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Autore: EverybodyHurts    06/12/2011    4 recensioni
-Nina mi fissò con i suoi occhi da cerbiatta e sorrise. Le diedi un dolce bacio sulle labbra e lei mi accarezzò dolcemente la guancia. Erano quei piccoli gesti che mi davano calore, energia. Era lei la mia musa.
-Mi persi nel meraviglioso colore dei suoi occhi, accarezzai dolcemente la sua mascella pronunciata e ricambiai il suo bacio. Un bacio così pieno d'amore, così perfetto che nessuno mi aveva mai dato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehm, sì lo so! Sono imperdonabile. Se non vi ricordate più di questa storia posso capirlo, è solo colpa mia. Ci metto una vita ad aggiornare ç_ç Ho avuto molti impegni con la scuola perciò ho avuto poco tempo per dedicarmi alla storia. In compenso però, questo capitolo è più lungo (: Ho deciso di ingrandire la scrittura (non so perché, volevo farlo v.v) perciò il capitolo vi sembrerà lungo secoli e secoli ma non preoccupatevi (xD) più o meno è sempre la stessa grandezza, giusto le dimensioni possono trarre in inganno (: Detto ciò, buona lettura! Spero davvero che il capitolo vi piaccia. Come sempre, spero anche in una vostra recensione. Grazie davvero. <3

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1x03
POV NINA. 
 
Guardai dallo spioncino per vedere se Jason era già uscito di casa e se mi stesse aspettando. Non volevo essere in anticipo e far la figura di quella che si precipita fuori di casa per incontrare un ragazzo: non l’avevo mai fatto. Mi sono sempre considerata una ragazza strana, probabilmente quel pensiero era solamente un qualcosa a conferma di ciò. Spostai una ciocca di capelli che m’impediva di vedere e controllai: Jason non c’era ancora; in effetti l’essere puntuale non era mai stata una sua caratteristica principale. Per perdere qualche minuto, lessi distrattamente alcune pagine di una rivista abbandonata accanto al divano, poi la posai su uno scaffale passando vicino ad uno specchio. Avevo scelto di indossare un vestito nero attillato lungo fino al ginocchio ed un paio di scarpe con il tacco nere non molto alte. Avevo legato i capelli in una coda lunga che mi ricadeva delicatamente sulla schiena. Sistemai accuratamente il vestito e mi diressi ancora una volta verso la porta di casa. Jason era lì ad aspettarmi: indossava un paio di jeans ed una t-shirt. In quel momento realizzai che neanche l’eleganza faceva parte delle sue caratteristiche. In un attimo pensai di non essermi vestita adeguatamente, poi scacciai via quel pensiero ed aprii la porta. Jason si voltò e per un secondo sembrò incantato. Si avvicinò sorridendomi e cordialmente mi disse << Nins, sai benissimo! >>.
Quel soprannome mi fece girare la testa: quello era il modo in cui mi chiamava sempre quando stavamo insieme. Era tornato a galla troppo in fretta: me n’ero completamente dimenticata.
<< Gra..zie. >> bofonchiai.
<< Vogliamo andare? >> chiese.
Annuii e mi diressi verso le scale con lui al mio seguito. Di scatto mi voltai e vidi che stava fissando le mie gambe: imbarazzato distolse lo sguardo. << ehm.. sono troppo elegante? >> chiesi arrossendo.
<< No, te l’ho già detto: credo tu sia bellissima. >>
Gli sorrisi lievemente e continuai a scendere le scale. Uscimmo dal palazzo e mi condusse verso il parcheggio sul retro. Da perfetto gentiluomo mi aprì la portiera della sua macchina nera e mi fece salire, poi prese il suo posto e mise in moto.
Chissà dove mi avrebbe portata!Da quanto potevo ricordare non era un amante di ristoranti di lusso: preferiva luoghi semplici e alla mano.
Mentre riflettevo mi accorsi che Jason mi stava fissando. Mi voltai e i miei occhi color nocciola incontrarono il meraviglioso verde dei suoi occhi.
<< Sai che dovresti guardare la strada, vero? >> ironizzai.
<< Lo so. >> lo squadrai.
<< E allora.. guardala! >>
Lui scoppiò a ridere e si concentrò.
<< Com’è andata sul set? >> chiede lui.
Alla grande. Oh, i suoi meraviglioso occhi!  
<< Bene, sai quanto amo recitare. >>
Annuì.
<< Siamo arrivati! >> esclamò mentre cercava un parcheggio.
Mi guardai intorno e tutto ciò che riuscii a vedere fu un piccolo parco, un pub e.. il pub! Avevo dimenticato quanto amasse girare da un pub all’altro. Mi ci portava spesso.
Realizzai definitivamente di essere troppo elegante: avrei potuto indossare anche un paio di jeans ed una t-shirt: sarei stata sicuramente più comoda e mi sarei sentita meno a disagio. Entrammo dalla piccola porta sul davanti e riconobbi una vecchia canzone che mia madre mi aveva fatto sentire quand’ero piccola. Pochi passi dopo decisi di sciogliermi i capelli per avere l’aria di “ragazza meno sofisticata”. Tolsi il fermaglio e scossi il capo per dare più volume ai capelli. Jason mi sorrise e rimase a fissarmi per un po’. Quando rimaneva imbambolato così mi sentivo davvero a disagio.
Finalmente arrivò un cameriere che ci fece accomodare vicino alla televisione: stavano trasmettendo una partita di calcio. Poco più in là c’era un gruppo di ragazzi che urlava e faceva baldoria ad ogni goal. Mi sedetti dandogli le spalle. Jason si sedette di fronte a me e cominciò a sfogliare il menù. Non me ne accorsi subito ma Jason aveva poggiato il suo giubbotto sulla sedia alla mia destra ed il televisore era parzialmente coperto.
Uno dei ragazzi dietro di me urlò: << Vuoi togliere quel cazzo di giubbotto? >>
Gli altri ridacchiarono ed uno di loro gli rispose: << Smettila, non c’è bisogno di incazzarsi così. >>
Jason li squadrò e cominciò a provocarli << Altrimenti? >>
Uno dei ragazzi (presumo il tizio che gli aveva detto di togliere il giubbotto) si alzò dalla sedia e corse verso Jason mettendogli le mani intorno al collo.
Preoccupata mi alzai, sperando che il tipo la smettesse.
<< Robert cazzo, vuoi smetterla? Sei molto meglio quando sei ubriaco, cretino. Lo tolgo io il giubbotto, non c’è bisogno di fare tanto casino. >> sbottò il secondo ragazzo che si avvicinò, tolse il giubbotto e me lo porse. Alzai lo sguardo e temetti di svenire da un momento all’altro. Ian. 
<< Nina! >> esclamò lui d’un tratto.
<< Ian! >> dissi sorridendo (senza motivo, poi.)
<< Conosci la ragazza di questo stronzo? >> chiese il tizio (Robert?) che aveva ancora tra le mani il collo di Jason.
Recuperai un briciolo di coraggio. << Si da il caso che non sono la sua ragazza e faresti meglio a tapparti quella boccaccia. >>
Lui scoppiò a ridere e si avvicinò.
<< Cos’hai detto, ragazzina? >> chiese.
Il suo modo di fare urtava il mio sistema nervoso. Ragazzina?
<< Qui l’unico ragazzino sei tu. Non sono io che mi arrabbio per così poco. Forse invece di venire qui per mangiare faresti bene a prenderti una sana camomilla, razza di psicopatico. >> gli dissi guardandolo negli occhi e incrociando le braccia al petto. Jason mi fissò stupito e Ian ridacchiò.
Il volto di Robert si fece paonazzo. << Fossi in te starei zitta, sto per perdere la pazienza! >>
<< A me sinceramente sembra che tu l’abbia già persa da un pezzo >> dichiarai disinvolta.
Lui arrabbiato alzò il braccio, chiusi gli occhi e riparai la mia guancia aspettandomi una pizza che.. non arrivò. Pochi secondi dopo li riaprii.
Ian aveva bloccato la sua mano con forza e Robert non riusciva a muoversi.
<< Ian, ma che..? >>
<< Lasciala stare. >> il modo in cui lo disse mi ricordava Damon, più che Ian.
<< Faccio quello che voglio! >> urlò Robert divincolandosi.
Ian aumentò la stretta. << Forse non hai capito. Ti ho detto di lasciarla stare. >>
Se avesse guardato me con quell’aria stile “ti ammazzo ora” sicuramente sarei fuggita a gambe levate. Era incredibile l’intensità del suo sguardo.
Sopraffatto, Robert abbassò lo sguardo e tornò al suo tavolo insieme agli altri che nel frattempo si erano gustati la scena senza intervenire minimamente.
Guardai Ian lusingata dal modo in cui mi aveva “difesa” e lui ricambiò lo sguardo.
<< Ti è andata bene, potevo non esserci. >> sorrise.
<< In tal caso me la sarei cavata ugualmente. >> affermai decisa dubitando però delle mie stesse parole.
<< Ho seri dubbi! >> esclamò ridendo.
Sorrisi. << Grazie. >>
<< Chiama ed io arrivo! >> Scoppiai a ridere e annuii.
<< Certamente, se avrò bisogno mi ricorderò di te. >>
<< Ci vediamo Lunedì, Nina. – disse facendomi l’occhiolino – Buona serata. >> concluse guardando per un istante anche il povero Jason che non aveva aperto bocca.
Finalmente ci sedemmo e lui parlò.
<< Ho fatto una figuraccia.. >> disse mortificato.
<< Di cosa stai parlando? >>
<< Avrei dovuto sapermi difendere, non lasciarmi trattare in quel modo.. >>
<< Non preoccuparti Jason. Quel tizio è arrivato qui all’improvviso.. non pensarci. Ordiniamo qualcosa? >>
Lui sorrise ed io ricambiai. << Sì, dai. >>
Con un gesto chiamò il cameriere il quale poco dopo ci raggiunse.
<< Dite pure. >>
<< Per me una pizza con patatine fritte.. tu Nina? >> chiese lui.
<< mmm.. per me una Margherita. >>
<< Da bere? >>
<< Birra? >>
<< Va bene. >> confermai.
<< Perfetto: pizza con patatine, Margherita e due birre. >>
Jason confermò e il cameriere ci lasciò soli. Qualche minuto più tardi il cameriere tornò con i nostri piatti e noi cominciammo a mangiare in silenzio. Poi, la sua domanda improvvisa mi riportò alla realtà: << Stai con qualcuno? >>
Lo guardai per un istante negli occhi e poco dopo scossi il capo. << No, ho chiuso con un ragazzo una settimana fa.. >>
<< Storia seria? >>
<< Abbastanza. >>
Tornammo a mangiare silenziosi. Jason si alzò e andò a pagare il conto mentre io rimasi seduta per un po’. Jeson si sedette.
<< Pagato? >> chiesi senza guardarlo mentre sistemavo la parte sotto del vestito.
<< Se vuoi provvedo. >> rispose un’altra voce.
Alzai lo sguardo. Beh, quegli occhi erano decisamente troppo azzurri per essere quelli di Jason.
Il suo sguardo, il suo viso, la sua mascella pronunciata, lui, riuscivano sempre a stamparmi un sorriso sulle labbra (oltre al nervosismo crescente in me, s’intende).
<< E’ il tuo ragazzo? >> chiese poco dopo con fare disinvolto, come al suo solito.
Cos’avevano tutti contro la mia situazione sentimentale, quella sera?
Immediatamente scossi il capo, forse un po’ troppo bruscamente tanto che lui spalancò lievemente gli occhi per lo stupore.
<< Avrei scommesso il contrario. >> pronunciò queste parole incrociando le gambe sotto al tavolo.
Di fronte ad un mio prolungato silenzio, continuò. << In effetti non potrebbe mai essere il tuo ragazzo.. >>
Lo guardai dritto negli occhi. << E come fai a saperlo? >> chiesi infastidita.
<< Un ragazzo di solito.. non si comporta come si è comportato lui poco fa. Avrebbe dovuto dimostrare quanto vale, non lasciarsi menare da un tizio qualsiasi. >> rispose calmo.
<< Non c’è bisogno che lui me lo dimostri, so bene quanto vale. >>
<< Quanto vale? >>
Spazientita, mi alzai dal tavolo. Era davvero fastidioso quando si comportava in quel modo. Lui mi bloccò il polso.
<< Cosa vuoi? >>
<< Voglio sapere se quel ragazzo ti piace. >> disse autoritario, fissandomi intensamente.
Sbigottita lo fissai a mia volta. << Adesso devo andare. >>
<< Non mi hai risposto. >> concluse stringendomi ancor di più il polso e avvicinandosi a me.
<< Ian, lasciami subito! >> esclamai divincolandomi.
<< Qualcosa non va? >> chiese Jason che era appena tornato dalla cassa. Quanto cavolo ci voleva per pagare due pizze?
<< Niente, la tua ragazza mi stava spiegando cosa l’ha colpita in te. >> rispose Ian al posto mio sghignazzando.
<< Jason, comincia ad andare, ti raggiungo subito. >>
Jason seguì il mio suggerimento. Fissai Ian negli occhi, con quanta più intensità mi era possibile. << Credo che hanno scelto la miglior persona sulla faccia della Terra per interpretare Ian. >>
<< Grazie, grazie. So di essere affascinante. >> disse spostandosi i capelli dagli occhi.
<< Sei solo un.. un.. un.. >> balbettai. Perché non riuscivo a trovare le parole nel momento del bisogno?
<< ..idiota? >>
<< Sì! >>
<< Touché! Ci vediamo sul set, Nina. >> mi disse dolcemente.
Io aggrottai le sopracciglia e lo lasciai lì, senza salutarlo.
Salii in macchina. << Tutto bene? >> chiese Jason. Annuii.
Il viaggio fu molto silenzioso: se Jason tentava di fare conversazione, io rispondevo a monosillabi.
Arrivati sul pianerottolo, Jason mi chiese: << Posso entrare? >>
Ma certo! Cosa c’era di sbagliato in quella semplice richiesta? Un’entrata da amici, niente di più..
<< Va bene, entra pure. >>
Cinque minuti più tardi passammo dal silenzio straziante alla solennità dei discorsi seri.
<< Nina, perché non sei venuta con me in Italia? >> chiese Jason.
<< Non ero abbastanza pronta.. >>
<< Sì, certo. O forse non mi amavi abbastanza. >> disse lui alzandosi dal divano e venendomi incontro. Impulsivamente, feci un passo indietro.
<< Nina, sappiamo entrambi che siamo la coppia perfetta e.. posso dimostrartelo! >> esclamò lui avvicinandosi sempre di più.
Io indietreggiai ancora, fino ad intruppare contro il tavolino. Lui continuava ad avvicinarsi imperterrito ed io non sapevo come respingerlo.
<< Nina, ricominciamo da capo. >> concluse poggiandomi una mano sulla spalla e con l’altra iniziò ad accarezzarmi la guancia sinistra.
<< Jason, io.. >> balbettai.
<< Non aggiungere altro, so che mi vuoi ancora.. >>
La sua mano scese pericolosamente verso il mio seno. Spalancai gli occhi.
D’un tratto mi baciò e, prendendomi in braccio mi fece sbattere violentemente contro il muro. Cercai in tutti i modi di divincolarmi ma le sue braccia erano troppo possenti.
<< Jason, che stai facendo, lasciami! >> urlai.
Lui sembrava non sentire. Le sue mani viaggiavano sotto il mio vestito e la sua bocca mi lasciava baci sul collo. Con tutta la forza che avevo in corpo lo spinsi via e lui inciampò nel divano e cadde all’indietro.
<< Ma cosa ti salta in mente? Esci immediatamente di casa mia! >> urlai.
Lui si diresse verso la porta poi per un secondo si voltò. << Scusami, io.. non so cosa.. ah, tanto non serve a niente, sono un coglione. >>
Uscì di casa sbattendo la porta. Mi adagiai sul divano con il cuore a mille.
Il giorno delle riprese arrivò. Le tre scene che ricordo di più della 1x03 sono le seguenti: la prima è quando abbiamo dovuto girare il sogno di Elena. Lei pensa di baciare Stefan, si toglie la maglietta ma quando Stefan la imita scopre che in realtà è Damon. Appena lessi il copione l’ansia mi assalì, come sempre. Dovevo mettermi sopra di lui in reggiseno. Accidenti.
<< Ciao Nina. Hai preparato il reggiseno bianco? >> mi chiese appena mi vide.
<< Cretino. >> affermai ignorandolo.
Lui scoppiò a ridere e la sua risata mi contagiò: cercai di restare seria più a lungo possibile ma dovetti ridere con lui.
La seconda.
Feci per entrare in macchina ma appena mi voltai, lui era dietro di me. 
<< Mi hai spaventata. Che ci fai qui? >>
<< Mi sto nascondendo da Caroline. >>
<< Per quale motivo? >>
<< Mi serviva una pausa, lei parla più di quanto io possa ascoltare.. >>
<< beh, ti capisco. >>
<< Sai com’è, lei è molto giovane.. >>
<< Non molto più giovane di te! >>
<< Non credo che sarà una cosa duratura. Mi farebbe ammattire. >>
<< In effetti Caroline può essere un po’ irritante ma siamo amiche dalla prima elementare e questo ha una certa importanza per me. >>
<< Ne terrò conto, anzi scusa se ti ho messa a disagio. Non era mia intenzione. >>
<< Sì che lo era. Perché tu metti sempre dei doppi sensi in qualunque cosa dici. >>
<< Hai ragione. Ho altre intenzioni ma le hai anche tu.. >> 
<< Davvero? >> sì, davvero. Ammettilo Nina che lo baceresti anche ora! 
<< Le vedo. Tu mi vuoi. >> Sì, sì, sì. Anche se mi fai innervosire, caro Ian. 
<< Come hai detto? >>
<< Io ti piaccio, ti senti attratta da me, pensi a me anche quando non vorresti e scommetto che mi hai persino sognato.. e in questo momento vuoi baciarmi. >> si avvicina, si avvicina ed io, sì, sì, voglio baciarlo. E’ vicino, vicino! Poi mi ricordo del copione e gli do una pizza. 
<< Ma che fai? Non so a ce gioco stai giocando con Stefan ma io non voglio farne parte. Non so che cosa sia successo in passato ma chiariamo subito una cosa: io non sono Katherine. >>
La terza scena è quella finale, quando Damon entra in camera mia e mi accarezza dolcemente il volto. Le sue dita mi provocano brividi improvvisi, il suo tocco è così leggero.. 
 
POV IAN.
 
Salii di corsa le scale, sapevo che l’avrei trovata in casa. Aprii la porta velocemente e la chiamai. In breve tempo mi raggiunse: aveva una mia camicia ed un paio di culotte nere.
<< Bentornato! >> disse lei sorridendo.
L’abbracciai e le diedi un leggero bacio sulle labbra.
Si spostò e si diresse in cucina, sculettando. Non avrei potuto non notarla: sapeva benissimo come farmi impazzire. La raggiunsi e la sollevai da dietro. Lei rise e si girò verso di me.
<< Sai che non si ruba? >> le sussurrai all’orecchio destro accarezzandole i fianchi.
<< Cos’ho rubato? >> chiese lei piano.
Con le mani salii ancora più su scoprendole un po’ della sua pelle chiara e liscia.
<< La mia camicia.. >> sussurrai lasciandole baci tra i capelli.
<< La rivuoi indietro? >> domandò lei voltandosi e intrecciando le sue dita dietro il mio collo.  
<< La rivoglio, sì! >> esclamai dolcemente sbottonandole i primi bottoni.
Lei mi bloccò la mano e pose l’indice dell’altra sulle mie labbra.
<< Voglio qualcosa in cambio, prima. >> disse alzandosi sulle punte dei piedi e raggiungendo la mia bocca. Mordicchiai dolcemente il suo labbro inferiore e alzai la sua camicia fino a posizionare le mie mani sui suoi fianchi. Scesi giù verso il suo fondoschiena e le sue cosce.. qui indugiai e con un po’ di forza la sollevai prendendola in braccio. Le sue gambe si avvinghiarono attorno al mio bacino e le sue mani si persero tra i miei capelli. La portai in camera da letto e quasi involontariamente richiusi la porta alle nostre spalle, come per conservare un po’ d’intimità. Senza separarci, ci ritrovammo avvinghiati sul letto, lei sotto di me. Finalmente le tolsi la camicia e lei fece lo stesso con me. Poi ci perdemmo tra le lenzuola e restammo stretti l’uno all’altra per le successive tre ore.
<< Brava, mi hai restituito la camicia. >> le dissi stringendola a me.
<< Sono contenta di quello che ho ricevuto in cambio. >> disse maliziosa accarezzandomi il petto.
<< Cioè, fammi capire, se non avessimo fatto sesso non me l’avresti ridata? >> le chiesi sgranando gli occhi. Lei scosse il capo decisa.
<< E pensare che sul set dovrò farlo con altre ragazze.. >>
<< Che cosa? >> urlò scansandosi bruscamente. La gelosia la divorava ed io mi divertivo molto.
<< Lins, vieni qui, dai.. >> dissi cercando di afferrarla ma lei era più agile e mi sfuggì facilmente.
<< Sai che sono un attore. >>
<< Stai zitto Ian, certe cose potresti risparmiartele! >> sbottò.
<< Ironia zero, eh! >>
<< A domani, Ian! >> urlò lei raccattando qualche vestito sparso per la casa e uscendo.Permalosa, permalosa!
All’improvviso squillò il telefono. Robert.
<< Hey vampiro, questa sera ci sei per una cenetta al pub? >>
<< Sì, certo. Il solito? >> chiesi.
<< Sì. Ho chiamato anche gli altri e, prima che me lo chiedi no! Non viene Zac. >>
Robert attaccò prima che potessi rispondere, com’era solito fare. Mi feci una doccia e mi vestii.
Arrivato al pub c’era pochissima gente. Presi posto di fronte al televisore, sicuramente anche gli altri avrebbero voluto sedersi lì. Robert arrivò qualche minuto più tardi.
<< Damon. >>
Lo squadrai. Odiavo quando mi chiamavano “Damon”, anche solo per scherzare. John e gli altri arrivarono poco dopo e si sedettero vicino a noi.
<< Mi sto sentendo con una.. >> iniziò Robert.
Scoppiai a ridere. Quale ragazza poteva aver anche solo pensato di iniziare una storia con lui?
Robert mi guardò offeso ed io gli diedi una pacca sulla spalla.
<< Ma cos’è successo di preciso con Zac? >> chiese lui ad un certo punto.
<< Non nominarmi quel coglione, ti prego. >>
<< Come vuoi. >>
Il cameriere arrivò e ci chiese cosa volevamo da bere. Tutti optarono per la birra ovviamente. Qualche minuto più tardi, vidi la porta aprirsi. Una ragazza entrò e con delicatezza si tolse il fermaglio, poi scosse i capelli. Mi mancò il fiato per qualche secondo.. era.. perfetta. Indossava un vestito nero e i tacchi. Quando si avvicinò insieme ad un ragazzo vicino al nostro tavolo, la riconobbi. Nina. Lei non mi vide e si sedette. Il ragazzo mise il giubbotto vicino alla televisione rovinandomi la visuale: non che m’interessasse, ero impegnato nell’osservare quelle gambe accavallate perfette. Robert però non la pensava come me infatti cominciò ad urlare. Il calcio per lui era tutto. << Vuoi togliere quel cazzo di giubbotto? >>
Gli altri ridacchiarono animatamente ed io tubato risposi: << Smettila, non c’è bisogno di incazzarsi così. >>
<< Altrimenti? >> chiese il tizio vicino a Nina che evidentemente non aveva mai visto Robert arrabbiato, altrimenti non lo avrebbe provocato in quel modo.
Robert si precipitò verso di lui e lo prese per il collo. Nina si alzò dandomi una buona visuale anche del suo fondoschiena. Rimasi a fissarla a bocca aperta per un po’. Possibile che non mi ero mai accorto di quanto fosse perfetta? Eppure non le servivano tacchi o vestiti corti: era meravigliosa anche in jeans, realizzai. Poi il mio ultimo briciolo di lucidità venne fuori.
<< Robert cazzo, vuoi smetterla? Sei molto meglio quando sei ubriaco, cretino. Lo tolgo io il giubbotto, non c’è bisogno di fare tanto casino. >> sbottai avvicinandomi. Tolsi il giubbotto di lì e lo porsi a Nina la quale mi fissò e per un secondo – potrei scommetterci – rimase a bocca aperta.
<< Nina! >> esclamai fingendomi sorpreso di vederla.
<< Ian! >> disse lei sorridendomi. Oh, il suo sorriso così dolce!
<< Conosci la ragazza di questo stronzo? >> chiese Robert digrignando i denti senza mollare il ragazzo.
<< Si da il caso che non sono la sua ragazza e faresti meglio a tapparti quella boccaccia. >> questa volta parlò Nina che mi lasciò di stucco.
Robert rise e le si avvicinò. Cos’aveva intenzione di farle..?
<< Cos’hai detto, ragazzina? >> chiese.
<< Qui l’unico ragazzino sei tu. Non sono io che mi arrabbio per così poco. Forse invece di venire qui per mangiare faresti bene a prenderti una sana camomilla, razza di psicopatico. >> gli rispose sicura di sé fissandolo dritto negli occhi. Io ridacchiai: sinceramente, non le avrei dato tutto questo coraggio.
Robert imbarazzato disse: << Fossi in te starei zitta, sto per perdere la pazienza! >>
<< A me sinceramente sembra che tu l’abbia già persa da un pezzo >> concluse lei.
Lui arrabbiato alzò il braccio e Nina chiuse gli occhi. Impulsivamente bloccai quella cazzo di mano con forza: non doveva toccarla, non poteva.
<< Ian, ma che..? >>
<< Lasciala stare. >> gli dissi fissandolo intensamente, senza consentirgli di ribadire. Lui non afferrò il concetto.
<< Faccio quello che voglio! >> urlò divincolandosi.
Aumentai la stretta. << Forse non hai capito. Ti ho detto di lasciarla stare. >>
Finalmente quell’idiota si arrese e si diresse verso gli altri.
<< Ti è andata bene, potevo non esserci. >> dissi a Nina.
<< In tal caso me la sarei cavata ugualmente. >> affermò lei decisa.
<< Ho seri dubbi! >> esclamai ridendo.
Sorrise. << Grazie. >>
<< Chiama ed io arrivo! >>
<< Certamente, se avrò bisogno mi ricorderò di te. >>
<< Ci vediamo Lunedì, Nina. – le dissi  – Buona serata. >> conclusi guardando per un istante il tizio che non aveva aperto bocca.
Tornai al mio tavolo e bevvi la mia birra. Di tanto in tanto mi sorprendevo a guardarla. Ad un certo punto il tizio di fronte a lei si alzò probabilmente per pagare. Era il suo ragazzo? Dovevo assolutamente scoprirlo, la curiosità mi stava logorando.
Mi alzai e mi diressi verso il suo tavolo. Si stava sistemando il vestito, di conseguenza non si accorse che il tizio che si stava sedendo di fronte a lei non era il suo ragazzo (o qualunque cosa rappresentasse per lei, insomma).
<< Pagato? >> chiese senza distogliere lo sguardo dal vestito.
<< Se vuoi provvedo. >> risposi io gustandomi il suo sguardo e il suo sorriso.
Non potevo perdere altro tempo: il tizio sicuramente sarebbe tornato a breve ed io dovevo sapere chi fosse.
<< E’ il tuo ragazzo? >> chiesi poco dopo mascherando la mia curiosità.
Lei scosse il capo bruscamente ed io la guardai. Qualcosa dentro di me esultò.
<< Avrei scommesso il contrario. In effetti non potrebbe mai essere il tuo ragazzo.. >>
Mi guardò. << E come fai a saperlo? >>
<< Un ragazzo di solito.. non si comporta come si è comportato lui poco fa. Avrebbe dovuto dimostrare quanto vale, non lasciarsi menare da un tizio qualsiasi. >> le dissi.
<< Non c’è bisogno che lui me lo dimostri, so bene quanto vale. >>
<< Quanto vale? >>
Non sapendo cosa rispondere si alzò dal tavolo ma io le bloccai il polso.
<< Cosa vuoi? >> chiese.
<< Voglio sapere se quel ragazzo ti piace. >> le dissi duramente.
<< Adesso devo andare. >>
<< Non mi hai risposto. >> dichiarai stringendole il polso ancor di più, quasi come avevo fatto con Robert. Questa volta però, non era mia intenzione farle del male.
<< Ian, lasciami subito! >>
<< Qualcosa non va? >> chiese il tizio che era appena tornato dalla cassa. Non poteva andare da qualche altra parte invece di rompermi il cazzo?
<< Niente, la tua ragazza mi stava spiegando cosa l’ha colpita in te. >> risposi sghignazzando.
<< Jason, comincia ad andare, ti raggiungo subito. >>
Jason? Oh, il tizio aveva un nome. Eppure credevo si chiamasse “Inutile”.
Lui si tolse dalle palle, finalmente. Lei intanto mi fissò negli occhi. << Credo che hanno scelto la miglior persona sulla faccia della Terra per interpretare Ian. >>
<< Grazie, grazie. So di essere affascinante. >> le dissi.
<< Sei solo un.. un.. un.. >> balbettò. Non sapeva cosa dire e mi faceva tantissima tenerezza.
<< ..idiota? >> suggerii.
<< Sì! >>
<< Touché! Ci vediamo sul set, Nina. >> le dissi. Lei m’ignorò completamente e uscì dal locale.
Quando la rividi sul set non esitai: amavo fare battutine.
<< Ciao Nina. Hai preparato il reggiseno bianco? >> avremmo dovuto girare la scena del sogno di Elena dove lei immagina di baciare Stefan ma quando gli toglie la maglietta vede che in realtà è Damon.
<< Cretino. >> disse lei ma poco dopo scoppiò a ridere insieme a me.
 
<< Hai ragione. Ho altre intenzioni ma le hai anche tu.. >> 
<< Davvero? >> chiese Elena.
<< Le vedo. Tu mi vuoi. >> ed io ti voglio, sì. Anche se non dovrei pensare a te perché in teoria sono impegnato.  
<< Come hai detto? >>
<< Io ti piaccio, ti senti attratta da me, pensi a me anche quando non vorresti e scommetto che mi hai persino sognato.. e in questo momento vuoi baciarmi. >> mi avvicino, sì vorrei tanto baciarla, eccome se lo vorrei! Eppure so come terminerà quella scena: uno schiaffo, niente più. 
<< Ma che fai? Non so a ce gioco stai giocando con Stefan ma io non voglio farne parte. Non so che cosa sia successo in passato ma chiariamo subito una cosa: io non sono Katherine. >>
L’ultima scena girata è quella in camera sua: devo semplicemente accarezzarle una guancia mentre dorme. Oh, la sua pelle è così morbida.. 
 
-Ian, quella ragazza non sarà mai tua. L’hai vista quattro volte al massimo, molto probabilmente è fidanzata e anche tu lo sei. Non pensare a lei, pensa a Linsday che ha bisogno di tutto l’amore che sai darle, essendo la tua ragazza – mi disse la mia testa.
Ero disposto a seguire quello che mi diceva?


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Grazie per le 11 recesioni complessive finora! *w*
Grazie alle 8 personcine che l'hanno aggiunta ai preferiti! *w*
Grazie alle 2 personcine che l'hanno aggiunta tra le storie da ricordare! *w*
Grazie alle 20 personcine che l'hanno aggiunta tra le storie seguite! *w*

Grazie davvero. <3
   
 
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