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Autore: lady lina 77    13/12/2011    2 recensioni
Gourry è costretto a tornare a casa per assistere ai funerali del padre. Dopo anni di lontananza, di silenzi, di fuga senza far sapere nulla di se, deve affrontare il suo passato, cose sepolte nel tempo e dolorose. Ma Lina è con lui, in quella casa, in quei luoghi pieni di ricordi tristi... Ma si sa, anche dalle ceneri può nascere qualcosa di bello...
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So che è tantissimo che non scrivo in questa sezione e che una mia storia, la favola, è ancora da terminare (e spero di riprenderla in mano il prima possibile). Ma durante il mio ultimo viaggio mi è venuta l'ispirazione per questa storia, genere angst che a me piace molto, quindi ho buttato giù di getto il primo capitolo. Sarà breve, non troppi capitoli, ma son contenta di avere iniziato a scriverla. A quanto pare la mia passione per quest'anime torna spesso a trovarmi e non l'ho persa, stava solo dormicchiando un pò. Spero che vi piaccia e non sembri troppo angosciante. Commenti e critiche ovviamente mi fanno solo piacere :) Facciamo rivivere questa sezione dai, ultimamente si latita tutti!!!






Capitolo uno


Rientrare in quella casa a Gourry era parso di una difficoltà inaudita. Da che aveva ricordi, non gli sembrava di aver mai fatto nulla di tanto difficile. Nemmeno le battaglie contro i grandi signori dei demoni erano state tanto difficili come il varcare quella porta.

Pochi giorni prima era stato ragginto dalla notizia della morte del padre. Una consapevolezza che lo aveva colpito come uno schiaffo violento. Suo padre, il suo integerrimo padre... Quello sempre serio, quello per cui i doveri venivano prima di tutto, anche degli affetti, quello severo, quello che sembrava indistruttibile... Era morto! Gourry faticava a realizzarlo. Un angolo del suo cervello era convinto che quel giorno non sarebbe mai arrivato, aveva creduto suo padre indistruttibile. In fondo, come avrebbe potuto pensare il contrario? Un uomo tanto serio, arcigno, deciso, indomabile e mai piegato da nulla... Eppure anche lui era stato infine vinto dallo scorrere del tempo e chissà, forse anche dal vuoto che si era creato attorno...

Gourry se n'era andato anni prima da quella casa, con la spada di luce con se. Fuggito lontano, da lotte di famiglia e dolore, alla ricerca di una nuova vita. Non aveva più rivisto la sua famiglia, non aveva mai avuto un perdono da suo padre per aver rubato la spada di luce ed essere sparito, non aveva più rivisto quella casa che gli appariva tanto soffocante e piena di ricordi dolorosi. Per quanto si sforzasse, tornando, non riusciva a trovare un ricordo felice di qualche fatto avvenuto fra quelle mura. Tutto ciò che la sua mente gli ricordava era la bramosia di potere, un padre interessato più a crescere due guerrieri che dei figli di cui essere orgoglioso, una madre che non aveva voce in capitolo e che soffriva in silenzio, una nonna da cui fuggire, da cui rifugiarsi quando tutto diventava troppo pesante da sopportare.

Ma questo Gourry l'aveva superato, in un certo senso dimenticato. Era bastato conoscere quel vulcano di Lina perchè tutto assumesse forme più leggere, perchè tutto gli apparisse lontano, appartenente a una realtà non più sua.

Ma poi la notizia era arrivata e con essa il peso di un passato che comunque l'avrebbe sempre tormentato. Era tornato a casa per presiedere ai fumerali. Strani pensieri si agitavano nella sua mente. Senso di colpa, frustrazione per non aver avuto nessun chiarimento con suo padre, angoscia al pensiero di ritrovare il resto della sua famiglia, incluso un fratello che mal lo sopportava e che di certo non gli aveva perdonato la fuga con la spada, rimettere piede in quella casa che gli appariva come una prigione... E chissà, probabilmente scoprire cosa suo padre aveva pensato di lui durante quegli anni di lontananza...

Lina lo aveva accompagnato in silenzio. Stranamente non riusciva a dire nulla, anche la sua parlantina sembrava essersi ammutolita davanti agli ultimi avvenimenti. Lei Gourry lo conosceva bene, era il suo migliore amico, la sua spalla, il suo compagno di vita e di viaggio... Ma non sapeva cosa dire. Non conosceva nulla di quel passato che Gourry stava andando ad incontrare e ogni cosa detta poteva suonare 'sbagliata'. Consolarlo? Sostenerlo? Silenzio o parole? Gourry non aveva mai parlato troppo volentieri della sua famiglia e del suo passato e lei non lo aveva mai forzato a farlo. Sapeva che aveva rubato la spada, ma a parte quello, conosceva poco altro... Se Gourry non gliene aveva voluto parlare, aveva sicuramente i suoi motivi, oppure – sospettava – era troppo doloroso per lui.

Per questo si sentiva spiazzata. Quella era una facciata del mondo di Gourry che lei non conosceva, che non gli apparteneva. Erano giunti in una casa dove lei era estranea, al contatto con persone che non avrebbero salutato il ritorno dello spadaccino con un sorriso o con una pacca consolatoria sulla spalla... E lei sapeva che non avrebbe dovuto reagire a nulla di quello che sarebbe successo. Era la famiglia di Gourry, lui solo poteva decidere come agire e cosa dire... Era una questione di rispetto e di fiducia. Lei ci sarebbe stata a sostenerlo, era l'unica certezza che aveva la maga circa il ruolo da tenere durante quei giorni pesanti.

Quando giunsero ad Elmekia, la ragazza rimase ferma a fissare la grande casa dei Gabriev. Una casa enorme, forse elengante un tempo ma ormai decadente. I muri rossi erano scrostati e il giardino circostante non curato. I vetri delle finestre sporchi, alcune persiane cadenti.

Anche Gourry rimase ammutolito nell'osservarla. Un forte vento che preannunciava pioggia autunnale sferzava la via, dando a tutto un aspetto sinistro. Lo spadaccino sospirò... "A quanto pare, senza mia nonna e mia madre che pensavano a dare una parvenza di ordine, quà tutto è stato lasciato andare in rovina!". Tipico di suo padre dopo tutto! Non importava l'eleganza, l'ordine. Solo l'onore e la spada avevano importanza... Senza la spada di luce, evidentemente il genitore aveva ritenuto inopportuno curare anche solo minimamente l'aspetto della casa, quanto meno per salvare le apparenze.

"Però è davvero grande!" - sussurrò Lina fissandolo negli occhi.

"Già!". Gourry osservò di nuovo la casa... "A volte troppo grande... Ma a volte forse troppo piccola...". Era una sensazione che aveva provato spesso da bambino. Certe volte quella casa gli era apparsa enorme, soprattutto quando cercava qualcuno a cui chiedere affetto, una carezza... Stanze su stanze vuote... A volte invece, quando infuriavano le urla e le liti, troppo piccola. In ogni angolo le grida dei suoi famigliari lo riuscivano a raggiungere e non c'era rifugio abbastanza lontano, un angolo abbastanza remoto per sfuggire.

Lina lo fissò senza capire a fondo quella frase ma non chiese nulla... Non era il momento di domandare.

Varcarono la porta e si trovarono immersi in un corridoio lungo, buio, freddo, spoglio e con tante porte chiuse che davano su di esso... La casa sembrava vuota...

"Non c'è nessuno?" - chiese Lina stupita. Strano, si aspettava la casa piena di Gabriev intenti a rimpiangere il loro congiunto...

Anche Gourry pareva smarrito. Non c'era nessuno e a quanto pareva, nemmeno il morto...

Finchè udirono indistintamente dei passi avvicinarsi a loro. Passi leggeri, di donna, di una cameriera piuttosto anziana. "Signor Gabriev, siete giunto finalmente!" - disse la donna freddamente.

Gourry annuì. La conosceva, se la ricordava! Era la cameriera personale di suo padre, Rose. Bella da giovane, coi suoi lunghi capelli neri e le curve prorompenti. Ma ora invecchiata e appesantita dagli anni, anche se lo sguardo arcigno e pieno di rimproveri non l'aveva abbandonata. "Buonasera! Non c'è nessuno quì? E mio padre?" - chiese tagliando corto. Non provava simpatia per quella donna e ricordava che sua madre la detestava quando era giovane... Poteva immaginarne forse il motivo ma non aveva mai indagato su che rapporti esistessero veramente fra suo padre e lei...

Rose non distolse lo sguardo da lui. "Il corpo di vostro padre riposa per ora nella casa che era di vostra nonna e che adesso fa da sede ai membri maschili della famiglia che lottano per la corona, anche se la spada non c'è più..." - disse in tono sibilino e di rimprovero, lanciandogli quella malcelata frecciatina – "E vostro fratello è in viaggio, una missione pericolosa e lunga per il re! Non tornerà per il funerale, vostro padre non avrebbe mai voluto che venisse meno ai suoi doveri per una cosa tanto futile come una cerimonia funebre!".

Gourry sorrise di un sorriso amaro. Tipico di suo padre, nemmeno la sua morte aveva importanza davanti agli affari della corona. E suo fratello, a quanto pareva, era cresciuto tale e quale a lui. Ma in fondo lo sapeva da sempre che erano simili quei due, che la pecora nera della famiglia era lui... "Quindi, a parte noi tre quì non c'è nessuno?".

"No!" - rispose secca Rose - " I vostri parenti sono da vostro padre e anche io sto per andarmene! E la signorina...?" - chiese, indicando Lina – "Lei si ferma?".

La maga nel mentre era rimasta in disparte, atterrita dall'assurdità di quella conversazione. Che razza di famiglia erano i Gabriev? E come si era sentito Gourry, a crescere in una casa come quella??? Mille domande si affacciavano nella sua mente ma non aveva coraggio di porle al suo compagno, forse per paura di aprire ferite dolorose... E Gourry? Era tanto strano sentirlo parlare con quel tono tanto serio e freddo... Il suo disagio aumentava...

"La signorina è mia ospite e come tale mi aspetto che venga trattata, con ogni riguardo!" - disse Gourry in tono di sfida alla governante.

Rose si accorse dell'astio di Gourry ma non si scompose minimamente. Quel ragazzo non lo aveva mai sopportato e lo considerava l'artefice di tutti i problemi della famiglia. "Come volete mio signore! Ma io sto per andarmene, il mio turno è finito! Quindi gli onori di casa dovrete farli voi, con la vostra ospite!".

"E allora, vi congedo volentieri Rose!" - rispose Gourry in tono freddo. Che se ne andasse, anzi! Almeno non avrebbe dovuto vedere la sua faccia girare per casa... Anche se, perfidamente, gli sarebbe piaciuto ricordarle come amasse fermarsi anche la notte invece, quando suo padre era vivo...

La donna annuì e di fretta uscì dalla porta.

Rimasto solo, Gourry si appoggiò al muro, tirando un grosso sospiro. Era tutto così pesante... Rose, quella casa, tutto lo riportava a un tempo che voleva dimenticare e che invece si era palesato davanti a lui con tutta la sua forza...

"Gourry....". Lina si avvicinò a lui, posando dolcemente una mano sulla sua spalla.

Lo spadaccino, a dispetto di tutto, sorrise. "Scusala, l'educazione non è mai stata il punto forte di Rose...".

"Non fa nulla!" - disse Lina alzando le spalle – "ho visto di peggio! Ma tu, tu... come stai?". Già, la 'simpatia' della cameriera era l'ultimo dei suoi pensieri... Era preoccupata per lui. Conosceva la sensibilità di Gourry e quell'ambiente, quella situazione sarebbero stati pesanti da sopportare anche per cuori meno teneri di lui...

"Non lo so, mi sento solo molto strano...". Gourry alzò lo sguardo sull'orologio a pendolo che ticchettava nel corridoio. Erano le sei del pomeriggio e anche se si stava facendo buio aveva tempo per andare da suo padre e dai suoi parenti. La casa di sua nonna distava dieci minuti di strada a piedi e, anche se l'idea di affrontare la sua famiglia lo atterriva, anche se la consapevolezza di vedere suo padre morto lo annientava, sapeva che non poteva non andare... E rimandare l'inevitabile non aveva senso...

Si volse verso Lina che lo fissava preoccupata. E si preoccupò per lei... Non voleva immischiarla in quella sua vita disperata, in quella famiglia ostile... Non avrebbe nemmeno voluto che assistesse all'assurda conversazione con la cameriera! Voleva proteggerla da quelle persone che di certo non si sarebbero fatte benvolere... "Lina, se ti lascio da sola un'oretta in questa casa, ci sono problemi per te?". Non poteva portarla con se, non poteva!!!

Lina scosse la testa. Sapeva dove Gourry sarebbe andato, lo sapeva anche se non glielo aveva comunicato. Era incredibile, ancora faticava a credere a quanto si capissero loro due, anche solo con uno sguardo. E sapeva che doveva andare da solo, affrontare da solo le sue paure. Se glielo avesse chiesto lo avrebbe seguito, ma Gourry non lo aveva fatto. Lo ammirava per questo! Da quel poco che aveva intuito, sarebbe stato difficile per lui e dimostrava coraggio, come sempre, ad andare da solo. "Ti aspetterò quì! Tu vai dove devi e non preoccuparti per me! Sta tranquillo!" - rispose in tono gentile.

Gourry sorrise e le accarezzò i lunghi capelli rossi. "Grazie. Fa davvero come se fosse casa tua, gira, esplora, mangia se hai fame! Nessuno ti disturberà, hai sentito!E io cercherò di tornare il prima possibile".

E con quella promessa dolce e triste insieme, Gourry uscì da quella casa per andare nell'altra casa. All'incontro col suo passato!


  
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