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Autore: elyforgotten    12/12/2011    7 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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23 CAPITOLO

 

 Se le persone che amiamo ci vengono portate via, perché continuino a vivere, non dobbiamo mai smettere di amarle. Le case bruciano…le persone muoiono… ma il vero amore è per sempre.

 

Il mondo è spietato.

Alla fine l’unica persona su cui si può contare, è solo su se stessi.

Perché gli altri non potranno mai capire il dolore che uno sente, potranno sempre metterti una mano sulla spalla e dire “mi dispiace”, ma le loro sono sempre frasi di congettura. Appena le dicono, ti mollano, ti lasciano, sentendosi la coscienza a posto. Però il dolore che senti è sempre lì, in agguato… e la maggior parte delle volte lo devi affrontare da solo.

Non si può mai sapere, infatti, fino a che punto puoi fidarti di una persona… fino a che punto puoi confidarti, o sperare in un suo aiuto fedele e sincero.

Perché Briony in quei lunghi mesi non lo ricevette mai.

 

Il giorno prima aveva litigato duramente con Caroline. Non avevano mai litigato così, neanche quando erano ragazzine. Questa volta la situazione era nettamente sfuggita di mano.

La Blond-Girl era stufa dei continui tentativi vani della sorella maggiore di rintracciare Elijah. Non voleva capire che non c’era più speranza? Che si stava buttando via come uno straccio solo per un semplice amore perduto? Avrebbe addirittura rischiato la vita per contrastare Klaus e questo lei non lo avrebbe permesso.

“Non lo capisci?” le gridava Caroline “E’ tutto inutile, Elijah è andato!”

Briony la guardò ferita e le mormorò a bassa voce:

“Smettila Caroline…

“No smettila tu Briony! Smettila di cercare, smettila di sperare che ritorni, smettila e basta! Elijah se n’è andato, e non tornerà mai più…devi fartene una ragione”

Briony aveva sospirato amaramente guardando fuori dalla finestra. Quante volte aveva visto Elijah fare la stessa cosa. Mettersi dietro la finestra a guardare fuori con occhi amareggiati, freddi e inquisitori. Chiedendosi cosa ne sarebbe stato di lui per il resto della sua vita immortale.

Ma lui non c’era più.

Quella mancanza le trafiggeva il petto e il cuore, formandole un buco nell’anima che non si sarebbe mai più rimarginato.

Elijah era stata la prima persona in tutta la sua vita che l’aveva incuriosita, che l’aveva attratta in un modo così ambiguo…. E all’inizio ne aveva avuto paura.

Ma alla fine Elijah si era dimostrato un essere migliore più di quanto lui stesso credesse. Le sue virtù non lo facevano apparire perfetto o un eroe senza macchia e senza paura, ma soltanto un uomo. Con profondissimi sentimenti. Così riservato nel modo più seducente e di potere.

Poteva sembrare solo un’attrazione fisica all’inizio, ma non lo era.

Forse la prima cosa che aveva notato in lui era la sua bellezza regale e fiera, ma la parte morale e umana di lui era la parte che Briony amava di più.

Perché quando finalmente lui aveva rivelato il vero se stesso, il vero Elijah, non l’essere glaciale e spregevole che voleva tanto far credere, lei se ne era perdutamente innamorata.

Poiché lei non voleva far altro che questo... conoscerlo, abbassare la maschera che aveva intaccato il suo animo, sfidare a vicenda le proprie certezze e paure, schiacciare quella solitudine tetra che era tanto somigliante alla sua… il legame era tangibile, il più profondo che avesse mai instaurato con un’altra persona, sebbene appartenessero a due razze e mondi diversi.

Avevano tutti e due dei problemi e dei sentimenti repressi quando erano arrivati a Mystic Falls.

Lei aveva bisogno di lui, come lui aveva bisogno di lei.

Perché Caroline allora non riusciva a capirla? Perché non la supportava invece di scoraggiarla così?

“Io non lascerò mai perdere. Non rinuncerò mai a cercarlo.”

“Hai perso il lume della ragione Briony! Questa caccia spietata non ti porterà a niente! Niente!” urlò Caroline cercando di convincerla.

“E dovrei lasciar perdere così? Dimenticare tutto?? Smettere di amarlo? Come puoi pensare di capirmi se credi che io potrei davvero farlo dopo tutto ciò che ho provato?”

“Non posso stare qui a guardarti a braccia incrociata mentre tu diventi sempre di più una larva umana! Questa tua fissazione per Elijah ti sta distruggendo! Se papà fosse qui….”

Ma a quel nome Briony la interruppe subito e l’aggredì a parole:

“Oh santo cielo Caroline! Nostro padre ha la guerra nelle viscere, non starebbe ora a parlare come fai tu, ma andrebbe diritto al sodo! Cioè ucciderebbe il vampiro che ha rapito il cuore della sua povera figlia! Ah ma ucciderebbe anche te sai? Non sono l’unica che corre dei rischi, li corri anche tu se non stai attenta!”

Caroline ascoltò attentamente e deglutì spaventata:

“Devo dirti una cosa… ho chiamato papà.”

“Tu cosa??” Briony aveva la stessa espressione che aveva avuto John quando Damon gli aveva confessato di aver dato il suo sangue a Elena.

“Volevo farlo da tanto tempo ma non ne avevo mai il coraggio. Volevo affrontarlo dopo quella volta…. Ma ne ho avuto veramente l’occasione quando ti vedevo in questo stato. Spero che almeno lui ti faccia cambiare idea.”

“Tu gli hai detto di Elijah??” le urlò adirata e incredula.

La faccia colpevole di Caroline dimostrava tutto.

“Sei così stupida da avergli detto tutto? Dio Caroline, credevo che il tuo cervello sotto quei capelli biondi fosse maturato un po’! Che fossi cresciuta! Ma a quanto vedo la trasformazione non ha fermato solo la tua crescita fisica ma anche quella mentale!” Briony le stava urlando tutte quelle parole orribili ma non le pensava veramente. Era solo arrabbiata e ferita… perché si sentiva sola al mondo. Perché nessuna riusciva a capire il suo dolore.

“Qualcuno doveva pur prendere questa situazione in mano e io l’ho fatto!”

“Oh davvero? E pensi di aver risolto qualcosa chiamando nostro padre??” le chiese acida.

“Se mia madre ha capito quello che sono e mi ha accettata… lo farà anche papà.” Rispose quasi convinta.

E’ vero sua madre, lo sceriffo, aveva scoperto tutto grazie alla spia di Matt. All’inizio non aveva avuto una bella reazione perché si era sentita tradita e ingannata ma alla fine era riuscita ad accettare la nuova natura della figlia. Ma il padre non l’avrebbe mai fatto.

“Verrà prima la fine del mondo.” Rispose Briony in tono ironico.

“Spero che tu lo capisca che l’ho fatto per il tuo bene e per farti rinsavire.”

“No! L’hai fatto per il tuo! Hai pensato solo a te stessa perché non volevi sentirti messa da parte o disprezzata per quello che sei! Speri davvero che papà ti accolga a braccia aperte o che io segua il tuo consiglio? Andrà male in entrambi i casi, mi dispiace”

Dopo aver detto questo, Briony si girò e le voltò le spalle. La discussione era finita e non aveva più voglia di parlarle.

Caroline, capendo che la sorella era davvero arrabbiata con lei, se ne andò senza dire nient’altro.

La sorella maggiore aveva voglia di prendere a calci qualcosa, ma rimase ferma immobile in mezzo alla stanza pensando al casino che aveva combinato Caroline.

Chiamare il loro padre?? Non avrebbe mai trovato altra idea più stupida e letale!

Perché Bill poteva ritornare solo se lei o Caroline glielo chiedevano, così gli aveva ordinato Elijah. Ma lui non era un tipo pacifista e nemmeno sensibile; non avrebbe mai ascoltato Caroline e avrebbe continuato il suo piano da torturatore perverso.

Per non parlare di Elijah…. Chissà cosa le avrebbe gridato e come l’avrebbe convinta a lasciar perdere.

Ma lui non ci sarebbe mai riuscito, neanche se la frustava l’avrebbe convinta.

Briony uscì per prendere una boccata d’aria e andò nel solo luogo in cui non si sentiva esclusa o rifiutata.

 

Briony posò dei fiori freschi nella tomba di John Gilbert e di Jenna Sommers, e si sedette accanto a loro.

Anche se loro non potevano parlarle, lei sapeva che loro la stavano ascoltando e la sostenevano. Solo lì in quel luogo di morte e disperazione, riusciva a sentirsi libera e serena. Almeno in quel momento...

Le scesero delle lacrime sul viso, sfociate raramente nonostante il terribile dolore in quel tempo, e incominciò a parlare con loro.

Chiedeva perché andasse tutto storto. Perché nessuno riusciva a capirla.

Ormai non c’erano più speranze.

Damon, Elena e Alaric erano andati in alcuni luoghi dove si era recato anche Stefan con Klaus ma non ne avevano ricavato niente. Erano addirittura andati a Chicago e Elena era riuscita a parlare con Stefan. Ma non era andata bene purtroppo. Lui le aveva gridato che non voleva più vederla e che quella parte della sua vita con lei era finita.

Ovviamente erano tutte bugie per difenderla da Klaus, però Elena era tornata a casa a mani vuote e più depressa di prima.

La presa di Klaus su Stefan era molto forte perché in un colpo solo avrebbe potuto uccidere tutti e ne aveva la forza.

Briony posò la guancia bagnata dalle lacrime sulla lapide di John, e chiese a bassa voce di suggerirle qualche suo piano diabolico e geniale per fermare Klaus. Sicuramente se fosse stato vivo, lui l’avrebbe aiutata ad annientarlo… e a proteggere Elena.

Da sola non poteva fare tutto.

Maledisse Klaus per quello che aveva fatto.

Lui li aveva uccisi. Lui aveva ammazzato i suoi unici amici che aveva.

E avrebbe pagato caro anche per questo.

“Giuro su Dio che vi vendicherò. Anche se dovesse costarmi la vita lo farò. Non gli lascerò scampo!” disse Briony adirata mentre le lacrime scendevano sulle tombe grigie dei suoi amici scomparsi.

Ormai era scesa la notte e pensò che era meglio tornare a casa. Il cimitero non era un luogo così sicuro di notte.

Dopo aver guardato tristemente le tombe dei suoi amici, Briony si diresse verso casa.

Ma come le altre volte si sentiva seguita… era una sensazione strana e terribile. Però ogni volta che si girava non c’era nessuno. Niente.

Lei tuttavia riusciva comunque a percepire una presenza che la seguiva, che la osservava nell’oscurità.

Ne era sicura come adesso.

Anche questa volta si girò e guardò indietro allungando il collo, ma non c’era anima viva.

Chiuse bene a chiave la porta di casa e andò a letto.

Sola.

Con la sola compagnia delle lacrime che bagnarono il cuscino.

 

Il mattino dopo Briony fu svegliata di soprassalto da dei forti pugni sulla porta. Qualcuno stava bussando in un modo così violento che avrebbe svegliato tutto il vicinato.

Lei sapeva benissimo chi fosse.

Dalla potenza dei colpi poteva essere solo il padre.

Deglutì spaventata.

Sicuramente era venuto lì a dirgliene quattro riguardo a Elijah e a farsi dare una spiegazione esauriente per quello che era successo; i colpi aumentavano e Briony sperava che non avesse la chiave.

Andò giù titubante e ascoltò i colpi che non cessavano di battere la porta.

Era terribilmente spaventata e impaurita.

<< Questa volta mi ammazza. >> Pensò terrorizzata.

Non era mai scappata prima d’ora, aveva sempre affrontato le situazioni a testa alta, ma questa volta Briony uscì dalla porta della cantina in fretta e furia e mise in moto la macchina.

Calcolando la lentezza del garage mentre si apriva, Briony  pensò che il padre avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungerla e fermarla, ma pregò Dio che lui non se ne accorgesse.

Per fortuna quando il garage si aprì completamente, lui non c’era pronto ad aspettarla e a riempirla di botte.

Inserì subito la seconda di marcia, il motore imprecò per lo sforzo e diede a tutto gas uscendo dal cortile, mentre il padre, accortosi dell’inganno cercava di correrle dietro urlando chissà quali diavolerie, ma alla fine rinunciò e si fermò in mezzo alla strada.

Briony cominciò a respirare normalmente quando sentì di essere al sicuro. Guidò per il paese per ore non sapendo dove andare, poichè Bill poteva rintracciarla dovunque.

Si sentì una stupida pensando di aver così paura del padre ma era una reazione plausibile, in fondo Bill nel Club dei cacciatori era conosciuto come “Il nazista anti vampiro” e non erano cose su cui scherzare.

<< Chissà se ha già parlato con Caroline… >> Pensò titubante e il termine “parlare” non era proprio esatto, visto che stava già pensando al peggio.

Andò a casa di Elena pensando che almeno lì per il momento poteva sentirsi al sicuro.

Elena, vedendo il volto sbiancato e terrorizzato di Briony, la fece entrare subito chiedendole cosa fosse successo.

Briony le spiegò tutto in pochi minuti e anche Elena sbiancò, visto che nemmeno lei sapeva dell’arrivo di Bill.

“Caroline ha avuto la brillante idea di chiamare nostro padre.”

“Ma scusa Elijah non gli aveva proibito di tornare?”

“Solo nel caso in cui una di noi due l’avesse richiamato… e ora è qui Elena. Me lo sono ritrovato dietro la porta di casa e per la prima volta ho avuto una paura terribile e sono scappata via di corsa con la macchina.”

Elena sorrise pensando a come si fosse defilata a tutto gas per sfuggire all’ira di Bill, ma ritornò seria:

“Pensi davvero che vi farebbe del male..? Voi siete le sue figlie..”

“Dopo quello che ho visto posso pensare di tutto”

All’improvviso il cellulare di Elena vibrò. Era Caroline.

“Care? Stai bene? Briony mi ha raccontato tutto!” disse Elena mettendo il vivavoce.

“Si sto bene… ho parlato a lungo con mio padre. E Elena non ci crederai ma lui mi ha ascoltata senza interrompermi, mi ha detto che gli dispiaceva per quello che mi aveva fatto ma pensava che fosse per il mio bene, così lui non mi avrebbe uccisa… L’ho trovato davvero sincero.”

Briony rise sotto i baffi.

“Papà si è scusato??” chiese incredula.

Briony? Ci sei anche tu?” domandò Caroline che non si era accorta del vivavoce.

“Scusami sorellina ma dai colpi che infieriva sulla mia porta non penso che nostro padre sia di buon umore… l’hai per caso soggiogato?”

“No non ce n’era bisogno… era davvero dispiaciuto per quello che mi aveva fatto.”

“E riguardo a quell’altra cosa…?” chiese titubante.

“Ha detto che ne avrebbe parlato con te”

“Ah be è così… con te fa il buono paparino e con me diventa una specie di killer.” rispose in tono ironico.

Caroline sospirò e disse:

“Vengo da voi ora.”

 

Dopo una mezz’oretta Caroline bussò alla porta. Ma non era sola.

Bill entrò senza neanche essere invitato.

Briony, dopo aver scorto il viso del padre che la stava fissando per nulla impietosito, quasi si soffocò con l’acqua che stava bevendo e indietreggiò spaventata, lanciando un’occhiataccia a Caroline.

Figliola… voglio solo parlare con te” disse Bill avvicinandosi piano.

“Davvero?” rispose pensierosa, cercando fuggiasca un’altra uscita secondaria in casa Gilbert.

“Non ti farò del male. Voglio solo parlare” mormorò lui piano con gentilezza.

Briony sospirò e si arrese:

“Dimmi allora”

“Ho già parlato con tua sorella di quello che è successo… mi dispiace ma mi sembrava l’unico modo per aiutarla…

“Non si può aiutarla, soprattutto in quel modo. Ormai è così.”

“Non posso dire che la situazione mi piaccia anzi penso che cambierà per sempre le nostre vite. Ma Caroline mi ha detto che non fa del male alle persone e le credo… anche se non penso che potrò mai accettarlo…” rispose scuotendo la testa.

“Mi dispiace…” sussurrò Caroline debolmente.

“Tua sorella mi ha anche parlato del vampiro che stai cercando…

Briony lo guardò negli occhi sospettosa. Ovviamente era questo il discorso dove voleva andare a parare. Per Caroline ormai non poteva più fare niente, ma per lei…

“Possiamo parlare in privato?” chiese Bill guardando sia Elena sia Caroline. Le due titubanti lasciarono la stanza, sperando che andasse tutto bene.

Quando furono rimasti soli, Briony lo guardò sprezzante:

“Cosa ti sei portato per punirmi? Una motosega? Una spada?”

“Non scherzare… non potrei mai farti del male. Ma sono preoccupato, Briony. Caroline mi ha detto che non sei più tu da quando hai conosciuto quel vampiro. Però posso aiutarti, sono sicuro che ti ha soggiogato… quel bastardo deve averti impresso il suo potere … è Un Originario e ci si può aspettare di tutto.” rispose duramente chiudendo i pugni della mano.

“No papà... Non sono mai stata soggiogata, quello che ho provato e che provo ancora è reale.” Rispose lei sincera e senza remore.

Il viso di Bill cambiò repentinamente. Prima cercava di apparire sereno e calmo ma adesso il suo volto si stava gonfiando dall’ira e dalla rabbia. Quegli occhi terrificanti sputavano sangue e veleno.

“Non è possibile. Mia figlia non può amare un vampiro! Soprattutto un Originario, il peggiore di tutti! No no, devi esserci una spiegazione per forza…” gridò in preda alla collera.

“So che per te è incomprensibile da capire ma non serve trovare una spiegazione razionale per queste cose, papà.” Rispose lei semplicemente.

Lui la guardò negli occhi inferocito:

“Quindi vuoi dirmi che è vero? Che ami un vampiro e stai rischiando la tua vita per rintracciarlo??” Ormai Bill non aveva più ossigeno nei polmoni dallo sforzo che faceva mentre urlava.

Ma niente lo deluse di più del volto colpevole della figlia.

Quella stupida si era innamorata di un vampiro… proprio lei!

Bill si sentì beffato e un’ondata di sangue gli montò alla testa. Perse il controllo e all’improvviso le diede uno schiaffo così forte da farla capitolare per terra. Briony stramazzò senza un grido.

“Non ho cresciuto una figlia per farla innamorare di un vampiro come una stupida senza cervello! Ascoltami bene signorina, se non ti fermerai tu di tua spontanea volontà e deciderai di lasciar perdere, bene; se no ci penserò io stesso a farti ritornare a posto il cervello, che si è completamente fottuto!” le gridò Bill avvicinandosi a lei pericolosamente.

“E cosa farai sentiamo? Mi riempirai di botte fino a quando non cederò?” gli domandò cercando di fermare il sangue che scorgeva dalla bocca. Restava per terra, debole, ma cercando di fronteggiare il padre. Per tutta la vita lui le aveva imposto il suo stile di vita e i suoi principi. Anche adesso.

“Ti ho cresciuto bene Briony, non farmi rimpiangere tutto il lavoro svolto; non ti permetterò di andare avanti in questa folle tresca amorosa!”

Papà…” sussurrò lei debolmente alzandosi “Tu non lo conosci. Non è come gli altri vampiri che hai cacciato e ucciso… lui…” Lui è Elijah, avrebbe voluto dire, ma come spiegare questa consapevolezza dei fatti a uno sconosciuto? “Renditi conto che non potrei provare ciò che sento senza un buon motivo. Non sto vaneggiando o sotto un incantesimo. Non potrei andar avanti su questa strada senza essere convinta di ciò che ho visto. Ti prego di prendere almeno in considerazione questo perché non puoi giudicare senza prima esserti messo nei miei panni. E potrai trovarlo inconcepibile ma io sono tua figlia e quella persona, lui, mi ama.” Esclamò l’ultima parola con una sincerità commovente, decisa e piena di verità, sperando di convincerlo così della sua buona fede.

Ma questo fece imbufalire Bill ancora di più e fu quasi sul punto di darle un altro schiaffo.

“Non devi neanche pronunciare quella parola… è della tua vita che stiamo parlando! Hai intenzione di buttarti via così? Di dire addio al brillante futuro che il destino aveva in serbo per te?” le urlò adirato.

Briony gli rise allora in faccia:

“E quale futuro? Rintanata a Seattle con la paura costante di essere aggredita da un vampiro? Papà io ora sto bene! Ho superato le mie paure! Non credi che anche io abbia avuto paura, che non avessi delle reticenze ad avvicinarmi ai vampiri dopo quello che era successo…? Ma ho capito che in fondo… ho superato delle barriere che tu con i tuoi paraocchi non puoi neanche immaginare, ho intrapreso delle esperienze con la razza che tu odi che mai mi sarei aspettata di definire incredibili, a tal punto da farmi scoppiare il cuore, e del tutto umane. Sì, papà ecco la parola che non vuoi sentire e che hai sempre negato riguardo a loro… ma io ho visto che alcuni di loro possono esserlo, che possono offrire qualcosa di assolutamente bellissimo e senza eguali…Briony scuoteva ininterrottamente la testa con gli occhi lucidi, come se il suo animo stesse andando a sbattere contro la colonna che rappresentava gli ideali del padre e che il suo corpo cercava in tutti i modi di sfondare. “E con me è successo proprio con lui. Non ti chiedo di smettere di essere un cacciatore ma di..”

“No no, ho ascoltato anche troppo delle tue blasfemie!” gridò incollerito Bill alzando il braccio. “Tutto ciò che dici è surreale, renditi conto tu di questo. Non siamo nel mondo delle favole. E in questa realtà gli umani stanno contro i vampiri! Spero che il tuo cervello rinsavisca Briony. Ho accettato il fatto che tu non volessi diventare una di noi ma questo… non lo posso accettare! Mia figlia non starà con un Originario! Lo ucciderò io stesso prima che tu lo trovi!!” gridò Bill fuori di sé.

Il suo orgoglio di cacciatore era ferito. Non c’era niente di più meschino che avere all’interno della famiglia uno scemo che si faceva incantare dal fascino dei vampiri…

Briony strabuzzò gli occhi terrorizzata.

“Non ce la farai…” rispose decisa.

“Quando uno è dettato dalla disperazione può fare qualunque cosa. E se non mi obbedirai…” Lasciò la frase in sospeso, convinto che lei avesse capito e si girò pronto ad andarsene.

Fu fermato dalle grida di Briony che, giunta a quel punto senza arrivo e ritorno, decise di sfogare tutto ciò che aveva represso e lasciar impresse quelle parole su tutto ciò che le era attorno:

“Sei un mostro papà! Sei un irascibile, dittatore, testardo che pretende sempre di dettar legge sulla vita altrui! Ma sai che ti dico? Basta ora. Sono tua figlia, non una tua creatura a tuo viso e somiglianza, anche se lo vorresti! Parli tanto dei vampiri, che non possiedono più un’anima, che sono delle bestie! Ma qui l’unico mostro sei tu!”

Dopo aver dato sfogo alla sua frustrazione, Briony lo guardò un’ultima volta in maniera dura, senza rimorsi, e salì le scale in fretta rintanandosi in camera di Jenna. Cercando grigia solitudine.

Bill nel frattempo aveva ascoltato attentamente ma non diede peso alle parole dure della figlia. Prima o poi lei avrebbe capito la verità, come stavano veramente le cose…

Sapeva che era difficile, soprattutto perché Briony non era così forte come aveva sempre pensato. Ma la situazione stava degenerando… innamorata di un vampiro?? Non conosceva una punizione peggiore. Però presto tutto sarebbe cambiato… quando avrebbe scoperto la verità. E allora…

Ripose la sua fiducia e la speranza proprio su quello.

 

La notizia che Bill Forbes era tornato arrivò alle orecchie di Damon Salvatore, che non si tranquillizzò per niente pensando che quel pazzo torturatore fosse in giro a Mystic Falls.

Non poteva di certo star lì con le mani in mano perché quell’uomo era una bomba a orologeria pronto a esplodere.

E se non fosse tornato dove era venuto con le buone, ci avrebbe pensato lui stesso.

 

 

Quella sera Caroline incontrò sua sorella nel giardino della casa dei Lockwood per parlare del padre e chiedere cosa fosse successo in sua assenza.

“Te lo spiegherò in poche parole… Nostro padre è completamente fuori di testa.”

Caroline la guardò preoccupata chiedendole cosa era accaduto.

“Semplicemente lui odia i vampiri con tutto se stesso! Ce l’ha nel sangue e non può cambiare! Se pensi che lui ti abbia accettata, sei fuori strada…

Caroline la fissò dispiaciuta e rispose:

“Invece lui non mi farà più del male… l’ho visto nei suoi occhi, Briony: quanto gli dispiaceva per quello che mi aveva fatto.”

“Forse è vero, qualunque padre dovrebbe sentirsi così. Ma non lo voglio qui… voglio che se ne vada.”

“Non puoi scappare da lui per sempre Briony.”

Briony sospirò ma non rispose. Avere vicino il padre non le metteva per niente serenità né tranquillità, soprattutto dopo quello che aveva detto.

Se Bill diceva una cosa, la metteva in atto.

E ora lei doveva pensare pure alle manie anti-vampiresche di suo padre. Prima o poi il cervello le sarebbe scoppiato. Così come prima aveva fatto il cuore.

 

Damon Salvatore trovò Bill Forbes a casa Lockwood e gli chiese se potevano parlare in privato.

“Bene bene. Il papà persecutore è tornato” esclamò divertito chiudendo la porta.

“E tu dovresti essere Damon Salvatore. Il capo del consiglio nonché vampiro centenario. Il consiglio deve essersi proprio rimbecillito per non aver scoperto chi tu fossi veramente. Ma ora le cose sono cambiate”

“No, le farò cambiare io. A partire da te!” Damon gli prese la testa con ferocia fra le mani e lo guardò negli occhi.

“Ti dimenticherai tutto. Te ne andrai da questa città e non tornerai mai più” Lo stava chiaramente soggiogando, ma Bill non faceva una piega.

Che avesse preso la verbena?

“Ok cowboy. Aspettiamo qualche ora e ti rispedirò da dove sei venuto”

“Non funzionerà” rispose l’uomo deciso.

“Come?”

“Non puoi soggiogarmi. Mi sono addestrato per decenni per avere il pieno possesso della mia mente. Non prendo verbena perché è la mia testa che mi protegge da voi.”

Damon gli sorrise diabolico.

“Lo vedremo”

“Sai se magari usassi anche tu quel poco di cervello che ti è rimasto, forse le mie figlie non si troverebbero in questa situazione.”

“E tu sai invece che ho altri modi per fartela pagare oltre il soggiogamento?”

Damon lo morse nel collo con avidità e Bill cercò di resistere ma il vampiro era molto più forte di lui. Sembrava stesse per cedere quando arrivò Caroline in sua difesa e spinse Damon contro la parete per liberare il padre.

Poi lei si morse il polso per dare il suo sangue a Bill, così la ferita sarebbe guarita.

“No, non lo voglio” rispose lui disgustato arretrando di qualche passo.

“Non fare il bambino!” Rispose decisa Caroline mettendogli a forza il polso nella bocca per farlo bere.

“Hai scelto il momento sbagliato per fare a botte” disse Damon rialzandosi.

“Vattene Damon” rispose Caroline senza neanche guardarlo.

Ma lui non ne aveva minimamente intenzione e passò al contrattacco,  buttando Caroline sopra a un tavolo e la prese per la gola:

“Sono più forte di te ragazzina”

“Sì ma io sono più incazzata!” Caroline respinse il colpo e gli diede una grossa testata, che lo fece vacillare di sorpresa, e approfittò di quel momento per portare via il padre.

Anche Briony entrò in casa in quel momento e domandò paralizzata cosa stesse succedendo.

“Damon mi ha attaccato” disse Bill allo stremo delle forze.

“Che?” chiese shockata Briony andando subito da Damon a passi spediti.

“Cosa credi di fare? Me la vedo io con mio padre, tu devi stare al tuo posto!” gli gridò entrando nella stanza dove si trovava il vampiro.

“Ma tu guarda… e io che pensavo di sistemare le cose.” Rispose lui sorridendole in maniera maligna e mettendosi a posto la giacca.

“Non le sistemerai uccidendolo! E perché non l’hai semplicemente soggiogato?”

“Dice che non posso farlo… che ha una specie di copertura mentale.”

Lei lo guardò allibita.

“Cosa? E’ impossibile. Elijah lo ha soggiogato quella volta..”

“Lui era un Originario.”

“Ad ogni modo ci penserò io alla mia famiglia! Tu non devi entrare nelle nostre questioni private, se c’è qualche problema vieni prima a dirlo a me! Non puoi comportarti così come un forsennato!”

Damon sbuffò infastidito:

“Fate come vi pare. Se lui creerà dei problemi sarà solo colpa vostra.”

“Infatti ci penserò io. Tu pensa solo a trovare Stefan.”

 

Dopo aver detto questo, Briony uscì per andare da Caroline, che stava sorreggendo il padre.

“Come sta?”  chiese guardando la sorella.

“Si sta riprendendo. Gli ho dato il mio sangue”

Briony guardò incredula il padre perché non avrebbe mai pensato che acconsentisse.

“Quel tipo è pazzo.” Sussurrò suo padre aprendo gli occhi.

“Non condivido il modo in cui ti ha aggredito perché non aveva il diritto di farlo. Ma su una cosa ha ragione. Devi andartene papà, nessuno ti vuole qui.”

Briony…” Caroline cercò di fermarla ma lei continuò.

“Ce la possiamo cavare anche senza di te. Se tu resti… io non ce la farò a restare serena e tranquilla. Mi creerai solo problemi papà.” Disse sconsolata e senza forze ormai.

“Non lascerò le mie figlie nelle mani di quei cretini del consiglio.” Rispose lui deciso.

La figlia maggiore si inginocchiò davanti a lui e gli disse dolcemente:

“Lo possiamo gestire papà… ce l’abbiamo sempre fatta anche nel peggiore dei casi. E Caroline ora sta bene. Sta imparando a convivere con la sua natura ma se tu resti qui… noi non potremo vivere in pace se prima tu non cambi atteggiamento.”

“Non posso lasciarvi sole.”

“Se tu ci vuoi bene, lo farai. Noi dobbiamo seguire la nostra strada, papà! Che tu lo voglia oppure no. Se avremo bisogno in futuro, ti chiameremo va bene? Ma ti prego basta con le solite farneticazioni sull’uccidere vampiri, che sono il male del mondo eccetera eccetera. Non capisci che con noi sei terribilmente fuori luogo e di cattivo gusto? Ti prego… non ti voglio negare i tuoi diritti di padre, né tantomeno morto… ma non costringermi di sottostare alla situazione che tu vuoi crearmi intorno…

Bill la guardò allora in viso sinceramente colpito, come se solo ora fosse riuscito a capire il problema emotivo della figlia, la sua frustrazione. Ma cosa poteva fare lui altrimenti? Proprio perché le voleva bene, che doveva farle aprire gli occhi.

Ma ora mentre guardava il volto sconfortato della figlia che aveva sempre protetto, pensò umanamente che credeva di ricevere solo il suo odio e disprezzo dopo quel giorno e invece con quelle parole lei risultava una persona migliore di lui. Ancora una volta.

Però non poteva lasciar perdere…

“Non credere che cambierò idea sul tuo vampiro. Non voglio che tu stia con lui. Tu sei mia figlia!”

“Ma sono grande ormai per decidere da sola. E se non vuoi farlo per me, farlo per lei.” Disse rivolgendosi a Caroline “Non credo che a mia sorella faccia bene la tua presenza dopo quello che le hai fatto.”

Bill non osò replicare sentendosi colpevole, e anche Caroline restò zitta con sguardo visibilmente afflitto.

Briony sospirando se ne andò da casa Lockwood con la testa in panne. Finalmente aveva detto quello che pensava al padre e sperò che lui avesse recepito il messaggio.

Non voleva fargli del male ma per tutti era meglio che se ne andasse, perché avrebbe creato solo problemi e non le avrebbe fatto bene. Come erano cambiate le cose da quando era bambina… un tempo era molto più semplice, anche se non aveva mai avuto sua madre al suo fianco. Nonostante alcune difficoltà aveva avuto un’infanzia come tutte le altre… sebbene se lei sentisse sempre un buco scavarle nel petto nel ripensarci…

Briony camminò nel giardino dei Lockwood, cercando di svuotare la mente da quei pensieri tortuosi, ma ancora una volta sentì una presenza alla sue spalle, questa volta più nitida. Sentiva il vento freddo sfiorarle i capelli e tremò pensando che ci fosse qualcuno di pericoloso dietro di lei.

Facendosi coraggio si girò prontamente, ma come al solito non c’era nessuno… Non poteva essere diventata pazza, era sicura che ci fosse qualcuno.

Quand’ecco che si girò e si ritrovò davanti a lei, faccia a faccia, una donna.

Non l’aveva mai vista prima d’ora e aveva un aspetto inquietante al chiaro di luna: aveva i capelli neri lunghi e gli occhi scuri. Era molto alta, sul metro e 75 e aveva la pelle abbronzata.

Briony deglutì pensando che fosse un vampiro, ma la donna misteriosa parlò per prima scandendo bene le parole: “Ciao Briony.”

Lei sussultò stando all’erta. “Come sai il mio nome? Chi sei?”

“E’ inutile che cerchi nella borsa il tuo paletto di legno, Briony. Non sono un vampiro se è questo che vuoi sapere”

Stranamente il suo tempismo e la sincerità di quelle parole la convinsero, e Briony lasciò andare la mano nella borsa. Ma era comunque reticente riguardo a quella misteriosa donna. Cosa voleva da lei?

“Perché mi segui? Sei una schiavetta di Klaus?”

Lei sorrise:

“Tutt’altro. Sono qui per aiutarti; sono un’amica di tua madre”

Briony la guardò sorpresa e scoppiò a ridere.

“Oggi è la giornata della rimpatriata familiare! E cosa vorrebbe da me mia madre?? Sono anni che non la sento”

“Ma non passa giorno che lei non pensi a te” rispose la donna tristemente.

“Si è sempre disinteressata a me in questi anni e non riesco a capire il perché si faccia viva proprio ora” In realtà Briony sospettava benissimo il motivo per cui si rifaceva viva. Forse anche lei voleva farle la ramanzina su Elijah.

Non ne aveva avute abbastanza?

“Lei non è qui. Sono venuta di mia spontanea volontà, per offrirti il mio aiuto.”

“Ah si? E dovrei crederti? Potresti essere un’alleata di Klaus venuta qui per fregarmi, cosa ne posso sapere io se tu sei sincera o no?” rispose Briony sospettosa.

“Non ti posso dare delle prove concrete Briony, ma ti posso giurare che io non ho nulla a che fare col fratello dell’uomo che ami.” Rispose la donna con uno strano tono.

Briony indietreggiò guardinga.

“Tu sai troppe cose per i miei gusti, mentre io non so niente di te.”

“Possiamo parlarne a casa tua se vuoi.” Mormorò in tono innocente.

“Invitarti a casa mia? Non sono stupida!” disse non ancora convinta che lei non fosse un vampiro.

“Non ho mai detto questo. Se vuoi ci possiamo vedere in un semplice bar domani mattina. Credimi voglio solo aiutarti.” Rispose la donna guardandola profondamente negli occhi. I suoi occhi erano così convincenti che quasi Briony non riuscì a sostenerli.

La ragazza le chiese a bassa voce:

“Chi sei tu?”

La donna misteriosa sorrise agghiacciante e allargò le braccia mormorando parole senza senso. All’improvviso comparve un cerchio di fuoco spaventoso che stava per inghiottirle, ma prima che accadesse lei abbassò le braccia e magicamente il fuoco si spense da solo.

“Credo che tu l’abbia capito” rispose sorridendole innocentemente.

Una strega. Ovviamente.

Briony era rimasta senza parole e non osava dire niente. Da quando sua madre frequentava delle streghe? Era sempre stata una tipa solitaria e non incline a fare amicizia.

“Mi farò viva io” rispose la strega dileguandosi nel nulla.

Lasciando Briony più confusa che mai.

E il buco iniziava a spaccarla… ricolmo da bruttissime sensazioni.

 

 

Intanto a casa Lockwood era arrivata pure Elena per fronteggiare Damon. Non poteva comportarsi come un pazzo e fare finta che non fosse successo niente. Prima aveva ammazzato Alaric, anche se aveva l’anello ed era resuscitato, ma comunque non avrebbe dovuto farlo. E ora aveva tentato di uccidere il padre di Caroline. Doveva dargli una calmata e subito.

“Damon perché ti comporti così? Non puoi farlo, non ora, non con me vicino!” Gli Urlò Elena ferita.

“Elena ora smettila! Io non sono Stefan, io non potrò mai essere come lui. Io sono così” gridò lui infericito.

“Beh dovresti cambiare atteggiamento”

“E tu che mi dici Elena? Che stai ingannando Briony in quel modo… proprio tu che ti definisci l’eroina dell’amore!” rispose lui sorridendo come una canaglia.

Lei deglutì sentendosi in colpa.

“Sto solo facendo quello che è giusto….”

“Vallo a dire a Briony allora!”

“Non glielo dirai spero…

“Se mi va… dopo come mi avete trattato dovresti aspettartelo!” rispose diabolico.

“No Damon. No!”

Ma ormai anche Damon era sparito. E quando Damon era incazzato poteva fare di tutto.

 

 

Il giorno dopo Briony ricevette una chiamata dalla sorella che le diceva che il padre aveva acconsentito a partire subito per il bene di tutti, ma chiedeva solo di dire addio alle figlie.

Briony non si sarebbe mai aspettata che il padre accettasse così senza fare storie e si vestì in fretta.

Incontrarono Bill nel centro della città che stava per prendere un taxi.

Si avvicinò lentamente alla figlia minore e l’abbracciò forte, chiedendole di nuovo scusa.

Caroline stava piangendo e disse che ormai era tutto passato, che lo perdonava.

Quando arrivò il momento di Briony, Bill restò un attimo a fissarla indeciso sul da farsi.

Anche lei lo guardava immobile, non volendo fare la prima mossa.

“Figliola, spero che tu abbia capito quello che ti ho detto. Stai percorrendo una strada pericolosa e che ti costerà caro… non è quello che volevo per te.”

Briony si morse le labbra senza replicare.

Bill guardò entrambe le figlie e sorrise:

“Non è un addio questo. Ritornerò quando avrete bisogno di me. Sono vostro padre e per voi ci sarò sempre.”

Caroline tratteneva a stento le lacrime per il genitore, mentre Briony era rimasta fredda come il ghiaccio.

Bill si avvicinò alla figlia maggiore e l’abbracciò prima di salire in macchina; lei non se l’aspettava visto che il padre non era un tipo molto caloroso ma comunque ricambiò l’abbraccio in modo un po’ goffo.

Come le aveva detto Elijah tempo fa, la famiglia è la cosa più importante per ognuno di noi, anche se ti ferisce, anche se ti fa star male più di ogni altra cosa. Ma alla fine non ti abbandona mai.

Ovviamente c’erano delle eccezioni come nel caso di Klaus e di sua madre.

Ma all’improvviso la stretta del padre si fece più dura e micidiale, allora Briony cercò di guardarlo in faccia in maniera interrogativa e confusa, tuttavia lui si avvicinò fulmineo al suo orecchio. Aveva una voce terrificante e diabolica.

“Non credere che lascerò perdere la tua storiella folle con quel vampiro. Non ti permetterò di buttare la tua vita così, anche se mi implorerai di non farlo. Ricordati, non puoi sfuggire al tuo destino Briony.”

La mora restò a bocca aperta e non rispose, paralizzata da quelle parole così dure.

Con un sorrisetto lui si staccò da lei e si precipitò per andare dentro al taxi.

Briony non disse nulla per non turbare Caroline ma era rimasta profondamente ferita: suo padre non perdeva tempo per denigrarla e ordinarle cosa fare.

E ancora con quella storia del destino! Che se lo ficcasse in quel posto il destino!

Adirata non guardò neanche in faccia il padre mentre si girava verso Caroline, la quale lo aveva chiamato dicendogli che sarebbe stata bene, che la sua vita da vampiro non l’avrebbe cambiata.

Lui la guardò sinceramente dispiaciuto ma le rispose:

“Non starai mai bene.”

E così Bill Forbes entrò nel taxi e se ne andò da Mystic Falls, lasciando dietro di sé una scia di ghiaia e fumo.

Briony, mormorando qualcosa d’incomprensibile, si girò dall’altra parte. Sapeva che prima o poi sarebbe ritornato…. Per sua sfortuna.

“Sei contenta ora?” le domandò ad un tratto Caroline adirata.

Briony si girò non capendo perché fosse arrabbiata proprio con lei.

“Come dici?”

“L’hai spinto tu ad andarsene! Poteva rimanere e rimediare a quello che aveva fatto!” le urlò Caroline frustrata.

“E come? Ordinandoci cosa fare per il resto della nostra vita? Nostro padre non è mai stato un tipo a posto Caroline e l’hai provato sulla tua pelle” replicò Briony.

“Tutti noi commettiamo degli sbagli…

Briony non voleva dirle della chiacchierata “amichevole” che lei e il padre avevano appena fatto, per paura di ferirla e di farle vedere chi in realtà fosse suo padre.

Così disse solo:

“E’ meglio così fidati. L’ho fatto per il tuo bene, così non ti saresti ritrovata un’altra volta in una camera oscura delle torture”

Caroline la guardò con le lacrime agli occhi.

“Stai mentendo anche tu Briony. Lo hai fatto solo per te stessa invece! Così papà non ti avrebbe rotto le uova nel paniere nel tentativo di cercare Elijah!”

Lei le sorrise agghiacciante. Fredda.

“E’ vero. Lo ammetto. Principalmente l’ho fatto per me stessa perché non mi sento a mio agio con lui vicino.”

Poi il suo tono si addolcì nell’avvicinarsi alla sorella: “Ma nonostante tutto ho pensato anche a te Caroline. Io penso sempre al tuo bene.”

“Sì come no. Portandomi via mio padre come se fosse un farabutto o un criminale?”

Il sangue le arrivò alla testa e Briony non resistette più.

“Senti Caroline, tu non hai mai vissuto con lui perché tua madre l’ha mollato subito visto che si è accorta che non aveva tutte le rotelle a posto; mentre io ho vissuto con Bill per 18 anni. So come è fatto e non è un padre di cui vantarsi! Se vuoi stare con lui, parti e inseguilo!” rispose acidamente e senza un minimo di rimpianto.

Caroline la guardò paralizzata dalla sorpresa e scosse poi la testa.

“Non mi ero accorta che l’animo ti si fosse indurito fino a questo punto.”

Dopo di che se ne andò lasciando Briony a sbollire la rabbia.

<< Ma tu guarda che roba! Io la difendo, io la proteggo, e questo è il ringraziamento! L’animo mi si sarebbe indurito? Per forza dopo tutte le disgrazie che ho passato… se lei mi capisse veramente non mi avrebbe mai parlato in quel modo… >> Pensò Briony fra sé e sé.

All’improvviso si trovò davanti Damon Salvatore che guardava la scena divertito e stava addirittura per fare un applauso.

“Vedo che sei riuscita a farlo partire. I miei complimenti!”

Briony si strinse nelle braccia e non disse niente.

“Tuo padre mi ha fatto innervosire parecchio e mi ha pure fatto litigare con Elena! Dice che non dovevo comportarmi così perché devo essere buono! Ma io non sono Stefan.” disse agghiacciante.

“Ovvio che no. Sei solo un tipo senza scrupoli e per fortuna anche Elena se n’è accorta. Ma tranquillo ti teniamo così come sei.”

Damon sbuffò adirato per tutta quella situazione incresciosa e confessò tutto:

“Sono stanco di sopportare tutto questo! Che soltanto io devo essere odiato da tutti mentre gli altri fanno i santarellini! L’ho accettato troppo a lungo ma adesso basta!”

“Che intendi? Non ce la fai a fare la parte dell’eroe?” gli chiese lei in tono ironico.

“Qui nessuno è un eroe, Briony. Sotto sotto i tuoi amici sono come me, ma non vogliono ammetterlo.”

“Ma stai zitto.” mormorò lei sorridendo tra sé e .

“La sai la verità invece? Tu sei stata ingannata Briony, fin dall’inizio!”

“Che stai dicendo? Non farmi scherzi Damon.” Lo guardò lei incredula, immobile ma anche tremolante.

“Sono un farabutto ma sono anche sincero. Elena, tua sorella e tutti gli altri invece ti hanno presa in giro! Ti hanno fatto credere di voler ritrovare il povero Elijah e liberarlo dalle grinfie di Klaus, ma non è così. La cara Elena ti sta usando solo per arrivare a Stefan e quando l’avrà trovato, adios Elijah! Devi capire che non possiamo permetterci di far arrabbiare Klaus ancora di più e lui non ti dirà di certo dove ha messo Elijah! E non possiamo rischiare la vita solo per i tuoi desideri, mi dispiace.”

Cosa…?” 

Briony era rimasta paralizzata dallo shock. Non riusciva neanche a parlare, come se fosse stata inchiodata da un traffico assurdo senza accorgersene.

“E’ esatto. Nessuno vuole rischiare per quel traditore! Per me si merita di stare dentro quello tomba dopo come si è comportato con noi. Inoltre se Elijah si risvegliasse, risveglierebbe anche il resto della sua famiglia e non possiamo tenere a bada altri 6 Originari affamati e terrificanti come Klaus. Che posso dirti Briony… non sei l’unica che viene accoltellata alle spalle!”

“Elena mi ha sempre fatto credere di essere dalla mia parte… che avremmo trovato sia Stefan che Elijah insieme…” mormorò come in trance.

“Ovviamente era tutta una copertura per avere il tuo aiuto. Elijah deve restare nella sua bella tomba e tutti quanti erano d’accordo con me.” Rispose lui sincero.

Caroline….” All’improvviso Briony pensò alla sorella. A quando tentava sempre di convincerla a lasciar perdere Elijah… era per questo! Perché nessuno voleva che ritornasse!

“Sei ferita, oh mi dispiace! Penso che potremmo consolarci a vicenda, in fondo io sono stato bandito dalla città per i casini che ho combinato e dicono che dovrei staccare un po’! E tu sei stata ingannata dalle persone che dicevano di volerti bene. Che bella coppia siamo!” disse divertito.

“Taci.” Mormorò acida Briony voltandogli le spalle.

“Vorrà dire che me ne andrò solo soletto!”

Damon così se ne andò trionfante dalla città. Aveva appena dimostrato che nessuno poteva mettergli i piedi in testa e offenderlo in quel modo.

Le sue parole aveva ghiacciato l’animo già irrimediabilmente ferito di Briony.

 Lei infatti si sentiva ferita... non come quando aveva scoperto la verità su Caroline, perché in fondo gliel’avevano taciuto per risparmiarle uno shock, ma questa volta era stata ingannata esclusivamente per farle del male e soffrire proprio al centro del petto.

Era stata usata. Le avevano fatto credere che l’avrebbero aiutata a ritrovare Elijah e invece… nessuno era intenzionato a farlo. Nessuno voleva aiutarla… Tutti le voltavano le spalle…

Per vile vigliaccheria!

E sua sorella che un minuto prima l’aveva accusata di essersi indurita l’animo… erano loro i malvagi! Erano loro che avevano un cuore duro come la pietra, non lei!

Lei che si era sempre prodigata per difenderli e aiutarli! Si era fatta in quattro per sostenere Elena dopo la morte di John e Jenna, e questo era il ringraziamento?

Dio, se non ci teneva così tanto a John, a quest’ora sarebbe andata da Elena e gliene avrebbe dette di tutti i colori…

Ma Briony restò lì in mezzo alla città.

Sola. Immobile. Assediato dal suo dolore.

Non restava altro che piangere ma stranamente non ci riusciva…

Forse aveva ragione John. Come sempre. Alla fine solo lui l’avrebbe sopportata per il suo carattere troppo istintivo, ma purtroppo lui non c’era più…

Era sola in quella guerra… e Elijah era più lontano che mai. Non sentiva più neanche il cuore nel petto da quando lui aveva smesso di esistere. E le speranze si affievolivano ogni giorno, portate via come un soffio di vento.

Cosa aveva fatto di così sbagliato per essere abbandonata da tutti?

All’improvviso vide davanti a sé quella strana donna che aveva visto ieri sera. Le fece segno di venire da lei e Briony andò così verso la sua direzione.

Ormai cosa aveva da perdere?

“Ti vedo shockata. Che è successo?” Le chiese la strega fissandola, anche se il suo tono pareva disinteressato.

“Niente che ti riguardi. Allora dimmi… cosa sai di me?”

“So tutto visto che sono amica di tua madre come ti ho detto ieri… ma non sono tua nemica, Briony. Sono venuta qui solo per aiutarti. Sono una strega e il mio aiuto può farti comodo più di quello che possono offrirti i tuoi amici umani”

“Il loro aiuto non mi servirà granché.” rispose in tono ironico trattenendo le lacrime, che stavano per riemergere. Non voleva piangere in pubblico, teneva sempre il suo dolore per sé e lo sopportava nella solitudine.

La strega a sua volta sospirò, come se già sapesse tutto.

“Cercherò di rintracciare Klaus se è questo che vuoi”

“Davvero puoi farcela?” le chiese Briony speranzosa spalancando gli occhi.

“Non al 100%. Ma sono molto potente e sono vecchia, più di quanto io possa sembrare”

Briony la guardò attentamente. Nella luce del giorno la sue pelle sembrava quasi olivastra. E non era così vecchia anzi poteva dimostrare massimo 35 anni. Aveva il fisico da modella e il viso bellissimo come se fosse appena spuntata da una favola.

“Lo so, la magia fa miracoli e diciamo che d’ora in avanti… sarò la tua spalla fedele!” le disse la donna sorridendo e accarezzandole le spalla.

“Mi dispiace ma ho esaurito la mia quantità di fiducia” rispose Briony debolmente abbassando lo sguardo.

La strega la guardò inquisitrice. Come se le leggesse la mente.

“Dovresti farti aiutare Briony.”

“E chi mi aiuta?” Sussurrò fra le lacrime che, implacabili, stavano per scendere.

Poi Briony riprese il controllo di se stessa e tirò su col naso, asciugandosi in fretta le lacrime.

Non doveva apparire debole. Non ora. Perché non avrebbe mai mollato né rinunciato a trovare Elijah. Al diavolo gli altri!

“Non so neanche il tuo nome” le chiese poi incuriosita.

La strega la guardò e si portò una mano alla testa come se fosse una bambina.

“E’ vero scusami! Mi chiamo Ylenia” Rispose porgendole la mano.

Briony titubante gliela strinse.

Nessuna delle due avrebbe mai dimenticato quel giorno, perché fu la nascita di un’amicizia che non si sarebbe mai spezzata.

Neanche dopo la morte.

 

Quello stesso giorno una persona se ne andava da Mystic Falls.

E tre invece erano appena arrivate.

Un grosso camion era entrato nella cittadina; un uomo scese accompagnato da un altro ragazzo e da una ragazza bionda.

Tutti e tre avevano la pelle bianca.

“Bentornato a casa” Sussurrò l’uomo con una voce agghiacciante.

Stefan deglutì nervosamente guardando Klaus negli occhi.

Erano ritornati dove tutto era iniziato.

 

FINE CAPITOLO!

Spero vi sia piaciuto! Madonna Bill è proprio stronzo! Anche nei momenti d’addio fa il gradasso e l’odioso! Cosa avrà voluto dire?

E Klaus è ritornato! Sto seguendo infatti le vicende della 3 stagione.. ma ancora per poco!

Povera Briony tutti le stanno voltando le spalle…  ma adesso ha trovato una nuova amica, spero che il personaggio di Ylenia vi piacerà! Riserberà tante sorprese e misteri!

 

Ora vi faccio un sondaggio mini mini:

1)    Qual’è il vostro personaggio preferito?

2)    La vostra scena preferita?

3)    Il personaggio che odiate di più?

4)    Cosa vi aspettate nelle prossime puntate?

5)    Elijah e Briony avranno mai un lieto fine?

RISPONDETE IN MOLTI PLEASE!

 

   
 
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