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Autore: Shade Owl    07/12/2011    1 recensioni
Xander, Alis e Jo sono i classici emarginati sociali delle superiori, in una scuola nel Montana, e chiunque sia disposto a dar loro confidenza viene ben presto degradato ai più infimi livelli, come accade a Nadine, loro amica.
L'arrivo di uno strano ragazzo, tuttavia, sembra preannunciare qualcosa di sconvolgente, nelle loro vite...
Genere: Avventura, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Jo ed Alis raggiunsero di corsa le enormi stufe spente che erano i fuochi secondari e terziari; poco lontano, nel pavimento metallico, videro che si aprivano due gigantesche grate da cui filtrava una debole luce verdolina, attorno alle quali giacevano quattro lastroni di metallo di forma triangolare per ognuna, che probabilmente servivano a chiuderle. Sotto di esse c’erano dei tubi dal diametro impressionante, forse per spostare l’aria calda da lì verso l’esterno.
- Eccoci qui.- disse Alis, appoggiando in un angolo il suo computer - Io provo a chiudere queste valvole, tu accendi i fuochi!-
- E come faccio?- sbottò Jo - Sputando fiamme?-
- Che ne so!- sbottò - Inventati qualcosa, accidenti! Sei o no quello che risolve la situazione?-
Lui si accigliò, incrociando le braccia.
- Non serve a niente offendermi, d’accordo?- disse, astioso - Ora vado, ma tu calmati!-
Sorvolando sul fatto che c’era poco per cui mantenere la calma, Alis emise un verso scocciato e prese il piede di porco lì vicino, così da usarlo come leva per sollevare le lastre di metallo.
Mentre Jo si frugava nelle tasche alla ricerca di qualcosa da usare, lei cominciò a fare forza sulla sbarra, ma quei coperchi si rivelarono più pesanti di quanto non avesse immaginato: ogni volta che cercava di staccare una mano dal piede di porco per afferrare l’orlo di uno di essi, immediatamente l’altro braccio cedeva sotto il suo peso, così che ricadeva a terra.
Stava per cedere per l’ennesima volta quando una mano comparve dal nulla ed afferrò la lastra, fermandola prima che colpisse il pavimento. Alzando lo sguardo vide Jo che, stringendo i denti per lo sforzo, cercava di aiutarla. Insieme riuscirono a sollevare il pannello e a bloccarlo in posizione di chiusura. Intanto, i fuochi lì vicino cominciavano rapidamente ad ardere.
- Come hai fatto?- chiese lei.
Il ragazzo le mostrò un frammento del bastone rotto che gli aveva regalato Timmi.
- Ne ho raccolti un paio prima di scappare, per ricordo. Ho pensato che avesse abbastanza magia da provocare una scintilla, e avevo ragione.-
Annuendo impressionata per la prontezza di Jo, Alis fece cenno di passare agli altri pezzi del blocco della valvola.
Insieme riuscirono a tirare su tutti quanti i lastroni, anche se finirono col bagnarsi di sudore fino al midollo, e li fermarono con il gancio di metallo posto in cima ad uno di essi, per poi passare al secondo sfiatatoio.
Una volta fatto anche con quello, si ritrovarono esausti.
- Fi… finito…- gemette Jo, accasciandosi lungo la piramide che bloccava uno degli sfiatatoi.
- Sì…- ansimò Alis, stremata quanto lui - Ma ora… dobbiamo uscire…-
Mentre lei esauriva il fiato, intorno a loro risuonò una voce fredda e meccanica, femminile, simile quella che si sentiva solitamente all’aeroporto per gli annunci:
Attenzione. Attenzione. Rilevato potenziale surriscaldamento critico della Fornace. Danneggiamento imminente. Rilascio Demoni Scheletro immediato per risoluzione problema.
- Che ha detto?- esclamò Alis, con voce strozzata - Cosa sta facendo?-
- Dannazione!- sbottò Jo, balzando in piedi - Presto, corriamo! Andiamo via!-
Si diressero rapidamente alle scale, mentre attorno a loro cominciavano già a farsi sentire i disgustosi ticchettii dei mostri.
Fecero il più in fretta possibile ma, nonostante i loro sforzi, quando arrivarono in cima alla scaletta un demone saltò fuori apparentemente dal niente, atterrando nel bel mezzo della scaletta, bloccandogli la strada. Cercarono di tornare indietro, ma quando si voltarono ne videro un altro che tagliava ogni possibile ritirata. Quanto a scavalcare la balaustra, manco a parlarle, pena un volo di centinaia di metri nel vuoto.
Erano in trappola.
- E ora?- chiese Jo.
Il demone più vicino saltò verso di loro, pronto ad ucciderli…
Non li aveva nemmeno sfiorati che andò in mille pezzi.
 
Scendendo fino ad una grande piattaforma metallica, Nadine raggiunse un’enorme apertura nella parete interna della Fornace, dove una serie di giganteschi ingranaggi, ruote dentate, molle, rondelle e cilindri giravano scricchiolando pigramente, producendo rumori metallici e vaghi suoni di meccanismi al lavoro.
Erano lontani qualcosa come una decina di metri, e non aveva alcun modo di avvicinarsi oltre il limitare della piattaforma di metallo: avrebbe dovuto lanciare qualcosa e sperare di fare centro.
Avanzò fino al limite dello spiazzo metallico e strinse forte il piede di porco, prendendo la mira meglio che poté, quindi lo lanciò come un giavellotto in mezzo a tutto l’ammasso di ingranaggi. Colpì la ruota dentata più grande, quella centrale, almeno due metri sotto la cima, troppo lontano da ogni possibilità di incastro.
- Dannazione!- esclamò furiosa: quel piede di porco era la sola cosa che avesse per sperare di bloccare in qualche modo il meccanismo. Ora non aveva più altro da usare - Ma perché…?- sbuffò, guardandosi attorno.
Non c’era niente che potesse tornarle utile, o almeno niente di immediatamente visibile. Sarebbe dovuta tornare indietro e raggiungere Xander per prendere uno degli attrezzi sparsi lì in giro, o per farsi creare qualcosa di…
L’occhio le cadde su una sezione della ringhiera: era stata danneggiata da qualcosa, ed una parte della piattaforma, che era fatta interamente con lamiere fissate assieme, era lievemente staccata.
Si avvicinò a quella zona e cominciò ad osservarla con attenzione: la saldatura era alquanto indebolita e sottile, lì. Se avesse esercitato una forza sufficiente, magari avrebbe potuto liberare la lastra ed usarla.
Afferrò l’orlo della piattaforma, che sotto le dita sentì alquanto affilato, e cominciò a tirare, digrignando i denti per lo sforzo. Quello si piegò leggermente, ma non cedette, anche se sentì qualche punto della saldatura saltare con dei lievi scricchiolii. Le dita le si riempirono di tagli ed escoriazioni, ma continuò a tirare con forza, finché la stanchezza non la costrinse a fare una pausa.
Lasciò andare la lastra, sfinita, e controllò il suo lavoro: tutto sommato, non mancava molto. La ruggine ed il tempo avevano eroso parzialmente i punti del fissaggio del metallo, indebolendoli abbastanza da permettere anche ad una persona normale come lei di farcela.
Ringraziando l’esercizio fisico fatto con la squadra di pallavolo, ricominciò a tirare, spingendo il più possibile coi muscoli delle gambe (che non erano roba da poco) e serrando forte la presa sul metallo. Con un gemito, la lastra cominciò a rompersi davvero; Nadine insistette fino a tagliarsi le mani e a far scoppiare le braccia in proteste dolorose per via dei crampi ma alla fine, con uno schianto, la lastra cedette, scattando indietro e sfuggendole quasi dalle mani.
Ansimando, rimase distesa a terra per un istante, scoppiando poi in una risata un po’ isterica; facendosi forza si rimise in piedi, stringendo saldamente la lamiera tra le dita, adesso mirando meglio verso l’ingranaggio.
O la va o la spacca. Pensò.
Quando si sentì pronta la lanciò come se fosse un frisbee, sperando di riuscire a fare centro, almeno stavolta…
Il frisbee improvvisato si infilò tra due ruote dentate più piccole e sottili. Quelle, gemendo e tremando, si bloccarono all’istante, con uno stridio da far paura. Il pezzo di metallo si deformò, ma non si ruppe, e dopo pochi secondi la paralisi fu completa.
Il meccanismo cominciò subito a rompersi, schizzando schegge ovunque, mentre alcune rondelle giravano a vuoto ad una velocità incredibile; le ruote dentate perdevano i denti ed alcune molle saltavano via, sprizzando scintille. Era fatta.
- Evvai!- esclamò Nadine.
Attenzione. Attenzione. Blocco critico degli ingranaggi. Attenzione. Invio Demoni Scheletro per rimozione corpo estraneo.
- Oh… cavolo…- gemette la ragazza.
Cercò di raggiungere la scaletta, ma proprio mentre lei metteva piede sul primo gradino i mostri raggiunsero la piattaforma, semplicemente saltandoci sopra o arrampicandosi. Altri due scendevano verso di lei, comparendo dalle ombre e dal vapore.
Erano stati rapidissimi a sopraggiungere, molto più di quanto non avesse osato sperare.
Il demone che aveva davanti stridette e saltò nella sua direzione, con l’intenzione di ucciderla, ma qualcuno lo intercettò a mezz’aria e, con un lampo di lame argentate, gli si mozzò il capo mentre il resto gelava a mezz’aria.
Crollò a terra in un blocco di ghiaccio, frantumandosi. Senza sapere come, Nadine si ritrovò la mano di una donna dai capelli neri stretta attorno al braccio.
- Corri.- le disse seria ed incredibilmente calma - Usciamo di qui.-
- Cosa… chi… chi sei?- balbettò, mentre lei la trascinava via, lontana dai mostri dietro di loro.
- Mi chiamo Raven.- rispose - Faccio parte del Pentacolo.-
 
Xander aveva finalmente trovato senza troppi problemi i contenitori dei liquidi di produzione (degli enormi cilindri trasparenti muniti di rubinetti, collegati poi tramite dei tubi alla Camera di Creazione) ed aveva deviato il flusso di quelli infiammabili fino al suo grosso anello sopra le valvole.
Fatto ciò, aveva creato una lunga miccia e l’aveva sistemata in maniera tale da concedergli almeno tre minuti prima di fare esplodere tutto.
Quasi subito aveva sentito l’allarme che protestava sonoramente, non tanto per quello che aveva fatto lui quanto per un blocco critico degli ingranaggi e per un improvviso aumento della temperatura (di cui si era accorto anche lui).
Tornò di corsa alla piattaforma da cui era partito e, con sua somma sorpresa, trovò Skin ad aspettarlo, le braccia incrociate sul petto e scuro in volto.
- Tu?- esclamò, allibito.
- Sì, io.- rispose Skin, serissimo, i capelli biondi impastati dal sudore - Mi manda Daniel. Dobbiamo andarcene, adesso.-
- E gli altri?-
- C’è chi se ne occupa.- disse, facendogli cenno di seguirlo - Dai, Xander… forse possiamo ancora aiutare Timmi.-
Al solo sentirgli dire una cosa del genere, il mago scattò verso le scale.
- Ehi, aspettami!- esclamò lui, inseguendolo.
- Non posso, scusa!- gridò il ragazzo, quasi volando sopra la scaletta - In meno di tre minuti qui salterà tutto!-
Dietro di sé, sentì Skin imprecare.
 
***
 
Kyle perse totalmente l’aspetto demoniaco, mentre il suo sangue fluiva fuori dalla ferita, imbrattando il già insanguinato fratello.
Cadde a terra, boccheggiando e tamponandosi il fianco; Timmi si rialzò, molle per la perdita di sangue ed il danno provocato dagli artigli di Kyle, sentendo la testa che girava.
Non era mai stato ubriaco in vita sua, ma immaginò che fosse quella la sensazione che sentiva la gente normale dopo una notte di baldoria intensa, se si escludevano le ferite ed i lividi.
Si rialzò in piedi e guardò Kyle dall’alto in basso, ansimando, la vista che andava e veniva; la stanza roteava follemente, e sentiva le membra pesanti come piombo.
Comprese che presto avrebbe perso irrimediabilmente i sensi.
Il soffitto, già indebolito dal crollo delle colonne, cominciò a tremare e a cedere, come se sopra di esso qualcosa stesse scoppiando ripetutamente.
- Timmi…- gemette pallido Kyle, cercando di tamponarsi la ferita - Per… quello che vale… mi dispiace…-
Non stava implorando pietà, lo comprese dal tono. Gli stava solo chiedendo scusa.
Ma non fece differenza.
- Hai ragione…- disse - Non vale granché…-
Alzò la Fiaccola e la affondò nel suo corpo una, due, tre, quattro volte. Si fermò a quattro solo perché non riuscì più a tirare su le braccia.
- Sei morto…- ansimò - Sei morto…-
Le ginocchia cedettero e si ritrovò a terra.
La testa gli girava, e la vista andava fuori fuoco.
Le lacerazioni grondavano, tanto che era diventato scarlatto.
Mai, prima di allora, una battaglia gli aveva provocato tali ferite.
Mai, prima di allora, era stato certo di morire.
Si accasciò di lato, mentre le macerie cominciavano a crollare, rivelando un’intensa luce oltre il soffitto. Sopra di sé gli sembrò di vedere una sagoma …
 
Xander e Skin raggiunsero l’entrata per primi, facendosi strada in mezzo ad una furiosa marmaglia di scheletri assassini.
A dire il vero, fu incredibilmente semplice oltrepassarli, più di quanto il ragazzo avrebbe immaginato: non dovette quasi usare i propri poteri perché Skin, apparentemente senza sforzarsi, si sbarazzò della maggior parte di loro in pochi secondi.
I rigonfiamenti sopra gli avambracci non erano delle decorazioni o delle protezioni: da quello destro fece uscire, con un piccolo scatto, tre artigli lunghi quasi mezzo metro, sottili e lucenti; il bracciale sinistro, invece, nascondeva una lama piatta e robusta, con un solco nella parte più interna che la bucava quasi completamente.
Con quelle armi si sbarazzò degli ostacoli più grossi con una rapidità impressionante, fendendo l’aria e tagliando persino il metallo che li circondava, senza neanche spandere scintille in giro. A volte sembrava che neanche li sfiorasse, eppure non sbagliava un colpo.
Presto furono all’entrata, dopo aver sufficientemente distanziato gli inseguitori, ma non uscirono finché anche Nadine, Jo ed Alis non furono lì. I tre arrivarono di gran carriera, accompagnati da altrettante persone, e che sicuramente dovevano essere i compagni a cui aveva alluso Skin.
Con Nadine c’era una donna dai capelli neri, e due uomini accompagnavano Alis e Jo. Uno indossava un giubbotto di pelle, e sembrava alquanto agitato, ma l’altro invece procedeva in tutta tranquillità, le mani nelle tasche dei pantaloni. Sembrava che, per lui, ciò che stava succedendo alla Fornace fosse la più normale del mondo.
Per inciso, la “cosa più normale del mondo” era l’intera Fornace che tremava attorno a loro, la sua immane struttura costellata d’esplosioni più o meno grandi. La sua distruzione stava cominciando piuttosto rapidamente, e ancora la miccia di Xander non si era esaurita.
- Ci siamo tutti?- chiese questo strano quanto rilassato personaggio.
- Sì.- rispose la donna - Ma presto ci saranno anche gli scheletri, se non andiamo via.- aveva un curioso tono formale e misurato - Temo che il nostro tempo si stia esaurendo piuttosto in fretta. Tra poco li avremo tutti addosso.-
A sostegno della sua tesi, si sentirono subito diversi rumori ticchettanti che, misteriosamente, sovrastarono il baccano della Fornace morente ed annunciavano l’arrivo di quelle creature.
Contemporaneamente sentirono anche altri versi, molto più simili a quelli di un branco di cani furiosi, che si levarono tra i corridoi di metallo e le strutture astruse della Fornace. I demoni erano in arrivo.
- Muoviamoci.- disse Skin, perentorio.
Tutti e otto cominciarono a correre giù per la scalinata, mentre decine e decine di Demoni Scheletro si accalcavano alle loro spalle, inseguendoli, affiancati da creature scagliose o pelose, gettatisi in caccia come animali affamati.
- Come siete passati?- gridò Jo rivolto a Skin - E cosa fate qui?-
- Vi spieghiamo tutto dopo!- rispose lui - Ora dobbiamo pensare a scappare… Xander ha piazzato una bomba!-
- COSA?-
Raggiunsero la porta abbastanza velocemente, riuscendo a tenersi lontani dagli artigli dei mostri; la soglia ovviamente era ancora chiusa, e furono costretti a fermarsi.
- Dobbiamo aprirla, ma temo che sia inutile usare la magia.- disse la donna dai capelli neri - Il netrio ha una resistenza naturale agli incantesimi.-
- Ci penso io.- rispose Skin, prendendo qualcosa da una tasca nella cintura.
- D’accordo, ma sbrigati, magari.- disse l’uomo col giubbotto - Trys, tu ed io occupiamoci di quei simpaticoni, ti va?-
L’altro annuì, tendendo un braccio di lato: nella mano comparve una lunga arma che era una doppia lama azzurra, con l’impugnatura nel centro esatto della sua lunghezza. L’altro, invece, si accontentò di sguainare la spada che portava appesa alla schiena.
Un secondo prima di potersi mettere a combattere, tuttavia, entrambi vennero scagliati a terra, insieme a tutti i presenti.
Un’enorme esplosione squarciò l’aria, mentre la scala tremava follemente, cominciando a spaccarsi.
La bomba di Xander era esplosa.
 
Lo spostamento d’aria avanzò rapidamente verso di loro, scaraventando tutti più in basso e schiacciando il gruppo contro la porta. La scheggia che Jo teneva in mano e la pietra di Nadine cominciarono a tremare, per poi disintegrarsi. Due forti aure lucenti si espansero fino a sparire.
- Cosa… cos’è successo?- balbettò Jo.
- La mia bomba…- grugnì Xander, tirandosi su con il gomito indolenzito - Deve essere…-
- No, i nostri regali…- disse il ragazzo - Cosa…?-
- Lascia stare, ci pensiamo dopo!- esclamò Skin - Darth, Trys, gli scheletri!-
I due annuirono e, rimettendosi in piedi, si prepararono a ricevere i demoni che, intanto, stavano tornando all’attacco.
Senza esitare, i due cominciarono a colpire i mostri che si avvicinavano troppo, affettandoli con una facilità che aveva dell’incredibile.
Sembravano conoscersi da anni, e combattevano con un tale affiatamento da non lasciare dubbi sulla loro capacità di destreggiarsi in battaglia, scambiandosi spesso l’avversario o accorrendo in aiuto del compagno senza bisogno di essere chiamati dall’altro.
Skin, intanto, teneva in mano quello che somigliava ad un grosso anello di metallo su cui era disegnata una chiave, e lo premette sulla porta. Gli fece compiere mezzo giro verso destra, si udì uno scatto e quella cominciò ad aprirsi.
- Fatto!- esclamò Skin, facendo passare i ragazzi - Darth, Trys, muovetevi!-
Oltre la porta sembrava fosse scoppiata la terza guerra mondiale: quasi tutte le colonne erano crollate, ed il soffitto stava cedendo rapidamente, mentre l’intero edificio era scosso dalle esplosioni della Fornace. Su tutto aleggiava un tale polverone che era impossibile vedere alcunché. C’era tuttavia una sagoma, stesa sul pavimento, ma non riuscirono a capire chi fosse.
- Timmi!- gridò Nadine.
- Dove sei?- fece eco Xander.
Nessuna risposta.
- Andiamocene!- gridò Trys - L’incantesimo che bloccava Proiezione è svanito con la Fornace!-
- E Timmi?- gridò Jo, furibondo.
- Non c’è tempo!- sbottò lui, d’un tratto serio - Andiamo via, forza!-
Ognuno dei quattro afferrò un ragazzo diverso e, mentre un’ultima esplosione faceva crollare definitivamente tutto, si Proiettarono via.

Chiedo venia per il ritardo... ieri mi sono scordato di postare il capitolo e stamani sono uscito troppo presto. Comunque, i miei lettori Ely79, LullabyMylla, Niki 96, Crisan, Lalayth e Fatelfay meritano il solito grazie. Restate sintonizzati per l'ultimo capitolo e l'epilogo!

   
 
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