Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Ely79    18/12/2011    3 recensioni
Due stranieri rompiscatole, una donna ingegnere, due gatti meccanici, una airship da corsa guasta. E il tempo che scorre inesorabile nella campagna.
Storia prima classificata al contest "In sei ore" indetto da (Vienne) e partecipante all'"Ipse Dixit - Quote Challenge" indetto da Fabi_Fabi.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dalle 11:55 alle 12:38 DALLE 11:55 ALLE 12:38

Cascina dell’Acqua
Officina

Nora stava per aggiungere qualcosa, quando Flapper le interruppe, balzando su un ripiano.
«Chiamata» scandì, levando il muso verso la porta.
Algernoon sentì le due donne attraversare il soggiorno e le seguì, abbandonando il banchetto.
In un stanzetta c’era una scrivania ingombra di libri, appunti e fogli arrotolati, tra i quali emergeva uno schermo. Sopra, un’antenna circolare vibrava intensamente, segnalando la richiesta di risposta ad un segnale.
Prudenza girò un paio di manovelle e premette alcuni bottoni lungo la cornice. Lo schermo s’illuminò, divenendo dapprima di un bruno scuro uniforme, per poi schiarire in un’immagine leggermente sfocata.
«Ciao, mamma!»
Il volto della donna mutò radicalmente espressione mentre usava una manopola per aggiustare la ricezione.
«Ciao, tesoro! Com’è andato il viaggio?»
«Benissimo! Mamma, è tutto gigante qui dentro!» esclamò Nereo, saltellando.
«Ha dormito tutto il tempo» rispose una voce ilare e senza volto, quella della madre di Prudenza.
«Non è vero! Solo fino a Travajado. Poi sono stato sveglissimo!» si giustificò il ragazzino, guardando in tralice la nonna.
Fra Travajado e la Fiera di Brixia1 c’erano sì e no una decina di miglia.
«Mamma, mamma, sai chi c’è qui?»
«Nereo!» lo zittì un’altra voce, questa volta maschile.
«Ma nonno…»
«Su, sentiamo. Chi avete incontrato?» l’esortò Prue, curiosa.
L’uomo disse qualcosa sottovoce a Nereo, che dopo un attimo di perplessità, ricominciò a sorridere furbo. Prese qualcosa che gli veniva passato al di sotto della cornice e lo sollevò di scatto, facendo sobbalzare l’inquadratura e la madre.
Pur non avendo capito una sola parola del discorso, Nora era stupita dal cambiamento della donna e non poté fare a meno d’interrogarsi stupita se l’essere madre comportasse quel genere di trasformazioni o facesse parte unicamente dell’indole di Prue.
«Quello somiglia al mio libro di Idraulica».
«Non somiglia, mamma: è il tuo libro, quello dell’Ingegner Salvetti!» ridacchiò, nascondendosi dietro la copertina.
«Chi ti ha dato il permesso di…»
Non terminò il rimprovero: Nereo aveva aperto la prima pagina, mostrando una scritta che prima non c’era. Gli occhi del ragazzino luccicarono divertiti oltre il bordo del libro.
«Nonno sapeva che l’Ingegnere era qui alla fiera e allora abbiamo portato il tuo libro, così ti faceva l’autografo! Mi ha chiesto se era mio, ma quando gli ho detto che era di mia mamma, è rimasto di sasso. Pensava che l’autografo era per un maschio! Ti fa tanti complimenti, sai? Ha detto che ci vorrebbero più donne a fare l’ingegnere, perché avete un tocco speciale. Sei contenta, mamma?»
Ma lei non rispose. Teneva le mani premute sulla bocca ed aveva gli occhi lucidi. Quel regalo inatteso l’aveva commossa.
«Mamma, stai bene?» s’informò il figlio, preoccupato.
«Sì. Sì, Nereo, sono contentissima!» singhiozzò. «É… solo colpa di Al e delle… sue… stupidissime paranoie metereologiche».
«Zio Al è lì?»
Sentendosi tirare in causa, Banks balzò avanti, incurante della faccia sporca di zucchero a velo.
«Ehi, giovanotto!» salutò, parlando in italiano con forte accento inglese.
Per quanto potesse capirne, a Nora parve ci fosse un rapporto di grande affetto tra Al e Nereo. Li sentì parlare con toni degni di due coetanei, ridendo e gesticolando in modo buffo. Prue si limitava ad annuire, ridendo sommessamente.
«Signor Baldovini!» proruppe ad un certo punto Algernoon.
L’interlocutore sullo schermo era cambiato: ora c’era un uomo dal volto squadrato coi capelli brizzolati, il volto indurito dal sole.
«Salve, Banks. In giro per contratti?»
«No, ma il suo è già pronto. Ho provveduto personalmente a sollecitarlo e dovrebbero recapitarlo a giorni. Non annullerei mai e poi mai le sue forniture risicole per i miei ristoranti!»
I due parlarono d’affari per un po’ e la cosa pareva andare per le lunghe quando uno strano rumore coprì la voce del signor Baldovini.
«Cosa sta suonando?» chiede Prue, scacciando l’intruso.
«Hanno esposto una marea di sciocchezze con campanacci a tempo. Battono mezzogiorno».
«Sarà meglio che andiate a mangiare, papà» disse Prudenza, con una nota triste nella voce.
I saluti furono rapidi, per via dell’alto costo della chiamata, con molti rimandi alla cena di quella sera.
«Sembra un ragazzino simpatico, tuo figlio» osservò Nora.
«Tutto suo padre» sorrise brevemente Prue, spegnendo lo schermo.
«Ha preso anche da te» commentò Al, sincero.
All’improvviso, sembrava che la tensione di quel mattino fosse svanita grazie alla chiamata di Nereo. Il clima era disteso, quasi pacifico. E Algernoon si sentì in dovere di guastarlo.
«Tornando a noi. Che puoi fare per quel piattello?»

Brixia,
Fiera dell’Agromeccanica

Lo schermo si oscurò sfrigolando.
«Perché non mi hai lasciato dire a mamma che sei qua?» domandò Nereo, voltandosi.
L’uomo alle sue spalle sorrise, scompigliandogli i capelli. Era alto e piuttosto robusto, con la stessa zazzera scura del ragazzino.
«Con Banks tra i piedi e l’autografo dell’Ingegnere sul libro, tua madre ha già sufficienti emozioni da tenere a bada. Dirle che sono tornato in anticipo dalla Prussia l’avrebbe solo mandata in confusione. E tu non vuoi che mamma faccia brutta figura con quel beccamorto, vero?» domandò, porgendogli un pacchetto che scartò subito.
«No, papà» concordò. «In Lodomerla erano contenti che gli hai fatto da mangiare?»
Aveva la bocca piena di cialde ricoperte di miele e cocco grattugiato.
«In Lodomeria,» corresse bonario, «erano più che contenti. Direi che, quando me ne sono andato, la città si è praticamente disperata».
«Ma non sanno farsi da mangiare quei mollacchioni?» ridacchiò a mezza voce, ricevendo uno scappellotto affettuoso dalla nonna.
«Certo che sanno cucinare anche là, ma non così bene come fa tuo padre» lo ammonì. «E smetti di mangiare quell’affare o ti rovinerai il pranzo».
Ridendo e masticando il dolce, il ragazzino e la donna si allontanarono, in cerca degli spazi del pranzo.
Il padre rientrava dopo sette mesi trascorsi a Görlitz2, dove aveva lavorato come cuoco. Si era trattato di una scelta difficile, ma utile per far salire i punteggi nelle graduatorie governative e poter accedere ai fondi statali per aprire una propria attività di ristorazione. Ormai mancava solo il timbro dal Ministero.
Sebastiano e il suocero presero a camminare tra gli stand fieristici, osservandoli a malapena. Si trovavano nella sezione dedicata alle eccellenze zootecniche, che a Lamberto interessavano solo marginalmente. Il grosso delle attività di Cascina dell’Acqua era incentrato sulla produzione di tre diverse qualità di riso, la maggior parte delle quali raccolte ed esportate direttamente in Inghilterra tramite Banks. Inizialmente gli affari erano stati gestiti da Heberard, il padre di Al, e solo da una decina d’anni dal quest’ultimo. I due si erano conosciuti in occasione dell’Esposizione Universale di Roma, che l’uomo d’affari inglese stava visitando in cerca di nuovi investimenti. Si erano capiti al volo, nonostante l’inglese stentato di Lamberto, e da allora avevano realizzato un intenso commercio nel campo del riso.
«Sei in pensiero per Prudenza?»
«Che dirti, Lamberto? Banks ha il potere di devastarle i nervi, anche se lei sa ripagarlo a dovere» sospirò il cuoco, mordicchiandosi un labbro.
«Non lo perdonerà mai?»
Sebastiano non rispose, cercando il figlio con lo sguardo. Se Nereo aveva potuto crescere con una madre sempre presente, lo dovevano a quel damerino inglese, al suo egocentrismo ed ai suoi capricci. Avrebbe dovuto essergli grato, ma in realtà lo odiava profondamente.
Molti anni prima, quando Prudenza aveva appena terminato gli studi e cominciava a muovere i primi passi nell’ingegneria del vapore, si era presentata la possibilità di avere un colloquio al Ministero per l’Industria e la Meccanizzazione. Non aveva dormito per giorni per prepararsi al colloquio. Erano rare le donne che terminavano gli studi d’ingegneria; ancor meno quelle che raggiungevano alti livelli di specializzazione. Prudenza era certa delle proprie potenzialità, ma non aveva fatto i conti con Algernoon. Se fosse stata assunta dal Ministero – cosa assai probabile, date le sue competenze -, le leggi vigenti non le avrebbero consentito di lavorare anche per lui come libera professionista. Avrebbe dovuto scegliere e Al voleva essere la sua sola scelta. Non voleva privarsi della migliore esperta di vapore che conoscesse. Meno ancora desiderava non poter smerciare i brevetti dei suoi sottoposti al Ministero: Prudenza avrebbe scovato ogni pecca, rimandandoglieli indietro. Così, aveva fatto pressione sugli esaminatori perché non la scegliessero. L’aveva definita “una contadina dalle mani umide e i pensieri in ebollizione”, “che sarebbe stata più gradevole con un neonato al seno e il mestolo in mano”. L’avrebbe fatta franca e tutto si sarebbe risolto con un pianto disperato della donna, se lei non l’avesse sentito mercanteggiare la sua estromissione nelle stanze del Ministero. Gli aveva fatto una scenata, incurante degli altolocati spettatori e di ciò che avrebbero pensato. Da allora lei lo aveva ritenuto solo un cliente.
Non avevano troncato i rapporti con i Banks solo in nome della vecchia amicizia tra Lamberto ed Heberard, e dei benefici che quest’ultimo aveva elargito loro di sua spontanea iniziativa, non appena saputo dell’accaduto. Aveva sempre considerato i figli dell’amico e socio come suoi, lo schiaffo morale di Al a Prudenza lo aveva ferito ed offeso.
Dal canto suo, l’insofferenza che Sebastiano provava nei suoi confronti, non era dettata da quel gesto: era un’antipatia di pelle. Detestava Banks ed il continuo sfoggio che faceva delle proprie ricchezze, i suoi capricci sciocchi, le sue pretese e la fortuna che pareva piovergli addosso di continuo. Ma soprattutto, lo odiava per non aver mai chiesto scusa a sua moglie. Poteva aver regalato una madre a Nereo, ma aveva affondato per sempre i sogni e le speranze di un’amica.
Una voce lo richiamò. Nereo saltellava a fianco della nonna, esortandolo ad alzare il passo per raggiungerli. Vederlo felice sollevava il cuore da quegli odiosi pensieri, che sicuramente stavano invadendo la mente di Prudenza.  

1 Travajado, Brixia: sono i nomi con cui in passato erano conosciute Travagliato e Brescia.
2 Görlitz: città del Regno di Galizia e Lodomeria, attualmente parte della Polonia e dell’Ucraina

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Ely79