Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    16/12/2011    1 recensioni
Il Natale vissuto sotto due ideologie differenti. Un uomo malinconico ed una ragazzina fresca e vitale. In apparenza i loro destini sono bloccati da un semaforo rosso, ma l'inevitabile farà si che la Dolce Magia renda possibile l'impossibile.
Quell'anno, il natale bussò alle porte dell'Amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate!!!!!!!! Non ho potuto postare prima per colpa dello studio ç_ç però vi lascio ben due nuovi cap...
Un bacione!! E buone feste!!

Capitolo 10

Maya amava Masumi. Masumi amava Maya. Eppure sembrava loro impossibile, poter vivere serenamente il loro amore…
Dopo la sera d’inaugurazione delle feste di natale, i due si videro sempre più raramente e di sfuggita. Diventava sempre più difficile riuscire ad incontrarsi, sia per le prove estenuanti di lei, che per i mille impegni aziendali di lui. Quando ci riuscivano, era sempre grazie alla complicità di Rei ed Hijiri, che li coprivano in ogni loro pazzia. Ma quei miseri incontri, che sarebbero dovuti durare ore, si riducevano sempre a quei pochi minuti di pausa pranzo di lei e di lui. La situazione stava diventando sempre più asfissiante per entrambi. L’uno voleva sentire l’altro sempre con se, volevano poter passeggiare felici tra le vie del centro, tornare magari a quel grande centro commerciale e gustarsi con piacere quella cioccolata e quella ciambella rimasti in sospeso. Così, si ritrovarono a sospirare davanti una finestra, ad osservare il pallido sole invernale lasciarsi andare tra quei lunghi palazzi, per far posto all’amica luna. In quei casi entrambi si facevano forza con il loro ricordo più buffo. Stringevano forte tra le mani la piccola foto che li ritraeva da babbo natale e da befana e si lasciavano andare ai ricordi dei loro incontri. Continuavano a sospirare anche a lavoro.
Lui confondeva le varie carte dei documenti, sbagliava addirittura a mettere la firma. La povera Mitzuki era davvero spazientita dal comportamento del capo ed inoltre l’aveva notato spesso guardare al di la della grande vetrata, tenendo tra le mani una piccola foto. Un giorno, mentre sapeva il capo in riunione, entrò di nascosto nel grande ufficio, aprì il cassetto ed estrasse la piccola foto. Una lampadina s’illuminò dal nulla. In quel momento, alla sua segretaria, si sciolsero parecchi dubbi.
Lei era sempre più distratta. Il calore di Akoya la stava abbandonando, per lasciare spazio ad una grande solitudine. Non riusciva a concentrarsi, non era molto in sintonia con Sakurakoji ed al povero Kuronuma, saltavano quelle già precarie vene del collo. Non riusciva a capire cosa c’era che non andasse nella vita di Maya. Sempre più spesso, la sorprendeva a sospirare davanti allo specchio, con nel sottofondo la musica di un carillon e tra le mani una piccola foto. Un giorno, mentre era sicuro che fosse uscita in pausa pranzo, aprì il cassetto del suo comodino ed estrasse la piccola foto. Una lampadina improvvisamente si accese, sciogliendo finalmente parecchi dubbi.
Masumi era appena tornato da una riunione abbastanza faticosa; spesso riuscire a far coincidere i pensieri di 20 persone, si rivelava davvero difficile; il tutto, naturalmente, veniva ampliato se il capo in questione, non ascoltava minimamente ciò che un povero dipendente stava illustrando al proiettore, facendo sì, che all’ora del conteggio, non riuscisse a prendere nessuna decisione risolutiva. Sospirò guardando il cielo grigio della città, mettendo una mano nella tasca del pantalone e stringendo con forza la piccola foto. Poi bussarono alla porta.
- Avanti- disse in maniera atonale. Mitzuki fece il suo ingresso, portando con se un bel mazzetto di documenti da revisionare e firmare. Si sedette alla scrivania ed estrasse la penna dalla tasca interna della giacca. La segretaria poggiò i documenti e lui iniziò il meticoloso lavoro. Ma si accorse che era ancora ferma allo stesso punto, alzò lo sguardo e chiese:
- Qualcosa non va, signorina Miztsuki?- Miztuki si issò sul posto, prese coraggio e disse.
- Be, signor Hayami, mi è appena arrivata questa dalla città di Slang*, credo sia un invito…- le porse la piccola lettera e la lesse.

Gentile sign. Hayami Masumi,
In qualità di presidente dell’importante casa di poduzione D.A.P, siamo lieti d’invitarla all’evento invernale dell’anno, il famoso Ice Gala che si tiene ogni 5 anni nella nostra splendida città. Sarebbe, inoltre, un nostro onore, ospitarla per un intero week-end, tra le alture delle nostre bellezze naturali. In occasione del grande spettacolo di pattinaggio, le annunciamo la graditissima presenza del campione olimpico, lo zar Evgeni Plushenko, che, con il suo immancabile violinista Edvin Marton, ci delizierà di numeri davvero esilaranti.
La preghiamo dunque di contattarci al più presto per eventuale smentita o conferma della sua illustrissima presenta.


I migliori omaggi dalla Slang Art Production

Alzò lo sguardo e lo posò sulla segretaria, si mise le mani tra i capelli, lo spettacolo era l’indomani… Cosa doveva fare? Voleva dire stare lontano per tre giorni dalla sua dolce ragazzina, che già vedeva poco e niente… Ma non poteva nemmeno rifiutare, la S.A.P, era una delle migliori agenzie della zona, insieme alla sua ovviamente. Ruotò la sedia per ammirare il cielo tingersi delle sfumature di grigio, in mezzo a mille stelle colorate. Sospirò tristemente alla strana piega che l’inevitabile gli stava offrendo.
- Risponda che va bene- disse con una tristezza sempre cresciente -… non ho altra scelta…-
- Va bene, signor Hayami…- Si voltò ed uscì chiudendosi la porta alle spalle. Un sorriso furbo increspò le sottili labbra, si avvicinò alla scrivania, aprì la piccola borsetta posta vicino ad essa estraendone un cellulare, compose un numero.

Maya aveva appena finito le prove del giorno. Era stata una giornata molto dura, lei e Sakurakoji non avevano quasi più alcun feeling. Lei ci metteva tutta se stessa nell’interpretare la sua Akoya, ma l’irruenza dell’interpretazione di lui, la mettevano a disagio. Si sentiva oppressa da tutti gli eventi del periodo. Se perdeva la recitazione per lei era davvero finita. Sospirò facendo ruotare in senso antiorario il piccolo carillon ad albero, lasciandolo poi suonare tranquillamente dopo il piccolo click. Si sedette davanti allo specchio e si fissò, strinse tra le mani la piccola foto di loro e prese a piangere incontrollata. Che amore è, un amore che non può essere vissuto? Che senso ha, scoprire di essere ricambiati, quando sai che ci sono infiniti ostacoli a separarvi? Ormai era diventata una sorta di routine: entrare nel camerino, azionare il carillon, sedersi e fissarsi allo specchio, stringere la foto di loro e porsi infinite domande.
“Toc toc”, bussarono alla porta. Velocemente si alzò cercando di asciugare alla meglio le lacrime.
- Avanti- cercò di dire, cercando di non far notare la strana inclinazione della voce.
Dal riflesso dello speccho, vide entare Kuronuma, con una faccia allegrissima dipinta in faccia. “Ma come? Un minuto fa sbraitava incontrollato e adesso ride? Mah, quando si dice che gli artisti sono pazzi” si disse.
- Maya, cos’è quell’aria sconvolta?- le domandò sedendosi nella sedia vicino alla sua.
- Niente, signore, solo un po’ di stanchezza…-
La guardò stranito, ma poi si fece di nuovo tranquillo e solare.
- Vengo a darti grandi notizie, mi hanno appena dato questa per te.- Dalla tasca estrasse una piccola lettera e gliela porse con gentilezza. Maya la prese e vi lesse:

Gentile sign.na Kitajima Maya,
In qualità di promettente attrice, non che candidata al ruolo della famosa Dea Scarlatta, siamo lieti d’invitarla all’evento invernale dell’anno, il famoso Ice Gala che si tiene ogni 5 anni nella nostra splendida città. Sarebbe, inoltre, un grande onore, ospitarla per un intero week-end tra le alture delle nostre bellezze naturali. In occasione del grande spettacolo di pattinaggio, le annunciamo la graditissima presenza del campione olimpico, lo zar Evgeni Plushenko, che, con il suo immancabile violinista Edvin Marton, ci delizierà di numeri davvero esilaranti.
La preghiamo dunque di contattarci al più presto per eventuale smentita o conferma della sua illustrissima presenta.

I migliori omaggi dalla Slang Art Production

Alzò lo sguardo e lo posò sul regista.
- Perché mi invitano? Credevo che la S.A.P non s’interessasse a me- chiese. Il regista le donò uno sguardo del tipo “tu non capisci”.
- Cara Maya, non ti credevo così ingenua… La S.A.P, s’interessa degli artisti di maggior calibro di qualsiasi campo. Sono rinomati i loro infiniti spettacoli ed inoltre, chi ha la fortuna di tenervi parte, può star certo di avere un’ottima pubblicità; senza contare che ci si confronta con artisti provenienti da tutte le parti del mondo.- Le lanciò una lunga occhiata. – Maya, ascoltami… Se ti hanno invitata è bene che ci vada, queste sono occasioni che non si ripetono spesso nella vita…-
Maya guardò il biglietto. L’invito era per l’indomani… Questo voleva dire che non avrebbe potuto vedere Masumi, si rattristì al solo pensiero. Odiava stargli lontano, ma come diceva il signor Kuronuma, era un’occasione troppo importante. Avvilita, posò lo sguardo sul piccolo carillon posto accanto a lei.
- Va bene, può dire che ci vado…-
- Molto bene, allora vado a riferire immediatamente- Si alzò dalla sedia ed uscì chiudendosi la porta alle spalle. Un sorriso vittorioso si formò tra le labbra. In quel momento il cellulare squillò. Lo prese ed aprì lo sportellino.
- Signorina Mitzuki? Qui è andato tutto secondo i piani…uhmm… perfetto… vediamo se ora si distrarranno più dai loro doveri…- salutando chiuse la conversazione.
Maya e Masumi tornarono a casa infinitamente affranti da quel triste destino, ignari di ciò che realmente l’Inevitabile stava architettando loro. Non sapevano che da lì a qualche ora si sarebbero rivisti per stare insieme ore ed ore, ad ammirare insieme la candida neve, assaporare il profumo della legna ed il suo suono scoppiettante tra il calore di un camino, la felicità di camminare insieme tra la valle di stelle colorate ed osservare compiaciuti le alture degli alberi con i loro splendidi decori. Questa è un’altra storia, di un altro tempo, ma che presto le due anime avrebbero assaporato, finalmente insieme…

L’indomani partirono titubanti, Maya portava con se una valigia piena di vestiti “ devi essere carina, stai andando a vedere lo Zar in persona!!! Ci potessi andare io…” le aveva detto un’avvilita Rei, che appena aveva saputo dell’invito, era andata su tutte le furie perché “queste fortune nella mia vita non capitano mai… Nonostante ci metta tanto impegno, proprio non gli riesce all’inevitabile, di regalarmi un po’ di felicità. Adesso tu ci vai e mi porti l’autografo” gli aveva detto alla fine. Sospirò, era sull’aereo e cercava disperatamente il suo posto a sedere. Fila 7 posto A. Era accanto al finestrino!
Masumi aveva portato con se parecchia roba pesante, poco elegante e molto casual, giusto per levarsi almeno in quei giorni, la maschera di duro affarista. Sospirò tristemente mentre cercava il suo posto nell’aereo. Fila 7 posto C. Poi finalmente lo trovò. Il biglietto gli cadde dalle mani non appena vide la sua vicina.
- Maya…- Si sentì chiamare. Non poteva essere. Non poteva essere “quella” voce… Si voltò lentamente e alla vista del suo vicino, il cuore prese a scoppiargli incontrollato in petto.
- Masumi…- La vide dire con sguardo stupito, felice e commosso. Così, infischiandosene bellamente di essere in un aereo, Masumi si sedette ed accolse quelle labbra, che tanto gli erano mancate, tra le sue, assaporandole con brama e dolcezza, ma anche con forza e quasi brutalità.
Le vie dell’inevitabile spesso si rivelano le più strane ed inusuali, ma non basta solo questo. Per colpire, l’inevitabile ha bisogno dell’aiuto di fidati collaboratori, che pendendo dalle sue labbra, eseguono le più pazze azioni. Ma tutto è concesso per il bene del fine comune…

* questo posto non esiste, se l'è inventato la mia mente....

Capitolo 11

Le candide nuvole, sussurravano la loro freschezza al pallido sole invernale, creando piccoli batuffoli che si mischiavano tra loro. L’azzurro del cielo creava strane chiazze in mezzo a tutto quel candore. Maya tra quelle nuvole, vedeva il bianco della neve, che sofficemente accarezzava i pesanti cappotti e ricopriva di panna montata il cioccolato delle montagne. Il terreno sotto di loro era così, tante chiazze di tutti i colori. Sembravano come tante stoffe, unite da un filo invisibile. Sorrise a quel magnifico spettacolo. Si voltò, per ammirarne uno altrettanto bello.
- Masumi, guarda che bello!! Si vedono tanti colori!!- Disse entusiasta scuotendo violentemente un braccio del vicino, che aveva ormai abbandonato l’idea di farsi una pennichella.
- Sì Maya, è bello.- Rispose non guardando minimamente il punto indicato dalla giovane, preferendo, nuovamente, lo spettacolo che lei stessa gli stava offrendo. Masumi si stupiva sempre più, della semplicità della sua Ragazzina. Erano solamente in un volo, eppure lei, riusciva ad individuare mille cose su cui gioire. Il suo calore era la miglior cura ai più temibili dei mali. Era felice che l’inevitabile non si fosse messo contro di loro, ma che anzi, li stesse incitando ad andare avanti nonostante le difficoltà.
Alla fine, avevano capito cosa ci facessero nello stesso volo. Dopo la sorpresa avevano iniziato a raccontarsi il “come” erano riusciti ad avere quegli inviti, concludendo, ovviamente, che altri non erano se non le congetture delle menti malate della segretaria di uno e del regista dell’altro. Si ritrovarono così, a ridere in preda alla gioia ed all’infinita gratitudine verso quei due pazzoidi. Così, liberatisi finalmente del polipo lei e della cozza lui, dato che in via “ufficiale” erano stati invitati, iniziarono a realizzare cosa comportasse in realtà quel lungo viaggio verso i meandri di Slang: un intero week-end dove poter assaporare in tutta libertà il loro tenero amore appena sbocciato.
Il viaggio si svolse tranquillamente: parlarono, si scambiarono qualche piccola effusione, ridevano, scherzavano, come una coppia felice… Il colmo venne quando un piccolo bambino, di ritorno da bagno, li vide baciarsi con foga…
- Mamma, ma che fa il signore? Se la sta mangiando alla signorina?- Masumi spalancò gli occhi, mentre Maya per poco non soffocò dal troppo ridere.
- Sota, cosa dici…- disse la mamma, profondamente imbarazzata. Poi si rivolse ai due – Scusatelo, è un bambino molto sincero, non bada mai a quello che dice…- prese il bambino e lo trascinò a sedere.
Masumi si voltò sconvolto, mentre Maya era ormai completamente piegata in due.
- Ma ti divoro sul serio?- Chiese sempre più sconvolto. Maya si asciugò le lacrime e strizzandogli un occhio disse:
- Eh, signor Hayami, mi stupisce, un uomo freddo come lei che si lascia andare a questa “volgarità”, spaventando un povero bambino indifeso…- Poi non ce la fece e riprese a ridere tenendosi la pancia ormai dolorante.
L’atterraggio, fu per Maya un vero divertimento. Saltellava felice sul sedile, alla vista di tutte quelle nuvole alla loro altezza, tanto da fregarsene delle turbolenze che scuotevano violentemente l’aereo. Vedere tutte quelle casette avvicinarsi, era come avere tanti giochi per le barbie. La sua felicità era al culmine e scuoteva continuamente il braccio di Masumi indicandogli “questo” e “quello”, ma a lui faceva piacere condividere quelle piccole cose con lei. Sì, Masumi era proprio felice… Doveva ricordarsi di comprare un bel regalo alla signorina Miztuki…
Quando scesero dall’aereo, per poco non morirono congelati, di riflesso, si strinsero forti e camminarono, cercando di raggiungere ancora integri il ritiro bagagli. A Maya tremavano forte le gambe, le braccia, persino il labbro era in preda ad un forte battito. Masumi prese quelle mani tra le sue e vi soffiò forte, cercando di donarle un po’ di calore. Maya sorrise e stringendosi, entrarono dentro, sospirando felici. Li accolse un dolce calduccio, che li fece rilassare e procurare un piccolo rossore alle gote semi-congelate.
Il ritiro bagagli avvenne senza intoppi, nonostante la valigia di Maya (naturalmente rossa), era grande quanto mezza casa e quindi profondamente pesante.
Uscendo ritrovarono quel gelo invernale che li fece rabbrividire ed inoltre un addetto con un cartello “S.A.P Albergo 5 stelle”. Masumi prese Maya per mano e la condusse fino all’uomo, che li giudò ad un taxi, partirono così lungo la strada. Lo spettacolo che quel posto offriva era davvero sublime: tanta neve ricopriva le alte costruzioni in legno, gli alberi erano altissimi e potevano vedere camminare tanti allegri animali,tutti tipicamente invernali. Arrivati all’albergo, Maya rimase incantata. Un enorme spiazzale era al centro esatto di un’immensa vallata di neve, con una fitta rete di alberi sulla parte sinistra ad ornare un grazioso laghetto. L’albergo era davvero enorme. Appena entrati, Maya vide un immenso albero di natale tra due rampe di scale semicircolari, che conducevano una sulla destra e l’altra sulla sinistra; nel passamano vi era una lunga striscia colorata, con tante lucine colorate ad intermittenza. Poi c’era uno dei tappeti più grandi che Maya avesse visto e tanti tavolinetti in legno con altrettante comode poltroncine rivestite in rosso. Un addetto, li condusse alla reception, dove presero il numero di stanza, la 107. Salirono e rimasero sempre più stupiti, ma anche imbarazzatissimi. Al centro della stanza vi era un ampio letto matrimoniale, con un grande albero a lato, interamente tinto delle sfumature scarlatte. Poi c’era un angolo salottino, con poggiate un mazzo di rose di tutti i colori (comprese le loro rose). Aprirono le tende ed una grande balconata si affacciava sul laghetto circondato dagli alberi. Masumi le cinse la vita da dietro, si voltò e presero a baciarsi con profonda passione. Da quanto tempo non lo facevano, i loro corpi fremevano desiderosi a quel contatto, i cuori battevano impazziti, la mente si era presa un periodo di vacanza, stanca di pensare, quando in quel momento bastava solo il cuore a parlare anche a nome suo, perché nei sentimenti, la ragione più grande ce l’ha il cuore, unico portatore di quel barlume di follia che altri non è se non la profondità di sentirsi vivi.
Masumi sollevò dolcemente Maya, trascinandola sul grande letto e poggiandosi anche lui. Presero ad accarezzarsi in maniera profonda, se non fosse che spesso anche l’inevitabile fa dei buffi scherzetti… Il telefono della stanza prese a squillare ininterrottamente, così che un Masumi con la camicia ormai del tutto sbottonata, rispose seccato:
- …Pronto?...Si…ah, si grazie…va bene… si… la ringrazio… arrivederci- Abbassò la cornetta e si voltò verso Maya. – Mi sa che dobbiamo prepararci, lo spettacolo è stato anticipato di un’ora per poter fare una cena di Gala con gli ospiti.- Si avvicinò a Maya e la baciò, anche lei non era messa meglio, diciamo che era vestita a “metà”, odiavano essere interrotti, ma erano lì anche per fare un minimo di dovere…- Io vado a farmi una doccia, così poi vai tu…ok?- le disse
- Sì, va bene…- si regalarono un ultimo bacio e lo vide sparire dall’uscio della porta. Maya sospirò, ma poi si lasciò cadere lungo il letto e rotolò felice… Era con Masumi, finalmente… Poi si alzò ed aprì la valigia, che per poco non rigurgitò tutto, per quanto era piena… Doveva dire due paroline a Rei… Estrasse dalla valigia un paio di pantaloni grigi, degli stivali scamosciati neri, di quelli con un po’ di tacco, un dolcevita rosso ed un maglioncino nero con tre grossi bottoni, che permettevano una buona visuale del dolcevita rosso. Non mancavano come sempre gli orecchini a rosa ed estrasse il mitico profumo. Appena finito, accese la tv e guardò qualche anime distrattamente. Il rumore della porta aprirsi la fece voltare e per poco non cadde dalla poltrona… In tutta la sua maschilità, si ergeva un masumi con un misero straccetto a coprirlo, una mano tamponava i capelli bagnati con un ulteriore asciugamano, mentre per il resto del corpo quelle piccole goccioline lo accarezzavano dolcemente, scolpendo quel meraviglioso petto e quei muscoli… Goccioline che morivano al basso vita, dove c’era l’asciugamano a coprirlo. Maya era imbarazzatissima a quella visione, così, lo superò e si chiuse nel bagno, portandosi entrambe le mani ad altezza del cuore, che pulsava incessantemente. Era una delle prime volte che gli capitava di desiderarlo così tanto… Si mise sotto la doccia e cercò di soffocare i bollori. Si vestì e si asciugò i capelli.
Quando uscì, Masumi l’aspettava comodamente seduto sulla poltrona. Lo fissò, un paio di pantaloni neri lo fasciavano, ma non erano di quelli eleganti che era solito indossare, piuttosto erano semi jeansati, un pullover azzurrino-grigio era posto sopra una camicia nera ed accanto a lui vi era un pesante piumino nero.
Anche Masumi la guardò, trovandola semplicemente adorabile.
Così, uscirono dalla stanza, dopo essersi concessi qualche piccola effusione, e si diressero lungo il grande pala ghiaccio, posto nella parte retrostante al grande hotel.
Appena entrati, a Maya venne da svenire, era immenso, così come la pista di pattinaggio. Si guardò intorno, era già quasi tutto pieno. Presero i loro posti e si strinsero la mano regalandosi un lungo sorriso d’amore… Non potevano baciarsi in pubblico, ma quello sguardo parlava chiaramente dei reali sentimenti che affollavano il loro cuore. In preda a quei pensieri, le luci si abbassarono, con la voce del cronista che annunciava i vari ospiti.
Così ebbe inizio quel meraviglioso spettacolo. Spesso a fare da contorno, c’era la splendida voce di Andrea Bocelli, un bravissimo cantante lirico italiano. C’erano pattinatori di ogni dove, che si susseguivano man mano, ma a Maya, non poteva che colpire “quel” pattinatore, quello di cui Rei ne aveva narrato le olimpioniche gesta: Evgeni Plushenko, lo Zar del giaccio, anzi il “carro armato travestito da pattinatore*” come diceva Rei. Le sue due esibizioni avevano lasciati esterrefatti sia Maya che Masumi… La pima esibizione era stata “il Padrino”**, arrangiata dal violinista Edvin Marton, che accompagnava il pattinatore nell’esibizione, con il suo immancabile Stradivari appartenuto a Paganini.
Era un pattinatore molto maschile, dotato di grande forza fisica. Nell’interpretazione del padrino, il pubblico per poco non si metteva a pattinare con lui, la sequenza di passi era davvero coinvolgente, era velocissimo ed il suo quadruplo tolup era dotato d’incredibile potenza, come tutti gli altri salti del resto… Maya si era ritrovata in piedi a fine esibizione ad applaudire con il resto del pubblico, anche Masumi si alzò, riconoscendo il vero talento del pattinatore. Maya lo guardò negli occhi e, non resistendo, lo baciò velocemente, lasciando un Masumi piacevolmente stupito. Quando Plushenko uscì, a Maya sembrò che gli altri quasi non esistessero. Era un vero portento, una sorta di genio del pattinaggio, così freddo, ma pieno di calore allo stesso tempo, come Masumi… Lo guardò con la coda dell’occhio, notando che pure lui la guardava. Ma stavolta fu lui a prendere l’iniziativa e regalarle un piccolo, ma intenso bacio. Si sorrisero e stringendosi per un braccio continuarono a guardare, finché non tornò Plushenko con il suo fidato violinista. Stavolta Maya era pronta e si sistemò meglio sul sedile. Catturò il pubblico già dalle prime note, “Tango Amor”*** di Edvin Marton, nuovamente quadruplo tolup seguito da un triplo, stavolta i movimenti erano dolci e passionali insieme, carichi di forza e di sfida verso quel pubblico, che ormai pendeva da ogni suo movimento, ogni tanto lanciava qualche bacio, ma il suo sguardo, era quello a far incantare… Era come un magnete, ne eri catturata, era un vero artista… Poi la sequenza di passi si fece più ritmata nella sequenza a linea retta, il pubblico non sapeva più come seguirlo ed all’ultima nota, ruggì un forte boato, mentre piovevano dal cielo infiniti peluche, ad omaggiare quell’arte sublime…
Maya e Masumi si guardavano soddisfatti. Erano stati interrotti, ma almeno avevano visto qualcosa di bello.
Dopo un ultimo giro dei vari pattinatori, lo spettacolo finì, lasciando tutti estremamente soddisfatti.
Maya e Masumi uscirono dal pala ghiaccio con la fiumana della gente. Si tenevano per mano e discutevano amabilmente della bravura del pattinatore…
In quel momento, un osservatore esterno, non avrebbe notato un presidente di un’azienda ed un’attrice in piena scalata verso il successo, ma una tenera coppia, che guidati dalla magia del natale e dalle sue luci, si tenevano per mano, scalando insieme le vie della felicità…

Continua…

NOTE: sono una fan accanita di Evgeni Plushenko, medaglia d'oro alle olipiadi di Torino 2006 e argento a Vancouver 2010.

* questa l’ha detta un cronista alla fine di una sua esibizione e m’è rimasta impressa.

** esibizione "il Padrino" (Torino 2006)
http://www.youtube.com/watch?v=HVQDc1w2l_w&feature=related

*** esibizione "Tango Amor" (Tallin 2010)
http://www.youtube.com/watch?v=d2xK0u3Wf50

Alla prossima ragazzuoli e per chi ama il pattinaggio sul ghiaccio, consiglio di vedere le due esibizioni ♥ (lo amo!)
  
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