23
CAPITOLO
Se
le persone che amiamo ci vengono portate via, perché continuino a vivere, non
dobbiamo mai smettere di amarle. Le case bruciano…le persone muoiono… ma il vero amore è per sempre.
Il mondo è spietato.
Alla fine l’unica
persona su cui si può contare, è solo su se stessi.
Perché gli altri non
potranno mai capire il dolore che uno sente, potranno sempre metterti una mano
sulla spalla e dire “mi dispiace”, ma le loro sono sempre frasi di congettura.
Appena le dicono, ti mollano, ti lasciano, sentendosi la coscienza a posto.
Però il dolore che senti è sempre lì, in agguato…
e la maggior parte delle volte lo devi affrontare da solo.
Non si può mai sapere,
infatti, fino a che punto puoi fidarti di una persona… fino
a che punto puoi confidarti, o sperare in un suo aiuto fedele e sincero.
Perché Briony in quei lunghi mesi non lo ricevette mai.
Il giorno prima aveva
litigato duramente con Caroline. Non avevano mai litigato così, neanche quando
erano ragazzine. Questa volta la situazione era nettamente sfuggita di mano.
La Blond-Girl era stufa dei continui tentativi vani della
sorella maggiore di rintracciare Elijah. Non voleva capire che non c’era più
speranza? Che si stava buttando via come uno straccio solo per un semplice
amore perduto? Avrebbe addirittura rischiato la vita per contrastare Klaus e
questo lei non lo avrebbe permesso.
“Non lo capisci?” le
gridava Caroline “E’ tutto inutile, Elijah è andato!”
Briony la guardò ferita e le mormorò a
bassa voce:
“Smettila Caroline…”
“No smettila tu Briony! Smettila di cercare, smettila di sperare che
ritorni, smettila e basta! Elijah se n’è andato, e non tornerà mai più…devi fartene una ragione”
Briony aveva sospirato amaramente guardando
fuori dalla finestra. Quante volte aveva visto Elijah fare la stessa cosa.
Mettersi dietro la finestra a guardare fuori con occhi amareggiati, freddi e
inquisitori. Chiedendosi cosa ne sarebbe stato di lui per il resto della sua
vita immortale.
Ma lui non c’era più.
Quella mancanza le
trafiggeva il petto e il cuore, formandole un buco nell’anima che non si
sarebbe mai più rimarginato.
Elijah era stata la
prima persona in tutta la sua vita che l’aveva incuriosita, che l’aveva
attratta in un modo così ambiguo…. E all’inizio
ne aveva avuto paura.
Ma alla fine Elijah si
era dimostrato un essere migliore più di quanto lui stesso credesse. Le sue
virtù non lo facevano apparire perfetto o un eroe senza macchia e senza paura,
ma soltanto un uomo. Con profondissimi sentimenti. Così riservato nel modo più
seducente e di potere.
Poteva sembrare solo
un’attrazione fisica all’inizio, ma non lo era.
Forse la prima cosa che
aveva notato in lui era la sua bellezza regale e fiera, ma la parte morale e
umana di lui era la parte che Briony amava
di più.
Perché quando finalmente
lui aveva rivelato il vero se stesso, il vero Elijah, non l’essere glaciale e
spregevole che voleva tanto far credere, lei se ne era perdutamente innamorata.
Poiché lei non voleva
far altro che questo... conoscerlo, abbassare la maschera che aveva intaccato
il suo animo, sfidare a vicenda le proprie certezze e paure, schiacciare quella
solitudine tetra che era tanto somigliante alla sua…
il legame era tangibile, il più profondo che avesse mai instaurato con un’altra
persona, sebbene appartenessero a due razze e mondi diversi.
Avevano tutti e due dei
problemi e dei sentimenti repressi quando erano arrivati a Mystic Falls.
Lei aveva bisogno di
lui, come lui aveva bisogno di lei.
Perché Caroline allora
non riusciva a capirla? Perché non la supportava invece di scoraggiarla così?
“Io non lascerò mai
perdere. Non rinuncerò mai a cercarlo.”
“Hai perso il lume della
ragione Briony! Questa caccia spietata non ti
porterà a niente! Niente!” urlò Caroline cercando di convincerla.
“E dovrei lasciar
perdere così? Dimenticare tutto?? Smettere di amarlo? Come puoi pensare di
capirmi se credi che io potrei davvero farlo dopo tutto ciò che ho provato?”
“Non posso stare qui a
guardarti a braccia incrociata mentre tu diventi sempre di più una larva umana!
Questa tua fissazione per Elijah ti sta distruggendo! Se papà fosse qui….”
Ma a quel nome Briony la interruppe subito e l’aggredì a parole:
“Oh santo cielo
Caroline! Nostro padre ha la guerra nelle viscere, non starebbe ora a parlare
come fai tu, ma andrebbe diritto al sodo! Cioè ucciderebbe il vampiro che ha
rapito il cuore della sua povera figlia! Ah ma ucciderebbe anche te sai? Non
sono l’unica che corre dei rischi, li corri anche tu se non stai attenta!”
Caroline ascoltò
attentamente e deglutì spaventata:
“Devo dirti una cosa… ho chiamato papà.”
“Tu cosa??” Briony aveva la stessa espressione che aveva avuto
John quando Damon gli aveva confessato di aver dato il suo sangue a Elena.
“Volevo farlo da tanto
tempo ma non ne avevo mai il coraggio. Volevo affrontarlo dopo quella volta…. Ma ne ho avuto veramente l’occasione quando ti
vedevo in questo stato. Spero che almeno lui ti faccia cambiare idea.”
“Tu gli hai detto di
Elijah??” le urlò adirata e incredula.
La faccia colpevole di
Caroline dimostrava tutto.
“Sei così stupida da
avergli detto tutto? Dio Caroline, credevo che il tuo cervello sotto quei
capelli biondi fosse maturato un po’! Che fossi cresciuta! Ma a quanto vedo la
trasformazione non ha fermato solo la tua crescita fisica ma anche quella
mentale!” Briony le stava urlando tutte quelle parole
orribili ma non le pensava veramente. Era solo arrabbiata e ferita… perché si sentiva sola al mondo. Perché
nessuna riusciva a capire il suo dolore.
“Qualcuno doveva pur
prendere questa situazione in mano e io l’ho fatto!”
“Oh davvero? E pensi di
aver risolto qualcosa chiamando nostro padre??” le chiese acida.
“Se mia madre ha capito
quello che sono e mi ha accettata… lo farà
anche papà.” Rispose quasi convinta.
E’ vero sua madre, lo
sceriffo, aveva scoperto tutto grazie alla spia di Matt. All’inizio non aveva
avuto una bella reazione perché si era sentita tradita e ingannata ma alla fine
era riuscita ad accettare la nuova natura della figlia. Ma il padre non
l’avrebbe mai fatto.
“Verrà prima la fine del
mondo.” Rispose Briony in tono ironico.
“Spero che tu lo capisca
che l’ho fatto per il tuo bene e per farti rinsavire.”
“No! L’hai fatto per il
tuo! Hai pensato solo a te stessa perché non volevi sentirti messa da parte o
disprezzata per quello che sei! Speri davvero che papà ti accolga a braccia
aperte o che io segua il tuo consiglio? Andrà male in entrambi i casi, mi
dispiace”
Dopo aver detto
questo, Briony si girò e le voltò le
spalle. La discussione era finita e non aveva più voglia di parlarle.
Caroline, capendo che la
sorella era davvero arrabbiata con lei, se ne andò senza dire nient’altro.
La sorella maggiore
aveva voglia di prendere a calci qualcosa, ma rimase ferma immobile in mezzo
alla stanza pensando al casino che aveva combinato Caroline.
Chiamare il loro padre??
Non avrebbe mai trovato altra idea più stupida e letale!
Perché Bill poteva
ritornare solo se lei o Caroline glielo chiedevano, così gli aveva ordinato
Elijah. Ma lui non era un tipo pacifista e nemmeno sensibile; non avrebbe mai
ascoltato Caroline e avrebbe continuato il suo piano da torturatore perverso.
Per non parlare di Elijah…. Chissà cosa le avrebbe gridato e come l’avrebbe
convinta a lasciar perdere.
Ma lui non ci sarebbe
mai riuscito, neanche se la frustava l’avrebbe convinta.
Briony uscì per prendere una boccata d’aria e
andò nel solo luogo in cui non si sentiva esclusa o rifiutata.
Briony posò dei fiori freschi nella tomba
di John Gilbert e di Jenna Sommers, e si
sedette accanto a loro.
Anche se loro non
potevano parlarle, lei sapeva che loro la stavano ascoltando e la sostenevano.
Solo lì in quel luogo di morte e disperazione, riusciva a sentirsi libera e
serena. Almeno in quel momento...
Le scesero delle lacrime
sul viso, sfociate raramente nonostante il terribile dolore in quel tempo, e
incominciò a parlare con loro.
Chiedeva perché andasse
tutto storto. Perché nessuno riusciva a capirla.
Ormai non c’erano più
speranze.
Damon, Elena e Alaric erano andati in alcuni luoghi dove si era
recato anche Stefan con Klaus ma non ne
avevano ricavato niente. Erano addirittura andati a Chicago e Elena era
riuscita a parlare con Stefan. Ma non era andata
bene purtroppo. Lui le aveva gridato che non voleva più vederla e che quella
parte della sua vita con lei era finita.
Ovviamente erano tutte
bugie per difenderla da Klaus, però Elena era tornata a casa a mani vuote e più
depressa di prima.
La presa di Klaus
su Stefan era molto forte perché in un
colpo solo avrebbe potuto uccidere tutti e ne aveva la forza.
Briony posò la guancia bagnata dalle
lacrime sulla lapide di John, e chiese a bassa voce di suggerirle qualche suo
piano diabolico e geniale per fermare Klaus. Sicuramente se fosse stato vivo,
lui l’avrebbe aiutata ad annientarlo… e a
proteggere Elena.
Da sola non poteva fare
tutto.
Maledisse Klaus per
quello che aveva fatto.
Lui li aveva uccisi. Lui
aveva ammazzato i suoi unici amici che aveva.
E avrebbe pagato caro
anche per questo.
“Giuro su Dio che vi
vendicherò. Anche se dovesse costarmi la vita lo farò. Non gli lascerò scampo!”
disse Briony adirata mentre le lacrime
scendevano sulle tombe grigie dei suoi amici scomparsi.
Ormai era scesa la notte
e pensò che era meglio tornare a casa. Il cimitero non era un luogo così sicuro
di notte.
Dopo aver guardato tristemente
le tombe dei suoi amici, Briony si diresse
verso casa.
Ma come le altre volte
si sentiva seguita… era una sensazione
strana e terribile. Però ogni volta che si girava non c’era nessuno. Niente.
Lei tuttavia riusciva
comunque a percepire una presenza che la seguiva, che la osservava
nell’oscurità.
Ne era sicura come
adesso.
Anche questa volta si
girò e guardò indietro allungando il collo, ma non c’era anima viva.
Chiuse bene a chiave la
porta di casa e andò a letto.
Sola.
Con la sola compagnia
delle lacrime che bagnarono il cuscino.
Il mattino dopo Briony fu svegliata di soprassalto da dei forti pugni
sulla porta. Qualcuno stava bussando in un modo così violento che avrebbe
svegliato tutto il vicinato.
Lei sapeva benissimo chi
fosse.
Dalla potenza dei colpi
poteva essere solo il padre.
Deglutì spaventata.
Sicuramente era venuto
lì a dirgliene quattro riguardo a Elijah e a farsi dare una spiegazione
esauriente per quello che era successo; i colpi aumentavano e Briony sperava che non avesse la chiave.
Andò giù titubante e
ascoltò i colpi che non cessavano di battere la porta.
Era terribilmente
spaventata e impaurita.
<< Questa volta mi
ammazza. >> Pensò terrorizzata.
Non era mai scappata
prima d’ora, aveva sempre affrontato le situazioni a testa alta, ma questa
volta Briony uscì dalla porta della cantina
in fretta e furia e mise in moto la macchina.
Calcolando la lentezza
del garage mentre si apriva, Briony pensò
che il padre avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungerla e fermarla, ma pregò
Dio che lui non se ne accorgesse.
Per fortuna quando il
garage si aprì completamente, lui non c’era pronto ad aspettarla e a riempirla
di botte.
Inserì subito la seconda
di marcia, il motore imprecò per lo sforzo e diede a tutto gas uscendo dal
cortile, mentre il padre, accortosi dell’inganno cercava di correrle dietro
urlando chissà quali diavolerie, ma alla fine rinunciò e si fermò in mezzo alla
strada.
Briony cominciò a respirare normalmente
quando sentì di essere al sicuro. Guidò per il paese per ore non sapendo dove
andare, poichè Bill poteva rintracciarla dovunque.
Si sentì una stupida
pensando di aver così paura del padre ma era una reazione plausibile, in fondo
Bill nel Club dei cacciatori era conosciuto come “Il nazista anti vampiro” e
non erano cose su cui scherzare.
<< Chissà se ha
già parlato con Caroline… >> Pensò
titubante e il termine “parlare” non era proprio esatto, visto che stava già
pensando al peggio.
Andò a casa di Elena
pensando che almeno lì per il momento poteva sentirsi al sicuro.
Elena, vedendo il volto
sbiancato e terrorizzato di Briony, la fece
entrare subito chiedendole cosa fosse successo.
Briony le spiegò tutto in pochi minuti e
anche Elena sbiancò, visto che nemmeno lei sapeva dell’arrivo di Bill.
“Caroline ha avuto la
brillante idea di chiamare nostro padre.”
“Ma scusa Elijah non gli
aveva proibito di tornare?”
“Solo nel caso in cui
una di noi due l’avesse richiamato… e ora è
qui Elena. Me lo sono ritrovato dietro la porta di casa e per la prima volta ho
avuto una paura terribile e sono scappata via di corsa con la macchina.”
Elena sorrise pensando a
come si fosse defilata a tutto gas per sfuggire all’ira di Bill, ma ritornò
seria:
“Pensi davvero che vi
farebbe del male..? Voi siete le sue figlie..”
“Dopo quello che ho
visto posso pensare di tutto”
All’improvviso il
cellulare di Elena vibrò. Era Caroline.
“Care? Stai bene? Briony mi ha raccontato tutto!” disse Elena mettendo
il vivavoce.
“Si sto bene… ho parlato a lungo con mio padre. E Elena non ci
crederai ma lui mi ha ascoltata senza interrompermi, mi ha detto che gli
dispiaceva per quello che mi aveva fatto ma pensava che fosse per il mio bene,
così lui non mi avrebbe uccisa… L’ho
trovato davvero sincero.”
Briony rise sotto i baffi.
“Papà si è scusato??”
chiese incredula.
“Briony?
Ci sei anche tu?” domandò Caroline che non si era accorta del vivavoce.
“Scusami sorellina ma
dai colpi che infieriva sulla mia porta non penso che nostro padre sia di
buon umore… l’hai per caso soggiogato?”
“No non ce n’era bisogno… era davvero dispiaciuto per quello che mi
aveva fatto.”
“E riguardo a
quell’altra cosa…?” chiese titubante.
“Ha detto che ne avrebbe
parlato con te”
“Ah be è così… con te
fa il buono paparino e con me diventa una specie di killer.” rispose in tono
ironico.
Caroline sospirò e
disse:
“Vengo da voi ora.”
Dopo una mezz’oretta
Caroline bussò alla porta. Ma non era sola.
Bill entrò senza neanche
essere invitato.
Briony, dopo aver scorto il viso del padre
che la stava fissando per nulla impietosito, quasi si soffocò con l’acqua che
stava bevendo e indietreggiò spaventata, lanciando un’occhiataccia a Caroline.
“Figliola… voglio
solo parlare con te” disse Bill avvicinandosi piano.
“Davvero?” rispose
pensierosa, cercando fuggiasca un’altra uscita secondaria in casa Gilbert.
“Non ti farò del male.
Voglio solo parlare” mormorò lui piano con gentilezza.
Briony sospirò e si arrese:
“Dimmi allora”
“Ho già parlato con tua
sorella di quello che è successo… mi
dispiace ma mi sembrava l’unico modo per aiutarla…”
“Non si può aiutarla,
soprattutto in quel modo. Ormai è così.”
“Non posso dire che la
situazione mi piaccia anzi penso che cambierà per sempre le nostre vite. Ma
Caroline mi ha detto che non fa del male alle persone e le credo… anche se non penso che potrò mai accettarlo…” rispose scuotendo la testa.
“Mi dispiace…” sussurrò Caroline debolmente.
“Tua sorella mi ha anche
parlato del vampiro che stai cercando…”
Briony lo guardò negli occhi sospettosa.
Ovviamente era questo il discorso dove voleva andare a parare. Per Caroline
ormai non poteva più fare niente, ma per lei…
“Possiamo parlare in
privato?” chiese Bill guardando sia Elena sia Caroline. Le due titubanti
lasciarono la stanza, sperando che andasse tutto bene.
Quando furono rimasti
soli, Briony lo guardò sprezzante:
“Cosa ti sei portato per
punirmi? Una motosega? Una spada?”
“Non scherzare… non potrei mai farti del male. Ma sono
preoccupato, Briony. Caroline mi ha detto che
non sei più tu da quando hai conosciuto quel vampiro. Però posso aiutarti, sono
sicuro che ti ha soggiogato… quel bastardo
deve averti impresso il suo potere … è Un Originario e ci si può aspettare di
tutto.” rispose duramente chiudendo i pugni della mano.
“No papà... Non sono mai
stata soggiogata, quello che ho provato e che provo ancora è reale.” Rispose
lei sincera e senza remore.
Il viso di Bill cambiò
repentinamente. Prima cercava di apparire sereno e calmo ma adesso il suo volto
si stava gonfiando dall’ira e dalla rabbia. Quegli occhi terrificanti sputavano
sangue e veleno.
“Non è possibile. Mia
figlia non può amare un vampiro! Soprattutto un Originario, il peggiore di
tutti! No no, devi esserci una spiegazione per forza…”
gridò in preda alla collera.
“So che per te è incomprensibile
da capire ma non serve trovare una spiegazione razionale per queste cose,
papà.” Rispose lei semplicemente.
Lui la guardò negli
occhi inferocito:
“Quindi vuoi dirmi che è
vero? Che ami un vampiro e stai rischiando la tua vita per rintracciarlo??”
Ormai Bill non aveva più ossigeno nei polmoni dallo sforzo che faceva mentre
urlava.
Ma niente lo deluse di
più del volto colpevole della figlia.
Quella stupida si era
innamorata di un vampiro… proprio lei!
Bill si sentì beffato e
un’ondata di sangue gli montò alla testa. Perse il controllo e all’improvviso
le diede uno schiaffo così forte da farla capitolare per terra. Briony stramazzò senza un grido.
“Non ho cresciuto una
figlia per farla innamorare di un vampiro come una stupida senza cervello!
Ascoltami bene signorina, se non ti fermerai tu di tua spontanea volontà e
deciderai di lasciar perdere, bene; se no ci penserò io stesso a farti
ritornare a posto il cervello, che si è completamente fottuto!” le gridò Bill
avvicinandosi a lei pericolosamente.
“E cosa farai sentiamo?
Mi riempirai di botte fino a quando non cederò?” gli domandò cercando di
fermare il sangue che scorgeva dalla bocca. Restava per terra, debole, ma
cercando di fronteggiare il padre. Per tutta la vita lui le aveva imposto il
suo stile di vita e i suoi principi. Anche adesso.
“Ti ho cresciuto
bene Briony, non farmi rimpiangere tutto il
lavoro svolto; non ti permetterò di andare avanti in questa folle tresca
amorosa!”
“Papà…”
sussurrò lei debolmente alzandosi “Tu non lo conosci. Non è come gli altri
vampiri che hai cacciato e ucciso… lui…” Lui è Elijah, avrebbe voluto dire, ma come spiegare
questa consapevolezza dei fatti a uno sconosciuto? “Renditi conto che non
potrei provare ciò che sento senza un buon motivo. Non sto vaneggiando o sotto
un incantesimo. Non potrei andar avanti su questa strada senza essere convinta
di ciò che ho visto. Ti prego di prendere almeno in considerazione questo perché
non puoi giudicare senza prima esserti messo nei miei panni. E potrai trovarlo
inconcepibile ma io sono tua figlia e quella persona, lui, mi ama.” Esclamò l’ultima
parola con una sincerità commovente, decisa e piena di verità, sperando di
convincerlo così della sua buona fede.
Ma questo fece
imbufalire Bill ancora di più e fu quasi sul punto di darle un altro schiaffo.
“Non devi neanche
pronunciare quella parola… è della tua vita
che stiamo parlando! Hai intenzione di buttarti via così? Di dire addio al
brillante futuro che il destino aveva in serbo per te?” le urlò adirato.
Briony gli rise allora in faccia:
“E quale futuro?
Rintanata a Seattle con la paura costante di essere aggredita da un vampiro?
Papà io ora sto bene! Ho superato le mie paure! Non credi che anche io abbia
avuto paura, che non avessi delle reticenze ad avvicinarmi ai vampiri dopo
quello che era successo…? Ma ho capito che
in fondo… ho superato delle barriere che tu
con i tuoi paraocchi non puoi neanche immaginare, ho intrapreso delle
esperienze con la razza che tu odi che mai mi sarei aspettata di definire
incredibili, a tal punto da farmi scoppiare il cuore, e del tutto umane. Sì, papà
ecco la parola che non vuoi sentire e che hai sempre negato riguardo a loro… ma io ho visto che alcuni di loro possono esserlo,
che possono offrire qualcosa di assolutamente bellissimo e senza eguali…” Briony scuoteva ininterrottamente
la testa con gli occhi lucidi, come se il suo animo stesse andando a sbattere
contro la colonna che rappresentava gli ideali del padre e che il suo corpo cercava
in tutti i modi di sfondare. “E con me è successo proprio con lui. Non ti chiedo
di smettere di essere un cacciatore ma di..”
“No no, ho ascoltato
anche troppo delle tue blasfemie!” gridò incollerito Bill alzando il braccio. “Tutto
ciò che dici è surreale, renditi conto tu di questo. Non siamo nel mondo delle
favole. E in questa realtà gli umani stanno contro i vampiri! Spero che il tuo
cervello rinsavisca Briony. Ho accettato il
fatto che tu non volessi diventare una di noi ma questo… non
lo posso accettare! Mia figlia non starà con un Originario! Lo ucciderò io
stesso prima che tu lo trovi!!” gridò Bill fuori di sé.
Il suo orgoglio di
cacciatore era ferito. Non c’era niente di più meschino che avere all’interno
della famiglia uno scemo che si faceva incantare dal fascino dei vampiri…
Briony strabuzzò gli occhi terrorizzata.
“Non ce la farai…” rispose decisa.
“Quando uno è dettato
dalla disperazione può fare qualunque cosa. E se non mi obbedirai…” Lasciò la frase in sospeso, convinto che lei
avesse capito e si girò pronto ad andarsene.
Fu fermato dalle grida
di Briony che, giunta a quel punto senza arrivo
e ritorno, decise di sfogare tutto ciò che aveva represso e lasciar impresse
quelle parole su tutto ciò che le era attorno:
“Sei un mostro papà! Sei
un irascibile, dittatore, testardo che pretende sempre di dettar legge sulla
vita altrui! Ma sai che ti dico? Basta ora. Sono tua figlia, non una tua
creatura a tuo viso e somiglianza, anche se lo vorresti! Parli tanto dei
vampiri, che non possiedono più un’anima, che sono delle bestie! Ma qui l’unico
mostro sei tu!”
Dopo aver dato sfogo
alla sua frustrazione, Briony lo guardò
un’ultima volta in maniera dura, senza rimorsi, e salì le scale in fretta
rintanandosi in camera di Jenna. Cercando grigia solitudine.
Bill nel frattempo aveva
ascoltato attentamente ma non diede peso alle parole dure della figlia. Prima o
poi lei avrebbe capito la verità, come stavano veramente le cose…
Sapeva che era
difficile, soprattutto perché Briony non
era così forte come aveva sempre pensato. Ma la situazione stava degenerando… innamorata di un vampiro?? Non conosceva
una punizione peggiore. Però presto tutto sarebbe cambiato… quando
avrebbe scoperto la verità. E allora…
Ripose la sua fiducia e
la speranza proprio su quello.
La notizia che
Bill Forbes era tornato arrivò alle orecchie
di Damon Salvatore, che non si tranquillizzò per niente pensando che quel pazzo
torturatore fosse in giro a Mystic Falls.
Non poteva di certo star
lì con le mani in mano perché quell’uomo era una bomba a orologeria pronto a
esplodere.
E se non fosse tornato
dove era venuto con le buone, ci avrebbe pensato lui stesso.
Quella sera Caroline
incontrò sua sorella nel giardino della casa dei Lockwood per
parlare del padre e chiedere cosa fosse successo in sua assenza.
“Te lo spiegherò in
poche parole… Nostro padre è completamente
fuori di testa.”
Caroline la guardò
preoccupata chiedendole cosa era accaduto.
“Semplicemente lui odia
i vampiri con tutto se stesso! Ce l’ha nel sangue e non può cambiare! Se pensi
che lui ti abbia accettata, sei fuori strada…”
Caroline la fissò
dispiaciuta e rispose:
“Invece lui non mi farà
più del male… l’ho visto nei suoi
occhi, Briony: quanto gli dispiaceva per quello
che mi aveva fatto.”
“Forse è vero, qualunque
padre dovrebbe sentirsi così. Ma non lo voglio qui… voglio
che se ne vada.”
“Non puoi scappare da
lui per sempre Briony.”
Briony sospirò ma non rispose. Avere vicino
il padre non le metteva per niente serenità né tranquillità, soprattutto dopo
quello che aveva detto.
Se Bill diceva una cosa,
la metteva in atto.
E ora lei doveva pensare
pure alle manie anti-vampiresche di suo padre. Prima o poi il cervello le
sarebbe scoppiato. Così come prima aveva fatto il cuore.
Damon Salvatore trovò
Bill Forbes a casa Lockwood e
gli chiese se potevano parlare in privato.
“Bene bene. Il papà
persecutore è tornato” esclamò divertito chiudendo la porta.
“E tu dovresti essere
Damon Salvatore. Il capo del consiglio nonché vampiro centenario. Il consiglio
deve essersi proprio rimbecillito per non aver scoperto chi tu fossi veramente.
Ma ora le cose sono cambiate”
“No, le farò cambiare
io. A partire da te!” Damon gli prese la testa con ferocia fra le mani e lo
guardò negli occhi.
“Ti dimenticherai tutto.
Te ne andrai da questa città e non tornerai mai più” Lo stava chiaramente
soggiogando, ma Bill non faceva una piega.
Che avesse preso la
verbena?
“Ok cowboy. Aspettiamo
qualche ora e ti rispedirò da dove sei venuto”
“Non funzionerà” rispose
l’uomo deciso.
“Come?”
“Non puoi soggiogarmi.
Mi sono addestrato per decenni per avere il pieno possesso della mia mente. Non
prendo verbena perché è la mia testa che mi protegge da voi.”
Damon gli sorrise
diabolico.
“Lo vedremo”
“Sai se magari usassi
anche tu quel poco di cervello che ti è rimasto, forse le mie figlie non si
troverebbero in questa situazione.”
“E tu sai invece che ho
altri modi per fartela pagare oltre il soggiogamento?”
Damon lo morse nel collo
con avidità e Bill cercò di resistere ma il vampiro era molto più forte di lui.
Sembrava stesse per cedere quando arrivò Caroline in sua difesa e spinse Damon
contro la parete per liberare il padre.
Poi lei si morse il
polso per dare il suo sangue a Bill, così la ferita sarebbe guarita.
“No, non lo voglio”
rispose lui disgustato arretrando di qualche passo.
“Non fare il bambino!”
Rispose decisa Caroline mettendogli a forza il polso nella bocca per farlo
bere.
“Hai scelto il momento
sbagliato per fare a botte” disse Damon rialzandosi.
“Vattene Damon” rispose
Caroline senza neanche guardarlo.
Ma lui non ne aveva
minimamente intenzione e passò al contrattacco, buttando Caroline
sopra a un tavolo e la prese per la gola:
“Sono più forte di te
ragazzina”
“Sì ma io sono più
incazzata!” Caroline respinse il colpo e gli diede una grossa testata, che lo
fece vacillare di sorpresa, e approfittò di quel momento per portare via il
padre.
Anche Briony entrò in casa in quel momento e domandò
paralizzata cosa stesse succedendo.
“Damon mi ha attaccato”
disse Bill allo stremo delle forze.
“Che?” chiese
shockata Briony andando subito da Damon a
passi spediti.
“Cosa credi di fare? Me
la vedo io con mio padre, tu devi stare al tuo posto!” gli gridò entrando nella
stanza dove si trovava il vampiro.
“Ma tu guarda… e io che pensavo di sistemare le cose.”
Rispose lui sorridendole in maniera maligna e mettendosi a posto la giacca.
“Non le sistemerai
uccidendolo! E perché non l’hai semplicemente soggiogato?”
“Dice che non
posso farlo… che ha una specie di copertura
mentale.”
Lei lo guardò allibita.
“Cosa? E’ impossibile.
Elijah lo ha soggiogato quella volta..”
“Lui era un Originario.”
“Ad ogni modo ci penserò
io alla mia famiglia! Tu non devi entrare nelle nostre questioni private, se
c’è qualche problema vieni prima a dirlo a me! Non puoi comportarti così come
un forsennato!”
Damon sbuffò
infastidito:
“Fate come vi pare. Se
lui creerà dei problemi sarà solo colpa vostra.”
“Infatti ci penserò io.
Tu pensa solo a trovare Stefan.”
Dopo aver detto
questo, Briony uscì per andare da Caroline,
che stava sorreggendo il padre.
“Come
sta?” chiese guardando la sorella.
“Si sta riprendendo. Gli
ho dato il mio sangue”
Briony guardò incredula il padre perché non
avrebbe mai pensato che acconsentisse.
“Quel tipo è pazzo.”
Sussurrò suo padre aprendo gli occhi.
“Non condivido il modo
in cui ti ha aggredito perché non aveva il diritto di farlo. Ma su una cosa ha
ragione. Devi andartene papà, nessuno ti vuole qui.”
“Briony…”
Caroline cercò di fermarla ma lei continuò.
“Ce la possiamo cavare
anche senza di te. Se tu resti… io non ce
la farò a restare serena e tranquilla. Mi creerai solo problemi papà.” Disse
sconsolata e senza forze ormai.
“Non lascerò le mie
figlie nelle mani di quei cretini del consiglio.” Rispose lui deciso.
La figlia maggiore si
inginocchiò davanti a lui e gli disse dolcemente:
“Lo possiamo
gestire papà… ce l’abbiamo sempre fatta
anche nel peggiore dei casi. E Caroline ora sta bene. Sta imparando a convivere
con la sua natura ma se tu resti qui… noi
non potremo vivere in pace se prima tu non cambi atteggiamento.”
“Non posso lasciarvi
sole.”
“Se tu ci vuoi bene, lo
farai. Noi dobbiamo seguire la nostra strada, papà! Che tu lo voglia oppure no.
Se avremo bisogno in futuro, ti chiameremo va bene? Ma ti prego basta con le
solite farneticazioni sull’uccidere vampiri, che sono il male del mondo
eccetera eccetera. Non capisci che con noi sei
terribilmente fuori luogo e di cattivo gusto? Ti prego…
non ti voglio negare i tuoi diritti di padre, né tantomeno morto…
ma non costringermi di sottostare alla situazione che tu vuoi crearmi intorno…”
Bill la guardò allora in
viso sinceramente colpito, come se solo ora fosse riuscito a capire il problema
emotivo della figlia, la sua frustrazione. Ma cosa poteva fare lui altrimenti?
Proprio perché le voleva bene, che doveva farle aprire gli occhi.
Ma ora mentre guardava
il volto sconfortato della figlia che aveva sempre protetto, pensò umanamente
che credeva di ricevere solo il suo odio e disprezzo dopo quel giorno e invece con
quelle parole lei risultava una persona migliore di lui. Ancora una volta.
Però non poteva
lasciar perdere…
“Non credere che
cambierò idea sul tuo vampiro. Non voglio che tu stia con lui. Tu sei mia
figlia!”
“Ma sono grande ormai
per decidere da sola. E se non vuoi farlo per me, farlo per lei.” Disse
rivolgendosi a Caroline “Non credo che a mia sorella faccia bene la tua
presenza dopo quello che le hai fatto.”
Bill non osò replicare
sentendosi colpevole, e anche Caroline restò zitta con sguardo visibilmente
afflitto.
Briony sospirando se ne andò da casa Lockwood con la testa in panne. Finalmente aveva detto
quello che pensava al padre e sperò che lui avesse recepito il messaggio.
Non voleva fargli del
male ma per tutti era meglio che se ne andasse, perché avrebbe creato solo
problemi e non le avrebbe fatto bene. Come erano cambiate le cose da quando
era bambina… un tempo era molto più
semplice, anche se non aveva mai avuto sua madre al suo fianco. Nonostante
alcune difficoltà aveva avuto un’infanzia come tutte le altre…
sebbene se lei sentisse sempre un buco scavarle nel petto nel ripensarci…
Briony camminò nel giardino dei Lockwood, cercando di svuotare la mente da quei pensieri
tortuosi, ma ancora una volta sentì una presenza alla sue spalle,
questa volta più nitida. Sentiva il vento freddo sfiorarle i capelli e tremò
pensando che ci fosse qualcuno di pericoloso dietro di lei.
Facendosi coraggio si
girò prontamente, ma come al solito non c’era nessuno… Non
poteva essere diventata pazza, era sicura che ci fosse qualcuno.
Quand’ecco che si girò e
si ritrovò davanti a lei, faccia a faccia, una donna.
Non l’aveva mai vista
prima d’ora e aveva un aspetto inquietante al chiaro di luna: aveva i capelli
neri lunghi e gli occhi scuri. Era molto alta, sul metro e 75 e aveva la pelle
abbronzata.
Briony deglutì pensando che fosse un
vampiro, ma la donna misteriosa parlò per prima scandendo bene le parole:
“Ciao Briony.”
Lei sussultò stando
all’erta. “Come sai il mio nome? Chi sei?”
“E’ inutile che cerchi
nella borsa il tuo paletto di legno, Briony. Non
sono un vampiro se è questo che vuoi sapere”
Stranamente il suo
tempismo e la sincerità di quelle parole la convinsero, e Briony
lasciò andare la mano nella borsa. Ma era comunque reticente riguardo a quella
misteriosa donna. Cosa voleva da lei?
“Perché mi segui? Sei
una schiavetta di Klaus?”
Lei sorrise:
“Tutt’altro. Sono qui
per aiutarti; sono un’amica di tua madre”
Briony la guardò sorpresa e scoppiò a
ridere.
“Oggi è la giornata
della rimpatriata familiare! E cosa vorrebbe da me mia madre?? Sono anni che
non la sento”
“Ma non passa giorno che
lei non pensi a te” rispose la donna tristemente.
“Si è sempre
disinteressata a me in questi anni e non riesco a capire il perché si faccia
viva proprio ora” In realtà Briony sospettava
benissimo il motivo per cui si rifaceva viva. Forse anche lei voleva farle la
ramanzina su Elijah.
Non ne aveva avute
abbastanza?
“Lei non è qui. Sono
venuta di mia spontanea volontà, per offrirti il mio aiuto.”
“Ah si? E dovrei
crederti? Potresti essere un’alleata di Klaus venuta qui per fregarmi, cosa ne
posso sapere io se tu sei sincera o no?” rispose Briony
sospettosa.
“Non ti posso dare delle
prove concrete Briony, ma ti posso giurare che
io non ho nulla a che fare col fratello dell’uomo che ami.” Rispose la donna
con uno strano tono.
Briony indietreggiò guardinga.
“Tu sai troppe cose per
i miei gusti, mentre io non so niente di te.”
“Possiamo parlarne a
casa tua se vuoi.” Mormorò in tono innocente.
“Invitarti a casa mia?
Non sono stupida!” disse non ancora convinta che lei non fosse un vampiro.
“Non ho mai detto
questo. Se vuoi ci possiamo vedere in un semplice bar domani mattina. Credimi
voglio solo aiutarti.” Rispose la donna guardandola profondamente negli occhi.
I suoi occhi erano così convincenti che quasi Briony
non riuscì a sostenerli.
La ragazza le chiese a
bassa voce:
“Chi sei tu?”
La donna misteriosa
sorrise agghiacciante e allargò le braccia mormorando parole senza senso.
All’improvviso comparve un cerchio di fuoco spaventoso che stava per
inghiottirle, ma prima che accadesse lei abbassò le braccia e magicamente il
fuoco si spense da solo.
“Credo che tu l’abbia
capito” rispose sorridendole innocentemente.
Una strega. Ovviamente.
Briony era rimasta senza parole e non osava
dire niente. Da quando sua madre frequentava delle streghe? Era sempre stata
una tipa solitaria e non incline a fare amicizia.
“Mi farò viva io”
rispose la strega dileguandosi nel nulla.
Lasciando Briony più confusa che mai.
E il buco iniziava a spaccarla… ricolmo da bruttissime sensazioni.
Intanto a casa Lockwood era arrivata pure Elena per fronteggiare
Damon. Non poteva comportarsi come un pazzo e fare finta che non fosse successo
niente. Prima aveva ammazzato Alaric, anche se
aveva l’anello ed era resuscitato, ma comunque non avrebbe dovuto farlo. E ora
aveva tentato di uccidere il padre di Caroline. Doveva dargli una calmata e
subito.
“Damon perché ti
comporti così? Non puoi farlo, non ora, non con me vicino!” Gli Urlò Elena
ferita.
“Elena ora smettila! Io
non sono Stefan, io non potrò mai essere come
lui. Io sono così” gridò lui infericito.
“Beh dovresti cambiare
atteggiamento”
“E tu che mi dici Elena?
Che stai ingannando Briony in quel modo… proprio tu che ti definisci l’eroina
dell’amore!” rispose lui sorridendo come una canaglia.
Lei deglutì sentendosi
in colpa.
“Sto solo facendo quello
che è giusto….”
“Vallo a dire a Briony allora!”
“Non glielo dirai spero…”
“Se mi va… dopo come mi avete trattato dovresti
aspettartelo!” rispose diabolico.
“No Damon. No!”
Ma ormai anche Damon era
sparito. E quando Damon era incazzato poteva fare di tutto.
Il giorno dopo Briony ricevette una chiamata dalla sorella che le
diceva che il padre aveva acconsentito a partire subito per il bene di tutti,
ma chiedeva solo di dire addio alle figlie.
Briony non si sarebbe mai aspettata che il
padre accettasse così senza fare storie e si vestì in fretta.
Incontrarono Bill nel
centro della città che stava per prendere un taxi.
Si avvicinò lentamente
alla figlia minore e l’abbracciò forte, chiedendole di nuovo scusa.
Caroline stava piangendo
e disse che ormai era tutto passato, che lo perdonava.
Quando arrivò il momento
di Briony, Bill restò un attimo a fissarla
indeciso sul da farsi.
Anche lei lo guardava
immobile, non volendo fare la prima mossa.
“Figliola, spero che tu
abbia capito quello che ti ho detto. Stai percorrendo una strada pericolosa e
che ti costerà caro… non è quello che
volevo per te.”
Briony si morse le labbra senza replicare.
Bill guardò entrambe le
figlie e sorrise:
“Non è un addio questo.
Ritornerò quando avrete bisogno di me. Sono vostro padre e per voi ci sarò
sempre.”
Caroline tratteneva a
stento le lacrime per il genitore, mentre Briony era
rimasta fredda come il ghiaccio.
Bill si avvicinò alla
figlia maggiore e l’abbracciò prima di salire in macchina; lei non se l’aspettava
visto che il padre non era un tipo molto caloroso ma comunque ricambiò
l’abbraccio in modo un po’ goffo.
Come le aveva detto
Elijah tempo fa, la famiglia è la cosa più importante per ognuno di noi, anche
se ti ferisce, anche se ti fa star male più di ogni altra cosa. Ma alla fine
non ti abbandona mai.
Ovviamente c’erano delle
eccezioni come nel caso di Klaus e di sua madre.
Ma all’improvviso la
stretta del padre si fece più dura e micidiale, allora Briony cercò
di guardarlo in faccia in maniera interrogativa e confusa, tuttavia lui si
avvicinò fulmineo al suo orecchio. Aveva una voce terrificante e diabolica.
“Non credere che lascerò
perdere la tua storiella folle con quel vampiro. Non ti permetterò di buttare
la tua vita così, anche se mi implorerai di non farlo. Ricordati, non puoi
sfuggire al tuo destino Briony.”
La mora restò a bocca
aperta e non rispose, paralizzata da quelle parole così dure.
Con un sorrisetto lui si
staccò da lei e si precipitò per andare dentro al taxi.
Briony non disse nulla per non turbare Caroline
ma era rimasta profondamente ferita: suo padre non perdeva tempo per denigrarla
e ordinarle cosa fare.
E ancora con quella
storia del destino! Che se lo ficcasse in quel posto il destino!
Adirata non guardò
neanche in faccia il padre mentre si girava verso Caroline, la quale lo aveva
chiamato dicendogli che sarebbe stata bene, che la sua vita da vampiro non l’avrebbe
cambiata.
Lui la guardò
sinceramente dispiaciuto ma le rispose:
“Non starai mai bene.”
E così Bill Forbes entrò nel taxi e se ne andò da Mystic Falls, lasciando
dietro di sé una scia di ghiaia e fumo.
Briony, mormorando qualcosa d’incomprensibile, si
girò dall’altra parte. Sapeva che prima o poi sarebbe ritornato….
Per sua sfortuna.
“Sei contenta ora?” le
domandò ad un tratto Caroline adirata.
Briony si girò non capendo perché fosse
arrabbiata proprio con lei.
“Come dici?”
“L’hai spinto tu ad
andarsene! Poteva rimanere e rimediare a quello che aveva fatto!” le urlò
Caroline frustrata.
“E come? Ordinandoci cosa fare per il resto della nostra vita?
Nostro padre non è mai stato un tipo a posto Caroline e l’hai provato sulla tua
pelle” replicò Briony.
“Tutti noi commettiamo
degli sbagli…”
Briony non voleva dirle della chiacchierata
“amichevole” che lei e il padre avevano appena fatto, per paura di ferirla e di
farle vedere chi in realtà fosse suo padre.
Così disse solo:
“E’ meglio così fidati.
L’ho fatto per il tuo bene, così non ti saresti ritrovata un’altra volta in una
camera oscura delle torture”
Caroline la guardò con
le lacrime agli occhi.
“Stai mentendo anche
tu Briony. Lo hai fatto solo per te stessa
invece! Così papà non ti avrebbe rotto le uova nel paniere nel tentativo di
cercare Elijah!”
Lei le sorrise
agghiacciante. Fredda.
“E’ vero. Lo ammetto.
Principalmente l’ho fatto per me stessa perché non mi sento a mio agio con lui
vicino.”
Poi il suo tono si
addolcì nell’avvicinarsi alla sorella: “Ma nonostante tutto ho pensato anche a
te Caroline. Io penso sempre al tuo bene.”
“Sì come no. Portandomi
via mio padre come se fosse un farabutto o un criminale?”
Il sangue le arrivò alla
testa e Briony non resistette più.
“Senti Caroline, tu non
hai mai vissuto con lui perché tua madre l’ha mollato subito visto che si è
accorta che non aveva tutte le rotelle a posto; mentre io ho vissuto con Bill
per 18 anni. So come è fatto e non è un padre di cui vantarsi! Se vuoi stare
con lui, parti e inseguilo!” rispose acidamente
e senza un minimo di rimpianto.
Caroline la guardò
paralizzata dalla sorpresa e scosse poi la testa.
“Non mi ero accorta che
l’animo ti si fosse indurito fino a questo punto.”
Dopo di che se ne andò
lasciando Briony a sbollire la rabbia.
<< Ma tu guarda
che roba! Io la difendo, io la proteggo, e questo è il ringraziamento! L’animo
mi si sarebbe indurito? Per forza dopo tutte le disgrazie che ho passato… se lei mi capisse veramente non mi avrebbe
mai parlato in quel modo… >>
Pensò Briony fra sé e sé.
All’improvviso si trovò
davanti Damon Salvatore che guardava la scena divertito e stava addirittura per
fare un applauso.
“Vedo che sei riuscita a
farlo partire. I miei complimenti!”
Briony si strinse nelle braccia e non disse
niente.
“Tuo padre mi ha fatto
innervosire parecchio e mi ha pure fatto litigare con Elena! Dice che non
dovevo comportarmi così perché devo essere buono! Ma io non sono Stefan.” disse agghiacciante.
“Ovvio che no. Sei solo
un tipo senza scrupoli e per fortuna anche Elena se n’è accorta. Ma tranquillo
ti teniamo così come sei.”
Damon sbuffò adirato per
tutta quella situazione incresciosa e confessò tutto:
“Sono stanco di
sopportare tutto questo! Che soltanto io devo essere odiato da tutti mentre gli
altri fanno i santarellini! L’ho accettato troppo a lungo ma adesso basta!”
“Che intendi? Non ce la
fai a fare la parte dell’eroe?” gli chiese lei in tono ironico.
“Qui nessuno è un
eroe, Briony. Sotto sotto i tuoi amici
sono come me, ma non vogliono ammetterlo.”
“Ma stai zitto.” mormorò
lei sorridendo tra sé e sè.
“La sai la verità
invece? Tu sei stata ingannata Briony, fin
dall’inizio!”
“Che stai dicendo? Non
farmi scherzi Damon.” Lo guardò lei incredula, immobile ma anche tremolante.
“Sono un farabutto ma
sono anche sincero. Elena, tua sorella e tutti gli altri invece ti hanno presa
in giro! Ti hanno fatto credere di voler ritrovare il povero Elijah e liberarlo
dalle grinfie di Klaus, ma non è così. La cara Elena ti sta usando solo per
arrivare a Stefan e quando l’avrà
trovato, adios Elijah! Devi capire che non
possiamo permetterci di far arrabbiare Klaus ancora di più e lui non ti dirà di
certo dove ha messo Elijah! E non possiamo rischiare la vita solo per i tuoi
desideri, mi dispiace.”
“Cosa…?”
Briony era rimasta paralizzata dallo shock.
Non riusciva neanche a parlare, come se fosse stata inchiodata da un traffico
assurdo senza accorgersene.
“E’ esatto. Nessuno
vuole rischiare per quel traditore! Per me si merita di stare dentro quello
tomba dopo come si è comportato con noi. Inoltre se Elijah si risvegliasse,
risveglierebbe anche il resto della sua famiglia e non possiamo tenere a bada
altri 6 Originari affamati e terrificanti come Klaus. Che posso dirti Briony… non sei l’unica che viene accoltellata alle
spalle!”
“Elena mi ha sempre
fatto credere di essere dalla mia parte… che
avremmo trovato sia Stefan che Elijah insieme…” mormorò come in trance.
“Ovviamente era tutta
una copertura per avere il tuo aiuto. Elijah deve restare nella sua bella tomba
e tutti quanti erano d’accordo con me.” Rispose lui sincero.
“Caroline….”
All’improvviso Briony pensò alla sorella. A quando
tentava sempre di convincerla a lasciar perdere Elijah… era
per questo! Perché nessuno voleva che ritornasse!
“Sei ferita, oh mi
dispiace! Penso che potremmo consolarci a vicenda, in fondo io sono stato bandito
dalla città per i casini che ho combinato e dicono che dovrei staccare un po’!
E tu sei stata ingannata dalle persone che dicevano di volerti bene. Che bella
coppia siamo!” disse divertito.
“Taci.” Mormorò
acida Briony voltandogli le spalle.
“Vorrà dire che me ne
andrò solo soletto!”
Damon così se ne andò
trionfante dalla città. Aveva appena dimostrato che nessuno poteva mettergli i
piedi in testa e offenderlo in quel modo.
Le sue parole aveva
ghiacciato l’animo già irrimediabilmente ferito di Briony.
Lei infatti si
sentiva ferita... non come quando aveva scoperto la verità su Caroline, perché in
fondo gliel’avevano taciuto per risparmiarle uno shock, ma questa volta era
stata ingannata esclusivamente per farle del male e soffrire proprio al centro
del petto.
Era stata usata. Le
avevano fatto credere che l’avrebbero aiutata a ritrovare Elijah e invece… nessuno era intenzionato a farlo. Nessuno
voleva aiutarla… Tutti le voltavano
le spalle…
Per vile vigliaccheria!
E sua sorella che un
minuto prima l’aveva accusata di essersi indurita l’animo… erano
loro i malvagi! Erano loro che avevano un cuore duro come la pietra, non lei!
Lei che si era sempre
prodigata per difenderli e aiutarli! Si era fatta in quattro per sostenere
Elena dopo la morte di John e Jenna, e questo era il ringraziamento?
Dio, se non ci teneva
così tanto a John, a quest’ora sarebbe andata da Elena e gliene avrebbe dette
di tutti i colori…
Ma Briony
restò lì in mezzo alla città.
Sola. Immobile.
Assediato dal suo dolore.
Non restava altro che
piangere ma stranamente non ci riusciva…
Forse aveva ragione
John. Come sempre. Alla fine solo lui l’avrebbe sopportata per il suo carattere
troppo istintivo, ma purtroppo lui non c’era più…
Era sola in quella guerra… e Elijah era più lontano che mai. Non sentiva
più neanche il cuore nel petto da quando lui aveva smesso di esistere. E le
speranze si affievolivano ogni giorno, portate via come un soffio di vento.
Cosa aveva fatto di così
sbagliato per essere abbandonata da tutti?
All’improvviso vide
davanti a sé quella strana donna che aveva visto ieri sera. Le fece segno di
venire da lei e Briony andò così verso la
sua direzione.
Ormai cosa aveva da perdere?
“Ti vedo shockata. Che è
successo?” Le chiese la strega fissandola, anche se il suo tono pareva
disinteressato.
“Niente che ti riguardi.
Allora dimmi… cosa sai di me?”
“So tutto visto che sono
amica di tua madre come ti ho detto ieri… ma
non sono tua nemica, Briony. Sono venuta qui
solo per aiutarti. Sono una strega e il mio aiuto può farti comodo più di
quello che possono offrirti i tuoi amici umani”
“Il loro aiuto non mi
servirà granché.” rispose in tono ironico trattenendo le lacrime, che stavano per
riemergere. Non voleva piangere in pubblico, teneva sempre il suo dolore per sé
e lo sopportava nella solitudine.
La strega a sua volta
sospirò, come se già sapesse tutto.
“Cercherò di
rintracciare Klaus se è questo che vuoi”
“Davvero puoi farcela?”
le chiese Briony speranzosa spalancando gli occhi.
“Non al 100%. Ma sono
molto potente e sono vecchia, più di quanto io possa sembrare”
Briony la guardò attentamente. Nella luce
del giorno la sue pelle sembrava quasi olivastra. E non era così vecchia anzi
poteva dimostrare massimo 35 anni. Aveva il fisico da modella e il viso
bellissimo come se fosse appena spuntata da una favola.
“Lo so, la magia fa
miracoli e diciamo che d’ora in avanti… sarò
la tua spalla fedele!” le disse la donna sorridendo e accarezzandole le spalla.
“Mi dispiace ma ho
esaurito la mia quantità di fiducia” rispose Briony debolmente
abbassando lo sguardo.
La
strega la guardò inquisitrice. Come se le leggesse la mente.
“Dovresti farti
aiutare Briony.”
“E chi mi aiuta?”
Sussurrò fra le lacrime che, implacabili, stavano per scendere.
Poi Briony riprese il controllo di se stessa e tirò su col
naso, asciugandosi in fretta le lacrime.
Non doveva apparire
debole. Non ora. Perché non avrebbe mai mollato né rinunciato a trovare Elijah.
Al diavolo gli altri!
“Non so neanche il tuo
nome” le chiese poi incuriosita.
La strega la guardò e si
portò una mano alla testa come se fosse una bambina.
“E’ vero scusami! Mi
chiamo Ylenia” Rispose porgendole la mano.
Briony titubante gliela strinse.
Nessuna delle due
avrebbe mai dimenticato quel giorno, perché fu la nascita di un’amicizia che
non si sarebbe mai spezzata.
Neanche dopo la morte.
Quello stesso giorno una
persona se ne andava da Mystic Falls.
E tre invece erano
appena arrivate.
Un grosso camion era
entrato nella cittadina; un uomo scese accompagnato da un altro ragazzo e da
una ragazza bionda.
Tutti e tre avevano la
pelle bianca.
“Bentornato a casa”
Sussurrò l’uomo con una voce agghiacciante.
Stefan deglutì nervosamente guardando Klaus
negli occhi.
Erano ritornati dove
tutto era iniziato.
FINE CAPITOLO!
Spero vi sia piaciuto!
Madonna Bill è proprio stronzo! Anche nei momenti d’addio fa il gradasso e
l’odioso! Cosa avrà voluto dire?
E Klaus è ritornato! Sto
seguendo infatti le vicende della 3 stagione.. ma ancora per poco!
Povera Briony tutti le stanno voltando le spalle… ma adesso ha trovato una nuova amica,
spero che il personaggio di Ylenia vi
piacerà! Riserberà tante sorprese e misteri!
Ora vi faccio un
sondaggio mini mini:
1) Qual’è il
vostro personaggio preferito?
2) La vostra scena preferita?
3) Il personaggio che odiate di
più?
4) Cosa vi aspettate nelle
prossime puntate?
5) Elijah e Briony avranno mai un lieto fine?
RISPONDETE
IN MOLTI PLEASE!