Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lione94    09/12/2011    1 recensioni
L'amore? Sì grazie, ma non più lungo di un mese.
Questo è il pensiero di Alba Maggio, teenager di diciassette anni, che con l'universo maschile non riesce a stare in contatto per più di tre settimane.
Cosa succederà quando deciderà di mettersi in testa di essere il nuovo guru dell'amore?
Aggiungete un miglior amico dal sorriso irresistibile, una migliore amica senza peli sulla lingua e il disastro per un'estate appena iniziata è assicurato.
Dal secondo capitolo:
...Le sue parole mi colpirono come un colpo di sole alla testa davvero forte. Io gelosa?
Io non ero gelosa!
" E' il mio miglior amico " mi giustificai.
" Ah, e da quando gli amici notano fossette irresistibili sulle guance? " insistette lei.
Colpita e affondata, e nemmeno riuscii a ritornare a galla dato che la gelosia mi affogò definitivamente.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





Tinte fregatura e abiti eleganti







Mi osservai allo specchio e quella che vidi mi sembrò un’altra persona. Quei capelli neri non erano i miei, non sembravo più me stessa. Fare una tinta per assomigliarLe non avrebbe risolto nessuno dei miei problemi, anzi me ne avrebbe causati altri: se i miei mi avessero vista in quelle condizioni avrebbero dato sicuramente di matto. Uscii dal bagno e mi diressi di soppiatto in camera dove tirai un sospiro di sollievo perché non mi aveva vista nessuno.
Avevo combinato proprio uno stupido pasticcio.
<< Argh! >>
Un urlo mi perforò le orecchie mentre cercavo il mio largo basco nero per coprire lo scempio che avevo fatto alla mia testa. Mi girai di scatto per vedere Alessandra guardarmi allibita.
<< Che cavolo hai fatto? >>
<< Era solo una prova >> borbottai nascondendo il misfatto sotto il cappello << Tanto tra qualche lavaggio si toglierà >>.
Lei rimase per un attimo a guardarmi con il capo inclinato da una parte e poi si avvicinò per sistemarmi una ciocca sfuggita dal cappello.
<< Grazie >>.
<< Se mamma ti vede così le prenderà un colpo >> disse ridacchiando.
Sospirai sedendomi sul letto: << Lo so >>.
<< Stasera vuoi andare conciata così alla festa di Christian? >> mi domandò Ale sedendosi accanto a me.
Annuii incerta e lei mi prese per mano. << Forza allora, sbrigati! Esci prima che tornino mamma e papà. Dopo avrai tutto il tempo che vuoi per farti mettere in punizione >>.
Le sorrisi raggiante e la stritolai in un abbraccio soffocante. Ero davvero fortunata avere una sorella maggiore come lei!
Mentre mi avvicinavo all’armadio per prendere i vestiti, la sua voce mi bloccò: << Però ti coprirò solo a una condizione… >> disse con uno sguardo strano.
<< Cos… no! >> risposi capendo a cosa alludeva << Non ho nessuna intenzione di mettermi il vestito che mi avete regalato tu e Claudia! >>.
<< Oh, e perché? >> domandò osservandosi le unghie della mano sinistra, facendo l’indifferente. Ormai sapeva di avermi in pugno, quella sorellastra ricattatrice!
<< Perché si! >> sbottai testarda << Insomma non è da me, è troppo… troppo elegante, ecco. No, quel vestito non me lo metto >> conclusi con decisione.
<< Peccato >> disse Alessandra con tono mellifluo << Questa sera i tuoi amici saranno tutti a divertirsi mentre tu sarai costretta in casa a sentire i rimproveri di nostra madre >>.
Le lanciai un’occhiata truce: << Che cos’hanno di male questi vestiti? >> sventolai quelli che avevo in mano.
Lei guardò con orrore i miei shorts di Jeans e la mia canottiera arcobaleno piena di paillette.
<< Stai scherzando, vero? >>
<< No >> risposi seria.
<< No vestito, no party >> cantilenò Ale.
<< Ok! Va bene, hai vinto! >> le concessi esasperata e lei sorrise trionfante << Però i tacchi non me li metto! >>.

Così andai alla festa di Christian con indosso lo stupido vestito che mia sorella, con l’aiuto della sua perfida gemella, mi avevano infilato a forza. Non era male, ma non era decisamente da me. Era senza spalline, con una morbida gonna corta e una fascia sotto il seno che lo stringeva facendolo apparire più grande. Con il trucco e le ballerine
rosa ai piedi sembravo una barbie. Argh! Il cappello dalla testa però non era riuscito a togliermelo nessuno.
<< Alba?! >> il festeggiato mi accolse con una faccia stupita << Sei… wow! >> esclamò osservando il mio corpo.
<< Grazie Chris! >> dissi seccata dandogli un pugno leggero sul braccio, poi gli porsi il mio regalo - un costoso profumo della Calvin Klein che avevo fatto insieme a Emma - e mi sporsi a dargli un bacio sulla guancia << Buon compleanno! >>.
Lui sorrise e dopo avermi ringraziato, mi fece entrare.
La sua casa era davvero grande dato che era costruita su due piani e aveva anche un giardino sul retro. La festa era già iniziata da qualche tempo: le torture delle mie due sorelle mi avevano fatto ritardare per più di una buona mezz’ora (eravamo riuscite a uscire appena in tempo prima che tornassero i nostri genitori). Nel salone c’erano già molte persone che ballavano seguendo il ritmo della canzone Waka Waka di Shakira.
Mi avvicinai al tavolo posto in un angolo della sala dove era sistemato il cibo e mentre mi rifornivo di pizzette, salutai molti dei miei amici.
<< Ehi Nana! >> mi salutò Ludovica quando la raggiunsi della parte delle bevande << Sei davvero bella stasera >> disse facendomi l’occhiolino mentre prendeva un bicchiere d’aranciata << Ma perché quel cappello? >>.
<< Ehm… storia complicata >> mi guardai intorno con una certa agitazione << Dove sono gli altri? >>
<< Mary è lì, vicino a Chris >>.
Ludo indicò un punto alla nostra destra e la vidi: era davvero bella nel suo corto vestito nero con la gonna vaporosa, i tacchi e i capelli neri (lucenti e non fintamente tinti) acconciati in tanti boccoli. Mi sentii ancora più stupida. Davvero avevo pensato che sarei riuscita ad assomigliarle? Sembravo solo una sua brutta copia riuscita male.
Io ero Alba Maggio e basta.
<< Invece Emma non è ancora arrivata e… Nicola, eccolo lì! Cè anche Flavio >>.
Cercai di ignorare la stretta alla stomaco che mi provocò quel nome e sgranocchiai una manciata di patatine.
Mi voltai per vedere i miei due amici. Flavio, per fortuna era girato: anche di schiena potevo vedere quanto fosse bello con i capelli ribelli sistemati con il gel e quella camicia bianca infilata nei Jeans scuri. Il mio sguardo si soffermò per un attimo sul suo fondoschiena e poi, quando lo rialzai scuotendo la testa per schiarirmi le idee, notai Nick guardarmi con la stessa espressione da pesce lesso che aveva fatto Chris all’inizio. Incontrai il suo familiare sguardo castano, adesso interrogativo, e lui s’indicò la testa in una muta domanda. Feci spallucce e mi allontanai prima che potesse chiamare un certo suo amico dai capelli rossicci vicino a lui per fargli notare la mia presenza. Non me la sentivo di affrontarlo. Ero ancora indecisa se scoppiargli a piangere davanti o mollargli un pugno sul naso.
...Oppure avrei potuto chiuderlo in uno stanzino e levargli quella camicia...
Zitti ormoni impazziti!

Rimasi a chiacchierare per qualche tempo con gli amici della squadra di calcio del festeggiato ma non potei resistere a lungo... Faceva davvero molto caldo quella serata! Salii al piano di sopra ed entrai nella camera di Chris. Dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno, mi sfilai il capello e scossi la testa lasciando che i capelli neri mi ricadessero sciolti sulle spalle. Rimasi lì, appoggiata al davanzale della finestra mentre il tiepido venticello serale mi accarezzava il volto.
All’improvviso la porta dietro di me si aprì di scatto e la mia migliore amica comparì sulla soglia.
<< Ecco dov… Alba?! >> mi guardò stralunata.
<< Emma >> fu l’unica cosa scema che riuscii a dire. Mi passai una mano tra i capelli in un gesto nervoso che a lei non sfuggì. << Ma… quando sei arrivata? >>
<< Adesso. Ti stavo cercando per il regalo di Chris… >>.
<< Gliel’ho già dato >>.
<< Che cavolo hai fatto ai capelli? >> domandò richiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi.
<< Avevo voglia di cambiare >> ribattei con voce decisa, come se la cosa mi fosse indifferente. Sperai che avesse creduto a quella bugia ma dal suo sguardo eloquente capii che non l’aveva bevuta.
<< Sì certo, come no! >> disse roteando gli occhi e poi aggiunse quasi mormorando tra sé e sé: << Invece scommetto che in questo cambiamento centra qualcuno >>.
Scossi con forza la testa e lei ridacchiò. Mi afferrò la mano e rimase a guardarla. << E che fine ha fatto lo smalto colorato che porti sempre? >> fece un melodrammatico sospiro << Vabbé adesso scendi giù con me e lascia qui quel brutto cappello! >>.
<< Ma… >>
<< Niente ma, nessuno noterà i capelli, sta tranquilla. Con questo vestito sei un vero schianto! Scommetto che sono state le tue sorelle, eh?! >> la sua allegra risata mi contagiò.
Quando scendemmo al piano di sotto la tranquilla festa che avevamo lasciato per qualche minuto era decisamente degenerata. Gli invitati si erano raddoppiati e quelli che prima erano sobri non lo erano più.
Cercai di sedermi su uno dei divanetti del salotto al riparo dalla luce ma un po’ perché erano stati tutti prontamente occupati da coppiette affette da sbaciucchiate acute, e un po’ perché Emma mi costrinse con le minacce a seguirla, mi ritrovai nel giardino dove molte persone si scatenavano a ritmo di musica. Per fortuna i genitori di Christian avevano avvertito il vicinato della festa, altrimenti chissà quante proteste gli sarebbero arrivate con tutto questo chiasso.
Vicino la porta finestra, cioè a pochi passi da noi, vidi comparire una testa dai capelli rossicci molto familiare, così trascinai Emma nell’angolo più lontano e meno illuminato del giardino.
Ballammo per chissà quanto tempo e per un po' riuscii anche a scordarmi dei miei problemi. A un tratto Emma scomparve, così mi ritrovai sola e mi scontrai contro un corpo. Delle braccia mi impedirono di cadere a terra e un forte profumo mi stordì, prima che potessi allontanarmi delle labbra catturarono le mie in un bacio passionale.
Sapevo che era tutto sbagliato ma non potei fare a meno di abbondarmi a lui.
Quando la mancanza di ossigeno ci costrinse a separarci incontrai gli occhi di Flavio e nel buio riuscii a leggere una leggera confusione nel suo sguardo appannato. Era davvero ubriaco. Probabilmente brillo com’era mi aveva scambiato per Mary…
<< Sei… sei bella… >>
Riuscii a stento a comprendere il suo mormorio strascicato prima che si riavvicinasse alle mie labbra. Il cuore aveva preso a battermi all’impazzata.
La voglia di mollargli un pugno sulla sua splendida faccia aveva per un attimo surclassato quella di piangere. Sì, prima avrei menato a lui e poi sarei andata a buttarmi da un ponte con la consapevolezza che quello che provavo per lui non era una semplice attrazione o cotta, mi ero definitivamente innamorata del mio migliore amico. Quell’appellativo non andava più bene per me.
Mentre la sua lingua s’intrecciava nuovamente alla mia sentii un enorme peso sul petto.
No.
Era sbagliato.
Io ero sbagliata.
Lui non stava baciando me ma la persona che credeva che fossi.
Lo allontanai e scappai prima che potesse dirmi qualcosa, prima che potesse capire davvero chi fossi e confermare quel pensiero che mi faceva tanto male.
Nicola m’intercettò appena rientrai in casa.
<< Alba che è successo? >> mi domandò preoccupato << Hai una faccia… >> aggiunse a mo’ di spiegazione.
<< Non mi sento tanto bene >> sussurrai.
<< Vuoi che chiamo qualcuno? Là fuori ho visto Flavio… >>.
<< No! >>.
A quel nome finalmente le lacrime che avevo trattenuto fino a oggi per quella situazione iniziarono a rigarmi il volto.
L’amore faceva davvero schifo!
Abbracciai il mio amico e mi confortai con il calore del suo petto mentre lui ricambiava la stretta senza un attimo di indecisione.
<< Non preoccuparti, adesso ci penso io a te >>.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lione94