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Autore: isidrinne    13/12/2011    3 recensioni
"... Forse un mondo e  un tempo in cui saremo solo amici esiste... Un mondo in cui starò al suo fianco senza possederlo... Ma quel mondo non è questo... E quel tempo non è ora!"
Un'alternative universe, quindi, annunciata e portata avanti raccontando la storia di un ciuffo biondo di nome Thomas Ratliff, che detesta essere chiamato Joseph e diminutivi connessi (Joe o Joey), dei suoi amici più o meno "allegri" e del suo lato oscuro, che una diva dai capelli di fuoco e gli occhi di ghiaccio riuscirà ad ammorbidire... forse
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hold on until it's over 3
Hold on
until it's over

By Isidrinne


Oh My Rah, quanto sono riuscita a scrivere..... 0_o
Non vi dico quante pagine di file altrimenti ci rinunciate^^
Ma questo è un capitolo veramente succoso e ricco quindi
credo riuscirete a perdonarmi le ore piccole... spero... vabbè^^
Con i soliti tre baci, vi auguro buona lettura!
Ovviamente, dopo  il solito....

DISCLAIMER: Adam Lambert e la sua grandiosa esperienza di vita, come pure il suo entourage così spettacolarmente variegato, sono una semplice ispirazione per la mia arte e il mio talento di scrittrice.
Non ho alcuno scopo di lucro nell'utilizzare nomi e parti pubbliche della biografia di ciascuno né pretesa di descrivere eventi realmente accaduti nelle vite dei personaggi nominati.




«Ma per favore!» esclama Raja, dopo lo “strucco” e lo ”sparrucco“ di quell’improbabile cantante dai capelli rosso fuoco e una notte di follie «Come ti è venuto in mente!!? Provarci con il migliore amico del tuo fidanzato?!!»

«Umf…» risponde Adam la diva mentre sbuffando annoiata ancheggia verso la mustang dell’amica. «Lo sai che sono pansessuale, no?…»

«Cosa???» Raja non vuole crederci «Pansessuale tu!?!?… Bella mia, la tua è solo una scusa per fare la zoccola con chiunque abbia un bel culo, altro che pansessuale…»

Adam fa spallucce mentre si infila in macchina «Come se tu fossi del tutto disinteressata…» commenta stizzita mentre Raja si mette al posto di guida e si immette nel traffico del Boulevard.

«Piantala… Michelle!» ribatte acida la trans «Guarda che ti scarico e tornaci tu a casa conciata così…»

Al sentirsi chiamare Michelle, Adam ammutolisce di colpo mettendo il broncio…

«Michelle, Michelle…» nella sua mente la cantilena di quel nome femminile rivolto a lui come sberleffo dai bulli della sua scuola, quando era un bambino, ritorna a echeggiare con la forza di una frustata...

«Uff… Poteva andarmi bene…» sbotta ad un tratto come a voler esorcizzare il pessimo ricordo «Ma quel frocetto geloso della mia fidanzata mi ha impedito di arrivare al dunque…»

«Frocetto geloso?!!… Ma tu di rispetto per le persone, proprio neanche un briciolo?!?» esclama Raja inferocita rimproverando Adam aspramente.

«E… Brutte notizie, bionda!… Thomas è più etero di quanto tu sia checca, ed è pure fidanzato con una donna…» aggiunge velenosa affrettandosi a precisare «Dalla nascita!» avendo notato l’espressione scettica che cominciava a dipingersi sul volto di Adam «Ed è anche una tosta… di quelle che incantano… da farti dubitare di chi sei!»

Ma Adam aveva smesso di ascoltare appena percepito il tono astioso dell’amica, a mala pena avendo captato il nome del ragazzo dagli occhi nocciola che risponde al nome di Thomas…

Thomas…

Un dolce ricordo d’infanzia gli riaffiora alla mente, trasportato da quel nome, tanto evanescente da svanire quasi subito, per la brusca frenata di fronte a casa sua.

«Capolinea milady! Scendere, prego!» sbuffa scocciata Raja, che non ha ancora perdonato all’amico le pessime uscite di prima.

Adam, salutata mestamente Raja, che riparte sgommando, quasi volesse mettere il più in fretta possibile la maggior quantità di chilometri fra sé e quell’essere indefinibile di nome Adam Lambert, sale stancamente le scale del condominio in cui vive, malridotte, ma mai quanto lui in quel momento.

Adam, infatti, sente tutto il peso di quella maschera da diva che si è costruito negli anni, a beneficio di chi lo prendeva in giro…

- Ah sì!??… Per voi sono comunque uno scherzo di natura?… Allora vi servo fino in fondo… Pezzi di m… - si era detto un giorno, stanco di sembrare come gli altri senza esserlo, arrivando  a creare la checca un po’ vanesia e molto drag queen diva che tutti hanno imparato loro malgrado a sopportare…

Ma che ora, ripensando a un paio di occhi nocciola, non può fare a meno di sentirsi troppo stretta addosso...


«Se per colpa tua, Tommy non mi vuole più tra i piedi, io ti uccido, checca sfondata da quattro soldi che non sei altro!!!»

In questo momento Isaac non si sente altro che il coinquilino di una sconosciuta,  che sopporta soltanto per dividere le spese con qualcuno…

Adam sgrana gli occhi sentendosi investire non solo verbalmente in quel modo dal piccoletto mingherlino che ha davanti e che afferma di considerare suo fidanzato: ma come?!! Adam la Magnifica torna a casa distrutta sperando in un po’ di conforto, cioè a dire uno zerbino pronto ai suoi comandi e voglioso di soddisfare ogni suo capriccio, e chi si trova davanti, invece?

Una iena denutrita e ringhiosa che gli vomita addosso solo odio…

«Senti Isaac, non ho voglia di starti a sentire» sbotta scocciatissima la diva «Ne riparliamo domani… se mi andrà!» tronca reciso e si butta sul letto, l’unico della stanza, di schiena a quattro di spade, sprofondando immediatamente in un sonno profondo, e lasciando il povero batterista in preda a livore e rabbia sorda…

Lui e Tommy, unico nomignolo che Thomas abbia mai accettato da chiunque, sono cresciuti insieme, e Isaac sa che morirebbe se per caso Thomas non gli volesse più rivolgere la parola per colpa delle sue frequentazioni…

Quel lieve irrigidimento quando lo ha salutato abbracciandolo gli ha fatto veramente male,  anche se poi Thomas si è mostrato pentito, come è straziante il pensare al rischio di perdere la possibilità di avvicinarsi a quel petto su cui aveva dormito tante volte da piccolo, in tenda, ai campeggi estivi della scuola, e tutto per colpa di chi afferma di amarlo… E per sfogarsi scoppia in singhiozzi rabbiosi e al contempo disperati, senza pudore di farsi sentire dal compagno, sa benissimo che il problema non sussiste. Quando Adam non si sveste prima di toccare il letto, il suo sonno non viene disturbato nemmeno dalla bomba atomica…

- Ma forse lo dice solo per farselo dare - considera mesto alla fine di quel pianto tutto sommato liberatorio - Ma certo, illuso che sono…. - conclude poi amaramente - Questa stronza di  una checca vuole solo una cosa da me: il mio culo -

Invece Thomas…


«Isaac, dai! Vieni da noi, c’è l’arrosto per cena!»

La vocetta gentile di un ragazzino di otto anni, nero di capelli con due luminosi occhi nocciola, raggiungeva le orecchie del bambino di nome Isaac, secco, vestito approssimativamente con i vestiti dismessi dal fratello maggiore, sempre spettinato e un po’ trascurato nell’aspetto, come una dolce melodia.

Thomas, questo il nome del moretto, non si vantava mai nei confronti di Isaac che, venendo da una famiglia numerosa, era di certo in condizioni di inferiorità rispetto a lui, che viveva in una villetta appena fuori Hollywood, non di troppe pretese, ma sicuramente dotata di molti comforts,  e in una famiglia in cui di certo non si sentiva un intruso.

Thomas ogni sera lo invitava a casa sua, sapeva che i suoi non riuscivano a sfamare tutti e cinque i figli, e che Isaac molto spesso era quello che ne faceva le spese, essendo l’ultimo nato per nulla voluto.

E insisteva ogni giorno con i suoi genitori perché a tavola ci fosse un coperto in più per l’amichetto, che per lui non era mai l’“amichetto povero”,

Per non farlo sentire a disagio, arrivava al punto da schizzarlo con la pompa da giardino prima di entrare in casa per avere la scusa di pulirlo un po’ asciugandolo.

Isaac era grato a quello strano bambino che anche se ricco, perlomeno dal suo punto di vista, teneva così tanto a lui, e più tardi, quando scoprì di avere un interesse diverso dalla ragazze,  fu lui la sua prima cotta, e anche se non ricambiato, il suo affetto per il moretto, che nel frattempo era diventato un bel ragazzo, alto e ben fatto, non era diminuito…

E ora pensare che fra di loro potrebbe non esserci più l’amicizia a cui Isaac tiene così tanto, lo fa ammattire…

- Giuro,  Adam. Se Tommy non mi vuole più tra i piedi per colpa tua, stavolta non te la faccio passare… No! - si ripromette fissando l’ammasso scomposto del corpo di Adam steso approssimativamente sul letto.


«Uhn… Mf… Ah!»

Thomas non riesce a svegliarsi, ma il suo sonno è tutt’altro che tranquillo e ristoratore.

Intrappolato nelle spire di un incubo che gli sembra ricorrente, ma che non riesce a esorcizzare né a ricordare, Thomas si sente sopraffatto dalla sensazione di soffocamento provocata da un ignoto dolore.

Si rigira nel letto lasciato libero da Cris, e non riesce a sfuggire a un ignoto persecutore  fino a quando la voce della sua donna non lo sveglia definitivamente.

«Foxy!… Foxy!!» lo scuote la ragazza, richiamata nella stanza dai lamenti del ragazzo e Thomas si sveglia ad occhi sbarrati, ansimando furiosamente e schizzando a sedere come una molla fissando il vuoto.

«Ehi!» esclama la ragazza sistemandosi sul letto e cingendogli protettiva le spalle «Cosa c’è? … Un incubo?»

Thomas rimane per un lungo momento assente, fissando come stordito un punto lontano, tremando come una foglia, e solo una stretta più energica di Cris lo fa riscuotere, guardandosi intorno spaesato mentre realizza le domande della sua gattina.

«NO! … Cioè… no niente… Sì, forse un incubo…. ma non ricordo…. nulla…» risponde confuso ricambiando l’abbraccio e strofinando la guancia sul suo seno, a chiedere sollievo come un neonato tende mani e labbra in cerca di nutrimento.

Lentamente, il petto di Thomas rallenta il suo su e giù convulso fino a denotare un respiro calmo e tranquillo.

«La colazione è pronta, dai alzati…» lo esorta rispondendo con affetto alla richiesta di coccole del suo uomo.

«Ehmmm…»

«Sì, lo so, lo so…. Ma che cos’hai contro il tuo corpo…. non lo capirò mai, sei così bello…» sbuffa stampando un dolce ma sensuale bacio sulle sue labbra a cui la lingua di Thomas risponde in automatico con languida foga prima di lasciarla avviarsi verso la porta.

Thomas non lo sa cos’ha contro il suo corpo, sa solo che per alzarsi la mattina esige di essere completamente solo, quindi aspetta con pazienza che la sua compagna sia uscita dalla camera da letto per poi avventurarsi fuori dal letto stiracchiandosi pigramente.


«La signora Dorian ha chiamato per spostare l’appuntamento a oggi pomeriggio» cinguetta Cris allegramente cercando di portare la conversazione su un piano di leggeerezza e spensierato buon umore.

«Ah bene, così posso andare a trovare Isaac, prima» commenta Thomas, girandosi però di scatto verso Cris, aspettandosi di trovare il disappunto dipinto nei suoi occhi. Quella italianina tutto pepe era da poco nella sua esistenza, ma Thomas ha paura di non farle capire quanto gli sia entrata nel cuore, penetrando la sua anima come ci fosse stata da sempre…

Invece, con sua sorpresa, niente di tutto quanto temeva traspare dallo sguardo innamorato, anche se sempre pronto a esprimere il proprio pensiero, di Cris…

Piuttosto una sorpresa negativa saetta negli occhi della ragazza, che subito esprime i suoi timori «Perché? Avete litigato» assumendo un’espressione preoccupata.

Thomas non ha voglia di spiegarle tutto, ma incontrando i suoi occhi azzurri trova il coraggio quantomeno di imbastire una pietosa bugia, il silenzio nuoce gravemente alla salute di una relazione.

«Devo chiedergli alcune informazioni per completare la recensione...»

Cris lo squadra indagatrice, una palpebra alzata scetticamente «mmmm. Va bene, non hai voglia di parlarne…. Mi sta bene, se non vuoi… vuol dire che non è poi così grave e si risolverà subito» lo riprende dolcemente strizzandogli il busto in un caldo abbraccio. Sa bene che il suo uomo la coinvolgerebbe se le cose stessero veramente male, o almeno che lei riuscirebbe ad accorgersene in tempo prima che il suo muso lungo abbia il sopravvento.

Thomas per un attimo addolcisce lo sguardo, piacevolmente sorpreso da quanto la sua micetta  con gli artigli sa inchiodarlo senza dargli l’impressione di farlo, tornando però immediatamente al muso serio e concentrato nella lettura del twitter e alla pianificazione della mattinata.

«Hai pensato tu a dare un nuovo orario alla signora Dorian?» si informa con fare molto professionale.

Cris annuisce «Alle 4 e mezza oggi pomeriggio».

- Bene, così ho tutto il tempo di andare da Isaac - considera mentre appunta una nota sul telefono e si alza andando a prepararsi per l’appuntamento.

Ultimo pensiero di Cris prima di augurare buon lavoro, da brava mogliettina, al suo Thomas che esce di casa, vedendolo in quel completo silver che fa tanto bravo ragazzo, distinto e professionale, ma non gli si addice per niente: - Non ha intenzione di tornare per pranzo… Bé, mi arrangerò con quello che ho in casa, senza menù… -


La lunga corsa in macchina, la sua BMW Z3, uno degli sfizi che il lavoro di consulente informatico gli permette di concedersi, da casa sua a West Hollywood a quella di Isaac, appena fuori Burbank, gli dà modo di pentirsi nuovamente della sua reazione, infame anche se del tutto involontaria.

E mentre si maledice dandosi della bestia gli ritorna in mente quella notte in campeggio…


Erano in tenda insieme, e stavano dormendo, quando Isaac lo aveva svegliato gridando il suo nome e stringendosi al suo petto…

Non lo aveva per niente infastidito, gli aveva già confessato di essere omosessuale,  ma se possibile questo fatto gli aveva reso ancora più prezioso quell’esile mucchietto d’ossa.

«Cosa c’è?» gli chiede affettuoso e comprensivo.

«Lasciami stare così ti prego….» ha mormorato Isaac supplichevole e lui lo aveva lasciato lì, a respirargli sul collo, prima affannosamente, poi in modo più calmo, e lo è stato a sentire finché anche lui non si è riaddormentato…

Ora come può essersi schifato solo per un abbraccio affettuoso?!!


- DEVO chiedergli scusa di persona - pensa mentre attende guardandosi intorno che qualcuno gli apra.

Il posto non è dei più squallidi, ma intorno al fabbricato la poca vegetazione è incolta e l’intonaco inizia a dare i primi segni di cedimento anche sul muretto della scaletta che porta all’ingresso del condominio.

Non ottenendo risposta, riprova a suonare il campanello, ottenendo uno sguaiato «Ecchecazz…! Ma chi è che…»precedente allo scatto del portone che si apre.

- Isaac abita qui… - considera Thomas mentre sale la scala in legno piuttosto sconnessa dando un’occhiata all’interno di quell’androne fatiscente.

Appartamento 666… che scherzo!

Thomas bussa discretamente.

«Ecco, ecco! Ma possibile che non si possa riposare… Oh!»

Aperta la porta, i due che si fronteggiano rimangono per un lungo istante pietrificati, ciascuno sorpreso di vedere l’altro.

Thomas è il primo a prendere l’iniziativa di rompere il silenzio

«Ah! La voce era la tua, prima… dovevo immaginarmelo…» 

Così apostrofa un allibito quanto assonnato Adam evidentemente buttato giù dal letto dal suono del citofono e non ancora completamente sveglio, che collega i neuroni sufficienti per emettere uno sgarbato «Che vuoi?»

- Va bene, Thomas Joseph… Non hai mai messo le mani addosso a qualcuno per primo, non cominciamo ora - «Cerco Isaac» risponde laconicamente.

A quelle parole Adam, incerto per un solo millesimo di secondo se lasciar fare alla diva o prendere la cosa sul serio, optando per la seconda opzione, si gira accigliato a fissare il suo interlocutore.

«E cosa vuoi da lui?» sibila accigliato come se fosse stato morso da un crotalo e l’unico modo per liberarsi del veleno fosse vomitarlo addosso a chi ha davanti.

Altrettanto velenoso, Thomas ribatte seccato «Non riguarda te, quindi mi vuoi dire dov’è?»

Adam si guarda intorno allargando le braccia «come vedi non c’è, signorino abituato ai grandi spazi… La casa è tutta qui...» commenta acidamente infilandosi in bagno lasciando Thomas sulla porta a guardarsi intorno.

Tutta lì… è vero: un open space arredato approssimativamente con un angolo cottura sulla sinistra ormai debordante di piatti sporchi e a lato del divano letto disfatto, meglio sarebbe dire distrutto,  la porta di quello che deve essere un bagno non grande.

Uscendo dal bagno con i capelli bagnati Adam nota il biondino ancora sulla porta e piccato da una punta di gelosia lo apostrofa «Hey! Ancora qui? Ma se sei omofobo, mi spieghi perché sei tanto morbosamente attaccato al mio ragazzo?» provocando la feroce e irata reazione del biondo Thomas.

«IO NON SONO OMOFOBO!!!… Ho molti amici gay… E poi tu ti ricordi che Isaac è il tuo ragazzo solo quando la tua voglia di possesso è messa in discussione?!!» esplode il biondo a sua volta piantando i suoi occhi nocciola saettanti rabbia in quelli azzurri e sfidanti di Adam, che neanche fa caso all’ultima affermazione di Thomas avvicinandoglisi minaccioso.

«Ah sì! Tu non saresti omofobo?… E allora spiegami questo!» e lo sospinge contro la parete incombendo su di lui con tutto il suo metro e novanta di fisico più in carne cercando di baciarlo.

Thomas, reagendo a quell'avance, sbarra gli occhi esterrefatto e il suo corpo inizia a tremare incontrollatamente, e in  modo sempre più violento mentre cerca di sottrarsi a quella pressione insistente e così carnale.

«Ero sicuro che avresti reagito così…» commenta tristemente sottintendendo l’ovvia omofobia di Thomas dopo essersi staccato…

E Thomas non sa cosa rispondere, se non un debole «Gli puoi dire che sono passato?» biascicato mentre si avvia affranto e velocemente verso le scale sotto lo sguardo duro e perplesso di Adam.

«Ma tu guarda che…»



   
 
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