alla mia amica << un mio compagno di classe. Thomas, lei è Ingrid, una mia cara amica >>
Si strinsero la mano amichevolmente, osservandosi per qualche secondo.
<< Se i tuoi compagni sono tutti come lui cambio scuola >> convenne la mia amica sorridendo maliziosa << non sapevo avessi amici del genere.. >> disse con un tono di voce non sufficientemente basso.
Alzai gli occhi al cielo.
<< Lo fa per preservare la concorrenza >> precisò Thomas divertito
<< Indubbiamente >> concordò Ingrid
<< La smettete di fare i cretini? >> mi intromisi irritata suscitado in loro una frogorosa risata.
<< Devo andare, è stato un piacere >> disse rivolgendosi verso di Ingrid << ci vediamo domani a scuola, peste >> ingiunse verso di me facendomi un cenno con la mano prima di allontanarsi definitivamente.
Tornai a sedermi poco dopo sentendo lo sguardo della mia amica perforarmi il cranio.
Mi voltai verso di lei e la trovai a fissarmi << che c'è? >>
<< Sei un genio sai? >> disse aprendosi in un sorriso malefico.
Aggrottai le sopracciglia confusa << Che vuoi dire? >>
<< Non farti notare >> mi confidò sottovoce,  si fece più vicina nascondendosi il volto con i suoi capelli turchini << ma a Luca stanno per scoppiare le coronarie. Fissava il tuo amico come se volesse staccargli la testa a morsi..>>
Subito cercai con la coda dell'occhio il soggetto della nostra conversazione, trovandolo immobile, con i pugni serrati e la mascella contratta a pochi metri dalla nostra panchina, i suoi amici parlavano animatamente ma lui aveva lo sguardo puntato su noi.
Continuò ad osservarci impietrito per un'altra manciata di secondi prima di iniziare ad avanzare deciso verso di noi.
<< Comunque sia devi organizzarmi un'uscita con il tuo amico >> disse tirando qualche ciocca dei miei capelli
<< Nicola è d'accordo? >> domandai pungente
<< Come sei bacchettona Niki >> ripose Ingrid contrariata
<< E comunque siete troppo diversi >> con gli occhi continuai a fissare Luca, che nel frattempo ci aveva quasi raggiunte.
La mia amica svolazzò una mano con noncuranza << non mi ci devo mica sposare >> puntualizzò  sorridendo, mi diede poi una pacca leggera sulla spalla e fece per alzarsi << guarda che ci conto >>
Non riuscii a risponderle perché Luca mi si parò davanti arrestando la sua marcia << Niki puoi venire un attimo? >> chiese cauto
Lanciai uno sguardo ad Ingrid che con un sorriso a trentadue denti mi faceva cenno con le mani di seguirlo.
<< Certo >>  mi alzai lentamente lasciandomi guidare vicino ad un aiuola gremita di gerani, qualche metro distante dalla panchina.
<< Non sono molto bravo con le parole >> proruppe quando fummo l'uno di fronte l'altro << forse è proprio per questo che continuavo a voler rimandare questa conversazione >>
Teneva lo sguardo basso, attorcigliandosi nervosamente le dita.
<< Ma ho quasi rischiato di rompere i denti a quel ragazzo poco fa e mi sono imposto, con violenza, di dare una svolta alla situazione >>
Io continuavo a fissargli rapita le labbra.
Mi sentivo completamente stregata, come se fossi vittima di un sortilegio potentissimo.
Spostai lo sguardo sui suoi occhi e quello fu il colpo di grazia.
Erano di una bellezza celestiale, un'azzurro così intenso e limpido da ipnotizzarmi, avevano sempre lo stesso effetto su di me, quasi come se li stessi vedendo per la prima volta quando in realtà ne conoscevo a memoria ogni sfumatura.
Luca si avvicinò impercettibilmente e avvolse la sua mano nella mia.
<< Tu mi piaci Nicole >>
Boom. Ed eccola la bomba nucleare.
Iniziai a sentire un fastidioso ronzio in testa, la gola divenne secca, la salivazione assente e il cuore sembrava volesse uscirmi fuori dal petto. Serrai convulsamente le mani trovandole completamente fradice.
<< Mi piaci praticamente da sempre, ma non sapevo come avresti reagito, non volevo rovinare tutto e quindi ho preferito non dirti niente >>
Avvertii il sangue arrivare al cervello e potei indistintamente sentire le guance imporporarsi.
Distolsi lo sguardo imbrarazzata.
Luca posò l'indice sotto il mio mento obbligandomi a puntare gli occhi nei suoi, aveva un timido sorriso dipinto sul volto.
Iniziai a pensare a come comportarmi, a quello che dovevo dire, a come avrei risposto, avrebbe pensato che fossi una completa imbranata? Si aspettava qualcosa da me? Dovevo abbracciarlo? Sorridergli forse? Avevo mille domande in testa e nessuna risposta plausibile.
Ma poi accadde qualcosa, il ragazzo che avevo di fronte si avvicinò ancora di più, mi accarezzò debolmente i capelli con entrambe le mani e senza mai distogliere lo sguardo dal mio mi baciò.
All'improvviso, non ricordavo più quello a cui stavo pensando.
 

Fortunatamente le ultime due ore arrivarono in fretta, il povero professor Mancuso era in malattia, pertanto niente lezione di fisica per un mese circa.
China sul mio banco tracciavo linee senza senso sul mio quaderno.
Il mio cervello era letteralmente in tilt.
Emma, Marco e Thomas stavano simulando una partita di poker clandestina.
<< Smetti di tenere il broncio e vieni a giocare con noi! >> mi incitò Marco
<< Come sei melodrammatica Niki, tutto sommato è andata bene! >> continuò Emma sorridendo, senza staccare gli occhi dalle carte.
Scossi la testa << sarebbe potuta andare peggio! >> li incalzai << avrei voluto vedere voi! E tu che hai da sghignazzare? >> dissi lanciando la mia gomma contro la testa di Thomas.
<< Ti ha dato otto. Otto. Se avessi sostenuto io la tua stessa interrogazione lo sai cosa mi avrebbe detto? >> domandò ed incrinò il tono di voce per renderlo più simile a quello della professoressa << “ Tavelli, non è stato del tutto esauriente, ma lei è un ragazzo capace, migliorerà!” - Questo ovviamente dopo avermi rifilato un bel sette meno!>> concluse stizzito.
Guardai prima Emma e poi Marco, tantando con tutte le mie forze di trattenermi dal ridergli in faccia, notai che anche loro stavano cercando di darsi un contegno, sfortunatamente per lui dopo neanche trenta secondi scoppiammo tutti in una fragorosa risata.
Thomas, suscettibile com’era, incrociò le braccia sul petto assumendo un cipiglio imbronciato.
<< Non fraintendermi Tom >> cercai di dire con le lacrime agli occhi << ma anche mio fratello riuscirebbe a prendere più di te! >>
Marco ed Emma continuarono a ridere sguaiatamente.
Thomas s’imbronciò ancora di più, limitandosi a scuotere la testa contrariato.
Quella mattina c’era qualcosa di strano in lui.
<< Vado a farmi un giro >> disse infine.
Guardai Emma interrogativa e lei, come se avesse capito la mia domanda silenziosa, alzò incerta le spalle. Lanciai allora uno sguardo verso di Marco, intento a mescolare il mazzo di carte.
<< Ma che ha oggi tuo cugino? >> chiesi sporgendomi verso di lui e sventolandogli una mano davanti il volto per attirare la sua attenzione.
<< Chi? >> rispose stralunato
<< Come chi? Thomas, mi sembra strano >> dissi dando voce ai miei pensieri.
Marco si accigliò, segno lampante del fatto che non avesse notato nulla.
Non mi diedi per vinta, lo cercai con lo sguardo trovandolo appoggiato sull'ala destra della porta.
Lo raggiunsi velocemente.
 << Tutto bene? >> domandai, dandogli un colpetto sulla spalla.
Abbassò lo sguardo centrando i miei occhi << si, perché? >> portò entrambe le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri e si rivolse completamente verso di me.
<< Sei strano >> sputai la verità senza giri di parole.
Thomas esitò con lo sguardo << tutto bene >> disse poi meccanicamente.
<< Sei sicuro? >> con la mano sinistra afferrai il suo braccio che liberai di scatto qualche secondo dopo quando sentii una scossa elettrica percorrermi la schiena.
<< Sicuro >> abbassò lo sguardo << torno a posto >> aggiunse dopo e si allontanò.
Il suo comportamento scostante mi convinse che dovesse essere turbato per qualcosa, Thomas non era assolutamente così - o per lo meno - non nei miei riguardi.
L’osservai accomodarsi al suo posto e scherzare con Emma prima di iniziare a sfogliare distrattamente il libro di testo poggiato sul suo banco.
Mi morsi il labbro inferiore e tornai anch’io a sedermi, evidentemente i suoi problemi comparivano solo quando io ero nelle vicinanze.
<< Allora? >> chiese Emma quando le fui vicino << hai scoperto perché è così strano? >>
Alzai le spalle, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio << sembra che stamane non gli vada molto a genio >> risposi seccata e le lanciai un’occhiata.
La vidi corrucciare la fronte e grattarsi le tempie.
<< Impossibile >> disse semplicemente
Non ebbi il tempo di rispondere perché qualcuno bussò alla porta della nostra classe, entrando subito dopo.
<< Ragazzi buongiorno >> ci salutò il nostro vicepreside, un omino sulla cinquantina, folti baffi e capelli corti brizzolati << ho una bellissima notizia >> disse con tono euforico << quest'anno il viaggio d'istruzione sarà a Londra >>
Mi voltai sistematicamente verso la mia compagna di banco, trovandola ad agitare le mani entusiasta verso di me.
Sbarrai gli occhi e dilatai lo sguardo.
<< Londra Niki, Londra! >> ripeté stralunata
Impossibile.
Amavo Londra immensamente, era sempre stato il mio sogno andarci.
Molti la consideravano solo una città fredda ed asettica, per me rappresentava ben altro.
Afferrai la mano della mia migliore amica e rivolgendole un sorriso raggiante la strinsi forte << Londra! >> cantilenai.
Un sogno divenuto realtà.
Mi girai verso Marco e Thomas intenti anche loro a discutere della notizia che avevamo appena ricevuto.
<< Ma ci pensate? >> la voce di Marco era di un ottava più alta del solito.
Evidentemente la notizia eccitava molto anche lui.
Curiosa di osservare la reazione di Tom puntai gli occhi su di lui e i nostri sguardi s’incrociarono.
Poggiai i gomiti sul suo banco << hai sentito? >> dissi accennando un lieve sorriso.
Lui mi sorrise a sua volta e si avvicinò a me.
<< Non è la tua città preferita? >> domandò pur conoscendo già la risposta
Ricordo che un giorno l’avevo torturato per un’ora intera raccontandogli i motivi che mi spingevano ad amare quella città.
Non poteva non ricordarsene.
Allargai il sorriso ancora di più e mi soffermai ad osservarlo.
L'aria cupa di qualche minuto prima era sparita ed aveva iniziato a giocherellare - insolente come sempre - con una ciocca dei miei capelli.
<< Va meglio? >> diedi voce ai miei pensieri pentendomene subito dopo.
Thomas arricciò il naso, abbassò e rialzò lo sguardo due volte.

' Maledetta la mia boccaccia.'
 
Proprio quanto pensavo di aver combinato un casino Tom mi stupì sfoderando un timido sorriso.
<< Meglio >> rispose semplicemente ed io decisi di credergli.
Lanciandogli un’ultima occhiata tornai a prestare attenzione ad Emma che nel frattempo aveva già iniziato a progettare la vacanza stilando su un foglio – stracciato in malo modo da uno dei suoi quaderni – una lista di cose che avremmo dovuto portarci dietro.
Il viaggio a Londra sarebbe senz’altro stato indimenticabile.



Febbraio 2011
<< Quindi com'è? >> mi domandò Emma per la milionesima volta.
Smisi di svolgere l'esercizio di fisica e mi girai a fissarla << di chi parli? >>
Emma sbuffò sonoramente << Come di chi? Di Luca! >> rispose con ovvietà.
Poggiai la penna sul quaderno e le sorrisi complice << te l'ho detto, è un ragazzo simpatico e quando siamo insieme mi riempie di attenzioni >> le confidai imbarazzata.
Qualcuno di schiarì la voce seccato.
<< Non per fare il guastafeste, ma domani avremmo una verifica di fisica e l'accordo era di studiare, non di fare le pettegole! >> ci interruppe Thomas.
Eravamo da Marco, chini sui libri da circa un'ora.
Studiare insieme prima di un'interrogazione o di un compito in classe era diventato ormai un'abitudine. Ci ritrovavamo a turno a casa di uno di noi, passando qualche ora a studiare per poi finire a guardare un film, giocare a carte, spettegolare su qualcuno o fare qualsiasi altra cosa che non includesse le attività didattiche.
<< Taci, è una questione di vitale importanza! >> lo ammonì Emma
Marco continuava a tenere la testa sul quaderno.
<< Non lo metto in dubbio, ma da quando abbiamo iniziato non hai parlato di altro! >> puntualizzò, dando una gomitata al suo compagno << avanti dillo anche tu >>
Marco fece un vago cenno con la testa senza mai alzare lo sguardo.
Emma alzò gli occhi al cielo spazientita ed ignorandolo completamente versò un goccio di thè alla pesca nel suo bicchiere << quanto anni hai detto che ha? >> domandò
<< Diciotto , è due anni più grande di noi >> le feci cenno di versarne un po' anche nel mio.
<< Si può sapere di chi state parlando? >> s'intromise nuovamente Thomas
<< Del ragazzo di Niki >> disse Emma
Thomas ci guardò accigliato << mi state dicendo che Nicole ha trovato un Santo disposto ad andarle dietro? >>
Gli scoccai un'occhiata truce << non fa ridere deficiente! >>
<< Stavo solo puntualizzando l'ovvio >> rimbeccò sorridendo << volete una fetta di crostata? >> e così dicendo afferrò un pezzo di dolce che Daria, la mamma di Marco, aveva preparato qualche ora prima.
<< Si >> Emma tese la mano impaziente
<< Si dice per piacere >> la corresse
<< Si dice muoviti oppure ti caccio fuori di casa a calci! >> 
<< Ma questa non è casa tua >> puntualizzò ghignando
<< Non è un problema >>
<< Morirai zitella sappilo >>
<< Dopo di te, naturalmente >> prontamente sottrasse il pezzo di torta di Thomas addentandolo ingorda.
<< Come avete detto che si chiama? >> chiese Marco di tutto punto.
Da qualche minuto aveva chiuso il suo quaderno osservando quella piccola scenetta esilarante.
<< Chi? >> domandò l'amico, mentre afferrava una nuova fetta di crostata.
<< Il tuo ragazzo >> disse rivolgendosi verso di me e chiedendomi con un gesto della mano di passargli la bottiglia di acqua che avevo vicino.
<< Luca >> risposi porgendogliela rapida
<< Me lo devi presentare >> affermò categorica Emma
Gli esercizi di fisica erano ormai un lontano ricordo.
<< Stiamo insieme da tre mesi, voglio andarci con i piedi di piombo >> le confidai sincera
<< Non lo devi mica fare conoscere ai tuoi genitori >> ribatté Marco
<< E poi dobbiamo accertarci che sia sano di mente >> s'intromise Thomas << sai, per stare con una come te.. >> lasciò di proposito la frase a metà sorridendo furbamente.
<< Dacci un taglio scemo >> lanciai un'occhiata ad Emma << che dite, lo finiamo questo benedetto esercizio? >>
La mia migliore amica mi fece una linguaccia e chinò la testa sul quaderno.
<< Facciamo prima una preghiera per questo Luca >> Thomas finse di schiarirsi la voce, unì le mani e rivolse lo sguardo verso il cielo << Signore illumina il suo cammino e proteggilo sempre, perchè non sa quello che fa >> ingiunse serio.
<< Idiota >> appallottolai un tovagliolo e glielo lanciai addosso
<< Scema >> lo raccolse, gettandolo di nuovo verso di me
<< Scimmione >>
<< Rimaniamo in famiglia allora, piccola Moncky >> mi rimbeccò sogghignando ed iniziò a lanciarmi tutte le briciole vicino a lui, seguito a ruota da Emma e Marco.
<< Vi odio, sappiatelo! >> risposi con le stesse loro armi, dando così' inizio una vera e propria battaglia.
 
 
 



 
Quando ti viene l’occasione di cosa tu desideri,
pigliala senza perdere tempo;
perché le cose del mondo sì variano tanto spesso
che non si può dire d’avere la cosa
insino non l’hai in mano.
 





 
 
 
Aggiornamento lampo del sesto capitolo! Ho deciso, visto l'incredibile ritardo di pubblicare subito il seguito! Qui roviamo un Tom leggermente diverso da come lo abbiamo conosciuto e una Niki che risente del suo comportamento! Orbene, presto i nostri beniamini partiranno per questa vacanza e credo che ne vedremo delle belle!!  Spero di avervi fatto contenti, a presto!
Ovviamente aspetto come sempre il vostro parere!
Un bacione!!! <3


* AGGIORNAMENTO DEL 07/02/2017: 
Per tutti quelli che sono finiti per caso a leggere questa storia e per quelli che invece lo hanno già fatto, rendendomi la ragazza più felice sulla faccia della terra, volevo precisare alcune cose: ho iniziato di recente ad effettuare delle modifiche sulla storia, fondamentalmente la trama orizzontale non ha effettuato modifiche ma ho deciso di inserire alcuni passaggi, ti toglierne altri, di spostare dei pezzi di capitoli da una parte ad un altra in base alle esigenze della storia, pertanto è possibile che la disposizione temporale di alcune scene subiranno delle variazioni, saranno inserite scene completamente nuove, flashback, dialoghi e probabilmente aggiungerò qualche capitolo intermedio. Una rilevante ristrutturazione insomma, nella speranza di rendere questo racconto migliore e più interessante.
Continuerò a postare questa piccola nota in tutti gli altri capitoli insieme all'umile richiesta di farmi sapere le vostre opinioni in merito.
Un abbraccio,
ORIHIME <3

 
  
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