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Autore: Buildingalife    12/12/2011    3 recensioni
Aspira, espira, fumo che vola via.
Solo quello?
Silenzio.
Piede mosso, vaso rotto.
Mondo crollato addosso.
Ma la ragazza non ricorda.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ti sto venendo a prendere! Scappa finchè puoi!"
"Non mi prenderai!" dissi ridendo, e facendogli una linguaccia.
"Allora scappa!"
Corsi tantissimo, ma mi sentii delle braccia che mi strinsero fortemente da dietro, a quanto pare, fu più veloce di me.
"Non mi sfuggirai, riuscirò a riprenderti tra le mie braccia, nel caso tu scivolassi, o qualunque cosa, ti terrò stretta..." la sua voce era una melodia.
"Menomale..." dissi. Più che altro pensai, ad alta voce. Non volevo andarmene, mai più.
Ma qualcosa che non potei fermare accadde. 
La realtà venne a svegliarmi.
 
Una mano mi accarezzava i capelli, ci giocherellava.
Sentii sussurrare qualcosa, non capii cosa, ma la voce era quella. Era la voce che conoscevo meglio da quando mi svegliai.
Ad occhi chiusi, (volevo fosse una cosa inaspettata, visto che sicuramente pensava stessi dormendo), allungai il mio viso, e sfiorai le mie labbra contro le sue.
Oddio, cosa avevo appena fatto?
Non mi ero controllata.
Avevo fatto la cosa giusta?
Ma capii che non mi importava, ero felice di averlo fatto.
Aprii gli occhi.
Non era lui.
Un mostro si era impossessato del ragazzo a cui avevo dimostrato...qualcosa. Quel qualcosa si poteva chiamare amore?
I suoi occhi diventarono di fuoco.
Avevo paura.
Sentii una campanella nella mia testa, l'Inconscio chiamava. "Torna da me..." diceva.
La confusione si impossessò di me, ormai non capivo più niente tra il suo viso che mutava, e l'Inconscio che chiamava.
Dovevo lasciar andare qualcosa, almeno per quel momento, sennò rischiavo di scoppiare.
Decisi di mettere silenzio (per quanto fosse possibile, e per quanto poco sarebbe durato) alla campanella.
"Cosa ho fatto?" chiesi innocentemente.
"Non capisci quanto sia difficile per me?" rispose con un'altra domanda.
Lo osservai attentamente, e notai che nessun mostro si era impossessato di lui, faceva soltanto finta.
"Perchè deve essere difficile?"
"Perchè dovrei aspettare che tu ricorda qualcosa, che tu sia sicura di ciò che fai, dovremmo aspettare..."
"Dovremmo."
"Si."
"E' ciò che vuoi tu?"
"Cosa dovrei risponderti? Vorrei tornassimo come prima, ma dovrei aspettare, e anche tua madre vorrebbe così..."
Mi ritornarono in mente quei discorsi che avevo origliato. E' questo ciò che mi nascondevano, allora.
"Forse non mi vuoi abbastanza."
Cos'erano quelle frasi che stavo pronunciando? Non ne ero mai stata capace prima di quel momento, da quando mi risvegliai nel lettino dell'ospedale.
Stavo diventando padrona di me stessa, riuscivo a dire cose forti e sensate.
"Non pensarla così...Io ti voglio. Non hai idea di quanto ti voglia. Starei tutto il tempo con te a baciarti e...Non importa. Ti vorrei far vivere i momenti migliori della tua vita. Ma magari per capire se siamo li stessi di prima, per capire se tu provi ancora lo stesso per me, devi aspettare che la memoria torni."
"Sei stupido. Infinitamente stupido. Pensi che in questo momento, come se non avessi già abbastanza problemi, io abbia voglia di giocare con l'amore? Pensi che io non sia consapevole di provo? Pensi che io abbia sempre prensato che tu fossi mio fratello?"
Il suo sguardo, diventò interrogativo, poi stupito, capendo che aveva finto senza motivo, visto che non ci misi molto a capirlo.
Lo guardai annuendo. "Non riesci proprio a capire..."
Non riusciva a capire che quando lo vidi, capii che non dovevo avere paura di lui come di un estraneo, ma che potevo fidarmi, che... Non sapevo più come esprimere tutto ciò.
"Oddio, lasciamo stare." dissi tentando di lasciare quella stanza. La mia stanza, tecnicamente era lui a doversene andare, ma non ci badai molto, e decisi di farlo io.
Una mano mi fermò. Venni tirata indietro improvvisamente, e finii con il mio viso a poca distanza dal suo.
"Spiegami, per favore."
"Non è importante."
"Ora sei tu a non capire. Tutto ciò che riguarda in qualche modo te, o noi due, è importante. O almeno per me."
"Non riesco...Non riesco a spiegare. Non riesco a farti capire cos'è successo. Non riesco a esprimere i miei sentimenti. E' difficile."
Sorrise. 
"Che ingenua...Prometti però, che mi spiegherai un giorno."
Che dovevo fare? Promettere?
"Si, va bene lo prometto."
Cosa dovevo fare ora? Avevo visto qualche film durante quei giorni, e dopo questo tipo di frase, ci stava sempre un bacio. Almeno lì. Ma nella vita era così? Eppure, spesso gli attori erano così credibili!
Potevo dargli un misero bacio? Non chiedevo troppo, no? O forse ero nel film sbagliato?
In quel momento suonò la campanella dell'Inconscio che mi chiamava, non era tempo di pensare a un bacio.
Stavolta, decisi di ascoltarlo, infondo ero rinata insieme a lui, è lui che mi accompagnò nel percorso di guarigione.
Si torna a casa, stavolta.
   
 
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