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Autore: Shade Owl    05/12/2011    1 recensioni
Xander, Alis e Jo sono i classici emarginati sociali delle superiori, in una scuola nel Montana, e chiunque sia disposto a dar loro confidenza viene ben presto degradato ai più infimi livelli, come accade a Nadine, loro amica.
L'arrivo di uno strano ragazzo, tuttavia, sembra preannunciare qualcosa di sconvolgente, nelle loro vite...
Genere: Avventura, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Né Timmi né Nadine aggiunsero niente al discorso fatto la sera prima, facendo come se niente fosse successo, benché la ragazza (che pure si sentiva terribilmente in ansia) non poté non notare una certa tensione nel comportamento del mezzodemone. Comunque, non ne fecero parola, e tutti quanti si caricarono i bagagli sulla schiena e partirono alla volta della collina, che raggiunsero nel giro di un’ora.
- Come saliamo?- chiese Jo, guardando con apprensione il pendio: era piuttosto scosceso, e percorrerlo a piedi sembrava davvero difficile. Oltretutto, dopo alcuni metri, un muro di cinta alto circa cinque metri interrompeva il passaggio. La cima era coperta di filo spinato, e scoraggiava ogni sforzo di arrampicata.
- Ci dev’essere una strada d’accesso.- osservò Xander - Forse dovremmo cercarla.-
- Concordo.- annuì Timmi - Non mi va di usare la magia se non sono costretto. Forza, dubito che sia lontanissima.-
Il “dubito che sia lontanissima” significava fare un giro di almeno mezzo chilometro da dove si trovavano loro fino ad uno stradone asfaltato largo come una quattro corsie, che dal bosco si inerpicava su per il pendio della collina, attraversando i resti contorti di un cancello automatico sfondato ed abbandonato a terra, tutto ammaccato. Sembrava che fosse stato investito da un’orda inferocita, e proseguendo verso l’alto la situazione non migliorava: come per l’edificio semidistrutto che si erano lasciati alle spalle giorni prima, disseminati lungo il percorso c’erano rottami d’ogni genere ed un paio di jeep rovesciate.
- Cos’è successo qui?- chiese Xander.
- Probabilmente la stessa cosa che è successa al resto dell’isola.- rispose Alis.
- Dobbiamo proprio passare di qui?- gemette Jo, guardando scocciato il pendio.
- Avanti, diamoci una mossa.- sbottò Timmi, secco - E piantala di rompere, o farai la strada col mio piede stampato sui pantaloni.-
Presero a salire, e ben presto si ritrovarono grondanti di sudore e stanchi come non mai: il pendio era talmente ripido che, nel giro di un’ora e mezza, avevano fatto meno di un quarto della strada.
Si fermarono sfiniti (o meglio, Timmi concesse una pausa) quando giunsero ad una delle jeep rovesciate, quella che sembrava in condizioni migliori.
- Qua… quanto manca?- ansimò Jo, che pareva essere allo stremo delle forze, accasciato sopra il proprio zaino.
- Tro… troppo…- rispose stentatamente Alis - Ci vorrà un’eternità a sa… salire. Ci credo che andavano in… macchina.-
- Tranquilli, non credo che ci metteremo poi molto.- corresse Timmi che, a differenza di tutti gli altri, era in piedi e non sudava nemmeno.
- Come mai?- chiese Xander, sfidando il proprio fiatone, alzando uno sguardo appannato sull’amico.
Lui si strinse nelle spalle.
- Perché correremo.- rispose tranquillo.
- Correre?- ripeté Jo rialzandosi con quello che, a Xander, parve uno sforzo sovrumano - Ma sei matto? Siamo mezzi morti già adesso!-
- Bhè, dovrete resuscitare, allora…- continuò pacato lui - Quelli lì non aspettano.- ed indicò un punto in fondo alla collina.
Tutti si voltarono di scatto, e lungo la grande strada asfaltata videro un’immensa fiumana nera e brulicante che si accalcava lungo il percorso, spintonando e spingendo per correre su per la collina in un ammassarsi di corpi neri e deformi, che sfidavano persino la luce del sole; probabilmente, era la stessa folla di mostri che aveva inseguito Timmi.
 
- Oh, accidenti…- gemette Nadine, alzandosi di scatto in piedi - E ora? Non riusciremo mai a seminarli!-
Timmi non replicò in alcun modo, né si perse in chiacchiere: prese la jeep lì accanto e, apparentemente senza il benché minimo sforzo, la rimise in piedi. Quando fu raddrizzata, poterono ammirarne i fanali rotti e le portiere ammaccate, oltre che i paraurti semistaccati e il tettuccio divelto. Per il resto, pareva a posto.
- Non mi sembra messa molto male, ma credo che il serbatoio sia vuoto.- disse - Donovan, riparalo e riempilo con quello della jeep più vicina, di corsa!-
Lui non fece domande, per due motivi: primo, era certo di aver capito cosa volesse fare Timmi; secondo, non era sicuramente quello il momento migliore per mettersi a discutere.
- Nadine, mettiti al volante!- continuò il mezzodemone, parlando in fretta - E dammi la pistola. Jo, prendi il bastone, tu e Xander state dietro con me!-
I tre fecero come aveva detto lui, che si mise sul retro della vettura, la Fiaccola in una mano e la pistola nell’altra, ed osservava la marea nera che si avvicinava a velocità preoccupante.
- Xander, sbrigati!- esclamò Alis, seduta accanto a Nadine: ora le creature avevano cominciato a salire, e si avvicinavano ad una velocità preoccupante.
- Sto facendo più in fretta che posso!- esclamò lui, che stava travasando del carburante tramite la magia.
Non appena il serbatoio fu sufficientemente pieno, il ragazzo saltò a bordo e Nadine mise in moto. Il motore si avviò con un rombo, le gomme stridettero e l’auto schizzò in avanti, evitando per un pelo che uno dei mostri più vicini saltasse a bordo.
- Prendi la mira col bastone!- gridò Timmi a Jo, che cercava di aggrapparsi alla jeep - E se qualcosa si avvicina troppo, sbatti la punta a terra!-
Il ragazzo annuì, anche se non sembrava aver capito proprio tutto. Xander, invece, preparò immediatamente le sfere di fuoco, pronto a colpire ognuno di quegli esseri, se solo avesse tentato di aggredirli. Non vedeva l’ora di fare esplodere qualcosa…
Poco dopo, l’assalto vero e proprio cominciò: un’Arpia cercò di prenderli dall’alto, ma Timmi le sparò un paio di colpi e quella si ritirò immediatamente. Intanto, un mostro piuttosto grosso e brutto, correndo sulle quattro zampe, aveva affiancato la vettura dal lato di Jo che, seguendo le istruzioni di Timmi, batté la punta del bastone a terra con forza.
Fu come se una specie di bolla partisse dalla sommità del legno, mentre le rune si illuminavano di botto, ed il mostro fu scaraventato ad un lato della strada, investito dalla magia. Basito, il ragazzo guardò il suo regalo di natale, che ora vedeva decisamente sotto una luce diversa.
Xander, invece, bersagliava tutto quello che riusciva a raggiungere con la magia, causando tanti botti che gli parve quasi di essere alla festa del quattro luglio.
Purtroppo, per quanto lui e gli altri s’impegnassero, c’erano talmente tanti demoni che ben presto si ritrovarono quasi circondati, ed il solo lato positivo che riuscì a trovare in quella situazione fu il fatto che non rischiava di lanciare un colpo a vuoto.
Nadine, dal canto suo, guidava a zig zag per evitare che qualcosa saltasse a bordo, talmente concentrata sulla guida da avere le nocche bianche e la fronte imperlata di sudore, i capelli sferzati dal vento, mentre Alis si teneva al bordo della vettura, colpendo sulla testa qualsiasi cosa osasse avvicinarsi con una delle buste piene di carne in scatola.
Una creatura simile ad un pipistrello gigante riuscì ad avvicinarsi abbastanza da atterrare Timmi, e i due finirono in un agitarsi confuso di membra all’interno della jeep, provocando sbandamenti ancora più intensi con la colluttazione.
Jo, scordandosi del proprio incarico di bersagliare i mostri, usò il bastone come una mazza e lo brandì contro il nuovo nemico, talmente forte che si spezzò di netto, riuscendo tuttavia a rompergli la testa.
Timmi scaraventò via i resti della cosa e, ringraziando brevemente l’amico, tornò al proprio posto, sparando e brandendo la Fiaccola con una ferocia incredibile, mentre anche Xander raddoppiava gli sforzi per tenere lontane le creature. Jo, ormai praticamente disarmato, usò quel che restava del bastone per colpire la testa dei demoni lì attorno, con meno efficacia di prima.
Un altro pipistrello gigante sorvolò l’auto, ed atterrò sul parabrezza. Alis gridò e Nadine, in preda al panico, finì con lo sbandare; la jeep centrò in pieno un detrito al lato della strada, si rovesciò su un lato e tutti e cinque finirono a terra, intontiti dalla caduta.
 
Timmi fu il primo a rialzarsi, sparando e menando fendenti con Nova stretta nel pugno.
- Correte!- gridò agli altri - Dentro, presto!-
Xander, leggermente stordito, vide che l’entrata del grattacielo non era particolarmente distante. Prese Alis (che era più vicina) per un braccio, l’aiutò ad alzarsi e cominciò a correre verso la grossa porta di metallo, misericordiosamente aperta. Accanto a loro, Jo e Nadine avevano fatto lo stesso, dopo aver abbandonato a terra gli zaini, che ormai li avrebbero solo rallentati.
Timmi li seguì più lentamente, mettendo via la pistola e scoprendo Risucchio, che usò per assorbire quei mostri che osavano avvicinarsi.
Ben presto impararono che era troppo pericoloso sfidare la potenza del suo vortice o la tremenda lama infuocata della Fiaccola, e si fecero più cauti, tentando piuttosto di aggirarlo prima di colpire. Il mezzodemone, dal canto suo, pareva divertirsi un mondo, ora che aveva le spalle quasi coperte.
Una volta raggiunta la porta, i quattro si gettarono dentro, e Jo e Xander afferrarono i battenti e cominciarono a spingerli. Lasciarono solo uno spazietto, attraverso il quale riuscì a lanciarsi Timmi.
Non appena anche lui fu all’interno, spinse con loro, chiudendo la porta in faccia ai loro inseguitori.
- Bloccala!- esclamò il mezzodemone, lanciando una fiala verde a Xander.
Lui non chiese alcunché: la tirò con forza contro la porta e, istantaneamente, l’unica entrata si sigillò con un rapido impulso lucente.
 
Rimasero ad ansimare per qualche istante, tremendamente sudati e col cuore che batteva a mille. Erano riusciti a scappare alla morte un’altra volta, e adesso veramente per un soffio. Xander credette di non aver mai apprezzato la propria vita fino in fondo come in quel preciso momento.
- Dai…- sospirò Timmi, sudato e stanco almeno quanto loro, questa volta - Direi che dovremo muoverci… non ci metteranno più di qualche ora per entrare…-
Davanti a loro si apriva un solo, lungo corridoio che imboccarono senza parlare, talmente stanchi che quasi non riuscivano nemmeno a correre, cosa che avrebbe fatto loro comodo per distanziare ulteriormente i demoni. La luce era quasi del tutto saltata, e solo un paio di lampade d’emergenza illuminavano il percorso, gettando una cupa luminosità su tutto quanto. Accanto a loro si aprivano diverse porte, ma le ignorarono: dovevano salire, e non esplorare. Il pavimento era coperto di polvere, calcinacci frantumati e rifiuti vari, tra cui frammenti di vetro e cartacce.
Dopo qualche tempo giunsero ad un piccolo atrio interno. Una porta dava sulle scale, e accanto a loro si aprivano due ascensori. Il primo aveva i battenti scardinati e macchiati di sangue, mentre l’altro era bloccato con il tettuccio poco al di sopra del pavimento, e l’odore che saliva da lì indicava che qualcuno c’era ancora… anche se non era più in grado di parlare.
- A che piano è l’ufficio di Ducan?- chiese stancamente Nadine.
Alis scosse la testa.
- Non lo so. Il computer è morto.-
Timmi fece un cenno a Xander.
- Accendiglielo tu.- disse - Dobbiamo fare in fretta.-
Lui annuì senza discutere: per quanto stanco, non c’era tempo per mettersi a questionare. Alis accese il computer, mentre il giovane mago forniva corrente, e controllò la planimetria della struttura che aveva scaricato giorni prima.
- Okay, ci siamo.- disse - Ducan ha qui sia gli appartamenti che l’ufficio, e sono su due piani diversi. Direi di controllare prima il suo studio, che è più in basso.-
- Quanto più in basso?- chiese Jo.
- Ehm…- rispose lei - Di un piano.-
- E a che piano sarebbe l’appartamento?- domandò Nadine.
- Al… ventottesimo… più o meno…-
- COSA?- gridò Jo - Ve… ventotto piani… a piedi?-
- Basta litigare!- sbottò Timmi, aprendo la porta che dava sulle scale - Ora si comincia a salire.-
Gemendo, i ragazzi lo seguirono senza discutere.
 
***
 
Tredici piani più su, Timmi concesse loro una breve sosta per riprendere fiato, ma per il resto non si fermarono quasi per niente. La salita fu decisamente dura, siccome anche all’interno dell’edificio, come nel resto dell’isola, pareva fosse passato un ciclone, ciclone che aveva reso le scale pericolanti e sporche di materiali sui quali i ragazzi preferirono non indagare.
Ma la cosa divenne molto più difficile quando raggiunsero il venticinquesimo piano, dove scoprirono che la scala direttamente sopra a quella davanti a loro era quasi totalmente crollata, ostruendo il passaggio ed impedendo di procedere in ogni caso, nella parte superiore.
- E ora?- chiese Jo, sconfortato.
- Dovremo ripararla.- disse semplicemente Timmi, stringendosi nelle spalle - O questo, o vi portiamo in volo dall’altro lato… ma lo sconsiglio, sinceramente… sarà anche un tragitto breve, ma in queste condizioni non possiamo farcela.-
- E se cercassimo una strada alternativa?- propose Alis - Sono certa che ci fossero segnate altre scale, sulla planimetria. Basterà attraversare questo piano e…-
- No.- sbottò Timmi - Non è una buona idea.-
- Perché?- chiese Jo - Almeno, così, non dovremo necessariamente faticare in questo modo.-
Ma il mezzodemone scosse la testa.
- Non possiamo attraversare questo piano.- rispose -  Sento odore di cadavere e rumori che non mi piacciono.-
- Intendi dire che ci sono dei mostri?- chiese Xander.
Lui rimase in silenzio per un po’, a quanto pareva indeciso su come rispondere.
- Bhè…- sospirò alla fine - Bah… tanto vale che ve lo faccia vedere…- disse, avvicinandosi alla porta - Non è uno spettacolo che vorrei mostrarvi…- aggiunse, una mano sulla maniglia - Ma è molto meglio che lo sappiate da me, piuttosto che da loro stessi quando sarà troppo tardi. Certe cose vanno imparate.-
Aprì la porta, e due secondi dopo Xander desiderò che non l’avesse mai fatto.
 
Oltre, c’erano dei corpi. Ma non corpi morti ed immobili come quelli che avevano cercato di evitare per tutto il viaggio. Quelli che avevano davanti, che infestavano i corridoi del venticinquesimo piano, si muovevano ancora, anche se i loro occhi erano spenti e si trascinavano dietro arti pressoché inservibili.
Zombie.
Orrendamente mutilati, già in via di putrefazione, quegli orribili e disgustosi esseri si spostavano ancora, diretti ad una meta dimenticata già da tempo, l’umanità che era in loro ormai sparita del tutto. Sopra le loro teste, una specie di gigantesca falena (probabilmente una di quelle con cui avevano viaggiato durante il tratto nel sottomarino) volteggiava pigramente attorno a loro; le ali, che spandevano una misteriosa polverina color porpora ad ogni battito, erano decorate da un orrido disegno simile ad un teschio ghignante, rosso e nero. Ogni tanto, la creatura scendeva per pungere uno dei corpi semoventi e depositare, con ogni probabilità, una delle sue uova.
Quando si accorsero di loro, gli zombie si voltarono lentamente, tendendo le braccia emaciate, e cominciarono ad avanzare verso la porta, ma Timmi la chiuse con un colpo secco ed incastrò un pezzo di metallo tra la maniglia ed il terreno, in modo che non potessero uscire. Poco dopo, si udirono colpi insistenti ma deboli spingere l’uscio.
- Se volete, vomitate pure.- disse, senza guardarli - Io penso alla scala.-
Quella che poteva sembrare una battuta, un istante dopo si rivelò un sincero invito, perché tutti e quattro diedero di stomaco in un angolo diverso.
Si sedettero senza parlare gli uni accanto alle altre, mentre Timmi finiva di sistemare la rampa, cosa che richiese molto tempo: non essendo un vero mago né un vero demone, i suoi poteri erano limitati ad alcuni incantesimi relativamente semplici, e quindi gli ci volle più di quanto ci avrebbe messo Xander, usando anche Risucchio per togliere le macerie più grosse. Quando ebbe terminato, al posto della rampa c’erano un paio di travi metalliche, ottenute dalla balaustra, che fornivano un ponte precario ma sufficiente a passare, mentre le scale vicine a loro erano libere. A quel punto fece loro cenno di rialzarsi e di ricominciare a muoversi. Erano saliti solo al ventisettesimo piano, quando sentirono una specie di tremenda esplosione giungere dai piani più bassi.
- Devono essere entrati.- disse Jo.
- Ci hanno messo più di quanto pensassi…- disse Timmi - Ma non è comunque una bella cosa. Dovremo rallentarli, in qualche modo, tanto per essere sicuri.-
- Forse potrei far crollare di nuovo le scale.- disse Xander.
- No…- rispose lui - Lasciamo perdere… conserva le energie, serviranno.-
- E se ci raggiungessero?- chiese Alis.
- Ce ne preoccuperemo allora.- sospirò il mezzodemone - Muoviamoci, bloccheremo qualche altra porta strada facendo.-
Senza perdere tempo i ragazzi corsero al piano superiore, il ventottesimo. Purtroppo, a giudicare da quanto vedevano sopra di loro, c’erano ancora almeno altri cinque piani, che non erano segnati sulla mappa di Alis.
- Dite che gli uffici di Ducan sono comunque qui?- chiese Jo, speranzoso.
- Ne dubito.- rispose Timmi - Lui è il capo. Sarà ai piani più alti, subito sotto la Fornace ed il suo appartamento privato.-
A malincuore, il gruppo riprese a salire fino al trentatreesimo piano. Prima di entrare, Timmi prese la Fiaccola e la attivò, mentre Nadine tirava fuori la pistola, che Timmi le aveva restituito durante la salita.
Oltre la porta, comunque, pur essendoci macchie di sangue e segni del passaggio dei mostri non trovarono niente di pericoloso. Era alquanto pulito, nonostante tutto.
Proseguirono fino ad un bivio nel corridoio, ed Alis tirò di nuovo fuori il computer, mentre Xander le garantiva un flusso continuo di corrente. La ragazza li indirizzò a sinistra, guidandoli fino ad una porta di legno pregiato ma graffiata e rovinata, sopra la quale una targa dorata portava il nome di Sebastian Ducan.
- Ci siamo.- disse Jo, eccitato - Pronti?-
- Vado prima io.- disse Timmi, bussando.
Dall’altra parte non ci fu risposta. Saggiò la maniglia, ma la porta non si aprì.
- Bhè, io l’occasione gliel’ho data.- sbottò, alzando una gamba.
La porta cedette con un solo colpo, scardinandosi di netto e finendo sul pavimento di mattonelle di ceramica. Il mezzodemone oltrepassò la soglia, seguito da Nadine e Xander, e si avviò in fondo all’enorme ufficio, la cui parete di fondo era divisa praticamente a metà da immense vetrate coperte da alcune veneziane chiuse, dalle quali filtrava pochissima luce rossastra, data dal sole discendente.
Proprio davanti, una grande scrivania di mogano riposava in silenzio ed oltre c’era una poltrona girevole di pelle nera, orientata verso le finestre. Il mobilio era straordinatamente sobrio, tutto sommato: non c’era praticamente niente, né quadri né mobili di sorta. Pareva quasi che quel posto servisse solo come specchietto per le allodole, o per le apparenze.
- Sebastian Ducan?- chiese Timmi, senza ottenere risposta.
Nell’aria non c’era l’odore di sangue o di morte che permeava anche il resto dell’edificio, né si avvertiva il senso d’inquietudine presente sul resto dell’isola, ma decisamente qualcosa non andava: pur essendo mille volte più ordinato e pulito di qualsiasi altra cosa avessero visto dal loro arrivo, niente si muoveva. Persino l’aria era immobile.
Quando raggiunsero la scrivania, Timmi si avvicinò cauto alla poltrona, aggirando il tavolo. I ragazzi, invece, rimasero fermi, pronti a scattare, tesi come corde di violino.
Il mezzodemone si sporse oltre il bordo della poltrona…
- Allora?- chiese dopo qualche secondo Jo.
- Allora, abbiamo trovato il signor Ducan.- rispose lui - O almeno, quello che ne rimane.- aggiunse, girando la poltrona.
 
Benché non fosse nelle condizioni degli zombie dei piani inferiori, Ducan era decisamente morto: la sua pelle era grigiastra, tesa e fredda, e le mani gli ricadevano dai braccioli sulle ginocchia grassocce. Gli occhi erano chiusi, e la bocca leggermente aperta, il capo chino. Sembrava quasi che stesse dormendo.
Sul petto c’erano cinque strappi nella camicia di lino, di forma circolare, e nella pelle apparivano dei segni strani, come se qualcosa l’avesse pinzata da dentro, costringendola a rientrare leggermente. Parevano dei buchi atrofizzati.
Ducan era morto, alla fine. Vedendolo in quello stato, Xander non seppe spiegarsi il proprio stato d’animo: si trattava dell’uomo sconosciuto, mai visto né incontrato, ad aver voluto la sua morte, portandosi conseguentemente ad un punto di non perdono.
Tuttavia, il giovane mago non provava niente per la sua dipartita: né piacere, né sollievo, e neanche tristezza. Semplicemente, la cosa gli era indifferente. Sentiva di essere in pena per tutti quelli che erano morti sull’isola, ma non per lui. Era strano, tutto sommato.
- Cosa gli è successo?- chiese Alis.
- Tu che ne dici?- sbuffò sarcastico Timmi, mettendo via la Fiaccola ed incrociando le braccia sul petto.
- Intendo dire, com’è morto?- sbottò lei, irritata.
- Pensi che sia stato Kyle?- chiese Nadine, che aveva rimesso la pistola nella cintura.
- Bella domanda.- rispose Timmi, con una limpidità che aveva dello spiazzante - Vedete questi segni?- ed indicò i cinque fori nella camicia - Questo tipo di ferite non è sconosciuto al Sommo Concilio.-
- Perché?- chiese Jo.
- Perché sono una firma.- spiegò l’araldo - Un killer demoniaco di cui ignoriamo l’identità lascia pressoché sempre questa traccia sulle sue vittime.-
- E cosa gli fa?- domandò Xander.
- In pratica, sembra che prosciughi la magia a coloro che incontra.- rispose lui.
- Ma Ducan non era un mago.-
- Non importa.- disse Timmi, scuotendo la testa - Chiunque ha un minimo di magia, dentro il proprio corpo, anche i normali umani come lui. È questo che dà la vita. Se questa magia viene meno, allora significa morte.-
- E come mai è così ben conservato?- chiese Alis - Forse non è morto da molto, ma non puzza nemmeno, e se è stata la magia nera ad ucciderlo…-
- Giusta osservazione.- annuì Timmi - Vedi, non so poi moltissimo di questa storia, a lavorarci sopra era Raven. Comunque mi ha spiegato che, più o meno, i corpi lasciati dal nostro assassino non deperiscono come gli altri, se muoiono in questo modo. È come se li mummificasse, congelando il loro invecchiamento. Probabilmente può fare la stessa cosa con se stesso o altri senza uccidere, ma non sono sicuro.-
- E quindi questo killer è qua? Sull’isola?- chiese Jo, con evidente apprensione.
- Sì, e scommetto di sapere chi è.- sbuffò il mezzodemone.
- Ovvero?-
- Non è ovvio?- disse Nadine, tristemente - Deve essere per forza Kyle. Giusto?-
Timmi annuì.
- Spiegherebbe anche il suo ridicolo soprannome.- rispose - “Divoratore di Anime”… in effetti, facendo una cosa del genere, è come se mangiasse l’anima alla sua vittima.- sospirò e scosse la testa, avvilito - Quel pazzoide è proprio fuori controllo… ha ammazzato anche il suo capo…- si avviò verso la porta, facendogli cenno di seguirlo - Okay, forza… raggiungiamo la Fornace, e vediamo di darci un taglio, con questa assurda faccenda.-
Fecero di volata le ultime rampe di scale, raggiungendo infine la porta dell’ultimo piano. Dopo un istante di raccoglimento, e dopo essersi scambiati cenni incoraggianti e sguardi risoluti, Timmi aprì la porta.

I soliti grazie ai miei soliti lettori: Ely79, LullabyMylla, Niki 96, Crisan e Lalayth. Siamo a meno quattro, ricordatevelo...

   
 
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