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Autore: Acquamarine_    23/12/2011    7 recensioni
In ogni capitolo di questa storia ci saranno dei momenti speciali di alcuni personaggi accompagnati da citazioni Disney.
[Titolo della storia provvisorio. Se avete proposte contattatemi :D]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Tonks si sedette sul grande divano di Grimmauld Palace, in attesa di qualcuno.

Alzò le gambe e le distese completamente sul divano, poi rovesciò indietro la testa e la poggiò su di un cuscino.

Sospirò, poi ripensò alla situazione che lei e tutto il Mondo Magico stavano attraversando.

Per l'Ordine non c'erano grandi novità, ma sperava davvero che i Mangiamorte non attaccassero in quel momento.

Non erano pronti.

Si portò una mano sul cuore, lo sentì martellare nella gabbia toracica.

Aveva paura. Moltissima paura.

Aveva paura di morire, paura di perdere le persone che più amava, paura di non riuscire a convincere Remus della giustizia del loro amore.

Già, Remus.

Perché lui non voleva capire?

Era convinto di contaminare l'innocenza di Tonks, non voleva trascinarla nel baratro della solitudine e dell'inadeguatezza, non voleva farla diventare schiava della vergogna, costringerla ad una vita da emarginata... e bla bla bla.

La ragazza scosse la testa.

Perché doveva sempre essere così melodrammatico?

Proprio mentre questo pensiero si faceva strada nella sua testa, qualcuno fece il suo ingresso.

Non appena notò che Ninfadora era sola, però, alzò gli occhi al cielo e si lasciò cadere su una poltrona.

Sapeva già cosa gli avrebbe detto.

La donna, però, si limitò a sedersi in modo più composto e guardarlo con cipiglio severo.

Dopo qualche tempo, fu lui a rompere il silenzio.

«Cosa c'è? » domandò con voce scocciata.

«Nulla, Remus, assolutamente nulla. Ti osservavo. » rispose lei con aria ovvia.

Lui sorrise.

«Questo l'avevo notato, Dora. Intendevo... perché mi osservi? » chiese ancora lui.

Lei scrollò le spalle e si alzò, avvicinandosi alla grossa libreria.

Ne prese un libro dalla copertina verde acido e lo sfogliò velocemente, fermandosi solo quando questi emise un lamento, facendola sobbalzare.

Facendo finta che non fosse successo nulla, lei lo ripose nello scaffale, facendone però cadere un altro.

Mentre si rialzava e rimetteva a posto il libro caduto, urtò lo scrittoio e rovesciò per terra l'intera boccetta d'inchiostro.

Una grossa macchia nera si diffuse a macchia d'olio sul tappeto decorato, probabilmente persiano.

«Oh! Per la barba di Merlino, sono un disastro! » esclamò affranta, lasciandosi cadere sul pavimento.

Remus sorrise ancora, si alzò e si avvicinò a lei.

«Su, vieni. Ti aiuto io. » pronunciò con un sorriso gentile, poi le tese la mano.

Lei alzò gli occhi e li puntò nei suoi.

Tese la mano ed afferrò quella dell'uomo.

«Grazie » sussurrò.

Lui estrasse la bacchetta e disse con voce chiara: « Gratta e Netta! » e la macchia nera si schiarì un pochino. Pronunciò ancora tre o quattro volte la formula e la macchia scomparve quasi del tutto.

«Non credo che a Sirius importi tanto, in fondo. Anzi, credo ti ringrazierà » rifletté Remus ad alta voce.

Lei scrollò ancora le spalle e poi gli sorrise.

«Vedi, chi riparerà ai miei disastri se tu continui ad impunt- »

«Di nuovo con questa storia?- la interruppe Remus – come devo fartelo capire? Io e te non possiamo stare insieme. Io sono diverso, sono sbagliato. Sono un mostro. Io non posso amarti! E tu non devi amare me! »

«Chi può decidere un mostro cos'è? Perché un uomo odia, perché un mostro ama? Chi può decidere il perché? » ribatté Dora, mentre i suoi capelli passavano dal rosa cicca al rosso acceso e lei portava le mani ai fianchi.

«Io sono un mostro. Io potrei farti del male, in ogni momento della mia vita! Io potrei persino ucciderti! » disse lui infiammandosi, ma i suoi occhi esprimevano autocommiserazione.

« Come posso non amarti più? Non l'ho deciso io! Voglio stare con te, Remus. E ti giuro che cambierai idea. Te lo giuro. » pronunciò la Metamorfomagus con una determinazione che mai in vita sua aveva avuto.

Lui scosse la testa, poi chiese con lo stesso tono che utilizzava con James e Sirius quando si mettevano in testa di fare chissà quale disastro: « Posso fare qualcosa per farti cambiare idea? »

Lei sorrise, un sorriso vero, che in quel periodo si vedeva di rado. Uno di quei sorrisi che ti portano a sorridere a tua volta, uno di quei sorrisi che tanto mancavano al mago.

« No, Remus, proprio niente. »

***
Angolo Autrice:

E finalmente sono qui con la seconda OS! Mi auguro vi sia piaciuta, a me è piaciuto scriverla. Mi auguro anche che i personaggi non siano troppo OOC, ho cercato di entrare nella testa di entrambi e scrivere secondo ciò che la Rowiling ci ha detto su questa pazza pazza coppia ( ma a parer mio meravigliosa, non me ne vogliano i fan delle Sirius/Remus e similia :D). Non so quando aggiornerò con il prossimo, vi avviso solo che non tutti i capitoli saranno per forza delle OS.
Ve lo dico perché non vorrei che davanti ad una drabble vi trovaste scontenti. Io scrivo ciò che mi viene dal cuore e a volte poche parole dicono molto più di un discorso intero.

 

Ah! la citazione ''Chi può decidere un mostro cos'è? Perché un uomo odia, perché un mostro ama? Chi può decidere il perché?'' è da ''Il Gobbo di Notre Dame''.

   
 
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